Conosci la tua squadra di Europa League: Olympiacos
L’Olympiacos ha vinto 45 campionati greci: una mostruosità. A metà degli anni ‘10 di questo millennio, è diventata la prima squadra della storia a vincere cinque titoli consecutivi in almeno cinque momenti diversi. Un risultato che ha fatto guadagnare al club una lettera di congratulazioni firmata da Josef Blatter in persona (mi sembra la conseguenza meno appagante di un risultato simile). Stiamo parlando di una società leggendaria: la squadra con più tifosi in Grecia, quella più vincente che gioca nella città culla della civiltà occidentale. Per renderle omaggio eccovi una foto e un piccolo ritratto di alcuni antichi giocatori che hanno dato lustro alla storia dell'Olympiacos.
I fratelli Andrianopoulos
Tra i fondatori del club, sono stati anche i primi a permettergli grandi risultati sportivi. Erano cinque: Giorgios, Vasilis, Dinos, Leodinas e il più forte di loro, Yiannis. Venivano da una famiglia di mercanti e grazie a loro sono arrivati i primi titoli pan-ellenici.
Theologo Symeonidis
Nato a Smirne, e quindi di origine greca, era un attaccante spietato in area di rigore. Si registrano 88 gol in 109 presenze. Con Christoforos Raggo e Giannis Vazos formava il cosiddetto Trio delle meraviglie.
Giannis Vazos
Curiosamente anche lui nato a Smirne e trasferitosi nel Pireo in seguito alla Catastrofe dell’Asia Minore, se digitate il suo nome su Google vi viene suggerito Jeff Bezos. Suo padre era macellaio, la madre ha avuto problemi durante la gravidanza e Giannis aveva una gamba più corta dell’altra e un’andatura svagata quando correva. Nonostante questo, ha segnato la cifra senza senso di 450 gol in 368 partite ed è il secondo miglior marcatore della storia dell’Olympiacos. Durante la seconda guerra mondiale ha convertito la macelleria in un negozio di liquori ma lì è stato arrestato per traffici illeciti. Un po’ di galera e una condanna a morte poi revocata. È morto tranquillo nel 1991. Questo è un video per crearlo su PES.
Nikos Godas
Durante l’occupazione nazista della Grecia molti calciatori dell’Olympiacos si arruolarono nell’ELAS, l’esercito di resistenza e liberazione Nazionale. Godas era il capitano dell’esercito. Dopo la guerra è stato imprigionato e condannato a morte, a meno che non avesse firmato un documento in cui rinnegava l’ideologia comunista. Rifiutò di rinnegarla, e morì giustiziato indossandro maglietta e pantaloncini dell’Olympiacos. Le sue ultime parole furono: «Sparatemi e uccidetemi con indosso la mia maglia dell’Olympiacos e non bendatemi. Voglio vedere i colori della mia squadra prima dell’ultimo sparo».
Andreas Mouratis
Difensore ultra-aggressivo, coraggioso e incline alla violenza, rappresentava l’ideale del calciatore dell’Olympiacos. Dopo una partita contro la Nazionale turca venne soprannominato “Mouratis Aslan”, cioè “Mouratis il Leone”, per sottolineare il fatto che giocasse, appunto, come il re della savana. Il resto del tempo veniva soprannominato Missouri. Perché? Non so. Aveva un paio di menti e un paio di baffi folti e spessi come quelli di una spazzola per le scarpe. Le maglie dell’epoca, slabbrate come quelle che indossavano i punk inglesi, valorizzavano il torace ampio e villoso. Vorremmo tutti vederlo giocare ancora.
Giorgios Sideris
Ha vinto 3 volte il campionato e 4 volte la Coppa di Grecia e 1 campionato balcanico per club, dove segnò in finale contro il Levski Sofia. Prima squadra greca a vincere un trofeo internazionale. È il massimo marcatore della storia dell’Olympiacos e l’unico senza baffi di questa lista.
Nikos Anastopoulos
È l’uomo che ha segnato più gol con la Nazionale greca e ovviamente ha aiutato l’Olympiacos a vincere diversi titoli. Dopo 7 anni gloriosi nel campionato di casa, si trasferisce in Italia, all’Avellino, e viene oggi ricordato come uno dei bidoni clamoroso in cui si è imbattuto il calcio italiano degli anni 80.
