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Fabio Barcellona
La fase di possesso del Milan funziona già molto bene
04 set 2023
04 set 2023
Contro la Roma abbiamo visto i principi che Pioli vuole applicare questa stagione.
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Fabio Barcellona
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Antonietta Baldassarre / IMAGO
(foto) Antonietta Baldassarre / IMAGO
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Roma e Milan arrivavano alla loro sfida da momenti di forma opposti. La squadra di Mourinho era reduce da 4 gol subiti da Salernitana e Verona e un solo punto in classifica dopo due partite - consolata solo in parte dall'arrivo di Romelu Lukaku sul mercato. Il Milan invece volava sulle onde dell’entusiasmo per le convincenti vittorie contro Bologna e Torino, forte di un’identità tattica che, a dispetto dei tanti cambiamenti in rosa, sembra già piuttosto definita. La partita dell'Olimpico rappresentava un test importante per la squadra di Pioli. L'inizio contro Bologna e Torino non era stato certo comodo, sulla carta, ma la Roma di Mourinho aveva dimostrato gli scorsi anni di saper distruggere il gioco avversario come poche altre squadre in Europa.

Di questa partita abbiamo parlato anche in Che Partita Hai Visto, il podcast dedicato ai nostri abbonati in cui commentiamo le partite più importanti della settimana. Se non siete ancora abbonati, potete farlo cliccando qui.

È stata subito la partita che immaginavamo. Il Milan si è messo al centro della scena, provando a controllare il gioco attraverso il pallone. Dall’altro lato del campo la Roma, per necessità e volontà, ha contrapposto un calcio reattivo che del resto fa parte della sua identità tattica.Il dato del possesso palla è eloquente delle volontà tattiche di Roma e Milan. Nei cinque minuti che hanno preceduto il fallo da rigore di Rui Patricio su Loftus-Cheek i rossoneri avevano tenuto palla per il 78% del tempo, a dimostrazione che gli uomini di Pioli erano venuti a Roma con la chiara intenzione di tenere il pallone tra i piedi, muovere dietro la difesa avversaria, controllare il match e creare pericoli per la porta avversaria.Qual è stata la strategia del Milan di PioliLa partita ha dimostrato che Pioli ha già idee molto chiare per questa stagione. L’idea di base è quella di costruire con 5 uomini, mentre i rimanenti 5 occupano, in posizione più avanzata, i corridoi verticali del campo. Sono posizionati spesso alle spalle del centrocampo avversario e sfruttano l’intera ampiezza.All’interno di questa struttura, il Milan può esprimere con grande fluidità la sua circolazione della palla. Sono i giocatori a dovere leggere gli spazi e a occupare le posizioni. Contro la Roma l’idea iniziale di Pioli è stata quella di costruire dal basso con uno schieramento 3+2 asimmetrico, che impegnava in maniera diversa i due terzini. Calabria si è costantemente accentrato giocando da interno al fianco di Krunic, mentre Theo Hernandez è rimasto aperto a supportare la linea costituita da Tomori e Thiaw, pronto ad attaccare, in sovrapposizione, la fascia sinistra.

Calabria dentro il campo al fianco di Krunic, Theo Hernandez largo sulla sinistra: il 3+2 in fase di costruzione bassa del Milan. Più avanti Leão e Pulisic occupano l’ampiezza, mentre Loftus-Cheek e Reijnders sono alle spalle del centrocampo della Roma.

La Roma prova a rimanere compatta al centro e il Milan vuole attaccarla sull'esterno. Svuotando la zona arretrata a destra, il Milan cerca di arrivare a Loftus-Cheek o a Pulisic, entrambi molto forti nei duelli individuali. A sinistra invece Theo Hernandez resta più largo per attaccare lo spazio, bilanciandosi con i movimenti di Leão. L’azione del rigore che ha sbloccato la partita è un perfetto esempio di cosa il Milan volesse fare in campo e di come, in effetti, ci sia riuscito.Nella fase iniziale dell’azione il Milan è schierato con il suo 3+2 arretrato asimmetrico.

Tomori, mostrando di interpretare bene il concetto di “condurre per attrarre”, porta il pallone verso Belotti, fissandone la posizione, per poi scaricare verso Theo Hernandez. Più avanti Calabria, mostrando la fluidità che il gioco del Milan richiede, si alza a smarcarsi tra alle spalle della pressione.

Su Theo Hernandez si alza Cristante, la mezzala destra del 3-5-2 della Roma. Con El Shaarawy a marcare Krunic, il Milan è riuscito a ottenere, manipolando gli avversari, una chiara superiorità posizionale: Hernandez può servire Thiaw, completamente libero e con tanto campo davanti a sé.

I giocatori del Milan sanno cosa vogliono. Thiaw porta palla per separare Aouar da Loftus-Cheek, che riesce così a ricevere al fianco della mezzala romanista con spazio a disposizione. Proprio quello che il Milan voleva.

Il vantaggio posizionale creato in costruzione si è quindi propagato a catena, regalando lo spazio necessario a Loftus-Cheek per mettere in moto le sue potenti gambe e sorpassare Aouar, guadagnando un’ottima posizione in zona di rifinitura. Il triangolo con Giroud conclude brillantemente l’azione, mettendo la mezzala inglese sola davanti a Rui Patricio.

A sinistra, invece, l’idea era quella di utilizzare Theo Hernandez per sfruttare negli spazi l’inevitabile attenzione dedicata agli avversari al controllo di Leão. Un esempio è l’azione al minuto 51 della partita, che porta a un pericolosissimo tiro dal limite di Loftus-Cheek e il Milan ad un passo dal terzo gol. Inizialmente il Milan costruisce con il solito 3+2 asimmetrico con Theo Hernandez alto.

Krunic con un cenno della testa (e non sappiamo se anche con la voce) fa segno a Hernandez di avanzare.

Il Milan, in vantaggio numerico di 5 contro 4 (le due punte e le due mezzali giallorosse) contro la pressione della Roma manipola la posizione dei difendenti, passando anche da Maignan, e riesce a creare superiorità posizionale, mettendo in mezzo Cristante tra Krunic e Theo Hernandez.

Cristante, messo in mezzo tra Krunic e Theo Hernandez, non sa bene se rimanere sul terzino o andare su Krunic. Sceglie di alzarsi sul bosniaco, chiamando la scalata in avanti di Celik.

Celik arriva in ritardo, consentendo a Theo Hernandez di scaricare su Reijnders. Il ritardo e la foga nella scalata di Celik permettono a Hernandez di prenderlo in contropiede e di ricevere in avanti il passaggio di ritorno di Reijnders. Il terzino francese può così attaccare la profondità senza alcun giocatore della Roma pronto a contrastarlo.

Mancini segue da vicino Leão che, leggendo lo sviluppo dell’azione e le posizioni dei compagni si posiziona internamente, rendendo indisponibile il suo marcatore al contrasto di Hernandez e liberando così tutta la fascia per la progressione del terzino francese

I calciatori del Milan padroneggiano già bene i principi di gioco di Pioli. Il posizionamento ad altezze diverse, la ricerca degli smarcamenti alle spalle dei difendenti, le conduzioni per attrarre, le pause, gli isolamenti in ampiezza: tutte cose che già funzionano bene. È chiaro: questa proposta di gioco rischia di diventare rigida o prevedibile, e per superare questi rischi la squadra ha bisogno di continue letture dei suoi giocatori, per aggiustare sempre letture, posizioni, scelte di passaggio. Anche la fluidità posizionale, con i giocatori che seguono la traccia migliore per ricevere il pallone, o per creare spazi, è una conseguenza della comprensione della strategia di possesso palla voluta da Pioli.

Due esempi della fluidità del Milan. Nel primo caso Reijnders si abbassa sulla linea di Tomori e Thiaw, Hernandez prende l’ampiezza e Leão prende il mezzo spazio di sinistra al posto dell’olandese. Nella seconda azione Krunic si abbassa in costruzione e Theo Hernandez stringe al fianco di Calabria ricostituendo la linea a 2 di centrocampo

Anche gli aggiustamenti della circolazione del pallone in funzione degli avversari sono sembrati per adesso particolarmente centrati. Contro il Torino che, pressando in maniera più aggressiva, non concedeva superiorità numerica in zona arretrata al Milan, i rossoneri hanno allungato il campo regalando gli uno contro uno ai suoi giocatori in uno spazio più ampio e hanno utilizzato più spesso in costruzione Maignan, per ottenere superiorità numerica in costruzione. Contro la Roma che, invece, ha aspettato gli attacchi avversari a cavallo della metà campo e pressando con le due punte i tre costruttori avversari, il Milan ha utilizzato meno Maignan e ha cercato di liberare spazio esterno per Loftus-Cheek e Pulisic a destra, e Theo Hernandez e Leão a sinistra.La campagna acquisti ha regalato pericolosità sulla fascia destra, riequilibrando lo squilibrio con la fascia opposta delle passate stagioni. Loftus-Cheek con la sua potenza e la sua progressione, e Pulisic con la sua tecnica e capacità di conduzione ad alta velocità sembrano innesti fondamentali, in grado di aggiungere in maniera decisiva incisività all’attacco della squadra di Pioli. In mezzo al campo Reijnders è una mezzala cerebrale, dai movimenti particolarmente raffinati, preziosissima all’interno del calcio che il Milan pare voglia giocare quest’anno.Dall'altro lato del campo la Roma non ha di certo ostacolato con particolare efficacia l'ottima partita del Milan. La squadra di Mourinho non è riuscita a fare una partita di pura occupazione degli spazi nella propria metà campo o, in alternativa, a pressare forte la circolazione del pallone avversaria a cavallo della linea di centrocampo. Fondamentale, in questo senso, sono state le posizioni di Theo Hernandez e delle due mezzali Loftus-Cheek e Rejinders. La posizione aperta di Hernandez ha attirato quasi sempre Cristante, liberando spazi alle spalle per Rejinders e isolando Leao contro Celik. Al contempo, contro i due giocatori di mezzo del sistema di costruzione 3+2 del Milan, la Roma è sempre stata indecisa se attendere bassa o alzare aggressivamente Paredes e Aouar su Krunic e Calabria e, dietro di loro, i due braccetti Mancini e Llorente su Loftus-Cheek e Rejinders. La Roma non è stata capace di fare bene né un'occupazione di spazi più prudente e posizionale, né una difesa più aggressiva con scalate coraggiose in avanti. Presa in mezzo al guado, i giallorossi si sono consegnati alla circolazione palla del Milan, almeno fino all'espulsione di Tomori. Insomma, per il Milan è stata una partita dominata e vinta con ampio merito. Il calendario del Milan non era affatto morbido: Bologna, Torino e Roma hanno posto alla squadra di Pioli problemi tattici sempre diversi, e tutti risolti brillantemente appoggiandosi ai nuovi principi e a giocatori che, si poteva pensare, avrebbero avuto bisogno di più tempo per integrarsi in un nuovo Paese e in un nuovo campionato. Evidentemente aver agito tempestivamente sul mercato, con acquisti arrivati molto presto, ha aiutato un ambientamento rapido. La squadra di Pioli può affrontare il derby con entusiasmo.

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