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5 storie di fanta-calcio
01 nov 2021
01 nov 2021
Uno spettro a vedere la Libertadores, Highbury infestato e altre storie di fantasmi e calcio.
(articolo)
9 min
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C’è questo vizio ancora troppo diffuso di usare i fantasmi come fossero metafore di altro. Un approccio snob e umano-centrico che trasforma ogni aspetto della realtà in una scusa per parlare di quanti problemi abbiamo. Io invece sono qui per dare a queste forme la dignità che meritano: i fantasmi sono fantasmi e basta. Apparizioni, spettri, ombre, figure col lenzuolo bianco che fanno uuuuuh e uno si spaventa.

Quando su Google cerchi “fantasma” e “calcio” escono solo carrellate di articoli sui gol fantasma: palle mezze entrate e mezze uscite, gol convalidati che non erano gol eccetera eccetera. Quella roba non ci interessa. Scavando più in profondità nell’oltretomba delle notizie invece si arriva al marciume più bizzarro, video fatti in casa di oggetti che si muovono da soli, glitch inquietanti nei filmati di videocamera di sicurezza. Anche il calcio quindi ha il suo bagaglio di esperienze davvero fantasmatiche e siccome ormai ha anche un bel po’ di anni è presente una tradizione importante di storie orali a riguardo, storie alla Dickens o alla Poe, che però venivano raccontate nei pub dai vecchi ultras. Ho fatto una selezione e ne ho scelte 5, le più esoteriche ed emozionanti.

(Secondo me questo argomento dovrebbe andare sotto il nome di “Fantacalcio”, purtroppo però lo hanno già usato per altro).

La casa degli spiriti

Il Monte Bianco è a 4810 metri sul livello del mare e lo Stadio Hernando Siles di La Paz in Bolivia è a circa 4000. L’aria è rarefatta e si respira poco, inoltre il pallone prende direzioni inaspettate, ma si gioca comunque a calcio. Nel 2014, in aprile, si sfidano il Club The Strongest e il Defensor Sporting. Boliviani e uruguaiani che competono per la Coppa Libertadores. Sugli spalti passa un fantasma. Questa cornice, degna di una pagina scritta a metà tra Osvaldo Soriano e Isabel Allende, viene raccontata al TG Noticias PAT con tanto di “video-prova” della visione.

Come si può osservare nel filmato un’ombra nera corre dritta sugli spalti, passando attraverso le persone e perdendosi infine sulla tribuna. Nel servizio parte la musica di X-Files, soundtrack sinonimo di affidabilità e verità incontrovertibile dei contenuti. Sorprendentemente nessuno fa una piega o dà segni di spavento. A un’ora e mezza di macchina dallo stadio c’è La Porta del Sole di Tiahuanaco, un blocco di andesite scolpito e scavato dall’antica civiltà che dominava Bolivia, Perù e Cile duemila anni fa. Sull’arco è rappresentato in rilievo il dio di bastoni con il suo scettro-serpente, 32 figure alate con volto umano e 16 con la testa di condor. L’oggetto più simile a uno stargate che potete trovare così vicino allo spazio. Riuscite a vederla in trasparenza una tensione archeo-complottista-esoterica in tutta questa storia?

Qualcuno dice che quella è l’ombra di una camera per le riprese aeree, che scorre dritta sopra al campo. Non vi convince? Altri invece sostengono che un errore tecnico ha sdoppiato un pezzo di partita mandando la corsa di un giocatore in trasparenza su un'altra linea dello schermo. Non vi quadra? Allora ok, potrebbe essere uno spettro venuto da un’altra dimensione che torna nell’antica porta astrale precolombiana a dire agli alieni che gli ottavi di Coppa Libertadores sono la massima espressione dell’animo dei terrestri. E non ci vanno lontano.