Pedrag Djorjevic
Su YouTube si trovano video a lui dedicati intitolati “The Legend”. Ci mancherebbe per uno che ha il record di presenze con la maglia dell’Olympiacos e che giocando da centrocampista ha segnato più di cento gol, con una media di uno ogni tre partite. Ha avuto la sua annata migliore a 34 anni, quando la brillantezza del suo cranio ha raggiunto l’apice.
Giovanni
Protagonista di cinque campionati vinsi consecutivamente all’inizio degli anni 2000, cominciano a chiamarlo “Il Mago”. Ha vinto la classifica marcatori nella stagione 2003/04. I suoi gol sono incredibili: >guardateli con un sottofondo house mixato col sirtaki. Ce n’è uno particolarmente bello su assist di Karembeu, in cui poi festeggia facendo il saluto militare a Dio.
La grande partita di Lorenzo Pellegrini
Pellegrini ha 24 anni e gioca ad alti livelli ormai da sei. Ha iniziato mezzala con Di Francesco, alla Roma ha trovato il posto da titolare quando è stato spostato trequartista centrale del 4-3-2-1 e con Fonseca - col 3-4-2-1 - gioca dove capita: nei due mediani o fra i due trequartisti. Cambiando il ruolo la sua interpretazione non cambia molto: Pellegrini è un giocatore che ama giocare in zona palla e cucire il gioco, abbassare il ritmo e poi verticalizzare. Nell’ultimo anno però le sue letture durante la partita sono in crescita e riesce ad alternare con più facilità giocate più dirette e pazienti, movimenti col pallone e senza. Contro lo Shakhtar ha giocato una partita che ha mostrato la completezza del suo repertorio, che ha brillato soprattutto nei movimenti senza palla. L’Europa League gli ha dedicato >un post con scritto “Captain Fantastic”.
Il gol
La difesa dello Shakhtar giocava piuttosto alta, ma rimanendo talvolta pigra nel pressing permetteva ai centrocampisti della Roma di giocare a palla scoperta. Senza Mayoral e con Mkhitaryan nel ruolo di numero 9, però, serviva un lavoro ulteriore dei trequartisti per attaccare la profondità dietro la linea difensiva. Un compito che Pellegrini ha fatto tutta la partita nonostante non sia, in teoria, una qualità che gli riconosceremmo. Nel primo gol riceve un bellissimo passaggio di Pedro, ma lui fa uno splendido taglio in diagonale da destra a sinistra che costringe Ismaily a seguirlo lungamente, e a mollarlo a un certo punto. Poi segna con un tocco d’esterno intelligente, dopo aver visto il palo scoperto, molto simile a quello che segnò Dzeko negli ottavi di Champions League di tre anni fa.
L’assist per El Shaarawy
Anche in questa occasione corre benissimo alle spalle della difesa dello Shakhtar e offre una palla per niente banale a El Shaarawy, abbastanza precisa per finirgli esattamente sulla corsa, abbastanza forte da evitare il rientro di tutti i difensori dello Shakhtar.
Una giocata strepitosa a caso
Qui nasconde la palla al rientro di due giocatori in uno spazio risicatissimo. Rientra col tacco su Taison, poi la sposta col tacco sinistro dribblando all’indietro, prima di subire fallo.
L’azione da cui nasce il calcio d’angolo del 3-0
Come notato da Benedetto Greco, il calcio d’angolo del 3-0 nasce da un’azione di recupero palla aggressivo, che finisce poi sui piedi di Pellegrini. Si può girare senza pressione e vedere il movimento di El Shaarawy in profondità. Il passaggio di interno sinistro è dolcissimo e perfetto. L’attaccante prova una soluzione controintuitiva quasi di punta, non il massimo ma sul calcio d’angolo successivo Mancini segnerà il terzo gol.
Tony Soprano piange sulla musica dell’Europa League e altri video
Un video incredibile che magari vi siete persi, e che ci ha dato lo spunto per altri video, come:
- Nanni Moretti balla sulla musica dell’Europa League
- Il nano di Twin Peaks che balla sulla musica dell’Europa League
- Colapesce e Dimartino che cantano e ballano l’inno dell’Europa League
Il grande torneo delle sopracciglia Roma-Shakhtar Donetsk
Le sopracciglia, possiamo dire: parte del corpo sottovalutata dell’essere umano. Fondamentali nell’espressività del volto, e per questo direi troppo poco curate e spinzettate ad arte rispetto a barba e capelli. In attesa che ritornino gli anni 90, e le sopracciglia rifinite al singolo pelo, questo è un torneo tra le sopracciglia che abbiamo visto in Roma-Shakhtar. Quattro sono di giocatori della Roma, e quattro di giocatori della squadra ucraina. Cominciamo.
