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Nicholas Gineprini
Che fine ha fatto Ferreira Carrasco?
11 mag 2018
11 mag 2018
La storia di caos intorno al Dalian Yifang, il club cinese che a gennaio ha acquistato Ferreira Carrasco, Gaitan e José Fonte.
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Nicholas Gineprini
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La sessione di mercato dello scorso gennaio sembrava molto sottotono rispetto agli anni passati per la Chinese Super League, fatta eccezione solo per l’acquisto di Cedric Bakambu da parte del Beijing Guoan per circa 40 milioni di euro. Ma è stata letteralmente stravolta negli ultimi giorni di trattative dal Dalian Yifang. Il club neopromosso nella massima serie cinese ha ingaggiato in un solo colpo il difensore portoghese Josè Fonte dal West Ham e la coppia Nicolas Gaitan e Yannick Carrasco dall’Atletico Madrid, per una spesa totale, secondo Transfermarkt, superiore ai 35 milioni di euro.

 

Dietro l’improvvisa impennata negli investimenti del Dalian Yifang c’è Wang Jianlin, fondatore del conglomerato Dalian Wanda e già noto nel mondo del calcio per aver acquistato nel 2015 una quota di minoranza dell’Atletico Madrid (circa il 17%) e la totalità di Infront, la società che gestisce i diritti TV dei maggiori campionati europei e delle competizioni FIFA. Lo scorso febbraio, in realtà, Wang Jianlin ha venduto le sue quote nell’Atletico Madrid al fondo israeliano Quantum Pacific Group, ma riuscendo comunque a mantenere i naming rights dello stadio del club spagnolo, il Wanda Metropolitano.

 

Non è la prima che Wang Jianlin si butta a capofitto nel calcio cinese. Dal 1994 al 1999, infatti, è stato presidente del Dalian Shide (o Dalian Wanda FC), il club più titolato nel professionismo cinese, scomparso nel 2012 dopo essere stato inglobato dal Dalian Aerbin, cioè il club antenato del Dalian Yifang. La recente storia delle “Blue Hawks” fra mercato e giro di vite di panchine e quadri dirigenziali, è una chiave di lettura per capire quelle che sono le dinamiche, anche politiche, che hanno trainato gli investimenti nel calcio cinese nell’era professionistica, ma che, contemporaneamente, ne limitano anche la crescita.

 



Già solo il passato del club è in qualche modo l’immagine della precarietà costante del calcio cinese, soggetto a continui mutamenti. La squadra di Dalian (città portuale nel nordest, nella provincia del Liaoning) è emersa nel 1994, con l’avvento del professionismo, vincendo il campionato. Anche allora il presidente era Wang Jianlin, già proprietario del gruppo Wanda, ed è rimasto in carica fino al 1999, conquistando quattro titoli nazionali e una finale di Champions League asiatica, persa nel 1998 solamente ai calci di rigore contro i sudcoreani del Pohang Steelers.

 

Allenatore di quella storica squadra era Xu Genbao, una vera e propria leggenda in Cina, fondatore dello Shanghai Sipg (il club di Oscar e Hulk) e proprietario dell’Hoya Lorca (piccolo club spagnolo con sede nella comunità autonoma di Murcia). Fra le file del Dalian militavano anche Sun Jihai, 130 presenze con il Manchester City e Hao Haidong, il più grande marcatore nella storia della Repubblica Popolare Cinese.

 

Alla fine della stagione 1999, però, Wang Jianlin decise di vendere il club all’imprenditore del gruppo Shide, Xu Ming, a quanto pare perché disgustato dalla profonda corruzione che stava iniziando a dilagare nel calcio cinese, fra arbitri che si vendevano al migliore offerente, e giocatori e dirigenti impegnati nella compravendita di partite. Quello che fu conosciuto poi come Dalian Shide, proseguì la propria era di successi con la vecchia guardia di giocatori e la guida tecnica di Milorad Kosanovic vincendo altri quattro campionati fino al 2005.

 

Al tempo la qualità dei giocatori stranieri era molto distante da quella odierna: la star di quel Dalian Shide era l’attaccante bulgaro Zoran Jankovic, il quale, prima del suo approdo in Cina nel 2002, militava in patria al Litex Lovcech. Con il rebrand del campionato, la nascita della Chinese Super League e l’innalzamento degli standard economici, il Dalian Shide però iniziò un lungo periodo di declino, fino al 14esimo posto ottenuto nel campionato del 2008.

 

Nel 2012 alla Chinese Super League si affacciò per la prima volta il Dalian Aerbin, squadra proprietà di un fondo immobiliare fondata solo tre anni prima e nella quale militava Seydou Keita. L’Aerbin concluse quel campionato (il primo vinto da Lippi con il Guangzhou Evergrande) al quinto posto, mentre lo Shide quattordicesimo. Quella sarebbe stata l’ultima stagione per la squadra più titolata di Cina: il proprietario Xu Ming fu arrestato per corruzione e riciclaggio, e sul club gravava un debito da 330 milioni di yuan. Il Dalian Aerbin, forse per opportunismo finanziario e sportivo, decise di rilevare il debito alla fine della stagione, inglobando a sé la storica squadra della città.

 

Due anni dopo, però, anche il Dalian Aerbin cadde in disgrazia, retrocedendo nella stagione 2014. Il club cambiò nuovamente proprietà e passò all’Yifang Group (un altro fondo immobiliare) nel quale Wang Jianlin è uno dei principali investitori, segnando così un suo parziale ritorno nel calcio di Dalian.

 



Dopo essere riuscito a “convincere” l’assemblea del Partito Comunista Cinese ad abolire la norma che prevedeva un massimo di due mandati per il segretario generale, diventando così uno delle figure più influenti della storia contemporanea cinese, Xi Jinping ha attuato una massiccia campagna anticorruzione che ha portato alla condanna di migliaia di dirigenti di partito e imprenditori. Come sempre, in questi casi, il confine tra la reale volontà di debellare la corruzione e quella, più oscura, di reprimere il dissenso a tutti i livelli è grigio e sfumato. Ai fini della nostra storia, basterà sapere che tra le persone finite nell’occhio del ciclone c’è anche Wang Jianlin.

 

Negli scorsi anni, Wang Jianlin si era posto come l’araldo del presidente Xi Jinping nella rivoluzione calcistica cinese, non solo per l’importantissimo acquisto di Infront, ma anche per il fatto di essere diventato, con Dalian Wanda, il primo sponsor cinese della FIFA dopo gli scandali del 2015. In questo contesto, non bisogna dimenticare nemmeno il progetto ‘Dalian Future Stars’, un programma di interscambio che permette ai migliori talenti cinesi, selezionati attraverso attività di football camp, di intraprendere un percorso di formazione in Spagna nelle academy di alcuni club che hanno aderito all’iniziativa, come Atletico Madrid, Valencia e Villareal. La Dalian Wanda si era fatta promotrice anche della China Cup, una manifestazione amichevole che si tiene ogni anno nella provincia sud occidentale del Guangxi, e che vede la Cina sfidare in un piccolo torneo altre tre rappresentative (quest’anno sono state Uruguay, Repubblica Ceca e Galles).

 

Wang Jianlin, però, è finito sotto osservazione della China Banking Regulatory Commission (l’organismo che in Cina regola il settore bancario) per via degli enormi debiti contratti per le acquisizioni di società all’estero e per verificare la regolarità di queste transazioni. La Dalian Wanda, infatti, ha investito negli anni scorsi miliardi di dollari anche nel

, acquistando la Studios Legendary Pictures e la catena di cinema americana AMC Theater per un investimento superiore ai 5 miliardi di dollari.

 

Forse anche per via della nuova ostilità delle autorità cinesi, l’espansione del gruppo di Wang Jianlin ha subito una brusca frenata. La Dalian Wanda è stata costretta a

, tra cui 77 hotel e il 91% delle quote di 13 parchi tematici, a competitor cinesi. Wang Jianlin, comunque, non è di certo l’unico ad essere caduto in disgrazia. Peggio è andata al colosso delle assicurazioni Anbang, il cui presidente è stato arrestato, mentre la

, proprietaria dello Slavia Praga, è stata commissariata. E in questo contesto non bisogna nemmeno dimenticare che lo scorso 30 marzo la Guangzhou 5USports è stata costretta a rientrare dell’investimento nel 60% delle quote nel Northampton United (che attualmente milita in League One inglese), a causa delle restrizioni governative.

 

Anche in Spagna, comunque, gli affari della Dalian Wanda, soprattutto nel campo immobiliare, non stanno andando benissimo. Nel 2014 il gruppo cinese aveva acquistato lo storico edificio España Building al centro di Madrid per oltre 250 milioni di euro con l’intenzione di ristrutturare l’intera area e costruire un centro commerciale. Il progetto però non ha mai trovato l’approvazione delle autorità spagnole e dopo tre anni la Dalian Wanda ha venduto l’edificio con una minusvalenza di 75 milioni di euro. Anche il progetto Eurovegas (un enorme complesso turistico che doveva sorgere nella città spagnola di Alcorcon), nel quale la società di Wang Jianlin doveva essere coinvolta, non ha mai visto la luce.

 

Naufragati i progetti nel mattone spagnolo, per la Dalian Wanda si è anche esaurito l’interesse nel calcio europeo. Il gruppo presieduto da Wang Jianlin sembra aver recepito il messaggio proveniente dai vertici del partito: investire nel mercato interno.

 



Wang Jialin è quindi tornato ad investire in Cina, ma in maniera affrettata e caotica. La situazione nel club di Dalian, in realtà, era già paradossale prima del ritorno del gruppo Wanda dato che a gennaio l’allenatore spagnolo Lopez Cairo, uno dei massimi protagonisti della promozione, non ha ricevuto una proposta adeguata per il rinnovo del contratto, e le parti hanno quindi deciso di separarsi. Non è stata la dirigenza del Dalian Yifang a decidere la nuova guida tecnica, ma il Ministro dello Sport locale, che ha insidiato sulla panchina delle “Blue Hawks” un uomo di sua fiducia, Ma Lin, ex giocatore e allenatore del Liaoning, che gode di grande fama a livello nazionale. L’aspetto più assurdo di questa vicenda è che il Ministero dello Sport non ha alcuna partecipazione nelle quote del Dalian Yifang e si pone come l’ennesimo intervento governativo negli affari calcistici fra privati.

 

Ma questo è nulla se paragonato al pazzo mercato condotto nella sessione invernale. Fino a gennaio, infatti, l’unico colpo di mercato effettuato dal Dalian Yifang con la vecchia dirigenza era stato il centrocampista Mate Males, croato di 29 anni prelevato dal Rijeka, il quale si era aggregato alla squadra. Males, per sua sfortuna, è stato però

dal gruppo Wanda solo qualche settimana dopo, a causa delle restrizioni sugli stranieri (adesso massimo quattro per squadra) e per fare spazio ai nuovi arrivi. Il club ha tentato goffamente di giustificare la sua decisione dichiarando che il giocatore non aveva passato le visite mediche. Gli avvocati di Mate Males, però, hanno scritto al Dalian Yifang per far

che era stato firmato a gennaio, e con ogni probabilità, per sbrogliare questa situazione, si dovrà attendere il giudizio di un tribunale.

 

Non è stato solo Mate Males ad aver ricevuto il buon servito, però, e la rivoluzione di Wang Jianlin è andata a smobilitare anche il resto de gruppo di stranieri in rosa. La nuova società si è liberata senza troppe remore di Yannick Boli, protagonista indiscusso della promozione in Chinese Super League con 16 gol. stessa sorte anche per Jonathan Ferrari, difensore argentino e altro protagonista della promozione dell’anno scorso, contribuendo in maniera decisiva a quella che è stata la seconda miglior difesa del campionato, al quale non è stato rinnovato il contratto nonostante una stagione da 27 presenze. L’unico straniero ad essere rimasto in rosa dallo scorso anno è Nyasha Mushewki, capocannoniere della scorsa stagione originario dello Zimbawe.

 

I nuovi acquisti – Carrasco, Gaitan e José Fonte – si inseriscono all’interno di questa totale rifondazione, di cui l’ala belga acquistata dall’Atletico Madrid dovrebbe essere il simbolo più luminoso. Carrasco è il primo giocatore europeo di questo livello ad arrivare in Cina in questo momento della carriera, cioè prima della sua maturazione (ha ancora 24 anni) e nella stagione che porta ai Mondiali. Difficilmente si rivelerà un trasferimento in grado di far fare alla Chinese Super League quel salto che attendono le autorità cinesi, ma sicuramente è una scelta che ha fatto tornare al centro del dibattito pubblico la reale utilità di queste scelte.

 

Carrasco, in

rilasciata poco prima di partire per la Cina, ha spiegato in maniera molto diplomatica ed istituzionale le ragioni che lo hanno potato ad accettare il Dalian Yifang: «Ho scelto di unirmi al progetto del gruppo Wanda, che già conosco molto bene in quanto era partner dell’Atletico e ora ha deciso di investire nel calcio cinese. Il loro progetto sportivo mi ha convinto, la Chinese Super League sta crescendo, le condizioni di lavoro sono eccellenti e le strutture moderne e accoglienti sia per i tifosi che per i giocatori».

