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È arrivato Gerard Moreno
07 mag 2021
A 29 anni l'attaccante spagnolo sta vivendo la miglior stagione della carriera.
(articolo)
8 min
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Foto di Omar Arnau
(copertina) Foto di Omar Arnau
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A 29 anni Gerard Moreno sta vivendo la miglior stagione della carriera, una delle migliori tra gli attaccanti in Europa a voler allargare l’orizzonte. In un mondo in cui tutto ciò che luccica diventa subito oro, l’attaccante del Villarreal è il tesoro meglio nascosto di Spagna. Eppure tra venti giorni sarà lui a provare a regalare l’Europa League agli spagnoli nella finale di Danzica, dopo aver avuto un ruolo fondamentale nel percorso fino alla finale, la prima nella storia del Villarreal, che sembrava maledetta dopo quattro eliminazioni in semifinale. A tenere a freno l’interesse generale potrebbe essere il contesto sempre un po’ spartano dei “sottomarini gialli”, squadra di un sobborgo di Valencia senza nessun particolare appeal. Oppure è solo sfortuna: Moreno è appena arrivato in nazionale e lo slittamento degli Europei ha ritardato di un anno il momento in cui lo vedremo provare a vincere il titolo con la maglia della Roja, di cui in questo momento è l’attaccante più affidabile. O forse ancora dipende dal suo carattere schivo: «A essere sincero, non mi piace quando la gente parla di me né vedermi citato sui giornali» ha detto in un'intervista al Guardian qualche giorno fa.

Ma forse non sono neanche tutte queste cose, forse a ingannare è il modo in cui si presenta - il fisico asciutto e non particolarmente muscoloso, un taglio fuori moda e una faccia normale - o come gioca, con stile minimale in cui nulla è lasciato allo spettacolo. Guardate ad esempio questo gol all’Eibar, uno dei primi della sua stagione da 26 gol e 10 assist fin qui.

Tutto succede in tre tocchi: uno per lo stop, uno per liberarsi del difensore e uno per calciare potente e preciso nell’angolo lontano, col piede debole tra l’altro. Una giocata quasi militare nell’esecuzione, che descrive bene come pur senza strafare, il talento di Moreno è nel saper fare bene tante cose. «Il 99.9% delle volte prende la decisione giusta» ha detto di lui Robert Moreno, che lo ha portato in nazionale mentre sostituiva Luis Enrique. La strada per arrivarci è stata lunga. Gerard Moreno è arrivato al Villarreal che aveva appena 18 anni, ma per arrivare in prima squadra è dovuto passare per la squadra C, nella quarta divisione del calcio spagnolo, e per la B. Dopo un prestito al Maiorca e un anno a sgomitare con Giovani dos Santos e Vietto per una maglia da titolare, è stata la cessione all’Espanyol a cambiargli la carriera. Lì ha incontrato Quique Sánchez Flores che ne ha allargato i compiti e le responsabilità: «Ho sempre giocato come centravanti. Quique mi schierava davanti, ma chiedendo di abbassarmi e di essere più coinvolto nel gioco e nel farlo mi sono trovato a mio agio, come se avessi trovato il mio posto». Due stagioni in doppia cifra hanno convinto il Villarreal a ricomprarlo nell’estate del 2019, ed è stata una scelta giusta.

Nella squadra di Unai Emery, Moreno non gioca da riferimento centrale, ruolo occupato da Paco Alcacer o Bacca, ma ha grande libertà di muoversi sul lato destro del campo per aiutare la risalita della palla, ripulire il gioco, creare corridoi per i compagni, servire l’ultimo passaggio. Se infatti sta vivendo una stagione realizzativa importate, viene da dire che la finalizzazione non sia l’aspetto migliore, o più importante, del suo gioco. In Liga secondo i dati di StatsBomb è nel novantesimo percentile tra gli attaccanti (cioè fa meglio del 90% dei colleghi) per assist (cinque), xA (0.25 ogni 90’), passaggi tentati (38 ogni 90’), passaggi progressivi (3.81 ogni 90’), distanza totale dei passaggi, distanza dei passaggi progressivi, passaggi nell’ultimo terzo di campo (2.62 ogni 90’) e passaggi in area di rigore (1.50 ogni 90’). Insomma siamo abituati a considerare gli attaccanti che segnano molto nelle squadre di medio livello come corpi estranei alla manovra, decisivi più dentro l’area di rigore che fuori, ma per Gerard Moreno non è così. Al contrario è tutto il lavoro che svolge lontano dalla porta che ne impreziosisce il gioco e lo rende così affascinante come attaccante, anche perché ha una visione di gioco eccellente e una tecnica di alto livello. Il padre era un centravanti, il fratello un trequartista, lui dice di sentirsi «un po’ di tutti e due».

Questo è il genere di cose che può fare Gerard Moreno in fase di progressione e rifinitura della manovra.

Forse nemmeno Unai Emery si aspettava che Moreno avrebbe avuto tutta questa influenza sulla squadra. Contro l’Elche, ai primi di febbraio, il Villarreal si era fatto rimontare un vantaggio di due gol (due gol segnati da Moreno) non appena il calciatore spagnolo era stato costretto a uscire. «Senza Gerard ci mancava quel faro, dobbiamo lavorare su questo e trovare soluzioni [...] non possiamo dipendere (da lui)», erano state le parole dell’allenatore. Al contrario però, nel 2021 la sua importanza nel Villarreal sembra essere aumentata ulteriormente. Tra gennaio e aprile ha segnato 18 gol a cui ha aggiunto 7 assist, partecipando a 25 gol di squadra. Nello stesso periodo solo Messi e Lewandowski hanno fatto meglio, giocando però in rose con un peso offensivo molto diverso (al momento in Liga il Villarreal ha segnato 29 gol in meno del Barcellona). Dei “sottomarini gialli” Gerard Moreno è il calciatore con più gol (ne ha segnati 14 più di Alcacer, teoricamente un attaccante fatto di gol), più assist (10), più tiri in porta (3.8 per 90’), duelli aerei tentati (4.1 ogni 90’), secondo per dribbling riusciti, ma primo per distacco per dribbling che hanno portato a un gol.