Rick Karsdorp vs Dentinho
Il tipo sopracciglia bionda è purtroppo sempre inferiore a quella sopracciglia mora. Il biondo sottile di Karsdorp, solo lievemente definito, è un petalo di rosa rispetto alla violenza di Dentinho. Nelle gare di sopracciglia vince sempre la più bora, vince Dentinho
Marlos vs Gianluca Mancini
Marlos ha una linea acuta fine per incorniciare delicatamente i suoi occhi di ghiaccio; Mancini ha un sopracciglio che sembra un tappetino a spazzola incollato col nastro bioadesivo sopra i suoi occhi. Vince lui ovviamente
El Shaarawy vs Solomon
Se El Shaarawy volesse un logo personale, dovrebbe farlo con le sopracciglia: semplicemente il baffo delle sue sopracciglia che si dispiega nello spazio bianco come un gabbiano in volo. La loro maestosità non tiene nemmeno in considerazione la sfida con le malinconiche sopracciglia di Solomon.
Ismaily vs Borja Mayoral
Le sopracciglia di Borja Mayoral sono un tocco di pennello cinese sollevato con grazia all’ultimo momento. Ma Ismaily, ragazzi, è su un altro livello: sopra gli occhi ha un uomo sovrappeso supino in orizzontale. Vince Ismaily.
Semifinali
Dentinho vs Mancini
Siamo di fronte a due tipologie di sopracciglia molto simili. Dentinho vince in irsutezza, ma Mancini vince nella piega, che dinamizza le sue sopracciglia come fossero un baffo della Nike. Vince Mancini.
El Shaarawy vs Ismaily
Lo stacco tra il colorito cinereo del volto e la nerezza delle sopracciglia è il bello delle sopracciglia di El Shaarawy, ma Ismaily semplicemente sarebbe una persona diversa senza queste sopracciglia. Non c’è nessuna sinuosità, nessuna eleganza, solo qualcuno che ha esagerato con l’uniposca. Vince lui.
Finale
Mancini vs Ismaily
Siamo di fronte a due sopracciglia folte e nere come la morte, l’abisso e l’angoscia. Quelle di Mancini però sono le uniche che agiscono con una loro vita, che hanno una personalità, probabilmente anche un nome proprio e un codice fiscale. Ci andrei a cena, con le sopracciglia di Mancini, sembrano avere molte cose da dire. Sono le sopracciglia di Gianluca Mancini ad aggiudicarsi il primo torneo di sopracciglia dell’Europa League.
Maguire nella storia
Non si sceglie il modo in cui si entra nella storia, soprattutto se è quella dell’Europa League. Harry Maguire, ieri, ha deciso di farlo sbagliando un gol che l’89% dei calciatori avrebbe segnato, memeficando l’idea già presente di giocatore sopravvalutato dal mercato della Premier League. Visto che da questo punto di vista sentiamo che c’è del potenziale inespresso, ecco alcuni meme facili facili che potrebbero innescare una nuova wave.
Maguire che, mandando il pallone sul palo, impedisce a Gordon Banks di fare la parata del secolo
Maguire che trasforma una foto storica in una immane tragedia
Maguire che partecipa alla guerra civile spagnola
Maguire che sale sulle scale di Escher
Maguire che, per sbagliare il gol contro il Milan, si rifiuta di fare il saluto nazista
La parata del siglo
Forse passerà inosservata, ma nell’ultimo minuto di Slavia Praga-Rangers Allan McGregor ha fatto la parata del secolo, inteso come questo secolo.
