I premi della fase a gironi
MVP: Gacinovic
Eintracht Frankfurt, o in italiano Concordia Francoforte, è una delle più grandi sorprese di questi gironi di Europa League, che ha superato brillantemente al primo posto nonostante Lazio e Marsiglia.
Quello che più stupisce è la capacità di coniugare un gioco offensivo veloce e spettacolare (con 17 gol segnati è seconda solo al Siviglia come gol segnati, ma in un girone più difficile) ad una fase difensiva attenta (solo 5 gol presi). Il merito è di una serie di giocatori in grado di scatenare il panico appena in possesso del pallone, tra cui più di tutti ha impressionato Mijat Gaćinović.
In 6 partite ha segnato 2 gol e servito 4 assist e più in generale è risultato imprendibile lungo tutto la trequarti. Gaćinović è un trequartista moderno che ad una visione di gioco fuori dall’ordinario (basta guardare l’assist di ieri ad Haller) unisce un passo da esterno.
Ad appena 23 anni, Gacinovic sembra pronto per il salto di qualità e l’Europa League è la sua rampa.
Miglior gol: la sforbiciata di Christodoulopoulos
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389 gol finora e ci è toccato il compito ingrato di scegliere il più bello. Ovviamente per noi sono tutti figli nostri, ma dovendo scegliere non potevamo non premiare questa acrobazia che unisce sforbiciate, Lazaros Christodoulopoulos (vincitore del premio giocatore più Europa League 2017/18 e il premio di sosia di Daniel Day Lewis nel petroliere più credibile) e Dudelange, squadra che comunque in qualche modo rimarrà nella storia di questo torneo.
Migliore squadra non qualificata: Apollon Limassol
Se l’Europa League si giocasse tutta in terra di Cipro, l’Apollon Limassol sarebbe la favorita. La squadra allenata da Sofrōnīs Augoustī nelle tre partite giocate tra le mura amiche dello Stadio Tsirion ha perso solo con l’Eintracht Francoforte, per 3 a 2, che però è la squadra più forte finora vista nel torneo.
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All’ultima giornata è andata anche ad espugnare il Vélodrome per issarsi fino ai 7 punti in classifica, non sufficienti solo per il valore delle avversarie. In totale la squadra ha segnato 10 gol in 6 partite, per dire più di Lipsia, Lazio e Betis.
Premio Tawamba: giocatore simpatia – Ari
Abbiamo già parlato di Ari, brasiliano del Krasnodar che con due gol ha contribuito al passaggio del turno della squadra russa. Se non ricordate la sua storia fantastica, vi invitiamo a fare una breve ricerca, ne vale la pena.
In un mare di simpatia abbiamo deciso di premiare lui perché, tra le altre cose, colleziona capelli con il suo nome sopra e soprattutto è una persona eccezionale come possiamo intuire da questo video postato sul suo Instagram.
Peggiore squadra: Glasgow Rangers
Quanto ci era mancato il Glasgow! Le sue maglie blu! Ibrox Park! I tifosi pazzi protestanti che odiano il Celtic! Steven Gerrard in panchina!
Poco, alla fine ci era mancato poco. Il Glasgow Rangers ha provato a passare il turno giocando male, pareggiando tutte le partite, segnando pochissimo. Vattene via!
Giocatore più violento: Jaume Costa
Jaume Costa ha giocato 257 minuti di questa Europa League (meno di 3 partite) ed è riuscito a collezionare 2 cartellini gialli e 2 rossi con un totale di 7 falli. Questo fa di lui – più o meno – l’Icardi dei falli, uno che non è che vedi tantissimo ma quando si tratta di fare male, timbra sempre.
Tarjeta roja a Jaume Costa (Villarreal CF) contra FC Spartak Moskva (90 ') pic.twitter.com/nAenDDtZuJ
— Patrick Meehan Nader (@Pixterrey) December 13, 2018
Oltre a questo rosso, preso per aver attentato alla possibilità di avere un normale uso del tendine di achille del povero Jano Ananidze, Jaume Costa è riuscito nell’impresa di farsi ammonire due volte in sette minuti a cavallo tra il 73° e l’80° della partita contro l’Austria Vienna, che il Villareal stava vincendo per 4 a 0.
Miglior maglia fra le eliminate: Qarabag
In un mondo sempre più pieno di sfumature, abbiamo voluto premiare la sobrietà del Qarabag. Nero con un po’ di bianco la prima maglia, bianco con un po’ di nero la seconda. Tutto molto semplice ma anche molto elegante, con gli intarsi oro e viola dello stemma che risaltano sul petto dei calciatori e le strisce Adidas come garanzia di coolness.
Anche lo sponsor – AZERSUN – pur sembrando nascondere una privatizzazione losca, non stona su una maglia che rappresenta non solo una squadra, ma anche una storia tragica e di speranza al tempo stesso.
Partita più Europa League: Olympiacos – Milan
A costo di parlarne anche qui, non potevamo non premiare la sfida di Atene tra Olympiacos e Milan, una partita al tempo stesso drammatica e sconclusionata, da sembrare frutto della penna di Thomas Pynchon. Ecco un elenco di tutto quello che è accaduto in classifica, per mettere in prospettiva le cose:
1)Il flauto di Leonardo: se un giorno potremo scordarci della partita, mai potremo scordarci delle parole del DS del Milan e del fatto che questo suono – effettivamente – era presente.
2)Il rigore: Torosidis è entrato al minuto 79 e nessuno aveva capito il perché, visto che ai greci serviva disperatamente un gol. Una manciata di secondi dopo si è guadagnato un rigore oggettivamente inesistente.
