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Fondamentali: Torino-Fiorentina
30 set 2014
30 set 2014
Il nuovo Torino di Ventura senza Immobile e Cerci contro una Fiorentina condizionata dagli infortuni. Un punto per uno: per entrambe le squadre si può sperare in un futuro migliore.
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Introduzione Nell'ultima partita dello scorso campionato il Torino era andato a Firenze a giocarsi la qualificazione all'Europa League. La partita finì 2-2 ed è ricordata soprattutto per il rigore sbagliato da Alessio Cerci nei minuti di recupero. Quell'errore si è rivelato ininfluente, perché il Toro in Europa League ci è andato lo stesso per la mancata concessione della licenza UEFA al Parma. Cerci nel frattempo è volato in Spagna, all'Atlético Madrid, mentre Ciro Immobile, l'altra metà della coppia, è finito al Borussia Dortmund. Giampiero Ventura ha perso 35 gol in un colpo solo e all'inizio del nuovo campionato si è ritrovato con grandi problemi in fase realizzativa. Dopo tre turni senza segnare la sua squadra si è sbloccata solo alla quarta giornata, a Cagliari. Nella stessa partita si è sbloccato anche Fabio Quagliarella, il grande colpo dell'estate granata, idolo della tifoseria nonostante il passato recente alla Juventus. Quagliarella è cresciuto e ha debuttato in Serie A col Torino ed è tornato a vestire la maglia granata a distanza di nove anni dall'ultima volta. Anche a lui, o meglio, soprattutto a lui si chiede di riempire il vuoto lasciato da Cerci e Immobile in termini di gol. Queste prime settimane di campionato Ventura le ha passate a cercare un assetto che permetta a Quagliarella di esprimersi al meglio. Nelle prime due giornate di campionato gli ha affiancato Larrondo, poi gli ha messo vicino Amauri alla terza, contro il Verona. I risultati non sono stati soddisfacenti, così Ventura ha ritagliato per Quagliarella un ruolo "alla Cerci": largo, ma non da ala, per non dare un riferimento ai difensori e arrivare in porta tagliando fra terzino e centrale. In questa posizione Quagliarella ha giocato a Cagliari, gara in cui ha segnato il primo gol in Serie A con la maglia del Torino, ed è stato riproposto contro la Fiorentina. Se una metà sembra sistemata (e anzi, a voler essere ottimisti, Quagliarella ha anticipato Immobile che il primo gol l'aveva trovato l'anno scorso alla settima giornata), l'altra metà rischia di rimanere scoperta. Non si vede nessuno tra Amauri, Larrondo e Barreto che possa avvicinare la produzione offensiva di uno tra Cerci e Immobile. Su Amauri e Larrondo i dubbi sono di natura tattica, tecnica e anagrafica: il 5-2-3 sul quale si è orientato Ventura non prevede un centravanti; Amauri ha 34 anni e inevitabilmente ha alle spalle gli anni migliori della carriera; Larrondo è sempre stato una riserva e in Serie A ha segnato 5 gol in tutto. Nel nuovo sistema potrebbe invece trovare spazio Barreto, sufficientemente tecnico e veloce per poter partire decentrato. Il pupillo di Ventura non ha però continuità di rendimento e soprattutto non dà garanzie dal punto di vista fisico. A Ventura tocca quindi cercare i gol nei centrocampisti, in particolare in El Kaddouri e Sánchez Miño, che hanno completato il tridente contro Cagliari e Fiorentina. I limiti offensivi della Fiorentina sono altrettanto evidenti e legati a un'altra coppia, Rossi-Gomez, che a causa di infortuni in sequenza dell'uno o dell'altro non si è quasi mai vista. La squadra di Montella si è presentata a Torino col peggiore attacco della Serie A, una sola rete segnata, Kurtic contro l'Atalanta, e senza Cuadrado, giocatore chiave negli ultimi 30 metri per la capacità di creare superiorità numerica con i suoi dribbling (nella scorsa stagione è stato il migliore della Serie A). Si sono trovati così ad avere più spazio del previsto due ragazzi cresciuti in casa, Kouma el Babacar e Federico Bernardeschi. Il primo si può considerare un titolare a tutti gli effetti, il secondo è ancora una riserva, ma è molto considerato da Montella nelle rotazioni in attacco. In particolare è un'arma da inserire a partita in corso, perché ha la capacità di incidere subito, come ha fatto vedere contro il Torino.

Il rombo a centrocampo della Fiorentina, con Badelj davanti alla difesa.

Le assenze condizionano le scelte di Montella, che schiera un centrocampo a rombo e Ilicic-Babacar come coppia d'attacco. Il piano prevede il controllo della partita grazie alla superiorità numerica a centrocampo, pur senza Pizarro e Aquilani, inizialmente in panchina. Il tecnico viola preferisce dare maggiore copertura in mezzo con Badelj e dà fiducia a Kurtic, in un buono stato di forma. Mati Fernández fa il trequartista, mentre Richards viene schierato da terzino destro nella linea a quattro completata da Gonzalo Rodrìguez, Savic e Pasqual. Ventura, rispetto alla vittoria col Cagliari, cambia solo il portiere: Gillet prende il posto di Padelli, protagonista di un errore clamoroso sul gol di Cossu. La ricerca del giusto assetto post Cerci-Immobile sembra assestarsi sul 5-2-3 senza centravanti, ma con El Kaddouri che parte dal mezzo per poi accorciare in fase di possesso palla per ricevere dai centrocampisti e Sánchez Miño e Quagliarella ai suoi lati. Il primo ha il compito di appoggiare la manovra e consolidare il possesso nella metà campo offensiva, il secondo invece parte dal centro-sinistra per poi tagliare tra terzino e centrale. Il piano prevede difesa schierata e ripartenze manovrate appoggiate da El Kaddouri e Sánchez Miño a innescare i tagli di Quagliarella e le discese di Bruno Peres. La Fiorentina ci mette un po' a entrare in controllo della gara, anche perché il Torino difende inizialmente con un atteggiamento più aggressivo del solito e una linea piazzata qualche metro fuori dall'area di rigore. La squadra di Montella non riesce a organizzare un pressing efficace per recuperare palla o disturbare l'inizio azione del Toro. I granata, al solito, impostano dal basso in superiorità numerica coinvolgendo i tre difensori centrali, che muovono il pallone da destra a sinistra in attesa dello spiraglio buono per verticalizzare. El Kaddouri, invece, trova sufficiente spazio tra le linee per creare situazioni di potenziale pericolo.