 

La scelta di trasferirsi in Cina è stata appoggiata dal compagno di nazionale,

: «Non sono nella mente di Yannick, sapevo che lui voleva lasciare l’Atletico. Credo che sia meglio giocare in Cina invece di fare panchina nella Liga»

Alla fine il caso di Paulinho, rinato a Guangzhou, dove si è riguadagnato un posto in nazionale e un trasferimento al Barcellona, può servire da modello per quei giocatori che non vedono la Chinese Super League per forza di cose come il finale della propria carriera, e in questo senso le parole di Hazard non sono del tutto di circostanza.

 

Attorno alle cifre pagate per Yannick Carrasco, comunque, aleggia il mistero più assoluto. La cifra riportata da transfermarkt (30 milioni di euro) non è mai stata ufficializzata dal club e dalla Chinese Football Association. Secondo le regole vigente dalla scorsa estate, per ogni acquisto straniero sopra i sei milioni di euro, i club sono costretti a pagare una tassa del 100% (ribattezzata luxury tax) ad un fondo istituito dalla Federazione per lo sviluppo del calcio giovanile. Un’ipotesi (non confermata) è che quindi i soldi che Wang Jianlin ha ricavato dalla vendita delle quote dell’Atletico Madrid abbiano fatto qualche

per tornare ai colchoneros con il fine di evitare le tasse (come, d’altra parte, il Beijing Guoan aveva provato a fare per

con la clausola rescissoria).

 



Il nuovo corso però non è iniziato come probabilmente aveva immaginato Wang Jianlin. Nonostante i nuovi innesti, infatti, la squadra allenata da Ma Lin ha iniziato il proprio percorso in campionato con tre sconfitte consecutive per un totale di 13 gol subiti e 0 fatti. In queste prime partite, Carrasco, impiegato come falsa punta al centro dell’attacco, è stato investito del ruolo di evangelizzatore del verbo calcistico occidentale, un po’ come facevano i primi cristiani arrivati in Cina nel 13esimo secolo. I risultati in campo, però, si possono riassumere con questa heat map della partita d’esordio persa contro lo Shangai SIPG per 8-0.

 





 

A rendere la situazione ancora più tragicomica ci si è messa anche la decisione del Gruppo Wanda di trasmettere in maniera completamente gratuita il match in qualsiasi cinema del circuito Wanda nella provincia del Liaoning. In

del 2016 alla Reuters, Wang Jianlin aveva dichiarato di aver investito nell’acquisizione di club non per una questione di profitto, ma di notorietà e di immagine (in linea con il business model cinese nel settore sportivo). Se questo ancora oggi è il suo obiettivo, una sconfitta per 8-0 della sua squadra trasmessa al cinema non deve essere stato il migliore dei biglietti da visita.

 

Ma Lin è stato esonerato subito dopo la sosta per le nazionali. Al suo posto è arrivato Bernd Schuster, ex Real Madrid, rispolverato dopo due anni di inattività. Bernd Schuster ha firmato un contratto di un anno con rinnovo automatico per altri 2 in caso di salvezza, presentandosi al primo giorno di lavoro al centro d'allenamento accompagnato da 6 nuovi preparatori, come per dare un segnale di forza per scuotere la squadra.

 

Con l’avvicendamento in panchina sono giunti importanti miglioramenti. Il primo punto è giunto sul campo dll’Henan Jianye (con il camerunense Bassogog che ha risposto alla rete di Carrasco, finalmente al suo primo gol in stagione), poi il 2-2 interno con il Chongqing Dangdai Lifan (con rete di Gaitan), dove però le Blue Hawks si sono fatte rimontare nel finale di gara nonostante il doppio vantaggio. Gli entusiasmi sono però stati subito smorzati alla sesta giornata a Jinan, contro lo Shandong Luneng di Graziano Pellè che si è imposto con un netto 2-0 (doppietta di Diego Tardelli).

 

Il primo successo stagionale è giunto solamente il 24 aprile nel quarto turno della Coppa di Cina, nel derby provinciale contro il Liaoning, vinto nettamente per 4-1 in trasferta. L’appuntamento è stato molto particolare in quanto rappresentava un confronto fra due nobili decadute del calcio cinese: la squadra di Shenyang infatti è stata la prima cinese a vincere la

(oggi AFC Champions League) nel 1990.

 

I tre punti in campionato sono giunti inaspettatamente contro il Guangzhou Evergrande di Fabio Cannavaro che è stato battuto con un netto 3-0 alla nona giornata. Le Blue Hawks di Dalian hanno espresso un gioco verticale molto efficace, sfruttando la possanza fisica di Mushewki in attacco e la rapidità degli esterni. Yannick Carrasco contro i campioni di Cina ha giocato la sua miglior partita, impreziosita con il numero da circo dl terzo gol, dove sulla linea di fondo campo, ha scartato tre avversari prima di giungere alla conclusione (con il giovane Wang Jianxian che ha segnato sulla respinta del portiere).

 

Nonostante la leggera inversione di tendenza, comunque, è probabile che, nonostante gli innesti, la squadra sia comunque destinata alla lotta per non retrocedere. E questo nonostante il ritorno del Gruppo Wanda sembri stia rinvigorendo l’interesse di Dalian nel calcio (il botteghino del Dalian Sport Centre Stadium per la prima partita in casa contro il Beijing Guoan ha toccato le 41,399 presenze).

 



D’altra parte qualunque squadra ha bisogno di un periodo di rodaggio dopo cambiamenti simili. Non bisogna dimenticare che la rivoluzione Wanda non ha riguardato solamente le questioni di campo, ma anche quelle dirigenziali, dato che il 4 aprile, il general manager Shi Feng è stato tagliato fuori in favore di Zhou Jun, ex dirigente dello Shanghai Shenhua (squadra nella quale militano Martins e Guarin). Jun è una figura molto nota ma anche contestata dai suoi ex tifosi viste le disastrose sessioni di calciomercato degli ultimi anni, con i precoci addii di Anelka e Drogba nel 2012 per problemi relativi ai pagamenti, la disastrosa operazione Tevez dello scorso anno, e il continuo ricambio di giocatori cinesi senza mai dare fiducia ai giovani talenti.

 

Il compito di Zhou Jun sarà quello di rivoluzionare il gruppo cinese del Dalian Yifang, che invece è rimasto grossomodo lo stesso dell’anno della promozione, ma che sembra inadeguato per competere nella massima categoria. Come insegna il Guangzhou Evergrande, campione per sette anni di fila, in Cina in realtà non sono gli stranieri a determinare il risultato del campionato ma il resto della squadra, a maggior ragione ora che le squadre sono obbligato a schierare con le nuove restrizioni otto giocatori cinesi.

 

Ma molto dipenderà, ovviamente, anche da Yannick Carrasco, che ha tutte le potenzialità per diventare una leggenda in Chinese Super League se riuscirà a superare l’impatto culturale con il nuovo ambiente.

 

Più in generale, è tutta la città di Dalian ad avere i presupposti per poter tornare ai vertici del calcio cinese, sempre che la situazione economica e politica di Wang Jianlin non precipiti improvvisamente, visti gli sviluppi recenti. Dalian è stata una delle cinque selezionate dalla Federazione nel 2012 per poter attuare programmi pilota di riforma nello sport. Secondo i dati raccolti la provincia di Liaoning, nonostante il declino dei risultati negli ultimi dieci anni dei propri club, è quella che produce ancora il maggior numero di giocatori professionisti in Super League e in League One.

 

Nonostante l’imbarazzo delle prime giornate di campionato, il Dalian Yifang può insomma provare ad ambire ad un futuro fatto di gloria nei prossimi anni e porsi come un modello manageriale affidabile visto il know how che il gruppo Wanda ha acquisito con la sua esperienza da azionista dell’Atletico Madrid. E’ grazie anche agli investimenti di squadre come il Dalian che la Chinese Super League ha le potenzialità per diventare la Premier League d’Asia, con l’ingaggio non solo di giocatori che hanno fatto il loro tempo, ma di star internazionali che potevano ambire ad un futuro roseo in Europa, come per l’appunto Yannick Carasco oppure Oscar e Ricardo Goulart prima di lui.

 

Sicuramente il 2018 per il Dalian Yifang sarà un anno nel quale stringere i denti, ma dalla prossima stagione, con un mercato più attento e un ricambio di stranieri (magari sempre utilizzando il canale dell’Atletico Madrid già da quest’estate), potremmo avere una nuova contendente per un piazzamento in Champions League.

 

 

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