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Francesco Lombardo
Faker
16 apr 2016
16 apr 2016
Il miglior giocatore al mondo di League of Legends.
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Francesco Lombardo
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In Corea del Sud sono le 18.30 del 30 Agosto 2014. Nella capitale Seul, allo Yongsan I'Park Mall E-Sports Stadium, sta per terminare un’era: gli SK Telecom T1 K, formazione tutta coreana, al termine di un lunghissimo e combattuto match si arrenderanno ai Najin White Shield, abbandonando il sogno di partecipare ai Worlds 2014, i Mondiali di League of Legends. Nessuno di loro potrà difendere il titolo conquistato l’anno precedente, decretando la fine del dominio incontrastato degli SK Telecom T1 K. Tra loro, in particolare, gioca Faker o, più  semplicemente, “the God”: il miglior giocatore al mondo di League of Legends.

 

Tra i numerosi titoli eSportivi, League of Legends è senza dubbio il più simile al calcio, per numeri e tifo. Per chi non lo conoscesse, immaginate di osservare una mappa di forma quadrata dall’alto, come foste un volatile: nell’angolo inferiore sinistro la base (il Nexus) di una squadra, nell’angolo superiore destro la base avversaria. Tre strade, la corsia superiore, la corsia centrale e quella inferiore, conducono da una base all’altra della Landa degli Evocatori (Summoner’s Rift), questo il nome della valle immaginaria in cui si affrontano virtualmente cinque giocatori per squadra che assumono le sembianze di 10 personaggi diversi chiamati Campioni. Tre percorsi principali attraverso i quali le squadre possono raggiungere la base nemica con un unico obiettivo: distruggere per primi il Nexus avversario. Mostri della giungla, piccoli aiutanti e torri magiche sono gli ostacoli da superare per ottenere la vittoria, accumulare oro, comprare oggetti e potenziamenti nel negozio al fine di uccidere i membri della squadra nemica e avere via libera verso la base avversaria.

 


La Landa degli Evocatori: le due basi e i tre percorsi possibili su cui muoversi.


 

Come ogni sport, anche League of Legends ha il suo messia: Faker, per l’appunto, all’anagrafe Lee Sang-hyeok.

 

Faker è un ragazzo sudcoreano di vent’anni non ancora compiuti, introverso, restio persino a sorridere, cresciuto insieme al fratello con il padre e i nonni a Seul, nel distretto di Gangseo. Spesso in casa c’è anche la zia a dare una mano. È lei la prima ad accorgersi che Lee Sang-hyeok è “diverso”: «Quando era un bambino dimostrava di essere più maturo dei suoi coetanei. Ci chiedevamo spesso quali pensieri gli passassero per la testa: era un ragazzino ma non pensava affatto come uno di loro. Sang-hyeok solitamente non parlava molto, preferiva pensare, allenare la mente, forse senza nemmeno rendersene conto: passava molto tempo con i puzzles e, successivamente, con i videogiochi, preferendoli al puro contatto umano. Alcuni pensavano fosse muto».

 

Faker cresce, diventa un adolescente ma non smette di giocare. Al semplice passatempo si accompagna, però, anche la voglia di confrontarsi e di competere. Dopo i primi trascorsi con Warcraft III e DotA, nel dicembre 2011 Sang-hyeok scopre League of Legends, i cui server coreani venivano inaugurati esattamente in quel periodo.

 

Inizialmente si dedica a partite amichevoli, quando però il sistema di

non riesce più a trovare avversari alla sua altezza, l’ancora sconosciuto Faker comincia a disputare partite che assegnano punti validi per la classifica con il soprannome di “GoJeonPa”, raggiungendo presto la prima posizione dei giocatori singoli. Non è necessario attendere molto perché si faccia notare dalle società di gaming dell’estremo oriente: nel febbraio 2013 accetta l’offerta degli SK Telecom T1, una particolare attitudine di Sang-hyeok: «La prima volta che ho incontrato Faker non riusciva nemmeno a guardarmi negli occhi. È vero, era solo un ragazzino allora ed è solo un ragazzo ancora oggi. Ma già in quella prima occasione si mostrò molto cupo e malinconico. È bello poter assistere alla sua apertura verso il mondo e vedere che si illumina ogni giorno un po’ di più».