Non è solo riuscito a respingere a pochi centimetri dalla linea il colpo di testa di Masopust, ma è riuscito a tenere il pallone vicino a sé, come fosse una cosa normale. Visto il movimento a parare un tiro dietro la sua linea, Ally McCoist >ha scomodato la ben più famosa parata di Banks su Pelé, la parata del secolo il secolo scorso. Se ci pensate non c’è niente che racconti meglio il nostro secolo che un paragone tra una parata fatta durante i quarti di finale dei Mondiali del 1970 e una fatta negli ottavi dell’Europa League del 2022. Allan McGregor ha giocato la prima partita con i Rangers nel 2001, prima di iniziare un pellegrinaggio che lo ha portato anche a difendere la porta del Besiktas, prima di tornare in Scozia ripartendo dalla seconda serie e riprendendosi il posto tra il pali. A 39 anni compiuti sembra non aver più paura di niente, né bisogno di nessuno. Dopo la partita è rimasto impassibile: «[L’ho vista ] un po' tardi. E stata una di quelle cose: reagisci, la vedi, allunghi la mano e si spera che non entri. E non è entrata e quindi: giorni felici».
Choose your Boril
Boril di Bulgaria
Fu lo Zar di Bulgaria tra il 1207 e il 1217. S'impadronì del trono dopo la tragica morte di Kaloyan, dove pare fu tra i cospiratori. Dopo essere stato battuto a Filippopoli dai Franchi, fece pace con l'imperatore Enrico di Fiandra e su invito di Innocenzo III convocò a Tirnovo un concilio che condannò i capi bogomili. Perse il trono nel 1218 per opera di Ivan Asen II.
Jan Bořil
Capitano dello Slavia Praga, terzino sinistro, faccia ampia e sincera, occhi piccoli e affilati, pelle ispessita da una vita all’aperto.
Boril
Personaggio del gioco Empires and Puzzles, si caratterizza per essere sinistramente simile al Nano Gimli del Signore degli Anelli. A quanto pare le sue skill lo rendono una carta migliore per la difesa che per l’attacco. Nei commenti a questo video, diversi utenti provano a spiegare l’utilità di Boril.
Arsenal not arsenaling
Scommettiamo chi?
Magari non ve lo ricordate, ma a un certo punto vi dicevamo come svoltare con l’Europa League, l’unica competizione che vi da più possibilità di svoltare delle telefonate di trading che vi fanno da Londra. Non è facile scommettere sull’Europa League, dove i portieri decidono di diventare fenomeni o pippe all’improvviso e infatti noi non vi diremo davvero di scommettere, un po’ perché non crediamo sia legale, un po’ perché nessuna grande agenzia di betting ci paga o ci pagherà. Insomma, in attesa che le vostre frazioni di bitcoin fruttino ecco alcuni consigli (per la maggior parte sbagliati).
Roma 95% - Shakthar Donetsk 5%
L’andata ha confermato l’adagio secondo cui le squadre ucraine in primavera sono bollite. Tuttavia a Kiev siamo ancora in pieno inverno e magari si ricordano di essere la squadra che ha battuto due volte il Real e pareggiato due volte con l’Inter. Dall’altra parte la Roma ha un vantaggio di 3 gol e se spesso sembra poterne subire almeno un paio a partita, la sua fase offensiva sembra inesplicabile per la non irreprensibile difesa ucraina. Lasciamo un 5% perché forse la Roma potrebbe avere tutti i giocatori rotti da qui al ritorno.
La Roma potrebbe approfittarne per fare un salto al Museo delle cose inutili, dove prendono nuova vita oggetti gettati via (c’è una grande lezione dietro? Chissà).
Su cosa scommettere: Sembra strano dirlo, ma sui tifosi allo stadio.
Su cosa non scommettere: L’assenza di giocatori dal nome più corto di cinque lettere.
Manchester United 50% - Milan 50%
Il Manchester United ha Bruno Fernandes, il Bruno Fernandes dell’Europa League (il portoghese è ormai diventato un giocatore così forte da essere esso stesso un termine di paragone). Il Milan invece ha dalla sua una stagione magica. Chi vince tra magia e Bruno Fernandes? Onestamente non ce la sentiamo di prendere posizione. Sarà la partita più aperta del ritorno, la più bella da guardare, ma forse la meno Europa League di tutte.
Su cosa scommettere: Una di quelle belle partite contratte che ci piacciono tanto.
Su cosa non scommettere: Un gol di Maguire, ci viene da dire.
Villarreal 100% - Dinamo Kiev 0%
Figuratevi se una squadra di Unai Emery si fa fregare da una più scarsa. Il Villarreal è il sottomarino giallo dell’Europa League: procede sotto i radar, nessuno pensa possa far male, ma poi a un certo punto devi averne a che fare. Tutti i giocatori sembrano perfetti per questa competizione, chiunque essi siano. Un saluto alla Dinamo Kiev che non ci ha neanche provato.
Su cosa scommettere: Altra pizza a Villarreal?
Su cosa non scommettere: su qualcuno interessato a questa partita.
Young Boys 2% - Ajax 98%
L'affascinante sfida tra la gioventù di nome svizzera e quella di fatto olandese non è stata poi così affascinate. Lo Young Boys ha tenuto per 60 minuti prima di mollare la presa, riconoscendo di aver già fatto più del suo. Il ritorno sarà una passerella sul sintetico dello Stade de Suisse, che se ve lo state chiedendo ha il più grande impianto del mondo a pannelli solari installato in uno stadio. Il 2% si spiega perché comunque l’allenatore dell’Ajax non è Unai Emery, ma quel matto di ten Hag.
Ma se invece del ritorno facessero un bel live dei Rammstein?
Su cosa scommettere: La doppietta di Brian Brobbey, scommettete sempre su Brobbey nuovo fenomeno del calcio pane e salame dell’Europa League.
Su cosa non scommettere: Brian Brobbey che rimane troppo tra i lanceri (e infatti mentre scrivevamo questa rubrica è stato ufficializzato il suo passaggio al Lipsia in estate).
Arsenal 90% - Olympiacos 10%
Obiettivamente quante volte si poteva suicidare l’Arsenal contro l’Olympiacos? Ci hanno provato, ma certe volte avere la squadra più forte ti fa vincere le partite, cose che succedono. Nel ritorno non dovrebbe succedere molto, ma è comunque l’Arsenal per quanto questo sottotesto stia diventando più stucchevole che tenero.
Su cosa scommettere: Quanto ci sta bene Odegaard con la maglia dell'Arsenal? Non è una scommessa ma ci andava di scriverlo.
Su cosa non scommettere: Su qualcuno che parla bene della costruzione dal basso durante la partita.
Rangers 60% - Slavia Praga 40%
La partita più Europa League di questo turno prometteva scintille, ma dopo un inizio col botto la sfida tra il Klopp ceco e il Gerrard Gerrard è stata rimandata al ritorno. Con gli stadi vuoti è difficile dire che spinta avranno gli scozzesi, una squadra da 23 vittorie e un pareggio in questa stagione tra le mura amiche e sembra per questo favorita. D’altra parte, però, lo Slavia Praga ha passato il turno andando a vincere per 2-0 a Leicester. Insomma, la loro è la sfida da guardare se amate il calcio, ma soprattutto l’Europa League.
Quasi 8 minuti di John Petrucci e della sua Glasgow Kiss per fomentarvi per il ritorno.
Su cosa scommettere: L’eterna lotta tra il bufalo Morelos e il fenicottero David Zima.
Su cosa non scommettere: L’eterna lotta tra i protestanti scozzesi e i cattolici cechi.
Granada 90% - Molde 10%
Dopo aver passato un turno incredibile, sfidando tutte le leggi della statistica, il Molde è inciampato alla prova Granada. Ha subito due gol evitabili, per errori propri, da un giocatore di 38 anni e da uno di 36. Così va la vita quando hai un welfare eccezionale. Al ritorno dovranno inventarsi qualcosa, contro una delle squadre che sanno difendersi meglio della competizione, insomma un’impresa impossibile che forse non vogliono neanche compiere.
Su cosa scommettere: Sulla versione norvegese della frase “Metti un po' di musica leggera Perché ho voglia di niente”
Su cosa non scommettere: Sul Granada che si inguaia da solo.
Tottenham 95% - Dinamo Zagabria 10%
Doppietta di Harry Kane e tutti a casa. Vabbè, c’era da aspettarsi altro? La Dinamo Zagabria era la squadra che non subiva gol della competizione, ma quando una squadra con la pistola incontra Harry Kane col fucile, la squadra con la pistola è una squadra morta.
Su cosa scommettere: Su Mourinho che passa il turno e dice qualche frase estremamente enfatica sul vincere i trofei.
Su cosa non scommettere: Su Mourinho che passa il turno e dice vabbè, mica è merito mio, questi costano un trentesimo dei nostri.
Pacchetto highlights Europa League
«Ormai le partite intere in tv non se le guarda più nessuno, a meno che tu non sia un tifoso sfegatato», così Andrea Agnelli ha introdotto la sua idea per coinvolgere il nuovo target: i giovani. La generazione Z vuole tutto e subito, abituata a mordere la vita uno scroll al secondo. L’idea di Agnelli, tra le molte, è di vendergli dei pacchetti di highlights invece che tutte le partite. Abbiamo colto al volo l’idea e abbiamo provato a mettere insieme un pacchetto di cose accadute durante l’Europa League da vendere ai giovani d’oggi.