La pressione disorganizzata della Fiorentina lascia spazio a El Kaddouri per ricevere tra le linee. In questa occasione il trequartista lancia Quagliarella alle spalle della difesa viola, Quagliarella però non riesce a coordinarsi per colpire bene col sinistro e manda fuori.

Una volta trovate le giuste distanze per un atteggiamento più aggressivo e una pressione in zone alte, la Fiorentina prende in mano la partita e occupa la metà campo del Torino. La squadra di Montella arriva fino al limite dell'area con una certa facilità, ma non riesce a trovare la rifinitura decisiva. I due interni, Kurtic e Borja Valero, trovano spazio allargandosi, mentre Mati Fernández e Ilicic si abbassano in appoggio del portatore di palla e forniscono linee di passaggio alle spalle dei centrocampisti del Toro. Al dominio in zona centrale corrisponde però l'assenza di giocatori in grado di allargare la difesa granata. Gli infortuni di Cuadrado e Joaquin in questo senso tolgono soluzioni a Montella, che in panchina ha solo Vargas e Bernardeschi come possibili alternative sugli esterni.

La circolazione della Fiorentina fino al limite dell'area è facilitata dal numero di giocatori presenti nel mezzo. Borja Valero e Kurtic hanno spazio allargandosi, mentre Ilicic e Mati Fernández forniscono linee di passaggio alle spalle dei centrocampisti del Torino.

La pericolosità della Fiorentina è legata dipende così a due situazioni: il tiro da fuori, in particolare di Ilicic e Kurtic (5 conclusioni per il primo, 3 per il secondo), e i movimenti di Babacar. Il senegalese, a differenza di Gomez, sembra ben inserito nei meccanismi di squadra, anche in virtù di un maggiore dinamismo. Babacar è l'unico a dare profondità al gioco viola e a muovere la linea difensiva del Torino. Si tratta di movimenti fondamentali contro una squadra schierata tutta nella propria metà campo, che non fa grande pressing e si preoccupa più che altro di impedire facili verticalizzazioni per vie centrali per poi costruire le proprie trame di gioco partendo dal basso. Il Torino crea problemi soprattutto per le posizioni particolari di Quagliarella e Sánchez Miño. Il primo prende in mezzo Richards e Gonzalo Rodrìguez, il secondo crea problemi dal lato di Pasqual, andando a ricevere alle spalle di Borja Valero. Pasqual si trova così nella condizione di non sapere se uscire su Sánchez Miño o accorciare su Bruno Peres, che spinge sulla fascia con continuità Il gol di Quagliarella nasce proprio su quella catena e l'assist servito da Bruno Peres è la conferma dell'ottima prestazione personale del brasiliano. Dopo il gol, Montella cambia subito Badelj con Pizarro e poi Borja Valero con Aquilani. A fare la differenza è comunque l'ultima sostituzione: al primo pallone toccato Bernardeschi serve alla perfezione lo scatto di Babacar, che aggira Gillet e pareggia.

Il primo pallone toccato da Bernardeschi, che si trasforma nell'assist a Babacar. La “meglio gioventù” viola si prende questo punto e dimostra che Montella può fare affidamento sui due.

Finisce col risultato più scontato, fedele al gemellaggio storico tra le due tifoserie: questo 1-1 è il quarto pareggio nelle ultime cinque sfide tra Torino e Fiorentina. Restano i problemi in fase realizzativa: il 5-2-3 con gli uomini scelti da Ventura rappresenta un'evoluzione rispetto alle ripartenze rapide guidate da Immobile e Cerci, nessuno dei tre davanti è propriamente un contropiedista e la soluzione sembra più utile per avere maggior controllo della gara. Non a caso il gol è arrivato da un'azione manovrata, costruita sul lato dei due nuovi acquisti, Sánchez Miño e Bruno Peres. Il Torino resta comunque una squadra con pochi gol “sulla carta”, con un unico terminale. Manca qualcuno con cui Quagliarella possa dividersi i gol persi per le cessioni di Cerci e Immobile e se non verranno compensati sarà difficile per il Torino ripetere il grande campionato dell'anno scorso, oltretutto con una Europa League da giocare. Nella Fiorentina hanno pesato le tante assenze, ma ho l'impressione che la squadra stazioni in un limbo che non le consentirà nemmeno quest'anno di fare il salto di qualità promesso l'anno scorso. Certo, in un campionato spaccato in due e con tante squadre che possono ambire al primo posto disponibile alle spalle di Juventus e Roma, anche la Fiorentina ha le sue chance. Queste chance sono comunque più piccole rispetto alla concorrenza (Inter e Napoli sembrano le favorite). Unico conforto per Montella che a confezionare il gol siano stati Bernardeschi e Babacar, ovvero quelli in cui si ripongono le maggiori speranze per il futuro. Non saranno ancora pronti per prendersi la squadra sulle spalle, ma intanto stanno dimostrando che le speranze non sono mal riposte.

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