 

Faker sembra portare con sé la malinconia tipica dei supereroi: persone dotate di grandi abilità che sentono di avere sulle spalle la responsabilità non solo della loro vita, ma di quelle di decine, centinaia, forse migliaia di persone. Non si tratta più di diventare il miglior giocatore al mondo di League of Legends, si tratta di farsi carico della cultura  sportiva di un’intera nazione: gli si chiede di essere un simbolo.

 


Faker in una delle sue prime apparizioni.


 



Il debutto nel mondo competitivo avviene il 6 aprile 2013 all’Olympus Champion Spring, uno tra i più importanti tornei sudcoreani. Gli avversari sono i CJ Entus Blaze, i favoriti del torneo, una formazione decisamente più esperta degli avversari. Come i grandi campioni insegnano, l’esperienza non è sufficiente a vincere le partite se nella squadra nemica gioca un “extraterrestre”.

 

Sang-hyeok supera agilmente il proprio avversario in corsia, Ambition, e porta il proprio team a una facile vittoria. L’avventura competitiva dei mesi successivi è costellata di successi grazie a una strategia innovativa basata su Faker: prendere più visione possibile della mappa per consentirgli di giocare in maniera aggressiva, attaccando l’avversario ogni qual volta se ne presenti l’occasione. Ma nonostante si presentino ai playoff forti del primo posto nel girone, con sette vittorie e tre sconfitte, gli SK Telecom T1 K salutano il sogno della vittoria perdendo in semifinale contro gli MVP Ozone, futuri vincitori del torneo.

 

In estate si ritorna in “campo” con l’HOT6iX Champions Summer 2013 che darà l’accesso ai Worlds 2013. La formazione guidata da Faker chiude la fase preliminare con 6 vittorie e 0 sconfitte, superando anche gli MVP Ozone e prendendosi la rivincita. Ma chi aspira a diventare il migliore, chi vuole diventare un simbolo, non può accontentarsi di ottime prestazioni, deve compiere l’impossibile.

 

Nella finale dell'evento, allo scontro decisivo contro il proprio avversario Ryu, Sang-hyeok realizza una delle giocate più incredibili di tutta la storia di League of Legends: Faker, che sta utilizzando lo stesso campione di Ryu, dopo un primo combattimento è rimasto nella base nemica per riuscire a distruggerne una delle torri principali; la sua vita rimanente è meno della metà e sembra un bersaglio facile per l'avversario che arriva rapidamente per ingaggiare Faker e salvare la propria torretta; entrambi utilizzano l'abilità suprema del personaggio, Zed,  ma la velocità di esecuzione di Faker, unita all'uso sapiente degli oggetti comprati, gli permette di infliggere a Ryu più danni di quanti ne subisca, nonostante parta svantaggiato. Un'azione più facile da guardare che da descrivere per la complessità dei fattori in gioco. Gli stessi commentatori dell'epoca non sono riusciti a realizzare immediatamente quanto accaduto. Laconica anche l’espressione di Ryu ripresa dalle telecamere, incapace di reagire e inconsapevole di aver contribuito, seppur involontariamente, alla nascita di un mito.

 

https://www.youtube.com/watch?v=YFCpCajop9k

L’epico scontro Faker vs Ryu che fa nascere la leggenda.


 

Da qui in avanti Sang-hyeok perde ogni legame terreno agli occhi dei suoi fan e di ogni appassionato di eSports. La vittoria ai Worlds nell’Ottobre 2013 è pura formalità, una storia già scritta su cui in pochi avrebbero dubitato. A soli 17 anni, la conquista del titolo mondiale rappresenta per Sang-hyeok la consacrazione a tutti gli effetti: da questo momento chiunque nel mondo conosca League of Legends associa automaticamente il gioco al viso di Faker.

 

Attestati di stima arrivano da qualsiasi parte nel globo terrestre e anche network tipicamente dedicati agli sport tradizionali si interessano al fenomeno: nel 2014 ESPN gli dedica un articolo annunciandolo come “the unkillable Demon King” (

). Per quasi tutto il resto del mondo è conosciuto semplicemente come “The God”, una vera e propria divinità. LoLeSports, il portale competitivo di Riot Games (azienda produttrice del videogioco), lo definisce come «indiscutibilmente il miglior giocatore di League of Legends oggi. Non è solamente il miglior giocatore attuale, Faker è il migliore in assoluto che abbia mai giocato a questo videogioco. È possibile che non vedremo mai più un player di tale livello di puro talento» (

). Per lui iniziano a fioccare contratti pubblicitari, apparizioni televisive: Faker è ormai una star di livello internazionale.

 

Nonostante l'immenso risalto mediatico che trasformerebbe chiunque, Sang-hyeok rimane lo stesso, anzi sembra quasi infastidito da tutta l'attenzione che riceve. Faker mantiene l’umiltà delle prime partite, la forza interiore di volersi migliorare sempre. Lo riconosce Kim Dong-Jun, commentatore del campionato sudcoreano di LoL:«Faker come persona è molto umile: crede che vi siano tanti altri giocatori forti come lui, suppongo gli serva per non abbassare mai la guardia e rimanere sempre sull’attenti. La verità è che lui è perfetto dentro, è il migliore, una leggenda vivente».(

)

 

Un veterano della scena eSportiva fin dai primi tornei di LoL,

, paragona Faker ai grandi nomi dello sport: «Quando penso a lui lo vedo insieme a mostri sacri come Michael Jordan e Tiger Woods, quella tipologia di persone che hanno portato i rispettivi settori di interesse a un livello superiore. Lui rappresenta la prima vera superstar mondiale degli eSports».(

)

 

Come tutte le leggende, anche quella di Faker si alimenta di presunti aforismi. Una delle frasi più famose attribuitegli recita: «Sono capace di giocare con qualsiasi Campione in qualsiasi corsia. E vincere». Una superiorità che, però, deriva dalla consapevolezza dei propri mezzi e dei propri limiti: «La mia forza consiste nel capire l’andamento della partita: quando attaccare e quando no, fino a dove poter spingere».(

)

 

Vederlo sorridere è comunque, tuttora, difficilissimo, forse anche più di prima: su di lui pesa la responsabilità di essere il migliore e di doverlo dimostrare sempre.
La squadra è ormai costruita sulla sua stella: come la Terra gira intorno al Sole, gli SKT hanno trovato la quadratura del cerchio costruendo il proprio gioco su Faker.

 


Concentrazione super.


 

La stagione competitiva successiva si apre così come si era chiusa quella precedente. Faker guida i suoi compagni alla conquista della Pandora.TV Champions Winter Cup 2013-2014, il campionato invernale sudcoreano. Gli SK Telecom T1 K ottengono la vittoria da imbattuti e permetteno a Sang-hyeok di ricevere, ancora una volta, il titolo di MVP  della stagione. La tempesta, tuttavia,  sta per arrivare. Una prima avvisaglia si avverte al campionato primaverile dell’HOT6iX Champions Spring 2014 quando, nonostante le sempre ottime prestazioni di Faker, gli SKT T1 K sono eliminati nei playoff dai Samsung Ozone col punteggio di 3-1.

 

L’assenza di PoohManDu per malattia, uno dei componenti fondamentali della formazione, mette la squadra in difficoltà, ponendo le basi per la rottura di quel fragile equilibrio che aveva caratterizzato il periodo di imbattibilità dei mesi precedenti. Faker è ancora il migliore ma la squadra fatica a tenere il passo: sa che dovrà spingersi oltre, al di là dei propri limiti, per condurre nuovamente i suoi davanti a tutti. Una responsabilità che spinge Faker a chiudersi ancor di più in se stesso.