Carrellata dei seggiolini hip-hop dello Stadio dello Slavia Praga
Mircea Lucescu come il nonno buono che ti allunga 50 euro al compleanno
Venti secondi di passaggi tra Harry Maguire e Scott McTominay con il weee weee dei reel di Instagram
Tutti i falli di Mancini su Taison con sottofondo di Serpenti a sonagli di Sfera ebbasta
Tutta la partita tra Granada e Molde tranne le occasioni da gol
Kumbulla che si sputa addosso
Chi sa solo di Europa League non sa niente di Europa League
Si è tornato a parlare di monarchia. Si è tornato a parlare di come la monarchia andrebbe abbattuta con le pietre. La storia d’Europa è una storia di Re e Regine, ma anche una storia di ghigliottine, di rivoluzioni, di esperimenti democratici. Se ci pensate è anche quello che accade in questo turno di Europa League: il popolo che prova a tagliare la testa alle regine del calcio, portarle nel fango della democrazia, sporcarne i vestiti buoni.
Conoscere l’Europa League è quindi anche conoscere i ribelli, i rivoluzionari, i senza culotte. Come avrete capito il seguente sarà un quiz storico, dopotutto siamo nell’era di Alessandro Barbero e la storia è il nuovo calcio (che rimanga tra noi questa).
1) Con quale titolo Oliver Cromwell governò su Inghilterra, Scozia e Galles dopo aver abbattuto la Monarchia Inglese?
a) Presidente del Commonwealth
b) Lord Protettore
c) Padre della patria
2) Qual era il nome del boia che tagliò la testa a Luigi XVI?
a) Charles-Henri Sanson
b) Marcel Chevalier
c) Mastro Titta
3) Chi era a capo della cosiddetta “Rivolta di novembre” con cui in Polonia e Lituania si ribellarono allo Zar?
a) Ivan Paskevich
b) Władysław Żmuda
c) Piotr Wysocki
4) Secondo una leggenda, qual era l’obiettivo segreto di Robespierre?
a) Sposare Marie-Thérèse, la figlia primogenita di Maria Antonietta e di Luigi XVI, per farsi re di Francia
b) Uccidere tutti i Re d’Europa
c) Era interessato a ritrovare il Santo Graal
5) Chi pronunciò la frase «tu ti ricordi, popolo mio, come eri ridotto?»
a) Giuseppe Mazzini
b) Masaniello
c) Savonarola
Risposte:
1) b - 2) a - 3) c - 4) a - 5) b
Giocatore più Europa League: Stephan El Shaarawy
Quanto ci abbiamo creduto: 9
Quanto è stato realmente forte: 7
Quanto è caduto in disgrazia: 5
Quanto sembra depresso: 3
C’è stato un momento in cui il Faraone allungava la sua mano sul calcio italiano. Prima timida ibridazione dell'azzurro, Stephan El Shaarawy aveva tutto quello che serviva per portarci nel futuro. Era figlio dell’immigrazione, ma un figlio buono, ribelle al massimo da cresta e sopracciglia spinzettate. Per mezzo campionato, ad appena 20 anni, è stato un’ira di dio. In una Nazione totalmente assente di giocatori così, elettrici, in grado di saltare l’uomo, El Shaarawy era perfetto. Freestyler fuori dal campo, decisivo dentro al campo.
Poi qualcosa non ha funzionato. Molte sono state le speculazioni: l’arrivo di Balotelli e il suo cambio di ruolo ne ha castrato l’istinto offensivo, forse la più vicina alla realtà (valida però per un periodo limitato di tempo). Le altre giravano carbonare sui forum e ricalcano tutti i vizi che finiamo per accollare ai calciatori che deludono (tutte diciamo riferite al loro tempo libero). Lui d’altronde su cosa voglia dire essere lì, in cima, non si è mai nascosto: «Credevo fosse più facile non cascarci. Invece è dura. Quando vedi i calciatori ti viene da dire: "ma come cazzo fanno a essere così presuntuosi?". L'ho pensato anch'io mille volte. Poi ti ci trovi dentro, con la gente che ti chiede foto e autografi, che ti pompa, e cominci a sentirti un fenomeno anche se non vuoi. Per fortuna c'è mio padre a tenermi con i piedi ben piantati per terra». Un’altra soluzione invece riguardava il mitico Milan Lab, che ne avrebbe rovinato il fisico pur di ingrossarlo.
