Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Federico Principi
Fino a dove può arrivare Guglielmo Vicario
04 dic 2023
04 dic 2023
Il grande inizio di stagione con il Tottenham ha promesso molto.
(di)
Federico Principi
(foto)
IMAGO / Shutterstock
(foto) IMAGO / Shutterstock
Dark mode
(ON)

La vigilia di ferragosto del 2020, dopo la lunga sospensione per il lockdown, si giocava in un Renato Curi purtroppo deserto il match di ritorno dei playout di Serie B tra Perugia e Pescara. La stagione nera degli umbri si chiuse con la retrocessione in C ai calci di rigore nonostante una squadra composta da molti giocatori che avevano già, o avrebbero successivamente, calcato i campi di Serie A: Iemmello (capocannoniere quell’anno), Falcinelli, Melchiorri e Buonaiuto in attacco, Leandro Greco e Hans Nicolussi-Caviglia a centrocampo, Mazzocchi, Rosi e Di Chiara terzini, Gyomber e Angella centrali di difesa. Soprattutto Guglielmo Vicario tra i pali.

Per l’attuale portiere del Tottenham si trattava addirittura della seconda retrocessione consecutiva dai playout di B, dopo quella maturata sul campo l’anno prima con la maglia del Venezia contro la Salernitana. Pensare che soltanto tre anni dopo quel ferragosto Vicario sarebbe diventato il portiere titolare di una delle squadre più importanti di Premier League era pura fantascienza. E invece come al solito il calcio riesce sempre a stupirci: oggi, dopo un’incredibile gavetta, Vicario è il portiere rivelazione di questa stagione di Premier, più costante di altri colleghi ben più blasonati.

La storia di Vicario non è nuova nel calcio italiano, che sembra sempre pronto a produrre portieri di ottimo livello con carriere che partono dal basso. Forse una tendenza figlia dell’eccessiva isteria della nostra cultura calcistica, che non permette ai portieri di sbagliare in piazze troppo importanti, costringendoli a crescere lontani dai riflettori. C’è un dato profondamente significativo sui portieri italiani a questo proposito: tutti quelli che hanno esordito in Nazionale negli ultimi 25 anni sono dovuti prima passare quanto meno dalla Serie B. Le due eccezioni sono facili da intuire ed estremamente esemplificative del loro straordinario talento: sono ovviamente Buffon e Donnarumma. Perfino Handanovic che, pur non essendo italiano è cresciuto nel nostro calcio, è sceso una stagione al Rimini in B. Di contro, i tanti portieri che erano emersi in fretta con la nomea del predestinato – prima Fiorillo, poi Bardi, Leali e infine Scuffet – sono crollati sotto il peso delle aspettative.

Forse non è un caso che negli ultimi tempi, nel frattempo, siano emersi invece dalle “retrovie” molti dei loro coetanei: Terracciano, Falcone, Silvestri, Di Gregorio, oltre ai due massimi esempi ormai consolidati nel giro della Nazionale, e cioè Provedel e per l'appunto Vicario. Tutti questi nomi appena citati sono partiti almeno dalla terza divisione del nostro calcio: Terracciano e Vicario addirittura dalla quarta, con il portiere del Tottenham che ci ha messo addirittura più tempo di quello della Fiorentina per arrivare in Serie A. Un tempo che però, come negli altri casi, gli ha permesso di consolidare con calma un proprio stile di gioco, una propria continuità, oltre che una maturità tale da permettergli di gestire le aspettative su se stesso.

Eppure dovevamo accorgerci di Vicario già al suo esordio in Serie A, a San Siro. E ancor di più dopo la conferma all’Allianz Stadium, qui, pochi mesi dopo.

La scalata di Vicario

È incredibile pensare che Vicario, nella stagione 2013-14, militava nelle giovanili dell’Udinese insieme a Scuffet e Meret, e che dei tre fosse considerato quello con meno prospettive. Dopo essere stato uno dei pochi tra i portieri citati a scendere addirittura nei dilettanti, in Serie D, Vicario ha fatto da riserva oltre che a Cragno a Cagliari anche ad Audero a Venezia in B nel 2017-18, quindi a un portiere perfino più giovane di lui. Ricordare da dove proviene Vicario, come si fa per i grandi artisti, serve a comprendere meglio la portata del suo valore attuale.

Il grande salto compiuto da Vicario quest’estate non sta però nel livello dei campionati, quanto in quello delle squadre in cui si è trovato a giocare. Per Vicario, come per molti altri, aleggiava sussisteva il dubbio che la percezione del suo valore fosse amplificata dal fatto di difendere la porta di una squadra in lotta per la salvezza e quindi, di conseguenza, molto più esposta a tiri subiti nello specchio. In queste situazioni solitamente i portieri che rendono bene fanno dei figuroni, sia perché parano molto spesso e sia anche perché vengono loro perdonati molto di più i gol subiti.