 



La vittoria dell'All Star di Parigi nel 2014 sembra spazzare via I venti di crisi. Tornati in patria, però, tutto il peso di dover sempre essere l’uomo più atteso si fa sentire. Ancora una volta, come nel campionato primaverile, anche nel campionato estivo gli SKT T1 K terminano il loro percorso ai quarti contro gli ex Samsung Ozone, adesso Samsung White. La partecipazione al mondiale 2014 non è ancora compromessa, resta un terzo posto disponibile da assegnare e gli SKT T1 K devono affrontare i Najin White Shield, formazione tutt’altro che irresistibile.

 

È  esattamente qui che torniamo all’inizio del nostro racconto, al 30 agosto 2014. Faker crolla davanti a migliaia di spettatori, per la prima volta vittima di emozioni umane che mai ci saremmo aspettati da una divinità: la paura di deludere la propria squadra e i tifosi, un male emotivo che lo rende umano.  È lo spettro di se stesso: non più quella leggenda ultraterrena che in molti idolatrano, ma un normale giocatore vittima degli eventi e degli avversari. Una prestazione incolore per l’ex-invincibile The God che non avrà l’opportunità di difendere il titolo mondiale che si disputerà proprio nella sua patria, in Corea del Sud, nello stesso stadio che ha ospitato la finale dei Mondiali di Calcio 2002.

 

https://youtu.be/6D-ZbVxWmCU?t=3415

L’amara sconfitta degli SKT contro i Najin White Shield.


 

Faker non riesce a farsi profeta in patria e, nonostante possieda abilità da supereroe,  finisce per tornare uomo. È suffic

ente un singolo sbaglio, un errore, per non essere più il protagonista della storia:  nuovi eroi hanno conquistato il palcoscenico, nuovi giocatori hanno esordito nella scena competitiva per tentare di usurpare il trono di migliore. Pawn, Bjergsen, xPeke e Froggen sono solo alcuni degli antagonisti che lui stesso ha creato nel momento in cui è diventato il migliore al mondo. Il mondo di Faker, le sue certezze

quando, come afferma Kim Dong-Jun (commentatore del campionato sudcoreano) «Sang-hyeok si rende conto di non poter più vincere le partite semplicemente perché si chiama Faker.» (

).

 

La mancata qualificazione ai Worlds 2014 è uno smacco terribile per il miglior giocatore del mondo. Alcuni iniziano a sospettare delle abilità di Faker: voci sulla fine del suo dominio si rincorrono tra gli ambienti dell’eSports.

 

A quel punto il coreano inizia un allenamento ossessivo: impiega tutto il tempo a disposizione per ripetere meccanicamente gli stessi movimenti una, due, dieci, cento volte di seguito. In quest’ottica, persino gli stessi Worlds 2014 diventano una perdita di tempo, che potrebbe essere impiegato in allenamento. Faker non li ha nemmeno guardati: “non una singola partita”, come lui stesso ha ammesso.

 


Tutta la delusione di Faker per la mancata partecipazione ai Worlds 2014.


 



Inizia un percorso di rinascita che lo impegna per diversi mesi in attesa dell’inizio della nuova stagione competitiva che avrebbe piede inizio a Gennaio 2016. Eppure non è per lui un inizio incoraggiante perché il suo primo nemico, adesso, lo ha accanto.

 il suo nuovo compagno di squadra Lee "

" Ji-hoon, ingaggiato dagli SK Telecom T1 come sostituto di Faker. In realtà, come scoprirà lo stesso Sang-hyeok, il suo nuovo “amico” è tutt’altro che un sostituto. Per molti analisti del settore Easyhoon rappresenterebbe il futuro stesso degli SKT: un investimento compiuto dalla proprietà per sopperire a una eventuale uscita di scena di Faker



Durante la stagione Faker e Easyhoon si alternano nel posto da titolare e molti apostrofano già l’allenatore degli SKT come un folle. Il coach Kim “KkOma” Jeong-gyun non è un esordiente e nella mossa apparentemente inconcepibile di lasciare fuori Faker in alcune partite nasconde, in realtà, il suo capolavoro tecnico: deresponsabilizzare la sua stella. Per troppo tempo Sang-hyeok ha vissuto con il peso del proprio team sulle spalle, un peso diventato forse insostenibile e causa delle sue prestazioni altalenanti. Il compito di un allenatore è permettere ai propri giocatori di avere la mente libera: Faker deve poter esclusivamente concentrarsi sul proprio compito senza doversi preoccupare di come si stiano comportando i suoi compagni.

