
Fuori casa è la nuova newsletter di Ultimo Uomo, che da questo lunedì i nostri abbonati troveranno nella propria casella di posta la mattina, come un cornetto appena sfornato. Fuori casa informerà i nostri abbonati di come è andato il weekend calcistico in giro per l’Europa e per il mondo. In questa puntata si parlerà quindi di Premier League e Bundesliga, ma anche di Scozia e Argentina. Cose notevoli e piccoli approfondimenti per tenervi informati e iniziare al meglio la settimana.
Oggi pubblichiamo anche sul sito la prima puntata. Se vi piace, non siete ancora abbonati, e volete riceverla ogni settimana nella vostra casella di posta, potete rimediare cliccando qui.
IL BAYERN HA PERSO LA PRIMA PARTITA IN BUNDESLIGA: È UNA NOTIZIA
Il Bayern ha perso la prima partita in Bundesliga: è una notizia. Lo ha fatto contro il Mainz in trasferta per 2-1, in una partita un po’ smorta in cui i bavaresi hanno tenuto tanto palla ma tirato in porta una sola volta - all’87’ con il gol di Sané che ha accorciato le distanze dopo il doppio svantaggio. Unica attenuante per il Bayern l’assenza di molti giocatori per infortunio, tra cui almeno 5 titolari tra Neuer, Upamecano, Davies, Gnabry e soprattutto Kane.
Non pensate però che il Mainz l’abbia svoltata a caso, trovando due golletti dimenticati nelle tasche del cappotto. Se non state seguendo la Bundesliga, dovete sapere che il Mainz è la rivelazione della stagione, è sesta in classifica e ha già battuto pure il Dortmund. Soprattutto, gioca un calcio ambizioso fatto di tutti gli elementi che vi aspettereste da una squadra nord-europea proveniente dalla fine della storia: 3-4-2-1, intensità apocalittica, poca attenzione al possesso e molta al pressing, uno stadio nuovo di zecca in cui domina il rosso e un allenatore, Bo Henriksen, che potrebbe dirigere una centrale di turbine sul Reno oppure essere al fianco di Frodo a Mordor.
Danese, capelli fino alle spalle, occhi glaciali, Henriksen si è forgiato come allenatore nel Midtjylland delle statistiche e degli algoritmi. Ha portato questo modello manageriale accelerazionista al Mainz dove ha costruito una squadra che toglie il respiro agli avversari, tutta pressione feroce e transizioni infernali. Il Mainz quest’anno è la seconda squadra della Bundes per PPDA.
Qui sotto la reazione di Henriksen a una rimessa laterale guadagnata dal Mainz dopo una forte pressione sulla costruzione del Bayern. Una scena molto Bundesliga.
LA MELINA DEI MINUTI FINALI DI UNION BERLIN-BOCHUM
Al 90’ il portiere degli ospiti Patrick Drewes viene colpito da un accendino lanciato dalla curva. Il risultato è sull’1-1. Drewes si accascia a terra, viene soccorso e l’arbitro sospende temporaneamente la partita. Poi le squadre tornano in campo ma Drewes è stato portato all’ospedale e il Bochum non ha più sostituzioni per far entrare il secondo portiere. Così in porta ci va Philipp Hofmann, un attaccante. L’Union Berlin però non tirerà mai in porta nei minuti che restano da giocare. Nel tunnel le due squadre si sono messe d’accordo di non attaccare e di accettare di fatto l’1-1. Cinque minuti passano così, con le due squadre che si passano il pallone pigramente, i giocatori fermi con le braccia conserte, altri dietro la schiena.
JESUS NAVAS SI RITIRA: IL SALUTO DI SIVIGLIA È DA BRIVIDI
Un titolo da redazione impolverata per il momento più serio del weekend. Intorno al 70’ Siviglia-Celta Vigo si interrompe per diversi minuti. Jesus Navas, l’uomo con più presenze (702) della storia del Siviglia esce per l’ultima volta dal prato del Ramòn Sanchez-Pizjuan, lo stadio di casa. In settimana ha annunciato che si ritirerà a fine anno: «Dopo le partite riesco a malapena a muovermi», ha detto ad AS. Ancora la partita interna col Celta e poi quella al Bernabeu col Real Madrid, e poi basta. Navas ha 39 anni ma ancora l’aspetto di un ragazzetto: il doppio taglio, i peli di barba radi, il corpo piccolo e magro del giovane ancora in fase di sviluppo. I suoi compagni lo abbracciano uno a uno, poi lui si avvicina alla curva per salutarla. Piange. Arrivato a centrocampo si inginocchia, prostrato. Commuove questo, e pure che l’arbitro non gli intima mai di affrettarsi, di uscire dal campo dal punto più vicino. I telecronisti ricordano l’incredibile palmarès: 4 Europa League (!), una Supercoppa europea, un’altra manciata di coppe e Supercoppe di Spagna che comunque vincerle col Siviglia non è banale; e poi i trofei col Manchester City e soprattutto quelli con la Spagna: un Mondiale, due Europei, una Nations League.
