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Ho fatto bene a prendere Shomurodov al Fantacalcio?
15 ott 2020
15 ott 2020
Una domanda che si stanno facendo in molti.
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10 min
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Se siete arrivati fino a qui probabilmente è per via del Fantacalcio. Avete preso Shomurodov a 1 (o chissà magari anche di più, se siete finiti in una lega di pazzi che ha speso di più per Junior Messias che per CR7) e adesso volete delle rassicurazioni. Lo avete preso perché il Genoa ci ha speso una piccola fortuna (7,5 milioni di euro), perché nelle carovane di giocatori che la società di Preziosi tratta in ogni sessione di mercato qualcuno di interessante si trova sempre, perché magari potrebbe essere lui “l’attaccante dell’Est” super prolifico del Grifone dopo Piatek o perché ve ne ha parlato il vostro amico che la sa lunga, che vi ha assicurato che è fortissimo. E anche se sapete benissimo che nessuno potrà mai dirvi esattamente quanti gol segnerà il nuovo attaccante uzbeko del Genoa quest’anno non ce l’avete fatta a non cliccare. Perché volete essere sicuri che quel fantamilione è stato speso bene, anche se è una valuta che nemmeno esiste nella realtà.

Per fortuna per voi qua ci sono io, che come voi ho speso quel maledetto fantamilione sul “Messi uzbeko” (per fortuna gioco in una lega in cui Junior Messias non è stato nemmeno acquistato) e come voi ho preso talmente sul serio il Fantacalcio da averlo reso addirittura parte del mio lavoro per una settimana. E quindi eccoci qui, insieme, a cercare rassicurazioni sul futuro della mia fantasquadra, a leggere nelle poche informazioni disponibili il futuro, ovvero possibili indicazioni su quei bonus e quei malus che a fine stagione potrebbero risultare decisivi. Come aruspici che frugano nelle viscere di questo animale morto ma potentissimo chiamato Fantacalcio.

Cosa sappiamo

Purtroppo per noi di Eldor Shomurodov si sa pochissimo. Ho provato a mettere insieme i pochi pezzi che si trovano nella lista che trovate di seguito, nella speranza di trarne qualche conclusione soddisfacente:

  • Shomurodov è nato a Jakurgan in una regione remota dell’Uzbekistan, quasi al confine con l’Afghanistan. La città è più vicina a Kabul, capitale dell’Afghanistan (circa 490 chilometri), di quanto lo sia a Tashkent, capitale dell’Uzbekistan (circa 670). L’Uzbekistan al momento è 85esimo nel ranking FIFA, tra Haiti e il Benin. L’Afghanistan è 149esimo, tra Burundi e Nicaragua.

  • Shomurodov viene da una famiglia di calciatori. Il padre, Azamat, era un centrocampista mentre lo zio, Ilkhom, era attaccante, proprio al Bunyodkor. Suo fratello, invece, ha intrapreso gli studi universitari di lingua e letteratura russa - una passione che a sua volta sembra in un certo senso familiare. Secondo la Gazzetta dello Sport, infatti, Shomurodov legge molto e ama la storia. Tra i suoi libri ce ne sarebbe anche uno non specificato “sul ruolo della Russia nel secondo conflitto mondiale”.

  • L’Uzbekistan è anche la terra in cui Shomurodov è cresciuto calcisticamente. Prima al Mash’al Mubarek (9 presenze e 0 gol secondo Wikipedia), poi al Bunyodkor (58 presenze e 13 gol secondo Transfermarkt), che negli ultimi anni si è affermata come una delle squadre più importanti del Paese nonostante uno stemma che sembra uscito da Power Point.

  • Il Bunyodkor è diventato famoso in Europa quando nel settembre del 2008 mise sotto contratto Rivaldo per un paio d’anni. Per questa ragione Shomurodov (che ha iniziato a giocare nel Bunyodkor nel 2015) lo annovera tra le sue influenze: «Era incredibile vederlo segnare, un giorno gli strinsi la mano e i compagni mi dissero di non lavarla più». Gli altri attaccanti a cui si ispira sono Fernando Torres e Drogba.

  • Dal suo esordio in Nazionale maggiore, nel settembre del 2015, Shomurodov è velocemente diventato il giocatore più importante dell’Uzbekistan. Una cosa meno scontata di quanto sembri vista la crescita che sta attraversando il movimento calcistico locale negli ultimi anni. Lo stesso Shomurodov insieme all’Uzbekistan nel 2014 partecipò alla Coppa d’Asia Under 19 arrivando fino in semifinale e al Mondiale Under 20 dell’anno successivo, fino ai quarti di finale. L’anno scorso l’Uzbekistan è arrivato fino agli ottavi di finale della Coppa d’Asia, dov’è stato eliminato dall’Australia solo ai rigori. In quel torneo Shomurodov ha segnato 4 gol, meno solo dell’attaccante del Qatar, Almoez Ali. La squadra centroasiatica è anche arrivata prima nel suo girone di qualificazione ai Mondiali del 2022 e Shomurodov, con 6 gol, si è qualificato secondo tra i capocannonieri di tutte le qualificazioni asiatiche (dietro all’attaccante siriano Omar al Somah).