Le notti di Highbury

Dal 1934 al 2006 lo storico stadio dell’Arsenal è stato abitato da un’ombra. I custodi giurano di aver sentito gli sbuffi nervosi di un cavallo rimbombare sotto le tribune e i suoi zoccoli ticchettare nei corridoi. Qualcuno è convinto di aver visto una forma attraversare i bordi del campo sotto la luce sottile della luna. Per 72 anni le storie di un cavallo e un cavaliere sono state raccontate dai Gunners più anziani a quelli più giovani. La bestia era morta durante la costruzione dell’impianto (e quasi 100 anni dopo ne hanno trovato i resti) e il cavaliere era nientemeno che Herbert Chapman, l’uomo che ha rivoluzionato il calcio inglese e quello oltremanica; colui che ha vinto il primo e il secondo campionato della squadra londinese, nel 1931 e nel 1933. Si inventò il “sistema” (un 3-4-3 d’avanguardia per l’epoca), si inventò il pallone a spicchi bianchi e neri (più visibile sul campo) e capì che mettendo un numero diverso sulla maglia di ogni calciatore si sarebbe fatto un po’ d’ordine. Ma questo è solo un scorcio rispetto a quello che diede e a quello che avrebbe potuto dare all’Arsenal e al calcio. Morì a 55 anni. Ebbe un raffreddore e ancora convalescente decise di andare a vedere la terza squadra del suo club giocare contro il Guildford City in una giornata troppo umida e ventosa. Le sue condizioni peggiorarono subito e morì di polmonite il 6 gennaio del 1934. Da quel momento, fino a quando la squadra si trasferì all’Emirates, si dice che vagò ad Highbury, in compagnia dei tanti Gunners le cui ceneri sono state seppellite nei pressi dell’impianto.

Nel 2010 tre tifosi sono entrati nello stadio ormai abbandonato con una tavola ouija e hanno provato a mettersi in contatto con lo spirito, chiedendogli se secondo lui l’Arsenal avrebbe vinto la Premier quell’anno (risponde di no così velocemente che si mettono a ridere) e interrogandolo su altri temi di attualità. In continuazione si chiedono a vicenda “ma sei stato tu a muovere?”, “giuro che non sono stato io”. Trovate qui l’audio.


L’estraneo

Champion League 2012/2013, James Rodriguez segna di piatto sinistro al volo il gol del vantaggio al minuto 83 e lo Stadio del Drago (do Dragão, un nome che dopo tutto ci torna comodo per cominciare a fare atmosfera) va in delirio. Se andate a vedere il gol su YouTube, dietro al colpo da biliardo di James, dietro all’abbraccio stritolante dei compagni e dietro all’urlo compatto dei 40 mila presenti, potreste notare un dettaglio inquietante. Molti dei commenti sono così: “Where is the ghost?”, “No vi el fantasma”, “60% football.. 40% ghost”. Qualcuno giura di scorgerlo all’undicesimo secondo del filmato.

Una foto dell’esultanza del colombiano di spalle ha fatto il giro di internet, entrando nei forum più oscuri, perché tra i volti gioiosi di ragazzi e ragazze, di adulti e bambini, ce n’è uno freddo e fuori posto. Un estraneo. La foto fa il suo effetto. Poi, come sapete, tutte le foto in cui c’è un cerchio rosso che evidenzia qualcosa che puoi vedere solo se evidenziata da un cerchio rosso diventa immediatamente ipnotica. Il volto sorride ma è spento e sembra affiorare da un’altra epoca. Se fossi abbastanza convincente vi proverei ad affabulare con la storia del nonno paterno di James, che era un nativo americano chiamato Aquila di fuocoprovando a trovare una connessione con “la presenza” (questa informazione viene citata da Wikipedia in italiano e da altri siti ma non si sa da dove proviene). Internet però è un complicato sistema che sforna complotti e debunking ai complotti a ripetizione, senza sosta, come una macchina per l’imbottigliamento impazzita. Qualcuno è andato a spulciare tra le tante inquadrature di questa esultanza e ha trovato “il fantasma” mentre era ripreso in un altro momento. È uscita perciò la foto di questa signora (la vedete nel tweet sotto) che per una casualità era venuta un po’ troppo all’ombra, in un punto senza luce (forse perché molto più lenta ad alzarsi). Si può notare che è molto anziana e molto contenta. Dall’abito sembrerebbe una suora. Una suora che tifa Porto e che va a vedersi la Champions nei posti adiacenti al campo. Forse è questo il vero mistero da affrontare.

