FantaIbra
Abbiamo immaginato 9 squadre in cui sarebbe bello veder giocare Zlatan Ibrahimovic il prossimo anno.
Ibra a Napoli
di Emanuele Atturo
Nonostante sia uno dei giocatori più celebrati e amati della storia del calcio, Ibrahimovic ritiene comunque che la sua grandezza sia stata riconosciuta troppo poco. A pensarci bene è incredibile che un anno fa, quando chiese ai parigini di sostituire la Torre Eiffel con la sua statua, nessuno lo prese sul serio. A questo punto della sua carriera, a 36 anni, con al massimo una o due stagioni di buon livello davanti, Ibra dovrebbe decidere di andare in una delle poche città in grado di regalargli un amore finalmente all’altezza delle sue aspettative. Una città, quindi, capace di rispettare la sua mitomania: riconoscerla come qualcosa di perfettamente legittimo, se non persino giusto.
Napoli ha un sincero bisogno di elevare i propri migliori giocatori a eroi popolari, abituata ad affidare un ruolo messianico ai propri giocatori offensivi. Ibra vi troverebbe l’unico luogo in grado di nutrire il suo ego con del materiale di prima qualità: un amore incondizionato e totale, che lo farebbe entrare nella cultura popolare all’istante fino ai limiti della santificazione. Gli verrebbero intitolate strade, palazzi, spiagge e pizze. Un’intera generazione di napoletani verrebbe battezzata ‘Zlatan’: Zlatan De Luca; Zlatan Russo; Zlatan Coppola; Zlatan Buonocore. Tra i vicoli si sparpaglierebbero i suoi santini; il sangue rappreso di San Gennaro assumerebbe il volto ieratico di Ibra. Il suo livello iconico, incontrandosi con l’immaginario sacro napoletano, si ingigantirebbe fino a una dimensione mistica.
Scegliendo Napoli Ibra coglierebbe l’occasione per raccogliere la sfida dell’eredità di Diego Armando Maradona: l’unico giocatore in grado di portare lo scudetto a Napoli. Eguagliarne la leggenda rappresenterebbe uno dei pochi miglioramenti davvero tangibili alla sua immagine di vincente perfetto. Alla fine della sua carriera da conquistatore, del resto, dovrebbe capire che i trofei hanno un peso diverso a seconda di dove si vincono: «Io al San Paolo? Perché no, non si sa mai. Con lo United ho firmato per un anno con opzione sul secondo. Vedremo…» aveva dichiarato lo scorso anno.
E se Liberato fosse Zlatan Ibrahimovic?
Non c’è neanche da sottolineare che il Napoli, con Ibrahimovic schierato centravanti, diventerebbe la candidata più credibile per lo scudetto insieme alla Juventus. Certo, ci sarebbero alcuni problemi a integrare un cannibale dentro un organismo delicato come il Napoli di Sarri: abbiamo già visto a Barcellona i limiti di Ibrahimovic a scomparire dentro un sistema corale. Ma Sarri, da parte sua, ha dimostrato nel tempo di riuscire a cesellare il suo gioco, mantenendone l’identità profonda, assecondando comunque le qualità dei suoi giocatori migliori. Pensiamo a come è riuscito a valorizzare Insigne la scorsa stagione o Mertens in questa. Ibrahimovic da parte sua, a 36 anni, potrebbe adattare il suo gioco a delle doti atletiche più ridotte, facendolo diventare più essenziale. Nel Napoli di Sarri il gioco a muro del centravanti è fondamentale per guadagnare metri durante il palleggio, ma anche in fase di rifinitura (quest’anno Mertens ha messo insieme 9 assist). Non ci sarebbe neanche da ricordare, al pubblico italiano, un genio e una sensibilità negli ultimi metri di campo che Ibra ha mantenuto intatta fino a oggi.
Con Ibra in campo salterebbe un po’ la centralità della catena di sinistra nella costruzione del gioco del Napoli, ma questo potrebbe rendere più imprevedibili gli attacchi della squadra di Sarri, dandogli un copione in più. Mertens potrebbe proseguire il suo sviluppo migliorando ulteriormente il suo gioco senza palla, diventando un giocatore ancora più verticale, e potrebbe prendere il posto di Callejon e beneficiare della creatività di Insigne e Ibra per attaccare la porta negli spazi svuotati dallo svedese.
Ibra ha già dimostrato un feeling particolare con Napoli. Mentre altri giocatori hanno citato Gomorra come motivo per non accettare un trasferimento in città, Ibra pare si sia innamorato di Napoli anche grazie a Gomorra. Pochi posti al mondo lo farebbero sentire a casa come Napoli, e pochi giocatori si sentirebbero a casa a Napoli come Ibra.
Dopo la conquista del terzo scudetto della sua storia, quando Ibra chiederà una sua statua marina di 60 metri svettante sul golfo – sullo stile di quella degli Argonauti – i napoletani sarebbero davvero capaci di dirgli di no?