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Fight Club Bellusci
21 giu 2017
21 giu 2017
I migliori cartellini gialli del centrale dell'Empoli: il giocatore più ammonito del campionato.
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Giuseppe Bellusci,

, qualche tempo fa aveva come immagine copertina di Twitter lui che dà

. La cosa venne interpretata come provocazione nel 2014, alla vigilia del match tra Lazio e Catania. Bellusci ha risposto accusando il mondo di ipocrisia: «A differenza vostra sono una persona educata, voi augurate il male insultando pesantemente anche la famiglia. Detto questo la mia foto c’è sempre stata, perché la reputo una delle più belle, con un campione come Klose».

 

Quando Bellusci definisce la foto “bella” sembra farlo senza nessuna punta di ironia, piuttosto esprimendo un gusto calcistico preciso fatto di tacchetti di ferro, scivolate ed entrate a piedi uniti. Tutto un immaginario che nella cultura degli ultimi anni è racchiuso nel concetto di “Ignoranza”. Bellusci, però, è tra i pochi ad aver trasformato questa retorica in una filosofia vera e propria: sui suoi profili social alterna cori del Leeds a citazioni di Bukowski; su Facebook ha la foto copertina dell’unico gol segnato quest’anno, contro il Crotone, dove riesce a staccare di testa a un’altezza considerevole, sovrastando il marcatore in un modo quasi violento.

 

Bellusci ha le sopracciglia folte che incorniciano uno sguardo perennemente truce, sempre perso a cercare di capire qualcosa che gli sfugge. Ha origini albanesi e

di essere parente, alla lontana, dell’attore americano, e icona, John Belusci. L’intervista in cui racconta questo aneddoto inizia con la più famosa frase dell’attore in Animal House: «Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare». È soprannominato Recoba non solo perché gli somiglia vagamente, ma anche per qualche vago merito tecnico: «Da giovane giocavo trequartista e assomigliavo a Recoba, purtroppo solo esteticamente e molto poco tecnicamente. Capita che un giorno faccio un goal da centrocampo come quello che il Chino fece qui a Empoli e da allora tutti a chiamarmi Recoba».

 

Bellusci fa parte della categoria

Io di qualità ne ho davvero poca, quindi per stare a questi livelli devo metterci altre caratteristiche, sfruttare altre armi»

Anche il direttore sportivo dell’Empoli, nella

, ha dichiarato che Bellusci avrebbe portato in squadra un po’ di “cattiveria”, «visto che negli ultimi tempi si era un po’ troppo bravini». Bellusci è uno di quei giocatori che i tifosi farebbero testimoni di nozze senza pensarci un secondo.

 

In un calcio pieno di telecamere, prove tv e tolleranza zero, avere un gioco così borderline è un atto di coraggio. Si parla spesso della marcatura di Gentile su Zico ai Mondiale dell’82, ci si dovrebbe chiedere se sarebbe stata ancora possibile in un calcio così televisivo, in cui i calciatori si auto-censurano di fronte alle slow-mo ravvicinate.

 

In anni in cui il gioco duro sta scomparendo dalla nostra cultura come gli scippi in motorino, i difensori stanno imparando soprattutto ad attaccare e difendere in anticipo, senza sporcarsi i pantaloncini. Ma Bellusci non si fa problemi e in questa stagione di campionato ha menato chiunque con straordinaria regolarità. Rappresenta un caso esotico di difensore old school, atterrato in Italia da una macchina del tempo direttamente dal calcio di

.

 

Bellusci è il calciatore più ammonito della Serie A - 15 cartellini gialli - e il secondo più ammonito in Europa dopo Amoberbieta dello Sporting Gijon. Mi sembra qualcosa da celebrare. Per questo ho scelto i migliori cartellini gialli di Bellusci in stagione, uno dietro l’altro, da guardare e leggere

nelle cuffie.

 

Va detto subito che Bellusci ha messo insieme in totale 38 falli questa stagione, circa 1 per partita. Non moltissimi, giusto? Eppure viene ammonito quasi la metà delle volte. Per dire, Diousse, secondo giocatore nella classifica dei cartellini gialli (13), ha commesso 54 falli durante l’anno. Quindi Bellusci, complessivamente, non commette poi molti falli.



 
















 

Quindi, Bellusci non è un giocatore particolarmente falloso. Questo vuol dire, però, che ha una cura speciale nella scelta dei suoi falli, che assumono un peso specifico diverso rispetto a quello degli altri giocatori che vengono meno ammoniti. Riguardando la compilation dei suoi falli in campionato si nota che sono quasi tutti bei falli e possono essere suddivisi in due macro-categorie.

