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Giochi di alta classifica
27 gen 2015
27 gen 2015
Avere le idee chiare in Serie A porta a risultati certi, ma la Sampdoria può ambire al terzo posto?
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La Sampdoria di Mihajlovic è in un momento delicato della stagione: l’inizio del girone di ritorno la vede pienamente in corsa per il posto in Champions League ma la sconfitta contro la Lazio, appena tornati dalla pausa invernale, pesa molto su una valutazione complessiva delle ambizioni dei blucerchiati. Le vittorie contro Empoli e Parma hanno mantenuto la squadra in alto in classifica, ma il Palermo rappresentava in partenza un test più difficile.

Il Palermo della coppia argentina Vázquez-Dybala è ormai una realtà d’alta classifica in un campionato come la Serie A in cui basta poco per mettersi in luce. Con la salvezza quasi raggiunta la squadra siciliana ha la sicurezza necessaria nei propri mezzi per non avere paura di nessuno, e una struttura di gioco semplice ma efficace, impostata da Iachini come base per permettere ai due argentini di fare la differenza. Il Palermo massimizza il talento di Vázquez e Dybala inserendoli in un sistema che non gli richiede nulla che loro non sappiano fare, sottolineandone solo i pregi.

La Samp verticale e intensa

In attesa di poter schierare Eto’o, Mihajlovic manda in campo la stessa formazione che ha battuto Empoli e Parma, con Soriano vertice alto del rombo di centrocampo dietro a Eder e Bergessio. Il compito dell’italo-tedesco è quello di muoversi tra le linee per garantire un appoggio semplice o fornire l’ultimo passaggio.

Posta la richiesta di massima attenzione in fase di non possesso da parte di Mihajlovic, i due attaccanti hanno compiti diversi tra loro: Eder si deve muovere nello spazio andando a ricevere palla possibilmente in area dopo il movimento, mentre Bergessio deve fare il lavoro sporco, andando a prendersi il pallone spalle alla porta, lontano dall’area per far salire la squadra in fase di transizione offensiva o nel caso di una verticalizzazione. Ovvero quello che era il compito di Okaka.

Per la Sampdoria di Mihajlovic le verticalizzazioni non sono solo una valvola di sfogo dal pressing avversario: sono l’identità stessa della manovra offensiva. La palla viene recuperata in media poco prima del centrocampo (i dati SICS ci dicono 40 metri contro il Palermo, con solo 8 palloni recuperati oltre il centrocampo) e con massimo due passaggi deve arrivare oltre la linea di metà campo. A quel punto, con una sola verticalizzazione, si cerca di far arrivare il pallone vicino all’area di rigore avversaria. I passaggi possono essere lunghi o corti, l’importante è che siano in verticale.

La partita inizia con un ritmo elevato per gli standard della Serie A. Il rombo a centrocampo della Sampdoria ha Palombo come vertice basso, con l’importatissimo compito di muoversi proprio nella zona favorita del Mudo Vázquez così da non farlo ricevere fronte alla porta. I due interni di centrocampo sono Obiang, a destra, e Duncan a sinistra.

Lo spagnolo è più portato alla circolazione di palla e prova più volte a cambiare gioco, mentre il ghanese classe '93 ha ampio margine di manovra in fase di possesso, gli viene chiesto di usare il buon sinistro per verticalizzare. Duncan uscirà dal campo con 4 assist per il tiro dei compagni (primo tra i doriani e al pari di Barreto nel Palermo) e 7 passaggi chiave (seguito da Barreto con 6). Ha anche perso 13 palloni, uno in più di Dybala, a dimostrazione dell'alto livello di difficoltà delle sue giocate.

Nessuno dei centrocampisti blucerchiati arriva a fare più di 40 passaggi in tutta la partita. La Sampdoria non vuole la palla se non per guardare avanti verso la porta.

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Lancio lungo, Bergessio stoppa e protegge la palla per Soriano che assiste in verticale per Eder che attacca lo spazio. Ogni piccolo mattoncino della costruizione di Mihajlovic ha fatto la sua parte per il gol del vantaggio.

La reazione dei rosa-nero

La risposta del Palermo al gol della Sampdoria tarda ad arrivare, anche perché i due argentini faticano ad entrare in partita. La posizione e le doti in marcatura di Palombo impediscono a Vázquez di giocare la palla al centro. El Mudo non riesce proprio a ricevere palloni puliti al centro ed è costretto ad allargarsi sugli esterni (preferibilmente sulla sinistra per giocare con Barreto e l’esterno Lazaar).

