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FantaMihajlovic
20 lug 2015
20 lug 2015
Ci siamo divertiti a immaginare come potrebbe giocare il Milan di Sinisa Mihajlovic.
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Non ci vuole molta fantasia per provare a capire come giocherà il Milan di Sinisa Mihajlovic. «Abbiamo preso due grandi attaccanti, perciò dobbiamo giocare con due punte, sicuro. Giocando con due punte non è che ci sono tanti moduli a disposizione, visto che a me non piace giocare con la difesa a 3, ma con quella a 4. Perciò cambia solo qualcosa a centrocampo. (…) Sicuramente con i giocatori che ci sono, il modulo che più si adatta alle caratteristiche che abbiamo è il 4-3-1-2». Queste sono le linee guida di Mihajlovic, espresse pubblicamente durante la presentazione ufficiale: difesa a 4, centrocampo a rombo e due punte. È chiaro che quanto si dice a luglio non ha il valore di una verità assoluta, ma comunque le parole di Sinisa sono un buon punto di partenza per immaginare il Milan versione 2015/16. Trequartista Lo scorso campionato Mihajlovic ha giocato spesso (per la precisione in 15 occasioni) con il 4-3-1-2. Roberto Soriano è stato quasi sempre il trequartista, a eccezione di tre partite, in cui hanno giocato per due volte Joaquín Correa e una Nenad Krsticic. Possiamo quindi definire Soriano il trequartista ideale della Samp di Sinisa, un trequartista atipico, non particolarmente forte nell’ultimo passaggio (l’anno scorso ha collezionato 29 assist non vincenti, 49.esimo giocatore della Serie A in questa classifica), né con la personalità o la classe per condizionare e orientare la manovra. Soriano, però, tra tutti i centrocampisti della Samp, era quello con i migliori tempi di inserimento: il suo compito principale era appunto quello di sfruttare gli spazi creati dagli attaccanti, scattando in profondità e puntando frontalmente la difesa avversaria.

Mantenendo questo riferimento, si può dire che il trequartista, nel sistema di Mihajlovic, deve essere un giocatore sopra la media per quanto riguarda la capacità di muoversi senza palla, oltre ovviamente ad avere una buona tecnica, che gli consenta di essere efficace nelle combinazioni strette negli ultimi 25 metri.

Può sembrare strano, ma il più pronto, nella rosa attuale del Diavolo, sarebbe Simone Verdi, messosi in mostra nel girone d’andata dello scorso campionato con l’Empoli di Maurizio Sarri. È difficile però pensare che il nuovo Milan, con dichiarate ambizioni di vertice, possa puntare su di lui. Restando quindi ai potenziali titolari, il giocatore che più si avvicina a questo profilo è Giacomo Bonaventura. Certamente più tecnico di Soriano, è più dinamico di Keisuke Honda, che invece è un numero 10 più classico, abituato a ricevere sui piedi e prevalentemente spalle alla porta. Non è detto quindi che il passaggio a un modulo che prevede il trequartista possa favorire il giapponese (e per gli stessi motivi anche Suso), che ha una visione di gioco magari superiore a Bonaventura, ma rispetto al compagno è meno dinamico. Certo, Mihajlovic potrebbe smentire quanto fatto vedere con la Samp e giocare un calcio più basato sul possesso palla, nel quale Honda sarebbe un numero 10 ideale, ma le caratteristiche dei centrocampisti in rosa rendono poco probabile questa ipotesi. Centrocampo Se dovessi azzardare il trio titolare a centrocampo, al momento non avrei dubbi nell’indicare de Jong-Montolivo-Bertolacci. Ovviamente do per scontato che, dopo un anno praticamente perso, Montolivo sia fisicamente a posto e in condizione di giocare. Credo che il centrocampo sia il reparto in cui Mihajlovic dovrà maggiormente scendere a patti con le caratteristiche dei giocatori a disposizione, che mi sembrano piuttosto lontane dalle sue idee di gioco, almeno per quanto fatto vedere con la Sampdoria. I centrocampisti, nel sistema di Sinisa, devono coprire ampie porzioni di campo e un aspetto fondamentale sono le continue rotazioni, con l’obiettivo di togliere riferimenti agli avversari e iniziare sempre in maniera pulita l’azione da dietro. I tre centrocampisti, insomma, nel corso della partita si trovano sia a impostare l’azione in mezzo ai centrali difensivi, sia ad allargarsi sulle fasce che ad andare vicino agli attaccanti e inserirsi da dietro. Non a caso tutte le mezzali della Samp dell’anno scorso (Obiang, Soriano, Duncan, Acquah e Rizzo) avevano nel dinamismo una delle loro caratteristiche migliori e anche il mediano, Angelo Palombo, si è dovuto adattare, non limitandosi a fare da semplice schermo ai difensori centrali. Oltre a muoversi molto, i centrocampisti devono avere una buona tecnica: è importante che sappiano verticalizzare con precisione, perché la priorità è arrivare il prima possibile alla porta avversaria, principalmente per vie centrali (la Samp è la squadra che ha crossato meno volte nell’ultimo campionato), cercando le combinazioni tra le linee e attaccando frontalmente la difesa. Nella situazione classica, il trequartista e una mezzala si muovono alle spalle del centrocampo avversario, mentre gli attaccanti scattano in profondità. In questo modo, però, le distanze aumentano e la precisione nei passaggi diventa un requisito fondamentale.