 

Il risultato è che la fiducia nella propria squadra aumenta esponenzialmente: Faker inizia ad affidarsi totalmente ai compagni e al tempo stesso aumenta la loro consapevolezza nei propri mezzi. L’allenatore può permettersi il lusso di questa scelta perché conosce l’intelligenza di Sang-Hyeok: sarà una dura lezione ma porterà i suoi frutti. Una macchina perfetta che unisce allo spirito di squadra il talento del migliore al mondo.

squadra che, invece di giocare per lui, gioca con lui.

 


La formazione completa degli SKT 2015.


 

Nessuno, però, si aspettava di non veder giocare Faker nella finale dell’LCK Spring Split, il campionato coreano primaverile che garantisce punti fondamentali per l’accesso diretto ai Worlds 2015. Gli SKT vincono agilmente contro i GE Tigers per tre game a zero ma il vero protagonista è Easyhoon che gioca divinamente tutte e tre le partite. “Oggi era importante vincere, la squadra prima di tutto” affermerà l’allenatore degli SKT a fine match (

). E questo nonostante le prestazioni di Faker durante la stagione 2015  siano state eccezionali, ben al di sopra delle sue capacità mostrate due anni prima.

 

Ma “la squadra viene prima di tutto” è una mossa che deve essere letta soprattutto in chiave strategica. Il timore, per le squadre che dovranno affrontarlo ai mondiali di Settembre in Europa, è che “The God” sia tenuto congelato per non dar modo agli avversari di capire quanto sia effettivamente migliorato. Immaginate per un momento di essere una delle altre 15 formazioni che parteciperà alla manifestazione internazionale: sapete che la squadra degli SKT, anche senza la sua stella, è già tra le pretendenti al titolo e si presenta come la più in forma del momento, inarrestabile in campionato con

, e non avete alcuna idea su come giochi Faker in questo periodo. Non sareste preoccupati?

 

Forse è anche grazie a quella paura che gli SKT domineranno incontrastati  tutti i Worlds 2015: dal girone, sei vittorie senza sconfitte, fino alla finale nella quale concedono agli avversari, i connazionali KOO Tigers, l’unico game dell’intera competizione. A soli 19 anni, e in appena tre anni di carriera, Lee "Faker" Sang-hyeok ha già vinto due edizioni dei mondiali su due partecipazioni, insieme al suo compagno di squadra

, unico superstite della formazione degli SKT del 2013.

 

https://www.youtube.com/watch?v=oxow7iBMSis

Uno dei rari momenti in cui Faker si lascia andare: è la finale dei Worlds 2015.


 

Nessuno degli aspiranti al trono di migliore del mondo ha saputo contrastare il ritorno e la rinascita di Faker: xPeke, Incarnati0n, Febivén, kur0 e Pawn non hanno rispettato le attese, sorpresi dal prepotente ritorno del coreano. Nemmeno il suo compagno di squadra, Easyhoon, ha saputo scavalcarlo definitivamente preferendo piuttosto, a fine mondiale, accettare l’offerta di una squadra cinese pur di non dover confrontarsi ogni giorno con Faker.

 

Sang-hyeok è indubbiamente il miglior giocatore di League of Legends di ogni epoca. E per diventarlo non ha dovuto solo battere i suoi avversari ma anche cambiare se stesso, sopportando il peso della responsabilità e accettando di condividere le sorti della squadra con i suoi compagni. Non è un caso che Faker si senta ora più che mai parte integrante degli SKT: non più un supercampione che trascina il team con le sue sole forze ma un eroe umano dotato di grandi poteri che insieme ai suoi amici e compagni lotta per un bene comune.

 

The God, o semplicemente Lee, può finalmente cominciare a sorridere.

 

 

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