16 minuti di parate di Vicario all’Empoli nel 2022/23 da osservare come cura-Ludovico per tutti coloro che hanno dubitato del suo valore.

Secondo le statistiche StatsBomb del girone d’andata della scorsa stagione di Serie A, interamente giocato da titolare da Vicario, l’Empoli era la seconda squadra che subiva più tiri e la quinta che concedeva più xG alle avversarie: eppure era la settima miglior difesa con 22 gol subiti in 19 partite. In quel periodo Vicario era nono in Serie A per percentuale di tiri parati tra i portieri con almeno mille minuti di gioco (74%) e ottavo per Goals Saved Above Average (la statistica avanzata di Statsbomb data dalla differenza tra i post-shot Expected Goals e i gol effettivamente subiti). Allora qualche rumor di mercato lo aveva accostato al Bayern Monaco al posto di Neuer infortunato: vista a posteriori, non sarebbe stata per lui una transizione poi così tanto frettolosa.

Le difficoltà di passare da un club di bassa classifica a uno di prima fascia, anche per un portiere, non sono poche. Tifosi e addetti ai lavori sono molto meno propensi ad accettare un qualsiasi errore e il fatto che arrivino meno tiri in porta da un lato tiene meno “caldo” il portiere durante la partita, e dall’altro gli concede poche speranze di riscattare una qualsiasi sbavatura. Per questo motivo, dopo lo stop di due mesi per via dell’infortunio al costato, c’era qualche legittima perplessità sull’arrivo al Tottenham di un Vicario che, nel frattempo, dopo la lunga assenza sembrava aver smarrito ritmo e continuità, rendendosi autore di diverse imprecisioni, soprattutto contro Sassuolo, Salernitana e Juventus.

La stagione della consacrazione

Forse però i dubbi su Vicario riguardavano più la sua continuità, intaccata – anche comprensibilmente – da un infortunio, piuttosto che le sue potenzialità. In moltissime delle parate effettuate soprattutto nella prima parte della scorsa stagione c’era una combinazione tra riflessi ed esplosività già degna dei migliori al mondo. La prova del nove sarebbe stata proprio quella di prendersi la responsabilità di difendere i pali di un club costantemente sotto i riflettori. Il passaggio al Tottenham quindi doveva dirci qual sarebbe stato il vero Vicario.

La risposta è arrivata relativamente presto. Vicario ha giocato 13 partite con il Tottenham con solo 4 clean sheet, eppure è già un idolo per la sua tifoseria, e una sorpresa per l’Inghilterra calcistica. Anche per noi italiani, da sempre molto campanilistici e fieri oltretutto della nostra scuola dei portieri – a proposito, altro segno dei tempi che cambiano: non era mai successo che i nostri due migliori portieri giocassero entrambi contemporaneamente all’estero – ci fa correre un brivido dentro guardare gli highlights e ascoltare un telecronista inglese gridare il nome di Vicario con la tipica cadenza britannica.

Secondo le statistiche di StatsBomb, il Tottenham è la nona peggior squadra di Premier per tiri subiti – 13.71 per 90 minuti – e anche la nona peggiore per npxG concessi alle avversarie – 1.43 per 90 minuti. Gli Spurs però, grazie anche e soprattutto al loro portiere, hanno subito relativamente poco (20 gol in 14 partite) e sono in piena corsa per tornare in Champions League. In Premier, infatti, solo altri otto portieri hanno fatto meglio di lui per Goals Saved Above Average e solo tre per percentuale di tiri parati (74%; i tre portieri sono Alisson, Onana e Leno). Come vedete, è più o meno è lo stesso andamento statistico avuto sull’Empoli della prima metà della scorsa stagione: Vicario ha semplicemente teletrasportato tutte le migliori cose fatte vedere in una piccola verso quello che è a tutti gli effetti il campionato più difficile del mondo, come un bomber di provincia che sbarca in una big senza risentire dell’impatto con la nuova realtà. Lo si è visto anche nel pirotecnico 3-3 di ieri in casa del Manchester City, una partita che il Tottenham è riuscito a pareggiare nonostante abbia subito 2.86 xG (contro i soli 0.65 prodotti dalla squadra di Postecoglou) e in cui Vicario si è distinto per un'incredibile parata su Bernardo Silva.

Praticamente non ci sono debolezze nel repertorio che Vicario ha mostrato in Inghilterra. Alle parate di qualsiasi tipo a cui ci eravamo abituati già in Italia, nelle quali si può notare tutta la sua straordinaria agilità, Vicario contro il Chelsea ha perfino aggiunto una quantità di uscite fuori area mai vista prima, in grado di tenere a galla il Tottenham in 9 uomini per tantissimo tempo fino all’inevitabile capitolazione. E il sistema di Postecoglou lo sollecita di più anche nel gioco con i piedi, il fondamentale in cui Vicario è più debole e in cui trarrà sicuramente giovamento da questa esperienza inglese.