Nel Milan attuale probabilmente solo Andrea Bertolacci ha le caratteristiche adatte a questo sistema. Nigel de Jong ha chiari limiti di dinamismo e qualità: ha una distribuzione di passaggi piuttosto semplice, spesso si limita ad appoggiare lateralmente e i maggiori rischi se li prende cambiando gioco. Basta confrontare i suoi numeri con quelli del suo alter ego doriano, Palombo. Quest’ultimo, nella passata stagione, ha messo insieme 98 passaggi chiave (il migliore della Samp), 15 in area di rigore. L’olandese del Milan si ferma a 66 passaggi chiave, ci cui solo 2 in area.

Riccardo Montolivo è il centrocampista rossonero di maggiore qualità, ma l’anno di (quasi) inattività mette ancora più in dubbio la sua capacità di giocare praticamente a tutto campo e di mantenere per 90 minuti l’intensità richiesta da Mihajlovic. Il capitano del Milan potrebbe allora trovare la sua collocazione da mediano, ma a quel punto Sinisa sarebbe costretto a una scelta in fase di non possesso: mantenere uno stile aggressivo e lavorare sulle attitudini difensive di Montolivo o passare a uno stile più attendista per dare maggior sostegno al proprio mediano. È chiaro che a quel punto si libererebbe la casella di mezzala destra, che potrebbe essere occupata da Andrea Poli o José Mauri (ci sarebbe anche Antonio Nocerino, ma probabilmente andrà via). Tutti e due, però, sono più che altro ottimi recuperatori di palloni (118 palle recuperate da Poli lo scorso campionato, 123 da Mauri) e non garantiscono la qualità necessaria in un sistema che li porterebbe anche a iniziare l’azione o a rifinirla negli ultimi 25 metri. Mauri ha 19 anni e ha ovviamente maggiori margini di miglioramento rispetto a Poli, ma è pur sempre alla prima grande occasione della carriera ed è da testare ad alti livelli. Non è comunque detto che il 4-3-1-2 sia un modulo immodificabile. Mihajlovic potrebbe infatti scegliere di giocare con il doppio mediano in un 4-4-2/4-2-3-1. Non sarebbe una novità per Sinisa, che spesso nella Samp cambiava forma al suo centrocampo, anche in corsa, passando da un triangolo a vertice basso a uno a vertice alto (e viceversa) grazie al movimento di Soriano. Probabilmente sarà così anche al Milan, magari grazie a qualche nuovo innesto (Witsel?) o adattando a questo doppio ruolo qualcuno già presente in rosa (Bonaventura?). Difesa L’ostinazione nel cercare di acquistare Alessio Romagnoli dalla Roma fa intendere che Mihajlovic non ritenga completo il reparto difensivo così com’è adesso. In effetti l’unico centrale mancino in rosa è Michelangelo Albertazzi, che però nel Milan ha giocato una sola partita, da terzino sinistro, e quasi certamente verrà ceduto. Stando alle caratteristiche di Romagnoli, il profilo individuato come mancante al momento è quello di un giocatore che sappia staccarsi con i tempi giusti dalla linea di difesa per accorciare a centrocampo e con piedi buoni per impostare l’azione. In effetti un difensore così il Milan non ce l’ha, o meglio l’avrebbe, ma evidentemente non dà molte garanzie, nonostante abbia rinnovato il contratto da poco. Si tratta di Philippe Mexès, che gioca quasi sempre d’anticipo e ha la personalità e la tecnica per iniziare l’azione da dietro. Non è un titolare (Mihajlovic ha detto che «deve cambiare atteggiamento»), ma, a oggi, è difficile individuarne uno. In generale è da verificare l’adattamento dei centrali a un tipo di fase difensiva completamente diversa da quella giocata con Inzaghi. La differenza si può riassumere bene nell’altezza media di recupero del pallone nello scorso campionato: 41,8 metri per la Samp di Mihajlovic (terza in assoluto), 33,5 metri per il Milan (penultimo).

