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Fenerbahce - Besiktas è stata un'enorme rissa
27 set 2017
27 set 2017
I 10 migliori falli del derby di Istanbul giocato sabato.
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Sabato si è giocato uno dei derby di Istanbul, quello tra Fenerbahce e Besiktas, e alla fine dei 90 minuti sul taccuino dell’arbitro c’erano 11 ammonizioni e 5 espulsioni. Se non vi basta il dato crudo per capire quanto questa partita sia stata sopra le righe vi basti sapere che fino a quel momento in tutte le partite del campionato turco c’erano stati complessivamente 10 cartellini rossi.

 

È vero, c’era il Galatasaray che scappava in testa alla classifica, e un derby è sempre un derby, ma qui stiamo parlando di una tensione emotiva comparabile solo a quella dei soldati sovietici durante l’assedio di Leningrado e una violenza in campo da calcio storico fiorentino.

 

Era possibile capire il livello di intensità emotiva che si viveva in campo anche solo dalle facce dei giocatori e degli allenatori, le cui espressioni hanno avvicinato questo incontro più a un quadro di Goya che a una partita di calcio.

 

Ho messo in ordine di violenza i falli commessi per farvi capire di cosa sto parlando.

 



 

Per il primo quarto d’ora Fenerbahce – Besiktas sembra ancora una partita normale, almeno per gli standard del campionato turco. Al 20esimo, però, avviene il primo episodio che sblocca la partita: un normalissimo rigore solo all’apparenza, che in realtà già contiene i primi segnali che i 22 in campo stanno per scendere all’inferno.

 

La palla spiove in area dalla destra, una palla alta e tesa che arriva al limite dell’area piccola, e sul cross Janssen è in vantaggio su Medel, che prova a recuperarlo da dietro. L’attaccante olandese tende una piccola trappola al suo avversario: appena sente il contatto da dietro blocca la sua corsa e Medel, concentrato sulla palla, non può fare altro che travolgerlo. È rigore netto e probabilmente il primo ad esserne consapevole è proprio il difensore cileno, che cadendo colpisce Janssen sulla nuca con la parte interna del gomito, forse volontariamente. Pochi minuti dopo Medel, su un tackle scivolato, prende

involontario ma molto violento da Ekici. Se l’arbitro Palabiyik fosse stato un aruspice avrebbe interpretato questi eventi come segnali di sventura e avrebbe interrotto la partita immediatamente.

 



 



 

 

Su un semplice cambio di gioco, Ekici salta per colpire di testa e anticipare il ritorno di Babel. Ma l’ala olandese, invece di saltare inarca la schiena, in una mossa da Assassin’s Creed, portando fuori asse il suo avversario. Ekici inizia a roteare in aria e c’è un momento in cui potrebbe cadere rovinosamente su una spalla. Invece riesce incredibilmente a ruotare su se stesso, come un gatto lanciato dal primo piano, e a cadere sui gomiti. Siamo ormai ai margini del regno dell’involontarietà: non lo rivedremo mai più.

 



 

Al 36esimo del primo tempo le ammonizioni per il Besiktas sono già due. La seconda scatta per questo intervento di Hutchinson ancora su Ekici, che deve aver detto qualcosa di poco carino sui parenti dei giocatori del Besiktas prima della partita. Su una ripartenza, il centrocampista del Fenerbahce riesce a spostare il pallone all’ultimo momento possibile prima che l’avversario riesca a colpirlo. La

di Hutchinson, che squadra l’arbitro come un uomo privo della sufficiente virilità per arbitrare una partita del genere, per un cartellino giallo tutto sommato sacrosanto, ci fa capire in che stato mentale sono ormai i giocatori delle due squadre.

 



 




 

A fine primo tempo l’incontro non sembra già più una partita di calcio: ci sono stati 6 gialli e un rosso, e il Besiktas, in 10 contro 11, può inspiegabilmente lanciare la propria punta verso l’area avversaria palla al piede in uno contro uno. Tosun riesce a cambiare direzione improvvisamente, lasciando sul posto un Luis Neto meno mobile delle colonne di marmo della cisterna sommersa di Istanbul. Il difensore portoghese abbassa però il passaggio a livello, lasciando la gamba di richiamo sulla traiettoria di corsa dell’avversario. Tosun la colpisce con la parte bassa del ginocchio e cade rovinosamente a terra, come una macchina sportiva sbalzata fuori strada dopo aver urtato un marciapiede. Viene espulso anche Luis Neto.

 



 

In una partita normale questa scivolata di Dusko Tosic, che si lancia sulla caviglia dell’avversario con una forza tale da rischiare di lanciarla in tribuna, sarebbe considerata l’intervento più pericoloso e invece, nella macelleria messicana che è stata questa partita, è passata quasi in secondo piano. Souza che, è lì a pochi metri,

con la mimica del corpo di chi è incredulo di fronte alla decadenza del genere umano. Tosic sembra prometterle pure a lui col solo sguardo e ignora l’arbitro che gli sta mostrando il cartellino giallo.

 



 



 

 

Medel non si poteva limitare ad una gomitata appena accennata. Giocando tutta la partita da terzino destro, al 78esimo del secondo tempo segue il suo diretto avversario fino alla linea del centrocampo e poi improvvisa un colpo a metà tra il judo e il wrestling: sbilancia prima Potuk con la gamba sinistra e poi lo finisce piantandogli il gomito sulla tempia, in una mossa che potremmo tranquillamente vedere su un ring della WWE. Potuk si rialza e cerca subito di capire le ragioni del suo avversario, prendendolo per il collo. Verranno entrambi ammoniti.

 



 

Ma nella violenza ci può essere anche bellezza. Al 49esimo del secondo tempo Janssen si lancia su un cross in area che il portiere del Fenerbahce, Fabri, sta respingendo coi pugni. I due si colpiscono a un’intensità tale che cadono a terra con una rotazione perfettamente simmetrica a terra, in un remake quasi identico della

.

 



 

Al 24esimo del primo tempo Quaresma ha già iniziato a perdere il lume della ragione. Il suo intervento passivo-aggressivo è un dettaglio sullo sfondo di un intervento ben più plateale di Tufan e può essere notato solo dopo aver rivisto l’azione diverse volte. Il trequartista portoghese sta portando palla sulla trequarti in verticale, poco dopo il cerchio di centrocampo, ma viene atterrato da dietro da Souza, che gli sporca il pallone. Il possesso viene recuperato da Hutchinson che, però, provando a controllare il pallone con la suola, perde il piede d’appoggio, rischiando anche di girarsi la caviglia. Tufan, un uomo poco incline alle sottigliezze, arriva come un giocatore di rugby che sta prendendo la rincorsa per un calcio di trasformazione e colpisce la gamba di Hutchinson, che stava già volando per aria.

 

Quaresma, mentre va in scena questa scena da scontro di piazza, in una frazione di secondo improvvisa una coordinazione perfetta nel trascinare a terra Souza e, contemporaneamente, dargli un calcio sulla coscia. Scoppia la prima rissa.

 



 




 

È il 41esimo del primo tempo e Valbuena sta controllando a fatica un pallone nella propria metà campo, mentre il Besiktas tenta di recuperare il pallone in alto. Quaresma cerca di intervenire una prima volta, sbilanciando l’ala francese, che però riesce miracolosamente a rimanere in piedi. A quel punto, forse indispettito da una tale mancanza di rispetto, Quaresma lo colpisce fortissimo sul piede che ha appena appoggiato a terra, il fragilissimo appoggio su cui si basava tutto il suo equilibrio rimasto. Valbuena col rinculo del colpo subito rischia addirittura di sbattere violentemente la testa a terra.

 

Non pago di non essere stato espulso per questo fallo, due minuti dopo Quaresma rifila un

al solito Ekici e si fa espellere.

 






 

 

La violenza di un intervento non si misura solo dall’intensità di un colpo o dalla sua potenziale capacità di fare male un avversario, ma anche dalla sua insensatezza, dalla sua totale estraneità alla logica del gioco. Ekici, che è riuscito clamorosamente a finire questa partita solamente con un cartellino giallo, deve aver ben chiaro questo concetto in testa.

 

Al 30esimo del primo tempo il Besiktas riparte in transizione, ma lo spunto di Talisca è isolato: la difesa del Fenerbahce è sostanzialmente schierata e stanno rientrando anche un paio di centrocampisti. Nonostante ciò, Ekici punta il giocatore brasiliano con l’unico intento di abbatterlo: cambia la sua direzione in corsa per arrivare con il massimo della forza possibile allo scontro e poi

sulla parte inferiore della coscia. È davvero incredibile che nessuno dei due sia andato in mille pezzi dopo un contrasto simile.

 



 



 

 

Al 75esimo del secondo tempo entra in campo Ismail Köybasi e con lui cade la tessera del domino che trascinerà la partita definitivamente nell’entropia. Un minuto dopo il Fenerbahce ha l’occasione per chiudere definitivamente la partita. Potuk mette un cross basso e teso in mezzo all’area piccola: Tufan è solo e a porta vuota, ma la palla gli sbatte sulla coscia e poi sul palo, mentre finisce rovinosamente imbrigliato nella rete. All’85esimo un contropiede di Janssen porta Giuliano a tirare sulla mano di Hutchinson, che viene espulso per doppia ammonizione. Il rigore trasformato proprio da Janssen sembra chiudere finalmente la partita ma la regia non fa in tempo a mandare il replay che il Besiktas sull’azione del calcio di inizio ha già accorciato le distanze con un colpo di testa di Babel, lasciato solo in mezzo all’area senza alcun motivo logico. Appena le telecamere tornano in diretta Köybasi entra col piede a martello sulla tibia di Özyakup, con l’unico motivo apparente di non farlo più camminare.

 

Scoppia un’altra rissa e finalmente vediamo Pepe buttarsi nella mischia. Ma persino lui sembra spaesato di fronte a quella che ormai non ha nulla più a che vedere con una partita di calcio e che ha sempre più le sembianze di una battaglia campale, o di una battuta di caccia. In un contesto del genere sembra l’unico in grado di riportare un po’ di tranquillità. Alla fine, e questo mi sembra più che indicativo, è stato uno dei pochi a non essere stato nemmeno ammonito.

 

 

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