Nelle due immagini sotto un’azione esemplificativa dei margini di miglioramento di Vicario in queste situazioni. Nella prima immagine il Tottenham costruisce il solito rombo portiere-centrali-mediano, attraverso il quale esce spesso dal basso con un tocco a muro del mediano verso uno dei due centrali. Bissouma in questo caso è però preso fortissimo a uomo da Lemina e Vicario non se la sente di appoggiare a lui come fa di solito. Il portiere potrebbe però spostare la palla, anche dopo il controllo, per aprire meglio la linea di passaggio verso uno dei due centrali, ma è timoroso di farlo e allora preferisce il lancio lungo, che a sua volta non è preciso. I lanci di Vicario sono molto spesso morbidi e quindi più facilmente intercettabili dalla squadra avversaria che li fronteggia frontalmente.

Forse a volte le qualità di Vicario possono passare in secondo piano perché le sue parate sembrano troppo “plastiche”, vistose, rispetto alla loro reale difficoltà. Eppure, se da un lato questo argomento è confutabile vista la concreta difficoltà di moltissimi interventi compiuti all’Empoli, soprattutto quelli ravvicinati d'istinto che sono la sua specialità più naturale, dall’altro lato Vicario sembra oggi addirittura aver pulito la sua tecnica di parata, averla resa più essenziale.

Vicario anche a occhio nudo appare molto snodato: essendo alto 1 metro e 94 centimetri, con un peso attestato sugli 83 chili, è in effetti piuttosto leggero e per nulla massiccio. Forse è per questo che non potrà mai basarsi solo sul posizionamento, avendo sempre bisogno di far partire uno slancio per fare la parata. Forse queste caratteristiche fisiche, più basate sull’agilità che sulla potenza, lo rendono un po’ meno efficace nel tuffo esplosivo in allungo sul tiro angolato da lontano, piuttosto che invece sulla pura reattività dove è già tra i migliori.

Il meglio di Vicario al Tottenham.

La disinvoltura del corpo di Vicario al Tottenham è la naturale conseguenza della sua immediata capacità di inserirsi in un gruppo nuovo, più ambizioso, con molti più occhi addosso, in un contesto interpretato con lo stesso carisma mostrato in provincia. Quanti portieri – e non solo – hanno dato l’impressione di un linguaggio del corpo diverso, più rigido e intimorito, una volta catapultati in un top club?

Quali prospettive?

La conferma – e il miglioramento – delle prestazioni di Vicario al Tottenham ha aperto nuovi scenari soprattutto nella nostra Nazionale. Per il momento non sono cambiate le gerarchie, ma l’errore di Donnarumma in Macedonia ha rappresentato una sorta di spartiacque nella percezione, forse anche dentro la Nazionale: il portiere del PSG è ancora il favorito per la maglia da titolare agli Europei – per vari motivi, tra cui l’esperienza nel gruppo e l’aver già disputato in modo trionfale la manifestazione – ma la sensazione è che non potrà concedersi altre imprecisioni come troppo frequentemente è avvenuto negli ultimi due anni.

E di certo da un lato l’aver rappresentato perfino un upgrade rispetto a Lloris e dall’altro l’essere contemporaneamente una minaccia concreta per Donnarumma, tutti questi fattori pongono Vicario, per proprietà transitiva, nelle posizioni più alte della gerarchia dietro al portiere del PSG. Arriveranno prima o poi gli errori e ci si può già chiedere se Vicario non stia overperformando, se la prima fase di esaltazione per l’affermazione in un contesto così prestigioso non possa prima o poi esaurirsi e lasciare spazio al peso della pressione della riconferma, a una difficoltà nel mantenere l’asticella personale sempre altissima.

[@portabletext/react] Unknown block type "imageExternal", specify a component for it in the `components.types` prop

Questo articolo è stato realizzato grazie al sostegno degli abbonati. Sostienici regalando o regalandoti un abbonamento a Ultimo Uomo.

Nella prima intervista di presentazione rilasciata al Tottenham, Vicario ha parlato della sua forza mentale forgiata dalla lunga gavetta, dalle «diverse esperienze affrontate, dall’accettazione della competizione con me stesso per arrivare al top. Ogni step che ho fatto mi ha aiutato molto». «Questo è il mio sogno che si avvera, e ora voglio vivermelo», ha aggiunto. Per chi è partito dal fango dei dilettanti è difficile che possa subentrare un certo senso di sazietà: se i periodi difficili nella sua carriera arriveranno, non sarà certo per indolenza.

In questo momento storico Vicario è probabilmente già pronto addirittura per un ulteriore salto. Sono diversi i club ancora più prestigiosi del Tottenham che potrebbero già prendere in considerazione un investimento su di lui, vuoi perché hanno portieri piuttosto anziani e destinati presto al ricambio – Bayern Monaco, Inter – oppure in dubbio per via delle loro prestazioni, come l'Arsenal e il Chelsea. Vicario comunque sembra avere margine per puntare ancora più in alto.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura