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Emanuele Mongiardo
L'Under 18 italiano che sta giocando di più tra i professionisti
18 apr 2024
18 apr 2024
Ovvero Giovanni Leoni, difensore diciassettenne della Sampdoria di Pirlo.
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Emanuele Mongiardo
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IMAGO / IPA Sport
(foto) IMAGO / IPA Sport
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Dopo il gol segnato il 6 aprile nel big match della trentaduesima giornata di Serie B tra Palermo e Sampdoria, il nome di Giovanni Leoni ha iniziato a rimbalzare sui giornali. In effetti, per il calcio italiano un minorenne che riesca a giocare con continuità tra i professionisti è una novità, figuriamoci se riesce anche a segnare. Così, come in un rito pagano, hanno iniziato a comparire le interviste a chi lo ha visto crescere, ma anche gli articoli riguardanti l’immancabile interesse di mercato di Inter e Juventus. Classe 2006, quasi 2007 visto che è nato il 21 dicembre, Leoni aveva già esordito tra i professionisti durante la scorsa stagione, quando vestiva la maglia del Padova, la squadra nella quale giocava da quando aveva tredici anni. Vincenzo Torrente, tecnico dei biancoscudati, gli aveva concesso qualche minuto in una gara di metà marzo in casa dell’Albinoleffe. A distanza di un anno, Leoni si è inserito stabilmente nelle rotazioni della Sampdoria. Arrivato dal Padova a gennaio, in un periodo in cui per i blucerchiati sembrava concreto lo spettro dei playout, Leoni ha esordito il 3 febbraio contro il Modena, a partita in corso. La prima gara da titolare è arrivata alla ventottesima giornata, contro la Feralpisalò. Pirlo aveva iniziato la stagione con la difesa a quattro, ma da febbraio, inforcando il prontuario del perfetto allenatore italiano, ha deciso di affrontare la crisi di risultati passando al 3-5-2. La necessità di schierare un centrale in più, unita agli infortuni di Murru e Alex Ferrari, lo ha spinto a puntare per la prima volta dall’inizio su Leoni, in una difesa in cui già figurava un classe 2003 come Ghilardi, protagonista con l’Italia allo scorso Mondiale Under 20. Da allora Leoni è sempre partito titolare, in un crescendo di prestazioni culminato con il gol di Palermo, che lo ha reso il secondo marcatore più giovane della storia della Samp. Eppure l’impatto con i blucerchiati era stato abbastanza traumatico. Buttato nella mischia sul finale di gara contro il Brescia, alla sua seconda partita in Serie B, si era fatto saltare in testa al 94’ da Adorni, che aveva segnato il gol del pareggio. Leoni, per fortuna, non si è demoralizzato, né Pirlo ha perso fiducia nei suoi confronti: «Era triste dopo la sfida contro il Brescia, però sono cose che deve imparare a superare dopo le partite», ha dichiarato l’allenatore. «È normale che possa essere deluso ma gli ho detto che non era colpa sua. È un ragazzo intelligente con un futuro davanti, talmente bravo che si è fatto scivolare addosso quello che è successo e si è allenato bene». Pirlo e la Samp sono stati ripagati, e un giocatore come Leoni invita a guardare con più ottimismo al futuro. Il fatto di agire da centrale di destra in una difesa a tre avrà sicuramente facilitato il suo inserimento, visto che gioca in un sistema dove può essere più istintivo, che gli offre maggior copertura e che quindi ne nasconde le sbavature. Detto che si tratta di un adolescente alle primissime apparizioni tra i grandi, le sue qualità fisiche e in uno contro uno sono apparse subito evidenti. Misura già un metro e novantatré d’altezza e vista l’età sicuramente potrà crescere ancora. Le sue spalle sono larghe, le gambe, ovviamente, molto lunghe, ma nonostante ciò dispone di un’ottima mobilità. Quando gli attaccanti tagliano in profondità dal suo lato non fa fatica a contenerli in corsa, spesso mettendosi davanti col corpo. Se invece l’avversario riesce a ricevere e sfidarlo frontalmente, ha il passo giusto per accompagnarne la corsa. Puntato da due giocatori rapidi come Di Francesco del Palermo e Rodríguez dell’Ascoli, non li ha sofferti e li ha gestiti in maniera piuttosto tranquilla.

Anzi, avrebbe potuto sembrare dominante se non si fosse fatto prendere dall’istinto. Leoni ha indicato due giocatori come suoi idoli: il primo è Smalling, per via della sua fede romanista, visto che è nato a Roma, città in cui ha vissuto fino a cinque anni; l’altro è van Dijk, forse per via delle caratteristiche fisiche. A veder giocare Leoni in queste prime gare, però, tutto si direbbe meno che il suo modello sia il capitano del Liverpool. Van Dijk ha fatto della capacità di temporeggiare e indirizzare i duelli il suo punto di forza. Leoni, invece, anche quando è in controllo e per l’avversario non sembrano esserci sbocchi, ama rischiare l’intervento, mettendo il piede o andando a terra per la scivolata quando non è necessario, risultando così meno pulito di quanto dovrebbe: su un pallone che potrebbe accompagnare in rimessa dal fondo o passare al portiere, magari prova a intervenire lo stesso, con l'indole di chi prova gusto a tentare l'intervento anche quando è superfluo, col rischio di macchiare il buon lavoro fatto in uno contro uno.

È una gestione degli uno contro uno figlia dell’inesperienza forse, ma soprattutto del fatto che si tratta di un difensore che cerca in maniera attiva il recupero del pallone, anche eccessivamente: gli capita spesso di abbandonare la linea per andare dietro all’uomo, rischiando così di farsi saltare o di regalare una punizione per aver commesso fallo su un avversario girato di spalle. Il difetto più evidente di Leoni, quindi, è il suo atteggiamento troppo ottimista, il fatto che non pensi mai in maniera negativa: oltre alla tendenza a seguire l’uomo, in queste prime partite un altro suo limite si è palesato quando, con la palla scoperta, gli attaccanti avversari gli hanno tagliato dietro e lui non ha assorbito il movimento.

Rodríguez gli taglia alle spalle, ma Leoni ha occhi solo per il pallone e non assorbe il movimento. Basta un filtrante per mettere Rodríguez davanti al portiere.

Sono errori che potrà limare con l’esperienza, ma anche ragionando in maniera pessimistica: è il solo modo per differenziarsi dalla miriade di centrali italiani da difesa a sfornati dall’Italia da quando le idee di Gasperini hanno attecchito un po’ ovunque. Così come, lavorando sui dettagli, imparerà a rimanere più concentrato in area e a indirizzare meglio le spazzate: anche su palloni di facile lettura, sia di testa che di piede, gli capita di respingere in modo sciatto, in direzioni pericolose e magari tra i piedi degli avversari. Sono forse annotazioni troppo severe per un ragazzo di poco più di diciassette anni. Aspetti del genere, però, sono già costati qualche gol subito di troppo alla Samp. Contro il Palermo è vero che Leoni ha segnato l’1-0, allungando il gambone in mischia. Tuttavia, entrambe le reti dei rosanero sono nate da suoi errori. Il rigore del primo gol nasce da una spazzata lenta e imprecisa, dove forse è stato ingannato dal sole. La punizione del secondo gol, invece, la regala in maniera del tutto gratuita con un fallo su Di Francesco sulla linea laterale e rivolto spalle alla porta, solo per il gusto di provare a mettere la gamba. Viste queste condizioni, la cosa migliore che gli può capitare è evolversi in un sistema che gli dia meno protezione, magari in una difesa a quattro, dove sia costretto a riflettere per bene prima di provare ad andare troppo sotto all’avversario. Il fatto di giocare da terzo centrale al momento gli garantisce più protezione, ma ne esaspera anche l’immaturità, dato che il sistema lo invita a giocare in maniera istintiva. Chi ne plasmerà la crescita avrà una grande responsabilità, perché la materia prima su cui lavorare è di qualità purissima: oltre alle doti già citate, le gambe chilometriche gli permettono di intercettare facilmente i passaggi e in più, da contraltare alle spazzate imprecise, trasmette grande tranquillità quando può mettere a terra il pallone con il petto.

Qui, in disimpegno, salta un'altro giovane di prospettiva come Raimondo con un sombrero. Poi, però, arriva un altro avversario e preferisce spazzare con un campanile.

È ancora presto, invece, per valutarne il gioco con i piedi: la manovra della Samp non lo sollecita molto, deve solo giocare in diagonale sulle punte, visto che Pirlo ha tentato in tutto e per tutto di costruire una versione semplificata del 3-5-2 di Conte, con il velo delle punte e il centravanti De Luca chiamato a farsi vedere in continuazione spalle alla porta. Da quando Leoni è entrato tra i titolari la Sampdoria ha ottenuto quattro vittorie, un pareggio e una sconfitta, avvicinandosi ai playoff. Non che il rendimento dipenda direttamente da Leoni, ma di sicuro il ragazzo di scuola Padova sta dimostrando di poter stare a questi livelli. È ancora presto per immaginare gli sviluppi della sua carriera, ma il fatto che la rinascita della Samp vada a braccetto con gli esordi di un ragazzo così giovane è senza dubbio un ottimo auspicio.

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