I movimenti di Dybala hanno maggiore efficacia e fortuna: alla punta viene chiesto di alternare movimenti in profondità a movimenti verso l’esterno. Il talento dell’argentino non è solo per quello che fa con la palla ma per la capacità di trovare lo spazio dove ricevere. Un vero attaccante moderno.

L’assenza di un vero playmaker, con Rigoni e Bolzoni utili per aiutare la circolazione di palla e non la creazione di gioco, e Barreto ordinato ma poco creativo a sua volta (anzi più tentato di attaccare lo spazio che giocare la palla), rendono il Palermo legato al talento dei due argentini davanti. Tenuti però sotto controllo dalla Sampdoria.

Lo sfogo per il possesso viene trovato a sinistra, con Lazaar come cardine e la coppia Barreto e Vázquez che a turno va a giocare il pallone in quella zona. Barreto, fondamentale senza palla per la capacità di pressione e recupero del pallone, trova in Lazaar il compagno ideale, abbastanza largo e alto da poter andare a crossare con continuità (saranno ben 9 i cross tentati in tutta la partita dall’esterno).

Il rombo della Sampdoria rende il centro del campo troppo affollato e il Palermo trova nella fascia sinistra la zona dove poter giocare.

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Lazaar rimane alto e il volume del gioco del Palermo è sulla sua fascia. In questo caso sia Vázquez che Dybala sono finiti a giocare a sinistra con Lazaar addirittura sulla stessa linea. Barreto sempre in agguato rimane indietro.

Per la Sampdoria che vuole mantenere un ritmo alto è fondamentale il lavoro di Soriano, che in fase di possesso si sposta in orizzontale andando a ricevere lungo tutta la trequarti offensiva e non si dà tregua quando la squadra è senza palla (recupererà 5 palloni totali). Con Eder e Bergessio che si scambiano di posizione e vanno a ricevere “il prodotto finito” e i due interni con compiti predefiniti, Soriano è il giocatore che deve dare equilibrio al sistema intervenendo in ogni fase di gioco della Sampdoria. Un compito simile a quello di Vázquez, con la differenza che il sampdoriano si trova a suo agio anche sull’esterno e riesce a saltare l’uomo (3 dribbling riusciti su 4 tentati nella partita).

Le ripetute inquadrature ad Eto’o e Muriel sugli spalti suggeriscono che Bergessio, nonostante l’impegno, non sta riuscendo a rendersi pericoloso. La Sampdoria ha un sistema che produce poche occasioni che non vanno sprecate: dopo un buon primo tempo chiude con un Indice di Pericolosità Offensiva di 25. Esattamente quanto il Palermo, che però ha manifestato problemi nel trovare Vázquez e Dybala in posizione pericolosa.

La Sampdoria è una squadra che crea poco offensivamente e la presenza di un giocatore letale in area come Eto’o potrebbe aiutare a massimizzare il gioco di verticalizzazioni di Mihajlovic: non a caso il camerunese era considerato un artista della profondità ai tempi del Barcellona. Certo, Eto’o non garantisce (non più almeno) lo sforzo senza palla di Bergessio o Eder, ma affiancandogli un giocatore più generoso si potrebbero creare gli spazi giusti per un killer d’area come il camerunese.

Il secondo tempo inizia e questa volta è il Palermo a trovare presto il gol con Vázquez, che per la prima volta libero fronte alla porta non se lo fa ripetere due volte e scarica in rete il pallone. La Sampdoria mantiene lo stesso linguaggio calcistico, ma il gioco piano piano sfugge di mano. Il Palermo si fa più sicuro nel possesso, i movimenti di Dybala si fanno più pericolosi e la Sampdoria non sa come rispondere.

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Barreto trova Vázquez finalmente libero fronte alla porta per via del movimento in raddoppio di Palombo su di lui. L’argentino, con tanto spazio a disposizione, punisce i doriani.

Il gol annullato

Dopo nove minuti della ripresa e con il Palermo che si è reso pericoloso in più occasioni arriva il gol del vantaggio per la squadra siciliana con un destro di Morganella che sbatte sulla traversa prima di andare oltre la linea. L’arbitro su mancata segnalazione dell’addizionale ritiene che il pallone non abbia superato la linea e lascia proseguire senza fischiare il gol, con le ripetute proteste costate l’espulsione di due membri della panchina del Palermo.

