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Umberto Preite Martinez
Froome vuole riscrivere la storia del ciclismo
04 dic 2017
04 dic 2017
Chris Froome ha annunciato la sua presenza al Giro d'Italia e adesso ha la possibilità di vincere quattro Grand Tour consecutivi per la prima volta nella storia.
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Umberto Preite Martinez
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Da quel giorno del 1994 nessuno dei più grandi campioni del ciclismo mondiale all’apice della propria carriera aveva più deciso di correre il Giro d’Italia di sua volontà.

 



 





 




 



 



 

Ma il Giro d’Italia per Chris Froome non è solo il tentativo di emulare i grandi campioni del passato. È la possibilità di superarli tutti in un colpo solo vincendo quattro Grandi Giri consecutivi: Tour e Vuelta 2017, Giro e Tour 2018.

 



 



 





 



 



 



 

 cinque settimane fra Giro e Tour, invece, sarebbe stato impossibile sia mantenersi in forma tra una competizione e l'altra sia staccare la spina e ricaricare le batterie in un secondo momento.

 



 



 





 



 

Nairo Quintana, dopo due anni di preparazioni sballate e obiettivi clamorosamente falliti, ha deciso anche lui di puntare tutto sul Tour de France. Romain Bardet, infine, punterà come al solito tutte le sue fiches sul Tour de France, forse non ha nemmeno mai neanche concepito l’esistenza di altre corse al di fuori dei confini francesi (alcuni ironizzano che abbia corso la Vuelta 2017 solamente perché si partiva dalla Francia).

 



 



 


L’espressione di Aru mentre scopre che Froome parteciperà al Giro 2018.


 



 



 



 



 

Il problema è che nessuno dei due ha mai dimostrato di poter realmente mettere in difficoltà Froome in salita.

 



 



 


Quattro arrivi in salita secchi su sette tappe di montagna totali non sono mai una buona scelta.


 



 



 



Se vincere il Giro d’Italia sembra essere ancora un'impresa abbordabile, a seconda della startlist, i giochi sono invece molto più complicati al Tour de France.

 

Innanzitutto la scelta degli organizzatori di ridurre al minimo i chilometri a cronometro non deve aver fatto piacere a Froome. Il percorso sembra su misura per i suoi avversari, su tutti Nairo Quintana e Romain Bardet: tante tappe di montagna, pochi tapponi veri e propri, cronometro ridotte ben al di sotto di un ideale minimo sindacale.

 



 



 



Nel 2018 dovrà rientrare nei ranghi e accompagnare il suo capitano al Giro nel solito ruolo di ultimo uomo.

 



 


Non proprio i compagni che vorresti accanto in una rissa, ma sanno fare il loro lavoro.


 



 



 



 



 



 

 

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