Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Fabio Barcellona
Per la Francia è stato troppo semplice
16 giu 2021
16 giu 2021
La Germania è sembrata confusa, ma la squadra di Deschamps sembra non avere punti deboli.
(di)
Fabio Barcellona
(foto)
Dark mode
(ON)

Il primo big match degli Europei è arrivato presto, complice il sorteggio e la collocazione in seconda fascia della Francia a causa di un girone eliminatorio non perfetto. A sfidare gli uomini di Didier Deschamps c'era la Germania di Joachim Löw, al suo ultimo torneo con la nazionale tedesca prima di cedere la panchina ad Hansi Flick. Le due squadre, vincitrici delle ultime due Coppe del Mondo sono giunte all’esordio agli Europei in condizioni piuttosto diverse.


 

Dopo la sorprendente convocazione di Benzema a sei anni dalla sua ultima apparizione coi "Bleus", Deschamps ha subito individuato la sua formazione tipo, con Mbappé di fianco al centravanti del Real Madrid e Griezmann a supporto dei due attaccanti. Una scelta in fondo semplice, che ha fornito una risposta chiara alla primaria esigenza di schierare tutto il talento offensivo di cui dispongono i campioni del mondo. Alla chiarezza di Deschamps hanno fatto da contraltare i dubbi di Löw, che solo alla vigilia ha abbondato la sua difesa a 4 per abbracciare il 3-4-3. A rendere ancora meno chiare le cose per i tedeschi, ci sono state anche le convocazioni in un certo senso sorprendenti di Mats Hummels e Thomas Müller, ieri titolari, certificando in qualche maniera il parziale fallimento del ricambio generazionale iniziato nel 2018.


 

Löw ha schierato al centro della difesa Ginter, Hummels e Rüdiger, con Gosens sulla fascia sinistra e Joshua Kimmich sottratto dalla linea mediana per occupare la fascia destra. In mezzo al campo l’allenatore tedesco non ha rinunciato alla qualità di Kroos e Gündoğan, mentre in attacco ha preferito affidarsi, come ipotizzato, a una linea offensiva composta da giocatori veloci ed interscambiabili con Havertz sul centrodestra, Thomas Müller sul centrosinistra e Gnabry in posizione centrale.


 

La Francia si è invece disposta in fase di non possesso palla con il 4-3-3 con Mbappé a sinistra e Griezmann a destra ai fianchi di Benzema. A centrocampo Pogba e Rabiot hanno giocato in posizione di mezzali con Kantè davanti alla difesa costituita da destra a sinistra da Pavard, Varane, Kimpembe e Lucas Hernandez.


 


Il 3-4-3 tedesco contro il 4-3-3 della Francia.


 

La Germania tiene la palla, la Francia segna


I primi 20 minuti della partita rappresentano piuttosto bene le caratteristiche delle due squadre e anche l’andamento del match da lì in avanti. La Germania ha iniziato palleggiando con qualità e per i primi 10 minuti ha dominato il possesso palla tenendo il pallone per il 77% del tempo. La Francia ha risposto al palleggio tedesco schierandosi con un blocco ad altezza medio bassa. Le due punte esterne, più avanzate delle mezzali, hanno permesso la circolazione palla verso gli esterni Kimmich e Gosens su cui dovevano uscire, aprendosi, le due mezzali Pogba e Rabiot. Il dominio tedesco ha però prodotto solamente un colpo di testa poco pericoloso di Hummels sugli sviluppi di un calcio piazzato.


 

La Francia, infatti, ha permesso ai tedeschi di raggiungere gli esterni ma non ha patito la circolazione del pallone della Germania, che non è riuscita a tornare al centro del campo dopo avere raggiunto Kimmich e Gosens. A rendere sostenibile la prestazione difensiva della squadra di Deschamps è stato soprattutto l’ottimo lavoro senza palla dei tre centrocampisti e la superba partita di Varane e Kimpembe, capaci di intercettare ogni combinazione interna degli attaccanti avversari e di vincere tutti i duelli individuali.


 

Al dominio iniziale tedesco la Francia ha però progressivamente risposto aumentando il numero delle ripartenze e imbastendo qualche fase di possesso consolidato e, a differenza della fase offensiva della Germania, ha prodotto immediatamente pericoli per la porta di Neuer. Prima dell’autorete di Hummels, la Francia era già riuscita a tirare due volte in porta da buona posizione con un colpo di testa di Pogba e un diagonale di Mbappé parato dal portiere tedesco.


 

Il gol della vittoria francese, oltre che dall’errore tecnico di Hummels, è stato favorito da una difesa eccessivamente sbilanciata sul lato forte della Germania, che ha colpevolmente sguarnito il lato debole dove Hernandez ha ricevuto troppo comodamente il lancio di Pogba della destra.


