
«Per me Aureliano non è da condannare, ha arbitrato in una corrida questa sera, era moto difficile per lui e l’esperienza lo ha aiutato. In queste condizioni per gli arbitri è quasi impossibile arbitrare con serenità», ha detto Gian Piero Gasperini alla fine di Roma-Atalanta di ieri sera, forse la partita più dura vista quest’anno in Serie A: 28 falli, 7 cartellini gialli, un gran numero di episodi dubbi e ai limiti del regolamento - che hanno chiuso peraltro una giornata arbitrale molto discussa. José Mourinho è stato espulso («Viene espulso ogni due per tre», ha detto l’allenatore dell'Atalanta) mentre Gasperini è andato ai microfoni per lamentarsi un po’ di tutto, ma dando le attenuanti all’arbitro Aurealiano: troppo difficile ambientare in un contesto simile.
Ma cos’è successo, nello specifico? Abbiamo messo in classifica i falli di Roma-Atalanta ordinandoli per livello di violenza. Non è tanto la quantità di falli a essere stata eccezionale - Udinese-Lazio di poche ore prima ha avuto quasi il doppio dei falli - ma la loro qualità. Il fatto di essere interventi scomposti, strani, talvolta violenti, come se la partita si fosse giocata a un livello di intensità troppo alta per riuscire a restare coordinati. O come se le due squadre si odiassero troppo profondamente per non lasciar sfociare l’agonismo nella violenza più pura.
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