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Flavio Fusi
Fare quasi sul serio
10 ago 2016
10 ago 2016
Mentre Sampaoli costruisce il Siviglia, Zidane vince la sua seconda finale europea
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Flavio Fusi
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Quella giocata ieri è stata la terza Supercoppa Europa consecutiva messa in palio tra due squadre spagnole, se la sono contesa il Real Madrid di Zidane, vincitore della Champions League, e il Siviglia dominatore dell’Europa League, alla prima gara ufficiale sotto la guida di Jorge Sampaoli. Era la seconda volta in tre anni che le due squadre si affrontavano in questo trofeo, con il Siviglia desideroso di vendicare la sconfitta del 2014.

 

Zidane ha dovuto fare i conti con diverse assenze, tra guai fisici e giocatori ancora non in condizione dopo Euro 2016: Cristiano Ronaldo, Coentrao e Keylor Navas sono rimasti a Madrid per infortunio; mentre Bale, Kroos e Pepe non sono stati ritenuti pronti per giocare; Benzema, in dubbio, è andato in panchina (così come Modrić).

 

Nonostante le numerose defezioni, Zidane è riuscito a schierare, in un 4-3-3, un undici titolare di tutto rispetto: con la linea a quattro formata da Carvajal, Varane, Ramos e Marcelo a protezione della porta di Kiko Casilla, un centrocampo con Kovacic ed Isco ai lati dell’equilibratore Casemiro, mentre Lucas Vázquez a destra e Sergio Asensio a sinistra hanno appoggiato l’unica punta Morata.

 

Sampaoli ha dovuto rinunciare solo a due infortunati di lungo corso: Trémoulinas e Krohn-Dehli, e inizialmente aveva optato per la difesa a 3, ma già al quarto minuto ha cambiato, chiedendo a gran voce una linea difensiva a quattro (passando ad un 4-2-3-1 asimmetrico).

 


Il Siviglia si è presentato in campo con la difesa a tre con Kolo largo a sinistra, Pareja centrale e Carriço a destra, per poi spostarsi a quattro dopo pochi minuti.



 

Nel nuovo sistema di gioco, Pareja e Carriço hanno agito da centrali, con Mariano e Kolo rispettivamente terzino destro e sinistro. Iborra e N’Zonzi in coppia a centrocampo, mentre sulla trequarti Kyotake si è posizionato sul centro-destra con Vitolo a sinistra, più largo rispetto al giapponese. Franco Vázquez, invece, ha giocato alle spalle dell’unica punta Vietto.

 

 



 

L’idea del Siviglia era quella di controllare la partita mantenendo il possesso del pallone, costruendo anche con l’utilizzo attivo del portiere Sergio Rico, che l’aveva spuntata nel ballottaggio con Soria. I centrali gestivano il gioco con il supporto di N’Zonzi, di Iborra, oppure di entrambi, mentre i tre trequartisti si mantenevano alle spalle dei centrocampisti del Real Madrid per costringerli bassi, in modo da lasciare ai compagni spazio per portare il pallone nella metà-campo offensiva. Tra i tre trequartisti, Kyotake era il più propositivo nello smarcarsi e venire incontro per fornire un’opzione al portare, ma fin da subito sono emersi alcuni problemi nella circolazione di palla degli andalusi.

 

Iborra e N’Zonzi hanno gestito il possesso con sicurezza, ma non sono riusciti a fornire quel cambio di ritmo necessario a disorganizzare le linee del Real Madrid. I due esterni, Mariano e Kolo (oppure Vitolo) erano sempre larghissimi, quasi con i piedi sulla linea laterale, in modo da allargare le linee avversarie e fornire l’opzione per un cambio di fronte. Così, il Siviglia massimizzava lo spazio a disposizione in manovra, ma quando era il momento di verticalizzare su uno dei trequartisti, oppure lanciare la palla in fascia, i due centrali (il francese in particolare) hanno lasciato alquanto a desiderare, o dal punto di vista dell’esecuzione, o perché hanno temporeggiato troppo.

 


Iborra porta palla e Kyotake converge dal centro-destra aprendo una linea di passaggio tra Casemiro e Isco. In alternativa, il capitano del Siviglia ha a disposizione un cambio di gioco sulla fascia destra, dove Mariano è libero con Marcelo che mantiene la compattezza orizzontale della difesa dei blancos. Iborra temporeggia eccessivamente e quando sceglie di servire l’ex giocatore dell’Hannover, Isco riesce ad intercettare il passaggio innescando una ripartenza pericolosa.



 

Anche il centrale di difesa sinistro, Carriço, a cui è poi subentrato Rami nel secondo tempo, ha avuto qualche remora di troppo nel verticalizzare l’azione, con i brillanti Vázquez e Kyotake sempre pronti a proporsi tra le linee. Non è stato probabilmente un caso che nel pressing offensivo del Real Madrid, Morata scegliesse sempre di marcare o isolare Pareja, lasciando il difensore portoghese più libero di agire.

 


Iborra è marcato da Morata, con Carriço che ha la possibilità di far progredire il possesso servendo Kyotake, ma evidentemente non se la sente di rischiare e gira la palla verso Pareja, scusandosi con il compagno.



 

Il pressing del Real è servito a far calciare qualche pallone lungo a Sergio Rico (scatenando l’ira di Sampaoli che fedele al concetto di

, malediceva i suoi ogniqualvolta alzavano il pallone da terra), ma probabilmente avrebbe potuto essere più efficiente con il coinvolgimento di qualche uomo in più, possibilmente i terzini. Quando Carriço riceveva palla, Morata era in marcatura su Pareja, o sul centrocampista difensivo in supporto. Kovacic usciva dal 4-5-1 difensivo del Real e correva in direzione di Carriço per spingerlo a forzare una giocata, mentre Lucas Vázquez marcava Kolo, sottraendo l’opzione più comoda al portoghese, che a quel punto giocava il pallone all’indietro per il suo portiere. Sia Kovacic che Morata correvano incontro a Sergio Rico per mettergli pressione, con uno tra Casemiro e Isco che a quel punto doveva aggredire il centrocampista in supporto, ma lo faceva spesso in ritardo.

 


Lo schema di pressing del Real: Pareja è isolato e Morata può marcare Iborra. Kovacic aggredisce Carriço che non può passare a Kolo, marcato da Lucas Vázquez, e deve quindi giocare all’indietro per Sergio Rico.



 

Ciò consentiva a Rico di servirlo, oppure di giocare su uno dei due terzini, che venivano lasciati liberi, visto che quando Morata e Kovacic correvano incontro all’estremo difensore andaluso, erano i due esterni a venire dentro il campo per marcare i centrali. Insomma, un uso più aggressivo dei terzini nel pressing da parte di Zidane avrebbe potuto creare maggiori difficoltà al Siviglia, comunque sempre molto abile nell’usare il campo in ampiezza e nel liberare un uomo in fase di uscita.

 

Una volta superato il primo pressing, e trovato un uomo smarcato sull’esterno, la difficoltà per il Siviglia era nel tornare verso il centro, visto che per il Real era tutto sommato facile isolare Mariano, oppure Kolo. Il Siviglia era più difficile da inibire sulla sinistra, per via della mezza posizione di Vitolo, che era un po’ trequartista, un po’ esterno, e che collaborando con Kolo e Franco Vázquez formava una catena che ha lasciato in più di un’occasione Carvajal e Lucas Vázquez in inferiorità numerica (con Kovacić non sempre puntuale nel supportarli in fase difensiva).

 

Due componenti del trio, di solito Kolo e Vitolo, attiravano su di sé i due esterni dei merengues, mentre l’ex trequartista del Palermo aveva il compito di attaccare lo spazio alle spalle di Carvajal, per ricevere palla e creare i presupposti per la creazione di un’occasione.

 


Vitolo è larghissimo e Carvajal sceglie di marcarlo. Kolo attira il pressing di Lucas Vázquez e serve Vázquez nello spazio alle spalle del terzino spagnolo.



 

Sull’altro lato, come detto, Kyotake aveva un ruolo differente rispetto a Vitolo, ma era Vietto ad attaccare lo spazio alle spalle di Marcelo, come accaduto in occasione del gol di Franco Vázquez, con cui gli andalusi hanno pareggiato la grande realizzazione di Asensio che aveva aperto le marcature. Un non perfetto cambio di gioco di Carriço su Mariano ha costretto Marcelo a intervenire sul connazionale, che però di tacco è riuscito a servire Vietto proprio alle spalle del terzino sinistro, che ha portato fuori posizione Sergio Ramos e ha innescato la combinazione tra Vitolo e Vázquez per l’1-1.

 


La bella combinazione degli andalusi in occasione del gol di Vázquez.



 

 



 

Nonostante alcune imperfezioni, il Siviglia è riuscito per larghi tratti della partita ad imporre il proprio gioco, cosa non da poco visto il recente cambio di allenatore e di principi di gioco, oltre che i vari stravolgimenti subiti dalla rosa. Il pressing ultra-offensivo è un'altra delle caratteristiche del credo tattico di Sampaoli che gli andalusi stanno gradualmente assimilando.

 


Nel secondo tempo il blocco del Real Madrid ha indietreggiato di qualche metro, lasciando al Siviglia ancora più controllo.



 

Un po’ come già visto con il Cile, contro il Real i giocatori del Siviglia si portavano in un primo momento in marcatura sugli avversari, in modo da impedirne la ricezione (quando invece contenevano, si disponevano in un 4-4-2 con Vázquez di fianco a Vietto). La difesa accorciava il più possibile, in modo da aumentare la compattezza della squadra e impedire al Real di trovare spazio in caso di superamento della prima linea di pressione.

 

A questo punto, mentre il portatore temporeggiava, gli uomini di Sampaoli cercavano di avvicinarsi tra di loro, in modo da creare una compattezza locale tale da soffocare lo spazio a disposizione dell’avversario. Quando il portatore era isolato oppure riusciva a giocare la palla su un compagno spalle alla porta, i giocatori del Siviglia si muovevano verso il pallone, chiudendolo in una vera e propria morsa.

 


La grande compattezza in zona palla del Siviglia, permette agli andalusi di aggredire Isco con cinque giocatori.



 

L’ottima struttura in fase di possesso palla, con cui il Siviglia occupava tutto il fronte offensivo, consentiva anche l’attuazione di un efficace riaggressione. Ogniqualvolta la squadra del tecnico argentino perdeva palla in zona d’attacco, aveva sempre la presenza e i numeri per contenderla immediatamente agli avversari e ciò ha propiziato diverse situazioni di gegenpressing in cui il Siviglia ha subito potuto riproporre una nuova offensiva.

 

In ogni caso, Sampaoli ha ancora da lavorare sula coordinazione di pressing e gegenpressing, poiché livelli estremi di densità locale, scoprono inevitabilmente altre zone di campo e contro giocatori abili anche sottopressione (Marcelo, Ramos), il Siviglia ha prestato il fianco ai contrattacchi del Real Madrid, i cui attacchi in campo aperto, anche senza Bale e Cristiano, sono sempre pericolosissimi.

 


Casemiro è di spalle e circondato, ma il pressing è in leggero ritardo e può così a trovare Carvajal che con molto spazio a disposizione guadagna campo e innesca il contropiede dei blancos.



 


Marcelo dovrebbe essere intrappolato, ma la sua abilità e freddezza sotto pressione gli permettono di giocare il pallone su Varane, che come Carvajal nell’esempio precedente ha una porzione di campo libera in cui condurre palla.



 

Il Siviglia acquisirà la necessaria coordinazione in questi frangenti solo con il tempo ed il lavoro, ma intanto ieri ha ballato eccome, con i difensori più volte costretti

.

 

 



 

Morata non è parso a suo agio nel ruolo di prima punta nel 4-3-3, tanto che Zidane ha inserito Benzema all’ora di gioco, con il francese che si è dimostrato più abile nel costituire un punto di riferimento in grado di far salire la squadra ed innescare i compagni. Modrić ha sostituito Isco, mentre James (il cui futuro appare sempre più in bilico) ha rilevato Kovacic, non sempre brillante difensivamente, ma pericolosissimo ogniqualvolta è riuscito a correre palla al piede.

 

Sampaoli ha invece dovuto operare due cambi forzati (Rami per Carriço, Kranevitter per Iborra): l’ingresso di Konoplyanka per Vietto è stata l’unica occasione in cui l’argentino è potuto intervenire dal punto di vista tattico, con Vázquez falso centravanti, Kyotake trequartista, Vitolo a destra e l’ucraino a sinistra.

 

Il nuovo assetto ha tolto punti di riferimento al Real e proprio il neo-entrato è stato fino l’eroe della serata, dopo che aveva trasformato il rigore conquistato da Vitolo, ma a rovinare la serata dei tifosi andalusi ci ha pensato Sergio Ramos, bravo ad approfittare di un uscita a vuoto di Sergio Rico. Il difensore andaluso (di Camas), ex del Siviglia, si è confermato ancora una volta “l’uomo delle finali” segnando all’ultimo minuto il suo terzo gol nell’ultimo atto di una finale europea, eguagliando così il record di Raul e Di Stefano.

 

Il Real Madrid è andato ai supplementari con l’inerzia psicologica tutta dalla propria parte ed è stato ulteriormente rinvigorito dal doppio giallo a Kolo che gli ha regalato la superiorità numerica, tra l’altro quando entrambe le squadre avevano finiti i cambi. Vitolo si è messo terzino, con Vázquez rimasto solo davanti. Nonostante l’assalto dei merengues il Siviglia sembrava reggere, ma ancora una volta ci ha pensato il gesto tecnico di un difensore, Carvajal, che con una serpentina ha portato la terza Supercoppa Europea a Madrid, dopo quelle del 2002 e del 2014.

 

Come lo scorso anno, la prima finale della stagione europea è stata ricca di gol e di colpi di scena. Il Real Madrid di Zidane, anche rimaneggiato, ha proseguito la sua grande tradizione nelle finali, pur senza mostrare particolari passi in avanti dal punto di vista tattico. Il Siviglia ha perso la terza Supercoppa consecutiva, ma la squadra di Sampaoli ha mostrato già progressi notevoli nell’accordarsi alla sua proposta di calcio. Ci sono ancora imperfezioni e aspetti su cui lavorare, ma questa è sicuramente una squadra da tenere d’occhio nel proseguo della stagione e darà del filo da torcere anche al Barcellona nell’ormai vicinissima Supercoppa spagnola.

 

 

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