 

[gallery columns="4" ids="70344,70345"]

Su un fallo laterale sulla fascia destra offensiva della Francia ben 8 giocatori della Germania sono posizionati sul lato forte, compresi il centrale Hummels e la punta di destra Havertz (cerchiati). A presidiare il lato debole rimangono Ginter e Kimmich. Sulla veloce circolazione del pallone francese Ginter è costretto a stringere verso il lato forte, scoprendo ulteriormente il lato debole dove Kimmich è costretto a scalare su Mbappé lasciando un enorme corridoio libero ad Hernandez.


 

La partita dei primi 20 minuti si è ripetuta, senza troppe variazioni, per il resto del match con il predominio nel possesso palla della Germania (65% di possesso nei 90 minuti) e l’implacabile difesa posizionale della Francia, interrotta da alcune fasi di attacco schierato (utili sia a spaventare la Germania che a far respirare la fase difensiva) e da ripartenze micidiali che solo per qualche centimetro di fuorigioco non si sono tramutate nei gol di Mbappé e Benzema.


 

La forza della Francia


Come era prevedibile la Francia di Deschamps non prevede una costruzione tattica complessa, ma è centrata sulla classe dei suoi fortissimi giocatori e sulle loro connessioni tecniche. La bontà del lavoro del tecnico va quindi pesata sulla sua capacità di trovare gli incastri giusti per permettere ai suoi giocatori di esprimersi al meglio. Priva di ambizioni di dominio e di controllo con il pallone, la Francia può permettersi, come contro la Germania, lunghe fasi di difesa posizionale senza per questo perdere fiducia nei propri mezzi o andare in difficoltà tattica. Il 4-3-3 con cui Deschamps ha schierato difensivamente la propria squadra ha rinunciato a qualsiasi proposito di pressing e di recupero avanzato del pallone (solo 13 i palloni recuperati dai francesi nella metà campo avversaria) per disporsi con un blocco ad altezza medio-bassa in cui grandi compiti difensivi sono stati assegnati alla capacità di coprire l’intera ampiezza del campo dei tre centrocampisti e alle doti individuali di Varane e Kimpembe.


 

Con Griezmann, Benzema e Mbappé su una linea più avanzata, Pogba, Kanté e Rabiot sono stati costretti a coprire l’intera ampiezza del campo e, al contempo, a proteggere il centro. I tre centrocampisti francesi hanno costituito una formidabile cerniera capace di chiudersi stretta al centro per contrastare le combinazioni interne avversarie e, al contempo, distendersi orizzontalmente per difendere in ampiezza. I tre hanno tutti giocato un’ottima partita difensiva e in particolare Adrien Rabiot si è distinto con ben 11 palloni recuperati. Quando poi a metà del secondo tempo il dispendio di energie ha richiesto un ulteriore supporto difensivo, Deschamps non ha avuto alcun problema nell’abbassare Griezmann sulla fascia destra per difendere più continuativamente con un 4-4-2, trovando nel giocatore del Barcellona una disponibilità al sacrificio che gli ha consentito di essere il giocatore francese con più palloni intercettati (5) dietro Varane e Rabiot.


 

Al resto della fase difensiva hanno pensato Varane e Kimpembe che hanno annullato ogni combinazione tra i tre attaccanti tedeschi con un mix di atletismo e posizionamento difensivo che le punte di Löw non sono riusciti a scalfire. La capacità della coppia di centrali di Deschamps di proteggere la propria porta dalle combinazioni interne della Germania – in linea teorica la migliore arma offensiva vista l’assenza di un centravanti di ruolo – è dimostrata dal fatto che le due migliori occasioni per i tedeschi sono nate non dal centro del campo, ma da due cross dalla fascia di Gosens finalizzati da Müller e Gnabry.


 

In fase offensiva la Francia ha invece puntato sull’enorme qualità dei suoi giocatori offensivi. Gli uomini di Deschamps si sono mossi con grossa libertà nella metà campo avversaria e la fluidità della manovra è stata figlia delle abilità tecniche degli interpreti, della loro capacità di adattarsi alle situazioni di gioco. Mbappé è stato l’attaccante maggiormente capace di dare profondità alla squadra, Benzema si è mosso con la consueta maestria da regista offensivo (scambiandosi spesso posizione proprio con Mbappé) e Griezmann ha alternato ricezioni sul centro-destra a movimenti interni alle spalle dei compagni di reparto. Fondamentale poi l’apporto di Pogba e Rabiot che, arrivando da dietro, hanno compensato con il loro senso della posizione la libertà dei propri compagni.


 


Un esempio del contributo delle mezzali alla fluidità del gioco della Francia. Mbappè taglia verso il centro del campo, Benzema si abbassa a cucire il gioco e serve in profondità Rabiot che attacca lo spazio liberato da Mbappé. Il giocatore della Juventus prenderà il palo.