https://twitter.com/legionbortex/status/261462062939656192


Magical Mystery Goal Celebration

Gustavo Adolfo Rol è stato un (presunto) sensitivo e un (presunto) chiaroveggente torinese famoso per le sue (presunte) prestazioni fuori dalle capacità umane. Telepatia, precognizione, levitazione, bilocazione e molto altro veniva mostrato ai suoi ospiti increduli che lo ammiravano come una figura mistica. Trai suoi amici intimi, ammaliati da quelli che lui chiamava “esperimenti”, c’erano anche Federico Fellini e la famiglia Agnelli, per non parlare dei suoi incontri (mai provati) con Benito Mussolini e Albert Einstein, anch’essi rapiti (a quanto pare) dalla sua aura. Rol, ovviamente, praticava anche la telecinesi, ovvero la capacità di incidere sulla realtà con il pensiero e sollevare con la sola imposizione delle mani - per esempio - un busto di marmo, un paio di occhiali caduti in terra o dei vasi (alcuni testimoni raccontano di aver visto con i loro occhi questi accadimenti). Nel suo sito ufficiale si legge: “È mai esistito qualcuno con le stesse possibilità di Rol? Ed esiste oggi? Sì, è già esistito, perché Rol rientra in una tradizione spirituale antica e mai estinta. Tuttavia, si può affermare che in Occidente era dai tempi di Gesù che non nasceva un Maestro del calibro di Rol...”. Insomma un grandissimo… fino a che però sul palcoscenico non è arrivato César Martínez, calciatore venezuelano del Zamora FC che dopo aver tirato una bomba al volo di sinistro-palo-gol si riunisce con i suoi confratelli e fa levitare il pallone per poi tirarlo agli adepti in curva. Ciao ciao Rol, abbiamo un nuovo Maestro spirituale, ambasciatore tra il nostro mondo e quello dall’altra parte.


Il fantasma di Hugo Chavez

Durante i suoi 14 anni di presidenza e poi con la morte in maniera definitiva, Hugo Chavez è trasceso a figura sacra, leader immortale e, come è stato definito dai suoi sostenitori più accesi, “comandante eterno”. Il culto della sua personalità ha dato vita anche a preghiere nel quale il suo nome viene sostituito a quello di Dio: «Chávez nuestro que estás en el cielo...». La sua presenza è ancora forte in Venezuela e in tanti paesi del Sudamerica. La sua immagine campeggia sui murales dove spesso lo si può vedere ascendere a uno stato ultraterreno dal quale continua a vegliare sulla Terra. Nessuno si stupirebbe se apparisse sotto forma di fantasma per intercedere sugli eventi che riguardano noi vivi, infatti durante una partita di qualificazione tra Colombia e Venezuela, esattamente 21 giorni dopo la sua morte, accadde qualcosa del genere. Radamel Falcao si ritrova a tu per tu con il portiere, con la palla che gli arriva rasoterra da sinistra. Ci mette il piede a botta sicura e supera il portiere con un tiro molto potente che però viene ribattuto in campo. Più uno guarda questo video e più si convince che la palla non impatti la traversa ma venga ribattuta indietro da qualcos’altro. Per i venezuelani è chiarissimo chi sia il responsabile e lo esplicitano in un fermo immagine che diventa virale. Falcao si allontana sconsolato e confuso come se la fisica del calcio per un attimo si fosse inceppata. Vincerà il Venezuela 1 a 0.


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