Quando finalmente si siede in panchina Navas ha un segno rosso sul ginocchio, forse del sangue? Gli occhi da gitano più azzurri per il pianto. Ripenso alle mie compagne di università (cosa fanno adesso?), che si innamorarono degli occhi di Jesus Navas durante Euro 2012.
UNA CANZONE PER RIPENSARE ANCORA UN PO' ALLA DESPEDIDA DI NAVAS
CELTIC PIGLIA TUTTO
Il calcio è quella cosa che più o meno sette volte l’anno mette di fronte Celtic e Rangers per un nuovo episodio del mitico Old Firm. Domenica si è giocato il quinto del 2024, e metteva in palio un trofeo: la Coppa di Lega scozzese. Una finale a dicembre, un periodo in cui di solito non si alzano i trofei, e per di più tra Celtic e Rangers in una partita con tanti gol è un regalo del dio del calcio, e ce lo godiamo tutto.
Ha vinto il Celtic ai rigori, dopo che i 90’ e poi anche i supplementari sono finiti 3-3. Non c’è molta sorpresa nel risultato: il Celtic di Brendan Rodgers sta uccidendo il campionato scozzese, dove non ha ancora perso e ha 9 punti di vantaggio sulla seconda con una partita in meno, ed è imbattuto contro gli eterni rivali da 7 partite (inclusa questa finale). Insomma, il Celtic era favorito per distacco. Le finali però sono una cosa a parte, i distacchi si azzerano e ieri i Rangers hanno dimostrato di non essere molto inferiori. Sono anche andati in vantaggio nel primo tempo, con l’ex feticcio di molti Bajrami, e poi rimontato due volte nel secondo quando il Celtic ha fatto prima il 2-1 e poi il 3-2.
Le finali sono una cosa a parte, e questa sarà piaciuta particolarmente ai fissati col calcio britannico. Il manto erboso grigiastro dell’Hampden Park, la cappa di umidità che non è nemmeno pioggia ma semplicemente uno stato più denso e scivoloso dell’atmosfera, che inzuppa ogni cosa, l’altalena di gol. La partita perfetta da vedere bevendo un paio di birre al caldo di un irish pub, quelli pieni di britannici rossicci e di magliette appese alle pareti. Se l’avete vista così, avete avuto una buona domenica e ve la invidio.
LO SPETTACOLO ANGOSCIOSO DEL DERBY DI MANCHESTER
Proprio mentre in Scozia Celtic e Rangers tiravano i rigori, nell’altro grande derby britannico della domenica il Manchester United rovesciava il risultato contro il City all’Etihad Stadium, da 1-0 a 1-2. Due gol in due minuti, allo scadere, all’88’ e al 90’. A pensarci se eravate davvero in un pub magari c’erano due schermi e avete visto tutto in contemporanea: l’apoteosi, una scorpacciata di british football che vi basterà almeno fino al boxing day.
United-City per la maggior parte è stata deludente, tesa. Il Derby della prudenza, si potrebbe dire. Due squadre in un periodo angosciante che innanzitutto non volevano perdere.

Un’immagine per descrivere la prima mezz'ora del derby.
Tanti falli, palle ferme, momenti morti del gioco. Agli amanti delle cose tattiche magari interesserà che il City è sceso in campo con un 3-4-3 col centrocampo a rombo, simile a quello della finale di Istanbul contro l’Inter, in entrambi i casi per avere superiorità numerica in attacco contro una squadra che difende a 5. Dall’altra parte Amorim ha scelto due quinti di fascia di contenimento, con un gioco offensivo elementare, Dalot e Mazraoui. Le ali Garnacho e Rashord invece non sono state neanche convocate. La partita non a caso è svoltata nel secondo tempo quando Diallo si è spostato largo. Migliore dello United nella gestione Amorim, Diallo è stato protagonista di entrambi i gol. Prima si è preso il fallo da rigore (ridicolo per ingenuità) di Matheus Nunes trasformato da Bruno Fernandes, poi ha segnato il gol che ha chiuso la partita.
Il City ha vinto solo una partita delle ultime 12 in tutte le competizioni. Amorim è l’unico allenatore dello United a vincere il primo derby di Manchester nel post Ferguson.
L'AVETE VISTA LA SALA TROFEI DI CASA ROONEY?
Nella settimana che portava al derby di Manchester, Kai Rooney, figlio 15enne di Wayne, ha postato sul suo Instagram il video della sala trofei personale del padre. Bella, a parte quella freddezza strana di tutte le case dei calciatori.
DOVETE VEDERE QUESTO GOL DI MADDISON (E L'ASSIST DI SON)
In una settimana in cui si è parlato molto delle “trivele” sempre più frequenti di Lamine Yamal, ieri Son ci ha tenuto a mostrare la sua personale interpretazione del gesto tecnico. Lo ha fatto per servire a Maddison l’assist dello 0-5 del Tottenham contro il Southampton. Una frustata con le tre dita esterne per servire in verticale la sovrapposizione interna di Maddison. La palla era forte, sembrava troppo lunga, poi ha rallentato al momento giusto e ha piegato più decisamente verso l’interno del campo. È sembrato uno di certi colpi di golf. Poi Maddison, va detto, ha valorizzato come meglio non poteva il passaggio di Son, trovando un angolo di tiro assurdo quasi dalla linea di fondo.
