L’occhio sgranato da serial killer ci restituisce un’immagine molto lontana dall’Eriksson serafico che siamo abituati a vedere.
Baggio ha ancora i lineamenti di un adolescente, tra i due ci sono soltanto tre anni di differenza ma Borgonovo sembra già infinitamente più “uomo” del compagno di squadra.
Composto fuori dal campo, nelle tradizionali interviste, così come nella corsa verso la Fiesole. In Borgonovo non c’è nulla di sgraziato, di sguaiato, di sopra le righe. Un centravanti e una persona elegante.
«Abbiamo fatto la più grande partita dell’anno», dice lo svedese mentre alle sue spalle qualcuno agita quattro dita.