 

Partendo poi da una posizione medio bassa di recupero del pallone la Francia ha avuto inoltre la possibilità di attaccare in ripartenza lunga in spazi ampi, una situazione ideale quando puoi schierare Kylian Mbappé.


 


 

I problemi irrisolti della Germania


Nonostante abbia ottenuto il dominio del possesso, la Germania non è riuscita a scalfire la struttura difensiva della Francia. I francesi hanno concesso agli uomini di Löw il palleggio basso tra i difensori e i due interni Kroos e Gündoğan, e l’uscita laterale del pallone verso Kimmich e Gosens, ma hanno ben protetto il centro del campo e negato le ricezioni interne di Müller e Havertz. Quando il pallone è giunto sull’esterno da Kimmich e Gosens la Germania non è quasi mai stata capace di riportarlo diagonalmente verso l’interno del campo, o a superare l'uomo creando superiorità (d'altra parte contro due terzini forti fisicamente come Lucas Hernandez e Pavard sarebbe stato difficile).


 

[gallery columns="4" ids="70349,70350"]

La Germania sposta il gioco da destra a sinistra passando da Kimmich a Gosens tramite Kroos. Gosens però trova l’accesso al centro sbarrato ed è costretto a tornare indietro dai suoi difensori.


 

Alcune decisione tattiche preso da Löw non sono sembrate, a posteriori, particolarmente azzeccate. La scelta di schierare Kimmich come riferimento in ampiezza nel 3-4-3 non è apparsa tra le più felici e il giocatore del Bayern ha perso il suo duello individuale con il compagno di club Lucas Hernandez. Il senso del gioco di Kimmich può esprimersi al meglio in mezzo al campo o può maggiormente influenzare la manovra della squadra quando il numero 6 tedesco è schierato, più indietro, da terzino con una scelta più ampia di movimenti per ricevere e muovere il pallone. Costretto in un binario esterno dal 3-4-3 e con una posizione media di ricezioni più alta e a ridosso della difesa avversaria, Kimmich è stato forzato a recitare la parte del giocatore di fascia tradizionale che ne limita fortemente le capacità di indirizzare il gioco dell’intera squadra.


 

Se la capacità di Kroos e Gündoğan di dare qualità alla circolazione della palla è indubbia – anche se insufficiente, contro la Francia, a disordinare la difesa avversaria – meno convincente è stata la prestazione dei due centrocampisti in fase di non possesso. Sebbene supportati dai ripiegamenti di Müller e Havertz, i due interni tedeschi sono spesso parsi in affanno a causa della superiorità numerica francese in mezzo al campo creata dal 3-4-3 scelto da Löw.


 

Anche i tre attaccanti sono sembrati spaesati. Muller, Havertz e Gnabry non sono stati in grado di innescare un dialogo tecnico in velocità capace di impensierire la difesa francese. E per quanto la grande prestazione di Varane e Kimpembe è un parziale alibi per la squadra tedesca, questo non deve però esimere Löw da una riflessione sull’assetto migliore da dare al proprio attacco e, complessivamente, alla propria squadra.


 

A proposito di questo, quindi, è lecito chiedersi dove finiscano i limiti della Germania e dove inizi la forza della Francia. Cioè di una squadra basata sulle qualità, enormi, dei propri giocatori e sulla rinuncia alla ricerca a tutti i costi del controllo e del dominio del match. La squadra di Deschamps può giocare lunghe fasi di difesa posizionale, aprendo il campo alle ripartenze orchestrate da Benzema e finalizzate da Mbappé; oppure può giocare fasi di attacco posizionali estremamente efficaci poggiandosi su una struttura tattica leggera ispirata dalle connessioni tattiche e dalle letture degli interpreti. E tutto senza perdere in qualità. In un torneo breve tra nazionali la miscela tra rosa più forte, difesa solida e capacità di giocare secondo diversi spartiti tattici è di solito un’ottima garanzia di successo.


 

La Germania, invece, giocherà una partita decisiva contro il Portogallo nel prossimo turno. L’ampia vittoria ottenuta nel finale contro l’Ungheria suggerirà probabilmente agli uomini di Fernando Santos l’adozione di un atteggiamento prudente che costringerebbe i tedeschi ad un’altra partita in spazi chiusi, forse non ideali per la struttura offensiva disegnata da Löw. L’allenatore tedesco dovrà trovare quindi le soluzioni più adatte per rendere efficace la fase d’attacco della propria squadra e per mettere i suoi migliori giocatori – Kimmich, Kroos, Gündoğan – nelle condizioni di dare il migliore apporto possibile al gioco della Germania.


.


 

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura