Febbre da Calciomercato invernale
Commento live delle trattative più interessanti della sessione invernale.
Commento live delle trattative più interessanti della sessione invernale.
Lista dei desideri: Roma
di Emiliano Battazzi
[Giovedì 12, pomeriggio]
Adelante con juicio: questa sarebbe la visione del mondo che Fabregas porterebbe alla Roma. Alla ricerca del necessario sostituito di Salah, i giallorossi avrebbero bisogno anche di un giocatore diverso, in grado di fermare il gioco, chiamare la cosiddetta pausa, fenomeno calcistico immateriale e inafferrabile, eppure indispensabile. Sabatini aveva pensato a Borja Valero in estate; adesso si parla di Fabregas, che nel Chelsea di Conte però proprio nell’ultimo periodo sembra aver trovato una nuova dimensione, quasi alla Pirlo: 2,8 passaggi chiave per 90 minuti, 5 assist in soli 490 minuti. I suoi limiti fisici però sono evidenti in un campionato intenso come la Premier League, e Conte continua comunque a preferire la coppia Matic-Kantè.
Alla Roma farebbe comodo, forse non tanto come regista ma da mezzala di raccordo: capace di servire sempre il compagno in profondità, ma soprattutto di capire i momenti della partita, e rallentare. Così Nainggolan potrebbe tornare finalmente unchained nella metà campo, senza per forza muoversi da falso trequartista. Perotti avrebbe un nuovo catalizzatore di gioco con cui dialogare (dopo l’addio di Pjanic), De Rossi avrebbe un passaggio intermedio, Spalletti potrebbe finalmente ridurre i giri. Per una squadra che vive di verticalità e non riesce a gestire situazioni di gioco semplici (da Cagliari all’Austria Vienna, la Roma è spesso frenetica, fa e disfà), Fabregas non sarebbe solo un giocatore aggiuntivo, ma un modo di vedere il calcio, e una serie di soluzioni nuove.
Tre possibili soluzioni della questione Payet
di Alfredo Giacobbe
[Giovedì 12, pomeriggio]
“Diventiamo seri. Ho un problema con un giocatore. È Dimitri Payet. Vuole andarsene”. Questa è la dichiarazione con la quale Slaven Bilic ha gettato nel panico i tifosi del West Ham e mandato in estasi quelli delle maggiori squadre europee, alle prese con il calciomercato invernale. I dolori del giovane Dimitri non erano del tutto ignoti: già lo scorso 19 dicembre, Payet aveva ammesso di essere attratto da un futuro lontano da Londra.
Ma che Payet venga ceduto in questa sessione di mercato non è affatto scontato, nonostante la stagione del West Ham sia ormai compromessa: è tredicesimo in Premier League e fuori da ogni altra competizione. Payet spesso trasforma le partite degli Hammers in un “One-man show”, il loro attacco dipende in larga parte dal suo talento. Inoltre sul francese è stato fatto un investimento molto oneroso: dopo i 15 milioni spesi per prelevarlo dal Marsiglia un anno e mezzo fa, il suo contratto è stato rinnovato fino al 2021 e il suo ingaggio è stato ritoccato fino agli attuali 16,1 milioni di euro annui.
Ciò nonostante, le dichiarazioni di Bilic (“Non giocherà ma non sarà ceduto”) e quelle delle persone vicine al chairman Gold (per le quali il West Ham rifiuterebbe anche un’offerta da 57,6 milioni di euro) mirano forse solo a tenere il prezzo di vendita alto. Fatta la tara dei costi del trasferimento, solo pochi e prestigiosi club potrebbero quindi permettersi le prestazioni di Payet.
Soluzione realistica: PSG, Manchester United o Real Madrid
Chi può realisticamente mettere sul piatto la cifra necessaria per togliere Payet al West Ham? Probabilmente tre squadre in tutto, col PSG favorito su Manchester United e Real Madrid per la comunanza con lo sponsor tecnico del giocatore. Ma il PSG ha appena sistemato la fascia sinistra, sborsando 40 milioni di euro per Julian Draxler. Mourinho invece ha dichiarato che lo United sta risparmiando per la Grande Campagna Estiva e in questa sessione avverranno solo cessioni. In un certo senso, l’uscita di Payet è stata persino tardiva. Può essere interessato il Real Madrid? Con Bale seriamente infortunato e CR7 sempre più punta centrale, Payet potrebbe costituire un’alternativa sia nel 4-3-3 che nel 4-4-2. Forse Zidane potrebbe provare a convincere Bilic con una contropartita tecnica. Riuscite a immaginare James Rodriguez in maglia “claret and blue”?
Soluzione esotica: Chinese Super League
Nonostante la chiamata del Partito a calmierare i costi delle operazioni legate al calcio, la Cina è comunque la terra promessa di chi è interessato ai grossi guadagni immediati. Noi che amiamo il calcio perderemmo la possibilità di continuare a seguire un calciatore fantastico, mentre a Payet resterebbe appiccicata l’etichetta del mercenario.
Soluzione romantica: Marsiglia
Dimitri Payet torna lì dove il Loco Bielsa gli ha infuso nuova vita, donandogli il pieno controllo delle sue potenzialità. La nuova proprietà del tycoon americano McCourt ha bisogno di un colpo ad effetto per annunciare le proprie intenzioni bellicose al mondo. Anzi, pare che una prima offerta, ovviamente al ribasso, sia già pervenuta alla società londinese. Payet giustificherebbe la sua ribellione con la scelta di cuore, il Marsiglia avrebbe il suo giocatore-simbolo, il West Ham incasserebbe una cifra considerevole.
5 mestieri che potrebbe fare Zaza qualora non trovasse una squadra
di Marco d’Ottavi
[Giovedì 12, mattina]
Essere senza un posto dove andare, mentre il mercato di gennaio infuria intorno a te, non è mai simpatico. Simone Zaza si trova nella non invidiabile posizione di non conoscere il proprio futuro dopo aver puntato tutto sulla Premier League. Se dovesse fallire nell’intento di trovare una squadra nei prossimi giorni, perché non dedicarsi ad altro? Le sue caratteristiche psico-fisiche lo rendono adatto a tantissimi mestieri che non sono l’attaccante. Ecco cinque lavori che potrebbe fare Simone Zaza con quella voglia che ha addosso di pressare tutti:
5. Quello che ti chiede soldi per qualche buona causa fuori dalle stazioni
Mestiere nobilissimo, per carità, ma è il corrispettivo non calcistico del pressare alla morte i difensori avversari.
4. Consegna pizze
Consegnare le pizze è il classico mestiere di chi deve svoltare qualche euro per nuovi tatuaggi o per fuori sede che non vogliono chiedere troppi soldi ai genitori. Simone Zaza rientra a pieno in queste categorie, in più sarebbe davvero abile nel farlo. Se volete che la vostra pizza arrivi in perfetto orario e ancora calda, fatevela consegnare da Simone Zaza. Se siete fortunati vi apre la porta in scivolata.
3. Quello che scappa col costume imbottito negli addestramenti dei cani
Perfetto soprattutto per quegli addestratori che vogliono che poi sia l’uomo ad inseguire e mordere i cani.
2. Bagnino
Simone Zaza è cresciuto a due passi dallo Jonio, quindi sicuramente sarà un abile nuotatore. Potrebbe sfruttare questo periodo di inattività, diciamo fino a Settembre, tenendosi in forma con il salvataggio. Correre tutte le battigie d’Italia alla ricerca di bagnanti in difficoltà. Farebbe bene al suo morale, salvare una vita è comunque più fico che recuperare un pallone, e farebbe bene anche a noi che non sappiamo nuotare bene.
1. Barman
Zaza c’ha un po’ la faccia da barman da discoteca di provincia. Di quelli fighetti che fanno le smorfie quando gli chiedi un semplice Vodka Lemon. Con la sua energia non avrebbe problemi a lavorare fino alle sei del mattino, anzi sarebbe uno di quei barman matti che ad un certo punto salgono sul bancone e iniziano a ballare.
Il Siviglia aveva veramente bisogno di comprare Jovetic?
risponde Daniele V. Morrone
[Mercoledì 11, pomeriggio]
La risposta a questa domanda è arrivata per bocca di Monchi direttamente il giorno della presentazione di Jovetic: “Ben Yedder e Vietto sono giocatori con caratteristiche distinte, cercavamo un giocatore che potesse essere schierato come punta unica, giocarci insieme e soprattutto che potesse partecipare al gioco della squadra. [Jovetic] è un giocatore tecnicamente ottimo nel controllo di palla e che sa fare gol.”
In sostanza Sampaoli deve aver chiesto un terzo profilo per completare il reparto offensivo così da poter all’occorrenza giocare con due punte. Al momento Vietto e Ben Yedder sono giocatori diversi che si completano a vicenda: Vietto si muove tantissimo fuori dall’area e partecipa al gioco della squadra con appoggi e movimenti perfetti, mentre Ben Yedder è più un giocatore d’impatto grazie alla sua freddezza col pallone sia negli scambi che davanti al portiere. Volendo utilizzarli entrambi allora manca chiaramente un terzo attaccante.
Esattamente come con Nasri in questo caso Monchi doveva avere Jovetic in cima alla lista dei desideri in passato e ha deciso di prenderlo ora che il valore di mercato è al minimo (prestito con riscatto non obbligatorio a 14 milioni), fidandosi del lavoro dello staff tecnico per farlo tornare quello del 2013. Dovesse funzionare il lavoro di Sampaoli allora il Siviglia si ritroverebbe praticamente a prezzo di saldo un giocatore in grado di fare la differenza. Non dovesse funzionare avrebbe comunque una riserva accettabile per 6 mesi.
Abdennour è di un altro livello
di Daniele Manusia
[Mercoledì 11, pomeriggio]
Quante cose cambiano in un anno e mezzo. Nella sessione di mercato estiva del 2015 Abdennour sembrava vicino al Barcellona, invece è finito al Valencia per 30 milioni e oggi – 6 allenatori dopo – si parla di lui per il Torino. Non so da dove nascano questo tipo di voci, ma è chiaro come la stampa italiana sia attenta ad amplificare al minimo segnale che possa confermarle. Trasformando, ad esempio, una dichiarazione normale (parafraso l’estratto in questione dell’intervista di Abdennour a Tuttosport: sto bene a Valencia ma fa piacere si parli del me per il mercato, ho giocato in Germania, Francia e Spagna, non ho giocato in Inghilterra e Italia e sono due campionati che mi piacciono) in una richiesta d’aiuto: “Abdennour chiama il Torino”.
Partendo dal presupposto che Abdennour, nonostante il periodo tragicomico che sta vivendo a Valencia (in cui è stato fatto giocare anche da terzino), in teoria potrebbe ambire a un trasferimento più prestigioso, anche solo in prestito, per puntare poi eventualmente a un trasferimento più conveniente dal punto di vista economico, e che stiamo parlando di un giocatore semplicemente di un altro livello rispetto a quelli attualmente in rosa al Torino, dato che nel calcio tutto è possibile vale la pena ragionarci un momento.
Per chi non lo conosce, Abdennour è un difensore aggressivo in virtù di un atletismo e un’esplosività che compensano una costituzione pesante che, altrimenti, potrebbe diventare un limite, e quando non è in forma si vede. È grosso, veloce e tecnico: nel senso che non perde mai di vista la palla anche quando è tra i piedi dell’attaccante. Per questo a me è sempre piaciuto molto, perché è uno dei pochi difensori che gioca sempre per riconquistare palla. E poi è un maestro dell’antica arte della scivolata.
La situazione ideale per Abdennour è l’incubo di qualsiasi altro difensore: l’uno contro uno in profondità. Anche con giocatori più veloci e rapidi Abdennour riesce a scegliere il tempo giusto per l’intervento, o a prendere contatto per rallentarli e frapporsi con il corpo tra palla e avversario. È un giocatore molto istintivo che dà il meglio nelle situazioni limite, in questo forse si vede anche che non ha una formazione da centrale puro ma che è cresciuto, calcisticamente parlando, giocando in tutti i ruoli difensivi del centro-sinistra (anche se come terzino, oggi come oggi, è improponibile perché negli anni ha aggiunto uno strato di pesantezza che ormai gli impedisce di spingersi molto in avanti e molto lontano dal centro). In generale, però, secondo me si tratta di un giocatore più a suo agio in una difesa a 3 che a 4.
La coppia di difensori centrali del Torino di Mihajlovic deve coprire molto spazio, per questo sono anche molto prudenti e tendono ad indietreggiare. Non mi sembra il contesto migliore per un difensore verticale, di grande corsa, sì, ma quando c’è da recuperare verso la propria porta. Per difendere posizionalmente forse persino un difensore mediocre può essere più utile di lui.
Anche a livello mentale Abdennour è un giocatore intenso (anche se nonostante l’aspetto, come scrivevo un anno e mezzo fa, ha un carattere riflessivo e persino dolce) che non so quanto si troverebbe bene in una squadra di metà classifica con il baricentro spesso piuttosto basso. Se cala la tensione non può ricorrere all’esperienza nel ruolo e rischia di perdersi in un bicchiere d’acqua con o senza palla.
Tecnicamente ha un piede sinistro che gli permette di verticalizzare sempre tra le linee (quando gioca al centro, da terzino o comunque se si trova troppo largo torna quasi sempre indietro) e anche di lanciare in profondità. Anche per questo sembra più adatto a una difesa a 3 con compiti di impostazione. Magari sarebbe stato perfetto per il Torino di Ventura, meno per quello di Mihajlovic.
Insomma, il suo possibile trasferimento a Torino mi farebbe pensare più a un’occasione colta al volo di aggiungere alla rosa un giocatore di valore senza però chiedersi veramente quanto sia adatto (anche se attualmente è impegnato in Coppa d’Africa, con la Tunisia). Nell’eventualità che si concretizzasse davvero non sono così sicuro che riusciremmo a vedere il meglio di Abdennour, anche se, ripeto, la sua superiorità tecnica è tale rispetto ai giocatori che giocano nella sua posizione ora (Castan e Rossettini) che al Torino converrebbe in ogni caso.
Lista dei desideri: Cagliari
di Federico Principi
[Mercoledì 11, mattina]
Pur essendo una squadra che subisce tantissimo (la peggior difesa con 43 gol subiti), che tiene poco palla (terzultima nella statistica del possesso con il 46%) e tende a difendere spesso in avanti, il Cagliari è solamente settimo nella classifica dei palloni intercettati con 15.79 a partita. Ha evidenziato problemi nelle scalate in avanti ad accorciare anche e soprattutto dei difensori centrali. Per questo motivo Rastelli necessiterebbe di un difensore rapido e più abile degli altri nelle letture e negli anticipi, bilanciando magari lo scarso dinamismo di Bruno Alves (comunque molto sicuro nel posizionamento e nei palloni aerei), con Ceppitelli e Salamon che finora non hanno dato adeguate garanzie.
Edoardo Goldaniga, già cercato dalla Sampdoria in estate ma sempre rimasto a Palermo, potrebbe essere il profilo giusto proprio per la sua notevole aggressività negli anticipi. Bruno Alves, data la sua esperienza, potrebbe sicuramente bilanciarlo negli atteggiamenti a volte davvero irruenti e – visto che nelle ultime partite il Cagliari sembra più orientato di prima a difendere basso – Rastelli con Goldaniga potrebbe contemporaneamente disporre di un centrale più aggressivo e un altro, proprio Bruno Alves, molto forte invece nel blocco basso. Dodicesimo miglior difensore per palloni intercettati in questa stagione (3.24 per 90 minuti), lo scorso anno Goldaniga era giunto diciassettesimo in questa classifica con 3.78 per 90 minuti. Numeri nettamente superiori a qualsiasi giocatore del Cagliari, alimentati oltretutto da una squadra (il Palermo) seconda solo all’iper-aggressiva Atalanta di Gasperini nella statistica dei palloni intercettati.
La Redazione de l'Ultimo Uomo è divisa tra Roma e Milano, ed è composta da una dozzina di ragazzi e ragazze che, generalmente parlando, ti vogliono bene.
L’ultimo capitolo di una sessione invernale particolarmente rapsodica.
Chi è e come gioca il nuovo acquisto del Napoli.
Una sessione estiva di calciomercato segnata da molti ritorni.