3)Il calcio d’angolo di Castillejo e Calhanoglu: uno dei momenti più bassi della storia del Milan, sinceramente.
4)Il secondo gol dell’Olympiacos: con una assurda deviazione di Zapata.
5)Il primo gol dell’Olympiacos: arrivato dopo un calcio d’angolo battuto corto mentre Castillejo guardava da un’altra parte.
Partita più Europa League 2: Videoton-Paok 1-0
Se volete un assaggio di come sarà la nuova competizione recuperatevi questa sfida all’ultimo sangue tra gli ungheresi del Videoton e i greci del Paok che a quanto pare voi amate molto, che hanno preso la sveglia dalla squadre di una città che non riesco neanche a scrivere, vi giuro, fate prima a leggervelo da soli.
Cose significative della partita:
– È stata arbitrata dall’arbitro Ali Palabiyik, professione insegnante, ex portiere di calcio.
– Nel PAOK c’era in campo Omar El Kaddouri, che però non ha fatto assolutamente niente.
– C’era in campo uno che si chiamava Crespo ma che purtroppo non era Hernan Crespo.
– Il gol di Milanov, un onestissimo centrocampista con più di 40 presenze nella Nazionale bulgara.
Conosci la tua squadra di Europa League: Sarpsborg 08
Nella mitologia norrena il Ragnarok si riferisce alla profezia di una grande battaglia alla fine del mondo. Una battaglia tra gli dei e i giganti, e tutte le persone del mondo conosciuto, dove «Nessun uomo avrà pietà per un altro uomo» secondo la Edda. A questa battaglia seguiranno diverse catastrofi naturali, fra cui la sommersione del mondo per come lo conosciamo e, in seguito, la sua rinascita rigogliosa. È da questo mito di resurrezione che prendono il nome i Ragnarok, una delle più importanti band black metal al mondo, fondata nella città di Sarpsborg. La formazione originale prevedeva Jerv al basso, Jontho alla batteria, Rym alla chitarra e Thyme alla voce. I loro album più famosi sono stati Nattferd, Diabolical Age e In Nomine Satanas.
Fra i commenti a questo video: “Burn in hell Bieber fever”.
Sarpsborg è la cornice ideale per instillare nei cuori dei giovani dei pensieri che hanno a che fare col diavolo, i sacrifici neri e la teologia negativa e apofatica. Le casette basse coi tetti rossi e i camini fumanti, nessun luogo ricreativo, strade dritte e vuote che si estendono a croce su una cittadina civile e borghese, dove i lavori principali ruotano attorno a uno dei più grandi birrifici del paese, quello della Borg Bryggerier. La birra prende il nome del vecchio nome della città di Sarspsborg, fondata dal Re vichingo Olaf Haraldsson nel 1046 ma è stata poi rasa al suolo nel 1567, durante la sanguinosa Guerra del Nord dei sette anni, combattuta fra l’esercito svedese e una coalizione fra Danimarca e Norvegia (questo per ridimensionare l’idea dei paesi scandinavi come paesi eternamente neutrali e pacifici).
La città è stata allora rifondata più vicina al fiume, a 15 km dal luogo originario, dove però è rinata una città a metà dell’800, che è l’attuale, satanica, Sarpsborg. Per sfogare gli istinti malefici della popolazione in città non bastava una squadra di calcio, e così nel 2008, accanto al vecchio FK Sarpsborg è nato il Sarpsborg 08 Footballforening, che in breve tempo ha scavalcato in valore e prestigio i rivali cittadini. Al punto che nel 2009 la nuova squadra ha battuto la vecchia in uno spareggio per non retrocedere dalla Eliteserien.
Eccolo il il Fredrikderby più importante della storia.
Lo scorso anno, piazzandosi al terzo posto in campionato, il Sarpsborg è riuscito a qualificarsi per la prima volta in una competizione europea. O almeno ai suoi preliminari, dove ha preso lo scalpo di Maccabi Tel Aviv, San Gallo e Rijeka. Nel girone poi ha totalizzato 5 punti, cogliendo i primi tre punti europei della propria storia in casa contro il Genk. Ora dobbiamo salutare il Sarpsborg, ma sappiamo che è solo un arrivederci, un’epoca oscura sta per calare su di noi a preannunciare un nuovo Ragnarok: «Un’eternità oscura è arrivata su di noi. Tutta la luce sulla terra è finita. La nuova epoca è arrivata… questi sono i nostri anni diabolici».
C’è un candidato al titolo di Robben dell’Europa League
Samuel Chukwueze ha 19 anni, gioca nel Villareal ed è soprannominato l’Arjen Robben nigeriano. Arrivato ai sottomarini gialli dalla Diamond Football Academy di Umuahia, con la nazionale nigeriana ha vinto il Mondiale U17 nel 2015.
Chukwueze è un’ala destra rapida e potente, abilissimo nel dribbling sia in campo aperto che negli spazi stretti e con un buon piede sinistro. Come tutti i wannabe Robben che si rispettino la sua azione preferita prevede la partenza dalla fascia destra per convergere dentro al campo e cercare di concludere col sinistro. La sua rapidità lo porta a scompigliare facilmente le difese e anche quando non conclude sembra creare qualcosa di buono ogni volta che parte palla al piede.
In 12 partite giocate in questa stagione ha già segnato 6 gol, di cui l’ultimo ieri allo Spartak Mosca. In un Villareal parecchio in crisi Chukwueze rappresenta una delle poche note positive. Una grande speranza anche per l’Europa League sempre alla ricerca del proprio Arjen Robben.