  • Shomurodov ha iniziato la sua scalata al calcio europeo al Rostov, dove si è trasferito nell’estate del 2017. Pochi mesi dopo sulla panchina della squadra russa si è seduto Valeri Karpin, ex giocatore russo di Real Sociedad, Valencia e Celta Vigo, tra le altre. Karpin ama andare in panchina con giubbotto e guanti di pelle, e al Rostov ha stabilito un piccolo ciclo culminato con il quinto posto dello scorso anno, il risultato più positivo al momento. Il Rostov gioca un calcio diretto ma associativo, in cui Shomurodov era la punta di raccordo di un 4-3-3 piuttosto ortodosso.

  • Anche per Shomurodov la 2019/20 è stata la stagione migliore per ora. L’attaccante uzbeko ha fatto segnare 11 gol e 8 assist tra campionato e Coppa di Russia, affermandosi come uno dei giovani talenti più interessanti della Russian Premier Liga. Poi, però, l’interruzione dovuta alla pandemia di Covid-19 ha rotto qualcosa, probabilmente per via dei numerosi problemi avuti dal Rostov. Il 19 giugno sei giocatori della squadra russa sono risultati positivi al coronavirus e l’intera rosa è dovuta andare in quarantena per due settimane, costringendo il club a schierare la primavera per la prima partita dopo l’interruzione, contro il Sochi (perdendo 10-1). In ogni caso, da quando è ricominciato il campionato Shomurodov non ha più segnato. L’attaccante uzbeko è riuscito a rifarsi solo nella partita di qualificazione all’Europa League, contro il Maccabi Haifa lo scorso 24 settembre, segnando in compenso un gol meraviglioso.

  • Shomurodov è il secondo giocatore dell’Uzbekistan della storia della Serie A. Per una coincidenza piuttosto incredibile, anche il primo, Ilyas Zeytulaev, ha giocato al Genoa. «Non conosco Eldor di persona ma ho amici che hanno giocato in nazionale con lui», ha dichiarato Zeytulaev al Secolo XIX «Mi dicono che è umile, generoso, lavoratore, d’altra parte a noi uzbeki non spaventa la fatica. Non è uno che vive solo per il gol, alla Trezeguet. Lui aiuta molto la squadra, ricorda Shatskix, ex bomber uzbeko della Dinamo Kiev. O, per paragonarlo a uno che gioca in Italia, può somigliare a Milik».

Cosa non sappiamo (ancora)

Purtroppo per noi, però, la bontà del nostro investimento fantacalcistico non sarà valutata sull’influenza di Rivaldo su Shomurodov, o sulla sua passione per l’assedio di Leningrado, ma sul suo impatto sul campionato italiano. E questo dipenderà principalmente dalle sue caratteristiche tecniche e da come si incastreranno con il neonato progetto tecnico di Maran a Genova. Senza dimenticare che sulla testa di ogni giocatore acquistato dal Genoa in estate pesa l’ombra di una potenziale cessione a gennaio.

Shomurodov è una prima punta atipica da tanti punti di vista. Innanzitutto è uno di quei pochi numeri 9 che pensa come un numero 10. Nonostante sia molto dinamico e sappia muoversi bene anche in profondità, l’attaccante uzbeko è molto più a suo agio a venire incontro sulla trequarti per associarsi con trequartisti e centrocampisti, con tocchi spesso molto raffinati, magari di prima o di tacco. In questo senso, Shomurodov è un attaccante molto utile per quelle squadre che vogliono ordinarsi nella metà campo avversaria con il possesso attaccando posizionalmente con un’occupazione razionale degli spazi. Vedremo se quella squadra sarà il Genoa di Maran, che nella sua carriera ha sempre preferito attaccare per transizioni lunghe con molti giocatori che portano palla in progressione, qualcosa che non è proprio nelle corde di Shomurodov. L’attaccante uzbeko non sembra avere una tecnica sufficiente in progressione e in corsa spesso finisce per perdere il controllo della palla, caratteristica che in parte spiega come mai in Russia avesse statistiche così alte sui dribbling falliti (persino nella stagione 2019/20 su 1.8 dribbling tentati Shomurodov ne ha persi ben 1.1, solo altri due attaccanti del campionato russo hanno fatto peggio).

Intermezzo: Shomurodov che esulta con una cuffia da piscina, per qualche ragione.

Con la sua indole da numero 10, Shomurodov preferisce giocare a parete con il centrocampo o girarsi fronte alla porta per creare lui stesso gioco, cambiando campo in maniera molto raffinata con il destro o cercando con un filtrante i tagli alle spalle della difesa avversaria. Da questo punto di vista, Shomurodov assomiglia più che altro a un attaccante come Dzeko e i suoi numeri sulla creatività (nella stagione 2019/20 1.4 passaggi chiave e 0.19 Expected Assists per 90 minuti) sembrano destinati a crescere, a condizione ovviamente che venga messo nelle condizioni giuste.

A differenza dell’attaccante bosniaco della Roma, però, Shomurodov fa ancora fatica ad essere a tutti gli effetti un punto riferimento in avanti nel gioco aereo e nella difesa del pallone spalle alla porta. Nonostante sia molto alto (190 centimetri secondo Transfermarkt), Shomurodov ha infatti un fisico piuttosto leggero e filiforme, e nonostante abbia una buona tecnica nell’utilizzo del corpo a difesa della palla a volte sembra davvero in difficoltà nel reggere l’impatto fisico con i difensori che provano ad anticiparlo alle spalle. Anche in questo caso i numeri ci vengono in aiuto, dato che dei 9.9 duelli aerei ingaggiati per 90 minuti nella stagione 2019/20 ne ha vinti solo 3 (solo due attaccanti del campionato russo hanno perso più duelli aerei di lui, cioè Andreas Ponce e Vladimir Obukhov).

Il paradosso, in questo senso, è che invece Shomurodov in area avversaria è un ottimo colpitore di testa, e sulla capacità di anticipare i difensori avversari staccando in area imprimendo forza alla palla con il collo ha costruito alcuni dei gol più belli della sua carriera. Qualcosa che lo allontana dell’attaccante moderno che avevo dipinto in precedenza e lo avvicina ai numeri 9 vecchio stampo che vivevano in area di rigore.

Un esempio è lo splendido gol segnato al minuto 0.33 contro lo Spartak Mosca.

Shomurodov sembra avere un rapporto speciale con l’aria, ovvero con i gol in sospensione, e forse è questo aspetto così spettacolare del suo gioco ad averlo reso appetibile per dei palati così esigenti come i nostri. Come se fosse un artista concentrato su un’unica forma geometrica, l’attaccante uzbeko ha messo in mostra la sua grande tecnica di calcio con il destro soprattutto con alcuni assurdi gol al volo in area (se non vi è bastato quello con il Maccabi Haifa mostrato all’inizio, vi consiglio di andare al minuto 1.40 del video qui sopra) il che è ancora una volta paradossale se pensiamo che è un giocatore che non ama particolarmente tirare da fuori area (nella stagione 2019/20 dei 3 tiri per 90 minuti fatti quasi tutti - 2.6 - sono arrivati da dentro l’area di rigore). Shomurodov, insomma, sembra molto razionale e associativo finché non vede la possibilità di segnare e non è raro che la sua ambizione lo porti a vedere occasioni anche in momenti o posizioni in cui nessuno se le aspetterebbe.

Da questo punto di vista, Shomurodov è un attaccante che ha un rapporto più complesso con il gol di quanto non lo avesse, ad esempio, Piatek - che viveva per tirare in area di rigore e la cui stessa esistenza sembrava dipendere dalla capacità di mettere a referto il proprio nome sul tabellino dei marcatori. Anche perché, dal poco che si è visto (cioè tre stagioni e un’altra manciata di partite in Russia), Shomurodov non sembra poter ambire a quelle medie realizzative. Nelle tre stagioni al Rostov, infatti, l’attaccante uzbeko non è mai riuscito ad andare oltre i gol che ci si aspettava in media per le occasioni avute a disposizione - anche nella sua annata migliore, la 2019/20, in cui i non-penalty goals sono stati 11 da 12.1 Expected Goals prodotti. Di sicuro non una buona notizia per il vostro fantamilione, che scommetto adesso state rimpiangendo di non aver speso per Emmanuel Rivière.

D’altra parte, questo è forse l’aspetto più positivo ma meno discusso del Fantacalcio. E cioè di farci seguire con ansia le prestazioni di un attaccante uzbeko che non abbiamo mai visto giocare e che mai avremmo seguito altrimenti. Scoprendo, di riflesso, quanto sia complesso, sottile e fragile il confine tra una stagione da 15 gol e una da 3.

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