 

La prima categoria comprende i falli tattici, quelli in cui bisogna spendere un cartellino per togliere un vantaggio agli avversari. Sono quelli accettabili, diciamo. In questo fallo contro il Genoa si nota una certa staticità di Bellusci, che non prova minimamente a seguire la corsa dell’attaccante ma si limita ad abbassare la sbarra davanti a Simeone. Come noterete, questo è uno dei pochi cartellini gialli su cui Bellusci è d’accordo con l’arbitro.

 

 


 









 



 

Dello stesso tipo questo fallo che commette su Mertens, che lo aveva saltato con una facilità imbarazzante. Bellusci allunga la gamba e non commette un fallo

cattivo, ma la sua gamba non ha la consistenza delle persone normali e forse Bellusci aggiunge quel poco di forza necessaria per assicurarsi che, nonostante tutto, venisse saltato. Mertens è costretto a rimanere a terra diversi minuti, cercando di riprendersi.

 

 












 



 

L’altra categoria comprende i falli duri e vagamente gratuiti, dove è evidente che Bellusci sente il bisogno di mandare un messaggio esterno a compagni e avversari. Qui siamo al 17esimo del primo tempo, il risultato è sull’1 a 1, Lapadula protegge una palla inoffensiva sulla trequarti e Bellusci sente il bisogno di mollargli un paio di calci. Lapadula resiste al primo ma cade dopo il secondo, cade

dando l’impressione che in nessun modo sarebbe potuto rimanere in piedi. Bellusci invece dà l’impressione di voler continuare a menargli mentre è a terra. È chiaro che Bellusci in questo caso sta dicendo qualcosa a qualcuno, anche se nessuno lo ha capito. Lo stesso Lapadula - una vita passata a calcare campi di categoria - allarga la braccia più sorpreso che arrabbiato.

 

 












 





Il topos degli avversari sorpresi dalla violenza e dall’aggressività di Bellusci è tra i miei preferiti. Questo è uno di quei falli dopo i quali il nostro sembra fare una grossa fatica a trattenersi dal finire di picchiare il suo avversario. Freuler prova persino a dargli la mano, Bellusci non ci pensa proprio e lo domina in un modo animalesco o vagamente sessuale, provando a cavalcarlo o costringendolo alla presenza dei suoi genitali.

 

Non è chiaro quale reazione “normale” avrebbe potuto avere Freuler. In un certo senso, la presenza di Bellusci è un monito a tutti quei giocatori che si sentono arrivati e che considerano il calcio professionistico ormai parte della società civile. È l’ambasciatore di tutti quei difensori di categoria che considerano l’intimidazione parte indispensabile del bagaglio tecnico con cui si affrontano gli attaccanti. E che nessuno stipendio ti difenderà dalla violenza della vita.



 












 



 

La mentalità di fondo è all’incirca questa: puoi anche saltarmi e avere la meglio su di me tecnicamente, ma questo non significa che non proverò a renderti la vita uno schifo. C’è una possibile ripartenza per la Fiorentina, Bellusci viene saltato e prova una scivolata disperata ma onesta, tesa verso il pallone ma che di certo non fa nulla per evitare l’uomo. Poi prende l’uomo, appunto, ma questo resta uno dei più onesti tra i suoi cartellini gialli.

 

 












 



 

Bellusci fa muro su un velleitario tentativo di tunnel di Simeone e, in trance agonistica, si getta a piedi pari verso il pallone come su uno scivolo dell’Aquafun. Non prende le gambe dell’avversario solo perché questo, impaurito, evita l’intervento. Poi si lamenta con l’arbitro per il cartellino, perché proprio non capisce in che senso si può ritenere quello un “fallo pericoloso”.

 

 












 



 

A certi falli Bellusci è costretto dai suoi limiti tecnici. La Roma spara una palla in avanti, Bellusci è in chiaro anticipo su Dzeko però non sa bene cosa fare. Prima sembra voler accompagnare il pallone sul fondo, poi invece distende il sinistro come per stopparlo. A quel punto Dzeko gli passa davanti e Bellusci è costretto al fallo, comunque abbastanza intelligente da rimanere fuori area.

 

 












 


 

Sullo stesso genere di quello fatto a Dzeko c’è questo, ancora più dubbio, su Hetemaj. Cartellino arancione.