Tutti gli allenatori parlano bene di lui. Javier Calleja, che allenava il Villarreal nella scorsa stagione, oltre a sottolinearne l’intelligenza e la capacità di associarsi con i compagni, aveva raccontato come Gerard Moreno sia anche un portento fisico: «I suoi test ci hanno dato risultati più simili a quelli di un centrocampista che di un attaccante, quasi fosse un corridore da lunghe distanze. Ha grande resistenza e etica del lavoro». Come se non bastasse, Moreno è anche fondamentale nella fase difensiva della squadra, come si è visto nelle due partite con l’Arsenal. Quando si è trattato di difendere il doppio vantaggio, Moreno si è sacrificato in un lavoro di copertura e se non ha mostrato la sua miglior versione possibile, è stato ad esempio il giocatore del Villarreal con più contrasti tentati, 4. Questa duttilità permette a Emery, un allenatore a cui piace sperimentare con le sue squadre alla ricerca della quadra perfetta, di usarlo con più funzioni e ruoli. Il Villarreal può schierarsi con un 4-3-3 in cui Moreno ha una posizione più da esterno a piede invertito, con il compito di entrare dentro al campo, oppure con un 4-4-2, dove schierato accanto alla prima punta Moreno è libero di trovare la posizione e soprattutto associarsi con l’esterno destro Samuel Chukwueze.

Dalla loro connessione è arrivato ad esempio il gol che ha definitivamente fiaccato la resistenza della Dinamo Kiev negli ottavi di finale di Europa League. In scala rappresenta bene un saggio del gioco di Moreno: prima controlla tra le linee un pallone difficile e lo allarga per Chukwueze, poi da centravanti navigato trova il corridoio libero in area di rigore tanto da indicare il passaggio al compagno che poi inchioda di testa alle spalle del portiere.

Ovviamente non si può non parlare dei gol di Gerard Moreno in questa stagione, 26 come abbiamo detto. 11 di questi sono però arrivati dal dischetto, dove è stato infallibile. E se la freddezza su rigore è comunque un talento (Moreno ha un calcio secco e preciso) è altrettanto vero che se stessimo parlando di una stagione da 15 gol non sarebbe così incredibile. Le statistiche avanzate lo collocano un po’ sotto i migliori finalizzatori in Europa, se appunto escludiamo i rigori. In Liga registra 0.41 npg per 90’, anche meno dello scorso anno quando arrivava a 0.55 npg per 90’. Neanche la conversione è stata di altissimo livello: i suoi 11 gol sono arrivati da 13.1 xG e l’idea è che l’attaccante debba battere gli xG per essere considerato un ottimo finalizzatore. Anche contro l’Arsenal Moreno ha sbagliato due occasioni in cui magari da un grande attaccante ci aspettiamo che faccia gol. C’è da dire però che la scorsa stagione, al contrario, la sua efficienza era stata leggermente superiore a 1 (1.07, ovvero faceva meglio degli xG creati) e soprattutto che Moreno faticava ad arrivare in doppia cifra ancora a 24-25 anni. La leggera flessione di questa stagione, che tra l’altro ancora deve finire, e potrebbe finire col botto, si può facilmente spiegare con tutto il lavoro che svolge lontano dalla porta. Sarebbe assurdo chiedergli di essere un cecchino o uno che crea dal nulla occasioni ad alto volume quando gli si chiede anche di avere una grande influenza sulla trequarti o di aiutare la squadra in fase di non possesso.

Alla fine, sommando tutto, il saldo di Gerard Moreno è ampiamente positivo: un attaccante estremamente utile nel gioco associativo e con diverse soluzioni per finire le azioni in area di rigore. Anzi, probabilmente per le ambizioni del Villarreal anche troppo positivo, dato che il profilo di Moreno è esattamente quello che cercano alcune delle squadre di alto livello in cerca di rilancio. Già nella scorsa estate si era parlato di un interesse della Juventus, e a voler fare del fantamercato sarebbe stato il profilo ideale da affiancare a Cristiano Ronaldo, ma il presidente Roig aveva spento subito l’incendio: «Preferirei che nessuno venisse a pagarla ma ha una clausola di 100 milioni». Ora però è tornato vivo anche l’interesse dell’Atletico Madrid, che già due anni fa aveva provato a prenderlo dall’Espanyol, con Moreno che aveva preferito però tornare al Villarreal, dove era più sicuro del posto in squadra. Ora però Gerard Moreno non può più nascondersi, anzi la finale di Danzica sarebbe idealmente la serata perfetta per mostrare a tutti di cosa è capace, anche se nelle ultime settimane è sembrato un po’ appannato. Dopotutto ha giocato tantissimo e come abbiamo visto non è certo un giocatore che si trattiene. Anche se la stagione non dovesse finire come sognato, è però praticamente certo che qualcuno proverà a tenerlo fermo sotto i riflettori, dove merita di stare.

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