El Shaarawy è diventato di troppo, sempre rotto, mai decisivo. Il passaggio al Monaco sembrava un modo per dire: “Vai a riprenderti al riparo dal Monte Carlo”. Pure lì però, le cose non hanno funzionato. Dopo appena sei mesi si è fatta viva la Roma. Lì dove i giocatori riescono a entrare solo in due dimensioni “fenomeni o pippe” grosso modo, il Faraone ha trovato la sua via di mezzo. Tre stagioni e mezzo tra alti e bassi. Gol incredibili come quello al Chelsea, ma anche prestazioni scialbe che tornavano a farci dubitare del suo talento. El Shaa mai davvero scarso, mai davvero forte, l’esatta tipologia di giocatore su cui è difficile puntare in Europa, ma che in Cina ricoprono d’oro. E infatti per 16 milioni l’anno il Faraone aveva fatto quello che i giocatori Europa League fanno quando non vogliono diventare giocatori Europa League: se ne era andato allo Shanghai Shenhua. Ma si può togliere un giocatore dall’Europa League, ma non l’Europa League dal calciatore: fin dal primo momento il calciatore ha sentito la nostalgia del nostro calcio, riuscendo a tornare a gennaio alla Roma e abbracciando finalmente il suo destino. Ieri, entrato al 62’ ci ha messo appena 9 minuti per tornare a essere Il Faraone, il giocatore in grado di ribaltare le azioni, tagliare in mezzo a due difensori e poi chiudere con un tocco sotto. El Shaarawy non ha ancora 30 anni e ieri forse per la prima volta ha abbracciato il suo nuovo ruolo. I giocatori Europa League vivono alla periferia, ma possono essere il centro. Lunga vita al Faraone.
Gol più Europa League: Klaassen
Virilità: 8
Assurdità: 9
Anti-epicità: 10
Paura della morte: 10
Quanti giocatori con due doppie attaccate nel cognome hanno il talento di Klaassen? Tornato a casa dopo un pellegrinaggio non proprio fortunato, doveva essere lui a scardinare la resistenza dello Young Boys e così è stato. Un uomo buono per tutte le occasioni e tutti i ruoli che si infila nella difesa svizzera come un coltellino svizzero. Nel gol di Klaassen c’è però una piccola sfumatura slapstick che lo rende un perfetto gol da competizione, da questa competizione. Sul tentativo di triangolo tra Tadic e Klaassen a intervenire deve essere il fato, sotto forma di pallonata in faccia. Non sembra drammatico, ma cercate più angolazioni possibili per ammirare l’intervento di Cédric Zesiger che la spazza sulla fronte di Fabian Lustenberger - nome da padre costituente dell’Europa (League) - per aggiustarla perfettamente sulla corsa di Klaassen. Se non è questa l’Europa League, io dico.
L’evoluzione del taglio di Shaparenko
Shaparenko è apparso tra le pieghe dell’Europa League come un cerbiatto in tangenziale. Troppo etereo per funzionare in una competizione di martelli e incudini. Con la sua pelle d’avorio e i capelli lunghi e corvini sembrava un'apparizione divina in una competizione senza dio, ma non è durata molto. Come l’uomo, anche i capelli di Shaparenko si sono evoluti, e non è stato per forza un bene.
Shaparenko nel marzo 2018
Guardate la differenza tra Shaparenko che sembra un modello in posa per un marchio di moda di lusso e Basta e Leiva che invece sembrano aver appena finito una maratona nel deserto.
Shaparenko nel dicembre 2020
Cosa sarà accaduto a Shaparenko nel mentre? In Champions si ripresenta con un taglio strano, quasi inspiegabile. Forse durante il lockdown avrà pensato di rasarsi a zero, forse dopo aver visto Soldato Jane, ma non ha avuto il coraggio di arrivare fino in fondo lasciando i capelli lunghi sopra la testa. Scelta controintuitiva, che lo costringe a usare un cerchietto che non fa arrivare il sangue al cervello.
Shaparenko oggi
Shaparenko cerca di avere un taglio normale, ora assomiglia a Edward Norton in Schegge di Paura.