 

 












 



 

Le reazioni post-falli sono tra le mie cose preferite di Bellusci. Guardate qui a che grado di intensità arriva il suo sguardo verso l’arbitro. Se non gli si concede neanche il primo fallo, quello di avvertimento, su gente come Duvan Zapata allora Bellusci veramente si indigna.

 

 



 

Il gioco di Bellusci è tutta una grande espressione di virilità, per questo la cosa che più lo fa impazzire è la cosa meno virile del calcio: la simulazione.

 



 



 

Anche se spesso le simulazioni che fanno impazzire Bellusci sono solo nella testa di Bellusci. Qui Pjanic subisce un fallo in gioco pericoloso piuttosto chiaro. La partita è sullo zero a zero, siamo all’inizio del secondo tempo di una partita tranquilla, ma Bellusci pensa che Pjanic abbia simulato (?). Quindi lo rialza prendendolo per la maglia e poi lo prende per il collo sussurrandogli parole d’amore.

 



 



 

Bellusci è alto 1 metro e 84 mentre Dzeko è 1 metro e 93 ma qualcuno di voi ha dei dubbi su chi avrebbe menato chi?

 

 












 



 

Ora innalziamo il livello di violenza. C’è una palla che scorre verso l’esterno su cui Bellusci sente di essere in anticipo. È il classico pallone su cui ai difensori piace esaltarsi in un intervento di grande vitalismo: un’entrata dura, decisa, pulita, in rimessa laterale che mette nella bocca degli avversari il sapore ferrigno dei tacchetti. Solo che Bellusci alla fine arriva in ritardo e Acquah ha già spostato la palla verso il centro. Per questo Bellusci si abbatte su di lui come una falce su

bagnato di rugiada.

 

Bellusci poi impazzisce e guarda l’arbitro con gli occhi spiritati, ci pensa due secondi e grida - completamente fuori dalla realtà - “HO PRESO LA PALLA!”. Se ci fate caso, per colpire Acquah, Bellusci deve allargare la gambe sinistra quando è già scivolato. Grande tecnica.

 

 












 



 

La vittoria contro il Milan sembrava poter proiettare l’Empoli verso una salvezza meritata. Era un risultato fondamentale e qui Bellusci lo ha difeso a modo suo, menando alla buona Bacca lanciato nella propria metà campo. Poi si mette davanti al pallone per non far battere la punizione, facendo impazzire i giocatori del Milan che vogliono picchiarlo. Bellusci allarga le braccia, annuisce, guarda tutti negli occhi. Si può quasi annusare dallo schermo il piacere perverso che Bellusci prova in occasioni simili, quando può leggere negli occhi degli altri la voglia di picchiarlo e sa di averli fatti scivolare sul suo terreno preferito.

 

 












 



 

L’Empoli sta perdendo 4 a 1 ed è quel momento in cui Bellusci pensa che, per lo meno, gli avversari non dovrebbero tornare a casa camminando sulle loro gambe. Qui fa un livido bello scuro sulla gamba di Poli. È un fallo così violento nella sua gratuità che persino Poli - con il livello di aggressività di un giovane impiegato di banca - si arrabbia. Bellusci lo stava aspettando e gli fa trovare l’atteggiamento sinistro di chi vuole convincerti che ha tutto il diritto di picchiarti.



 












 



 

Quando il dirigente dell’Empoli ha detto che Bellusci avrebbe portato cattiveria si riferiva ad azioni tipo questa. Mandzukic ruba palla con grande decisione e il difensore dell’Empoli non ci sta ad accettare uno squilibrio così evidente tra l’agonismo delle due squadre e rilancia il livello di scontro fisico togliendo il terreno da sotto i piedi avversari. Letteralmente.



E qui veniamo al finale triste di questa storia. Per il momento l’Empoli non ha esercitato il diritto di riscatto per Bellusci, che quindi è tornato proprietà del Leeds United. Considerando che non si è lasciato benissimo con i tifosi inglesi - ha rimediato, negli anni, diverse contestazioni

- difficilmente rimarrà lì. In Italia Catania e Bologna

.

 

Senza dare al gioco di Bellusci un valore troppo simbolico, lasciatemi dire che difensori come lui sono fondamentali per la biodiveristà del calcio contemporaneo. È importante che neanche il prossimo anno gli attaccanti della Serie A si sentano pienamente al sicuro.

 

 

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