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Guida ufficiosa al Giro d'Italia 2019
10 mag 2019
10 mag 2019
Dieci domande per presentare il prossimo Giro d'Italia.
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È passato un altro anno e siamo di nuovo ai primi di maggio, la campagna del Nord alle spalle e il Giro d'Italia alle porte. E come ogni anno sarà un mese intenso, in un susseguirsi di emozioni di ogni tipo.

 

Si parte da Bologna, sabato 11 maggio, con un'insolita cronometro fino al Santuario di San Luca e si arriverà a Verona, domenica 2 giugno, con un'altra cronometro. Per la quarta volta il Giro d'Italia terminerà all'Arena di Verona. La prima fu nel 1981, con il trionfo in rosa di Giovanni Battaglin (ma a vincere la tappa fu il norvegese Knut Knudsen). Le ultime due volte, invece, Verona ha simboleggiato il compimento di una straordinaria rimonta: nel 1984 con il sorpasso in classifica generale di Francesco Moser ai danni di Laurent Fignon; nel 2010 fu invece Ivan Basso a godersi la passerella finale dopo aver strappato la maglia rosa dalle spalle di David Arroyo al termine di una folle rincorsa.

 


Ivan Basso entra nell’Arena in maglia rosa. È il suo secondo trionfo al Giro. Foto di Luk Beines/AFP/Getty Images.


 

L'arrivo a Verona è forse il più bello e iconico possibile nella storia del Giro d'Italia dopo l'abbandono del Vigorelli, lo storico velodromo milanese. Ma anche le altre tappe sono ricche di storie e di significati con un percorso pieno di simboli più o meno nascosti. C'è la tappa a Vinci per il 500° anniversario di Leonardo, la partenza da Bologna che fu anche sede della prima tappa in assoluto del Giro d'Italia quel 13 maggio 1909 in cui tutto ebbe inizio. C'è anche la Cuneo-Pinerolo, anche se in versione ridotta, a commemorare i 100 anni di Fausto Coppi e i 70 anni della sua impresa al Giro del 1949, anno in cui per la prima volta nella storia del ciclismo il Campionissimo portò a termine la doppietta Giro-Tour.

 

E poi ci sono i grandi protagonisti, sempre più numerosi e importanti. C'è ancora una volta Tom Dumoulin, vincitore nel 2017 e secondo nel 2018, sempre alla ricerca dei suoi limiti e di un modo per superarli. Ci sono anche Primoz Roglic, Mikel Landa, Miguel Angel Lopez, Simon Yates, Richard Carapaz oltre all'eterno Vincenzo Nibali, a caccia del suo terzo Giro d'Italia. Non ci saranno invece né Chris Froome né Egan Bernal, infortunatosi pochi giorni fa in allenamento. Sarà interessante anche la sfida fra i velocisti, con 5 o 6 tappe adatte a uno sprint di gruppo: riflettori puntati sul campione italiano Elia Viviani, ovviamente, ma occhio al grande ritorno di Fernando Gaviria, già vincitore di quattro tappe e della maglia ciclamino nel 2017.

 

L’edizione numero 102 del Giro d’Italia, insomma, sarà quindi piena di ricordi, con 21 tappe e 3578 chilometri da affrontare, tre cronometro, cinque arrivi in salita e due giorni di riposo. Tanti protagonisti per un lotto partenti d’eccezione come non si vedeva da anni, sperando che questo si traduca in un grande spettacolo lungo la strada.

 

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