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Il miglior rookie: Fabian Ruiz
02 lug 2019
02 lug 2019
Il premio per il miglior esordiente U-23 va al centrocampista del Napoli.
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6 min
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Il concetto di rookie è preso dagli sport americani, come ad esempio la NBA, e si riferisce ai giocatori al primo anno, senza considerare l’età. In un sistema regolato dal draft, che mette a disposizione ogni anno decine di giocatori giovani e non ancora professionisti, la definizione di rookie non è particolarmente problematica. Noi, per evitare tecnicismi, abbiamo deciso di individuare come tali quei giocatori alla prima esperienza in Serie A sotto i 23 anni. Nella votazione finale sono rientrati quindi giocatori dal differente percorso: Bennacer, che abbiamo scoperto come stella del centrocampo dell’Empoli salito dalla serie B e con un passato nelle giovanili dell’Arsenal; Paquetà acquisto di gennaio del Milan, che ha avuto un impatto immediato pur arrivando direttamente dal Brasile; Zaniolo passato in pochi mesi da stella della primavera dell’Inter a risolvere partite della Serie A. A vincere - con ampissimo margine - è stato però Fabián Ruiz, che si è preso la maglia da titolare del Napoli stupendo tutti per il talento e la maturità del suo gioco.

Fabián Ruiz è arrivato al Napoli in estate dietro il pagamento della clausola rescissoria da 30 milioni. Il costo del suo cartellino è stato quindi quello di un titolare, tuttavia è arrivato in Serie A come un oggetto misterioso - almeno per chi non segue la Liga con attenzione - anche perché alle spalle aveva una sola stagione da titolare, l’ultima con il Betis (pur se da protagonista assoluto). Fabián ha lasciato quella che era la sua casa, letteralmente visto che la madre lavorava nel centro d’allenamento della squadra prima che lui ne diventasse un giocatore, per approdare al Napoli, un contesto completamente differente per campionato e aspettative della piazza.

Inoltre il suo arrivo a conciso con un momento delicatissimo: con il ciclo di Sarri appena concluso a favore di un allenatore molto diverso e quello di Hamsik prossimo alla conclusione. Con Ancelotti l’inserimento di Ruiz non è potuto essere graduale, visto che l’allenatore ha dovuto costruire un nuovo sistema. L’inizio non è stato neanche fortunato a causa di diversi problemi muscolari accusati durante il ritiro, mentre davanti a lui Zieliński appariva in gran forma. Il debutto è arrivato quindi solo il 18 settembre in Champions League, contro la Stella Rossa a Belgrado, una partita sfortunata e piena di rimpianti per il Napoli. Del suo debutto la Gazzetta scrive nella cronaca: «Ancelotti lascia fuori Hamsik e punta su Fabian Ruiz, che entra subito in partita e dimostra buone qualità».

Fabián viene schierato come esterno sinistro del 4-4-2, una posizione in cui non aveva mai giocato in carriera. Come fatto notare anche nelle due righe della Gazzetta, Ruiz appare subito calcisticamente molto più maturo dei suoi 22 anni: sa sempre dove deve stare in campo e cosa deve fare quando riceve il pallone. Va detto che Ancelotti è stato perfetto nella gestione del suo inserimento all’interno del nuovo sistema del Napoli. Come detto dallo stesso Fabián in una recente intervista alla Gazzetta: «Effettivamente ho giocato in tante posizioni, e all’inizio non è stato facile visto che avevo cambiato Paese, lingua e campionato. Ero un po’ preoccupato e ho sofferto. Poi mi sono adattato e il fatto di sentire grande fiducia intorno mi ha dato molta sicurezza. Ancelotti ha puntato su di me nonostante fossi giovane e alla prima esperienza all’estero e in Champions. Quando ti muovi tanto a livello tattico è importante aver qualcuno che ti dia indicazioni precise, e così è stato. Mi ha fatto crescere tantissimo».