Linea di difesa alta e pressing aggressivo nella zona della palla, concetti che i giocatori del Milan dovranno imparare in fretta.

È presumibile aspettarsi una squadra che difenda più alta rispetto al recente passato, ma questo passaggio non è così scontato, viste le caratteristiche dei centrali rossoneri: manca un difensore a proprio agio a coprire la profondità, specie se ha tanti metri tra sé e la porta. Forse Sinisa potrebbe provare a recuperare Cristián Zapata, anche se c’è da dire che nemmeno alla Samp aveva un centrale con questo profilo, ma puntando sulla coppia Silvestre-Romagnoli ha chiuso con la quinta migliore difesa della Serie A. È possibile quindi che possa affidarsi a uno tra Alex e Paletta. Sulle fasce ci sono meno problemi: Luca Antonelli è un terzino aggressivo e con ottimi tempi di sovrapposizione, l’ideale per il sistema di Mihajlovic, sulla destra invece la sfida è quella di fare finalmente esplodere Mattia De Sciglio. Attacco Detto che Carlos Bacca parte davanti a tutti nelle gerarchie, non fosse altro per i 30 milioni spesi per comprarlo, c’è da capire chi giocherà al suo fianco e sarà in grado di esaltare i suoi continui movimenti a cercare spazio tra i difensori per sorprenderli alle spalle. https://www.youtube.com/watch?v=5xsGvkdKGQY

Può giocare con Bacca?

Luiz Adriano non è il suo compagno ideale, ma ovviamente si proverà a farli giocare insieme. Sarà una missione difficile, la cui riuscita dipenderà dalla disponibilità dei due a rinunciare a qualche gol pur di muoversi in funzione della squadra, facendo da riferimento e facilitando gli inserimenti dei compagni. Un po’ quello che hanno fatto Okaka prima e poi Eto’o nella scorsa stagione. Che poi l’esperimento riesca è tutto da dimostrare. Chissà se lavorare sull’intesa Bacca-Luiz Adriano sarà più difficile che recuperare Alessio Cerci o convincere Jérémy Ménez che si può essere felici passando il pallone ai compagni. Insomma, anche in attacco ci sono diversi dubbi e situazioni complicate che Mihajlovic dovrà essere bravo a gestire. Il possibile arrivo di Zlatan Ibrahimovic, poi, cambierebbe ancora le carte in tavola. A quel punto Sinisa potrebbe sì pensare al tridente, ma non con Bacca e Luiz Adriano, bensì con Ibra più due ali. Quanto vale oggi, dopotutto, potrebbe non valere domani. Il Milan è ancora in piena costruzione e il bello è che nemmeno Sinisa può sapere quale sarà la forma finale della sua opera. Ringraziamo per i dati SICS (che potete anche seguire su Facebook e Twitter).

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