RUSSELL MARTIN, ALLA FINE, È STATO ESONERATO, E ANCHE O'NEILL
Il 5-0 (maturato tutto nel primo tempo) con cui il Tottenham ha cancellato il Southampton è costato il posto all’allenatore dei Saints. Era da mesi che ci si domandava se il calcio ambizioso di Russell Martin, fondato sulla tecnica e il possesso, fosse adeguato a una squadra neopromossa e con mezzi tecnici molto al di sotto degli standard della Premier. Meglio magari un gioco più reattivo? Chi lo sa, la prova scientifica non esiste. Quel che è certo è che dopo una sola vittoria e due pareggi in 16 partite, dopo i 10 gol subiti nelle ultime due partite interne con Chelsea e Tottenham, ci sta provare a dare una scossa.
Un altro esonero pre-natalizio è quello di Gary O’Neil, dopo la quarta sconfitta consecutiva del Wolverhampton. Stavolta un 1-2 in casa contro l’Ipswich. La squadra ha la peggiore difesa della Premier, con 40 gol subiti e ora dovrà tornare alla strada vecchia, e cioè chiedere a Jorge Mendes. Il sostituto di O’Neil dovrebbe essere il tecnico dell’Al Shabab Vitor Pereira.
ARDA GULER HA PROVATO A SEGNARE DIRETTAMENTE DA CALCIO D'INIZIO
Non ci è riuscito, ma è la prova che il turco se la sentiva calda sabato sera. Infatti ha giocato una grande partita e servito due assist in Rayo Vallecano - Real Madrid 3-3.
ALL'HAJDUK SPALATO DI GATTUSO (SENZA BARBA) NON RIESCE LA FUGA
A meno che non avete vissuto su Marte, questa settimana avrete visto girare le immagini di Gattuso dal barbiere che si fa radere la barba per la prima volta in 22 anni. L’iniziativa faceva parte di una campagna benefica croata di sensibilizzazione contro il cancro. Ad ogni modo, ieri l’Hajduk Spalato del neo sbarbato Gattuso si giocava una partita importante: lo scontro diretto in casa contro il Rijeka (o Fiume come la chiamano gli italiani). Hajduk e Rijeka guidavano la classifica del campionato croato a braccetto, appaiate a 32 punti. Era una ghiotta occasione per entrambe per staccarsi e allungare, quindi. Invece è finita 2-2, senza vincitori né vinti. Marko Livaja, ormai leader indiscusso e capitano dell’Hajduk, ha fatto una grande partita. Ma il gesto tecnico più bello è stato la bomba con cui Anthony Kalik ha segnato l’1-0.
IL FINALE THRILLING DELLA STAGIONE ARGENTINA
Ci è mancato poco che il Vélez mandasse tutto all’aria. Dopo tutto un campionato trascorso in vetta, nelle ultime settimane sembrava spompato. Sindrome del braccino, o semplice estenuazione dopo una lunga stagione, dal 10 novembre al 9 dicembre il Vélez si è fatto mangiare 9 punti dal Talleres di Cordoba. Così si è arrivati all’ultima giornata con le due squadre a pari punti: tutto si sarebbe deciso questa domenica.
L’ultima settimana è stata lunghissima e piena di tensione. Tanto per cominciare perché Vélez e Talleres avevano in ballo anche la finale di Coppa Argentina (mai come quest’anno il finale di stagione sembrava scritto da degli sceneggiatori). Quattro giorni fa a vincere è stato il Talleres - il primo trofeo ufficiale della loro storia. Per il Vélez, il panico: la Coppa Argentina era un presagio di disfatta? Sarebbero crollati e perso pure il campionato?
No, alla fine l’hanno vinto, l’undicesimo della loro storia, il primo dal 2013. Si sono giocate in contemporanea, Velez-Huracan 2-0 e Talleres-Newell’s 1-3, in diretta gol dalle 23:30 su Sportitalia. È finita coi fuochi d’artificio azzurri sullo stadio José Amalfitani e le scene di gioia un po’ disperata che sembra l’unico modo in cui possono gioire gli argentini quando si tratta di calcio.
TAARABT E GABBIADINI HANNO SEGNATO NELLA STESSA PARTITA
Ovvero Al Nasr-Khorfakkan, giornata 10 della UAE League, il massimo campionato degli Emirati Arabi. I due sono compagni di squadra nell’Al Nasr allenato da Alfred Schreuder, olandese ex tecnico di Brugge e Ajax. La partita è finita 3-1, Taarabt ha segnato nel primo tempo, Gabbiadini è entrato al 90’ e ha chiuso i conti segnando il 3-1 al 93’. La sto facendo lunga perché della partita non esistono immagini. Questi gol esistono solo nella dimensione del racconto: dovete immaginarveli come ombre di un calcio lontano - i gol di Pelé, la classe del Trinche Carlovich.
Buona settimana.