Con il passare della stagione Fabián è diventato un giocatore sempre più importante. Dalla partenza di Hamsik, avvenuta a gennaio, è stato schierato come interno di centrocampo, prendendo le funzioni dell’ex capitano, ma declinandole a modo suo. La posizione di centrocampista centrale è quella in cui si sente più a suo agio, anche perché è in quella zona di campo che le sue maggiori qualità vengono esaltate e può essere più di aiuto alla manovra. Lo stesso Ruiz è convinto quella sia la sua situazione ideale: «Mi ispiro a Xavi, il mio modello, prevalentemente nel Betis ho giocato da mezzala sinistra, ma a centrocampo me la cavo ovunque e non ho un modulo preferito» ha detto a Repubblica ad inizio stagione.

Una discussione, quella sul doppio ruolo di Ruiz, che lo stesso giocatore ha approfondito in un’intervista al Corriere dello Sport a fine stagione: «Mi piace giocare a centrocampo, ho giocato sempre lì fin dall’infanzia. Quest’anno l’allenatore mi ha provato a sinistra e penso di aver fatto bene, lì ho segnato più gol per una semplice ragione: giocando a sinistra ho più libertà di movimento e posso entrare di più in area di rigore». C’è da aggiungere che avendo un sinistro preciso, si è dimostrato in grado di sfruttare la libertà di movimento concessagli da Ancelotti per tirare in porta con ottimi risultati visti i 5 gol fatti, tutti quando schierato a sinistra (contro l’Udinese, il Genoa, l’Atalanta e l’Inter).

https://twitter.com/strivesport/status/1069681131287691265

Al momento del suo arrivo in Italia, aveva scritto Emanuele Mongiardo che Fabián Ruiz «con i suoi movimenti cercava di creare le condizioni migliori per facilitare il possesso di squadra e non solo le proprie ricezioni, in una fusione ottimale tra la tecnica individuale e la tattica collettiva. Il centrocampista spagnolo ha un talento non banale negli smarcamenti, grazie al quale riesce a capire come posizionarsi per uscire dal cono d’ombra degli avversari disegnando una linea di passaggio pulita per i compagni». Capacità messe in evidenza in questa prima stagione, durante la quale abbiamo visto un giocatore che non ha paura di prendersi responsabilità con il pallone, che pensa prima di ricevere, in grado di trovare la posizione giusta tra le linee e il modo corretto per stoppare, senza la fretta di liberarsene una volta ricevuto.

Forse però a sorprendere più di tutto è stata la calma e la naturalezza con cui Ruiz agisce sotto pressione. Aiutato da un fisico importante (190 centimetri) quando si tratta di proteggere il pallone, tuttavia è il suo controllo orientato il suo vero segreto - già oggi uno dei gesti più riconoscibili della Serie A. Grazie al controllo di palla riesce ad azionarsi subito, partire in conduzione se intravede uno spazio, prendendo sul tempo gli avversari. Questo gli permette di avere una doppia dimensione: quella di giocatore associativo, ma anche un dinamismo sorprendente, che gli permette di essere efficace - appunto - anche quando schierato sulla fascia.

Fuori dal contesto del Napoli, nell'Europeo Under-21 vinto dalla Spagna, Fabian Ruiz ha brillato come uno dei talenti più evidenti e unici nel panorama internazionale, sembrando davvero fuori scala per il contesto giovanile. In 4 partite ha messo insieme 2 gol e 2 assist. La rete in finale contro la Germania, con un collo esterno da 25 metri, sintetizza ovviamente le sue abilità tecniche, ma anche un'influenza negli ultimi metri di campo che sembra poter crescere anche nel Napoli. Non che i 5 gol e i 4 assist nella stagione d'esordio possano essere minimizzati, ma dal talento di Fabian Ruiz possiamo ancora aspettarci molto, e possiamo considerarci fortunati di poterne aspettare la crescita nel nostro campionato.

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