Va fatta una precisazione: nella maggior parte dei casi le partite da analizzare vengono scelte prima che si giochino, non potevamo sapere che al centro di Sampdoria-Palermo ci sarebbe stato, ancora, un episodio da moviola. Come scelta consapevole non parliamo di arbitri per cui quello che mi interessa dell'episodio è l’impatto che ha avuto sulla gara.

Il gol di Morganella sarebbe potuto diventare il momento di svolta per la partita di entrambe le squadre, spingendo la Sampdoria a una reazione energica che avrebbe liberato ulteriori spazi a un Palermo a quel punto molto brillante. Invece la narrativa è proseguita sulla stessa linea, con il Palermo che gestisce bene il pallone e trova con continuità Vázquez e Dybala e la Sampdoria ancora di più in blackout.

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Un esempio del momento senza luce della Sampdoria è dato da Silvestre che deve impostare senza essere pressato e finisce per passare il pallone nella zona di Barreto che recupera e lancia Dybala. L’ottimo recupero di Romagnoli che spinge l’argentino verso l’esterno evita un tiro in porta letteralmente regalato al Palermo.

La squadra di Mihajlovic sembra incapace di riprendere il controllo della gara nonostante le ripetute grida del tecnico serbo. L’IPO è rimasto fermo a quello di fine primo tempo e si alza solo con un tiro in porta. La Samp nella prima mezz’ora del secondo tempo ha prodotto un tiro in porta rispetto agli otto tiri totali del Palermo (5 in porta con due gol, compreso quello non convalidato). La risposta di Mihajlovic per cambiare l’inerzia della partita arriva con l’entrata in campo di Okaka per il generoso, ma poco efficace Bergessio.

Okaka entra bene in campo, è carico, difende palla, subisce fallo. Tutte le qualità che l’avevano reso fondamentale ad inizio stagione: se Sinisa è la mente e la voce di questa Sampdoria, Okaka è il suo braccio in campo. Per capire se la crisi della scorsa settimana ha reso più forte l'unione tra i due bisogna aspettare che passi definitivamente, non è detto che a fare spazio a Eto'o non possa essere proprio il gigante ex-Roma.

Visto il positivo effetto dell’entrata di Okaka, Mihajlovic fa entrare anche il centrocampista Rizzo al posto del capitano Palombo, che ormai non sembra più in grado di tenere i movimenti di Vázquez. Meglio mettere Obiang al suo posto ed inserire Rizzo da interno. L’italiano è dinamico e permette al rombo della Sampdoria maggiore ampiezza.

I due cambi funzionano e la Samp, nonostante non tiri comunque in porta (se non con un bel destro di Soriano), almeno ha ripreso mentalmente la partita. Ha alzato il baricentro, ha ricominciato a crossare, ha finalmente messo alle spalle il blackout mentale.

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Okaka subisce fallo e batte subito (Barreto non è d’accordo) trovando l’ottimo movimento di Rizzo che andrà al cross. Dalla seconda palla nascerà il tiro in porta di Soriano. La Sampdoria con i due nuovi entrati ha trovato più energia ed è uscita dal tunnel.

Conclusioni

Con la partita tornata in equilibrio e il ritmo che si abbassa per via delle squadre stanche, la gara termina in pareggio. Il Palermo ha risolto in corsa i problemi di ricezione per le sue due stelle, mostrando un Barreto in grandissima forma in tutte le fasi. Dybala come sempre ha avuto momenti di classe pura mentre Vázquez sembra tutto tranne il giocatore incostante con la carriera problematica che dovrebbe essere. La sua maturità lo rende uno dei giocatori più decisivi del campionato.

Il sistema costruito da Iachini per far rendere al meglio i due argentini è solido e soprattutto in grado di aggiustarsi in corsa per rispondere alle lacune evidenziate di partita in partita.

La Sampdoria se vuole mantenersi in questa posizione in classifica non può permettersi mezz’ora di blackout mentale. Il primo tempo, giocando secondo i dettami di Mihajlovic, i blucerchiati hanno mostrato idee chiare e interpreti in grado di portarle a compimento. Certo non è semplice mantenere l'intensità alta e al tempo stesso mantenere la lucidità.

In questo momento il Napoli e sopratutto la Lazio sembrano avere qualcosa in più, ma il modo in cui è stato ripreso mentalmente il secondo tempo è un ottimo segno per Mihajlovic. Con l’inserimento in squadra di un giocatore carismatico come Eto’o si può pensare ad una squadra in grado di mantenere un livello di attenzione superiore nelle prossime gare. Possibilmente, fino alla volata finale per il terzo posto.

Ringraziamo per i dati SICS (che potete anche seguire su Facebook e Twitter)

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