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Daniele V. Morrone
La squadra più cattiva di Spagna
20 dic 2019
20 dic 2019
Il Getafe di Bordalas è brutto, sporco e cattivo.
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Daniele V. Morrone
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È una squadra però formidabile nel mantenere un controllo mentale sulla gara, decidendo come e dove gli avversari possono attaccare, quando e come forzare e interrompere il gioco. Un controllo capillare, insomma, di tutti quegli aspetti che non hanno a che fare con il pallone. Sa perfettamente quanto un arbitro è permissivo e spinge l’aggressività fino a poco prima del limite massimo. Sa benissimo qual è il giocatore più pericoloso e prova a farlo uscire dalla partita dandogli fastidio su ogni ricezione. Facciamo un esempio. Alla quattordicesima giornata ha accumulato 55 gialli, ovvero 3.2 a partita, ovviamente prima nella Liga.

 


Due stagioni fa sono stati 45 i falli nella partita contro il Girona. Bordalás in conferenza stampa ha accusato i giocatori avversari di simulare.












 




Il triangolo di destra del Getafe qui all’opera contro l’Athletic Club. Il pallone arriva all’esterno avversario e subito Damián Suárez si muove in contrasto, Djené è in linea col compagno ma tiene d’occhio il pallone, pronto a uscire nel caso in cui venga superato il compagno, mentre Arambarri lascia direttamente il suo uomo per andare in chiusura e privare l’avversario del pallone.

 


Il Getafe è talmente cosciente dei propri limiti tecnici, e di quanto gli convenga giocare sugli errori avversari, che non vuole avere la palla per una circolazione ragionata. È quartultimo nella competizione per possesso palla medio - 46.1% in stagione -, terzultimo per passaggi completati nella trequarti avversaria - 44.5 a partita - ultimissimo per precisione dei passaggi - 62.1% (il penultimo è l’Eibar con 70.7%). Bordalás chiede poi ai suoi giocatori massima verticalità una volta recuperata palla, puntando tantissimo sulle seconde palle come base da cui partire. «Se non hai giocatori dotati tecnicamente nella linea difensiva e vuoi uscire con combinazioni palla a terra, la cosa più logica è che ci siano difficoltà, perdite del pallone in zone rischiose. Per quanto a uno piaccia giocare così, sarebbe un suicidio farlo. Però è anche vero che durante la settimana si lavora comunque in termini tattici e di tecnica per migliorare sotto questo aspetto, ci sono cose simili al Barcellona, non soltanto nel Getafe: la riaggressione di cui si parlava del Barça di Guardiola, oggi la fanno tutti. Io la facevo nell’Elche prima di lui, però in Segunda è passata inosservata».



Come si ricava il massimo dal proprio attacco

Con il pallone quindi l’uscita della difesa equivale a una gestione di una seconda palla, che si suddivide in due macro azioni: la conduzione degli esterni per attaccare in velocità l’avversario o a un lancio per gli attaccanti per saltare il centrocampo con la linea difensiva avversaria.


Se c’è la conduzione l’attaccante nella zona palla si muove verso l’esterno per liberare spazio e togliere uomini, mentre quello lontano dalla palla fa il movimento in area. In questo aspetto l’arrivo in questa stagione in prestito del brasiliano Kenedy dal Chelsea e di Jason dal Valencia - oltre soprattutto all’acquisto di Marc Cucurella (che giocava terzino nelle giovanili del Barça ed è quindi abituato ad arrivare sul fondo giocando il pallone) - ha permesso al Getafe di essere ancora più abile nello sfruttare le transizioni difensive avversarie dall’esterno. Sono tutti giocatori in grado di fare metri palla al piede lungo i 90 minuti.





In questa azione del gol di Molina contro il Granada si nota il movimento coordinato delle due punte mentre l’esterno avanza in conduzione prima di passare il pallone per il tiro in porta.


 



 





 







 



 




In quest’azione contro il Mallorca ecco Molina che spalle alla porta controlla il pallone proteggendolo dall’avversario e al momento giusto con un filtrante rasoterra degno di Laudrup manda in area il centrocampista Maksimovic.

 

La pulizia tecnica e l’esperienza di Molina gli permette di mettere giù qualsiasi tipo di lancio e di fare da riferimento offensivo sulla trequarti. Il compagno Jaime Mata, invece, si muove dall’esterno a occupare l’area. Anche Mata viene da una vita nelle serie inferiori, è nato alla periferia di Madrid e non è mai riuscito ad arrivare al grande calcio se non alla soglia dei 30 anni. Si è scoperto stella di questo Getafe dopo aver accettato il trasferimento gratuito nell’estate 2018 dopo una stagione da protagonista in Segunda col Valladolid. Questa è la sua seconda stagione in Primera e la scorsa primavera è arrivata anche la convocazione con la Spagna di Luis Enrique. La bravura nei movimenti senza palla, la sua ottima tecnica nelle sponde, la sua insospettabile abilità nel colpo di testa vista l’altezza e la sua precisione in area di rigore ne fanno un attaccante completo, che non sfigura in Europa League.





Proprio la dedizione senza palla ne fa il simbolo del Getafe di Bordalás, che pur di sfruttarne tutto il bagaglio tecnico lo ha usato anche come esterno sinistro, così da permettergli di rientrare sul destro partendo lontano dalla difesa avversaria. Quando non gioca uno dei due è il turno del canario Ángel Rodríguez. Una specie di Pedrito che non ha mai incontrato sulla sua strada Guardiola. Con Pedro condivide l’anno di nascita (1987) e il luogo (l’isola di Tenerife). Anche lui è un attaccante dal fisico compatto, abilissimo nell’arte dello smarcamento e con un equilibrio in grado di garantirgli un primo controllo solido da qualsiasi angolazione. L’ottimo istinto sotto porta lo rende temibilissimo soprattutto quando subentra contro difese abituate allo stile di gioco degli altri due attaccanti.

 



Miglior caption su Twitter possibile?


 

 il profilo di attaccante a seconda dell’avversario, e il fatto che tutti e tre segnino con continuità è molto importante. Il Getafe crea poche occasioni a partita, e avere giocatori che si intendono alla perfezione e che sbagliano poco davanti alla porta fa tutta la differenza tra una squadra da parte bassa della classifica e una che lotta per l’Europa, come il Getafe sta facendo a sorpresa da due stagioni.
 Il Getafe non raccoglie punti pesanti contro le grandi: quest’anno ha incontrato L’Atlético, il Barça e il Siviglia e ha perso con tutte e tre. La scorsa stagione ha raggiunto un solo grande risultato contro le grandi, nella vittoria per 3-0 contro il Siviglia del 21 aprile, perdendo sia andata che ritorno contro il Barcellona e l’Atlético Madrid e pareggiandone una contro il Real Madrid. A tutte loro, però, ha reso la vita un inferno.





 

 

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