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Il bello dell’Europa League 2021 vol. 8
26 feb 2021
26 feb 2021
Momenti succulenti di una competizione golosa.
(articolo)
22 min
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Conosci la tua squadra di Europa League: Club Brugge

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Nel XV secolo il canale di Zwin è stato insabbiato, privando Bruges del suo sbocco marittimo. Sono finiti così i commerci, il passaggio delle navi e dei mercanti, delle trattative e delle merci. Tutto si è spostato ad Anversa mentre Bruges, senza acqua, si inaridiva e moriva. In Bruges la morta l’autore simbolista Georges Rodenbach scriveva:

«Bruges era la sua morta, e la sua morta era Bruges. Tutto era unito da un identico destino: era Bruges-la-Morta, anch’essa sepolta nella tomba dei suoi quasi di pietra, con le arterie gelate dei suoi canali, da quando aveva smesso di battervi il grande respiro del mare. Ma il volto dei morti, che la memoria ci conserva per qualche tempo, a poco a poco si altera, deperisce, come un pastello senza vetro la cui polvere evapora. E i nostri morti muoiono per la seconda volta, dentro di noi».

Il libro è una deprimente riflessione su mortalità, memoria e l’incontro vacuo tra il regno dell’animato e quello dell’inanimato. Bruges coi suoi canali che sembra Venezia, se non fosse per i panorami ristretti, iper-domestici, presepiali. Una città ferma, isolata da una cinta di canali stagnanti. Cosa c’è di più morto dell’assenza di movimento, della stasi. La luce sepolcrale delle case dai soffitti bassi, le cucine abitate da donne e uomini dalla pelle di cartapesta. Riscaldati da una luce drammatica tagliano patate e verze da mettere nella zuppa. Bruges città di fantasmi e di campane spettrali che accompagnano la loro marcia per i vicoli di cioccolaterie, artigiani, piccole gallerie d’arte e tutto ciò che si aspettano di trovare i turisti, altri fantasmi di Bruges la morta.

Per contrastare l’oscuro senso di morte che si respira nei vicoli, a fine ‘800 è stato fondato il Club Bruges KV, una squadra di calcio che si fa scudo del suo motto “Mens Sana in Corpore Sano”. Il club, di ispirazione filo-fiamminga, è diventato subito establishment del calcio belga. È la squadra con più coppe nazionali, dietro solo all’Anderlecht per numero di campionati vinti. Prima delle partite la mascotte di un orso incita la folla, è il simbolo della città e del club, ed è ispirato all’orso che Baldovino I - primo conte delle Fiandre - aveva sconfitto in un combattimento da ragazzino (per dirvi quanto sono tosti gli aristocratici fiamminghi: battono gli orsi da ragazzini). Dopo la vittoria della scorsa Pro League, quest’anno il Club Bruges ha giocato la Champions League, andando vicino alla qualificazione nel girone di Lazio, Zenit e Borussia Dortmund. La distanza tra la qualificazione agli ottavi di Champions o ai sedicesimi di Europa League è stata una traversa colpita agli ultimi minuti della sfida contro la Lazio all’Olimpico. Questa:

Era una squadra gagliarda, il Bruges, quest’anno, col totem Bas Dost unica punta in attacco. Per questo è stato particolarmente triste vederla eliminata dalla Dinamo Kiev in un doppio turno soporifero, povero di eventi, deciso da un gol segnato nella distrazione generale. Torneremo a splendere, perché ciò che è morto non muoia mai.


Come andranno gli ottavi di finale

Abbiamo guardato nella sfera di cristallo dell’Europa League (la pelata di Milan Borjan) per osservare in anteprima come andranno le sfide degli ottavi. Siamo pronti a raccontarvelo.

Milan-Manchester United

Il prodotto calcio è in difficoltà, i giovani giocano a Fortnite, ormai sono persi. Meglio concentrarsi sul pubblico di riferimento over-30, nostalgici, persone che pensano che il calcio è morto quando è fallita la Fiorentina di Cecchi Gori. L’idea, geniale, è di rimettere in scena le partite più famose della storia del calcio al posto di quelle nuove di cui non interessa niente a nessuno. Come quei fanatici di Napoleone che si incontrano sui campi vestiti come soldati del ‘700 per rimettere in scena la battaglia di Austerlitz. Quale occasione migliore di Milan-Manchester United: se deve essere una partita tra due nobili decadute, che almeno mettano in mostra la loro decadenza fisica. Si decide di provare. In campo, quindi, non gli attuali Milan e Manchester United ma quelli della primavera del 2007. Il Milan col tridente Seedorf-Kaká-Gilardino; lo United con quello Cristiano Ronaldo-Rooney-Giggs. La presenza di Ronaldo avvantaggerà lo United, ma assecondando lo spirito d’intrattenimento della serata Kaká segnerà comunque una doppietta. Lento e imbolsito correrà in mezzo ad Heinze e Wes Brown. Si sposterà la palla di testa, e quelli all’ultimo si scontreranno tra loro (una prova coordinata in settimane di allenamento). Alla fine un abbraccio divertito. Passerà il Milan.

Granada-Molde

Eccovi le statistiche della sfida andata e ritorno, sommate:

Tiri: Granada 84 Molde 2

xG: Granada 12,5 Molde 0,4

Possesso palla: Granada 76% Molde 24%

Risultato: 0-0 all’andata 1-0 Molde al ritorno.

Dinamo Zagabria-Tottenham

L’arrivo del Tottenham di Mourinho scatenerà una festa grande per le strade di Zagabria. Per l’occasione le due squadre affitteranno dal Real Madrid Luka Modric, idolo di entrambe le tifoserie. Indossando una maglia speciale, Modric sarà l’uomo chiave di un’idea che stuzzica la UEFA da un po’: l’uomo in più. Praticamente Modric si aggiungerà ai 22 in campo, 11 per squadra, come jolly per garantire la superiorità numerica alla squadra in fase di possesso palla. L’idea è quella di favorire il gioco offensivo, ma soprattutto migliorare gli ascolti TV. L’uomo in più non può entrare in area di rigore ne segnare. Se la Dinamo Zagabria accoglierà con piacere la presenza di Modric, rendendolo il perfetto collante verso l’attacco Petkovic-Majer, Mourinho si rifiuterà di usare questo vantaggio creativo continuando a sposare il suo calcio fatto di baricentro basso e Son e Kane che attaccano soli immense praterie. La Dinamo Zagabria passerà il turno grazie a un gol di Petkovic su imbeccata proprio di Modric, ma qualche giorno dopo la UEFA tornerà sui suoi passi regalando la qualificazione agli inglesi dopo una conferenza stampa di Mourinho in cui minacciava di suicidarsi bevendo cicuta dalla Champions League vinta con il Porto.

Slavia Praga-Rangers

Sono due delle squadre che segnano più gol in Europa League, due di quelle dal gioco più spettacolare e senza compromessi. Lo Slavia allenato dal Klopp Boemo, i Rangers ultra-verticali di Steven Gerrard con due centrocampisti che giocano terzini. Eppure l’andata finirà zero a zero grazie alle sontuose prove dei due portieri Kolar e McGregor (dopo la partita il Bayern Monaco annuncerà l’acquisto di Kolar per il valore della sua clausola rescissoria, 37 milioni di euro). Al ritorno, a Glasgow, pioverà moltissimo e il campo sembrerà sfatto come quello di Austerlitz dopo la battaglia. Le squadre faticheranno a fare due passaggi di fila e vedremo una partita più simile al calcio fiorentino che al calcio normale. All’ultimo minuto una pozzanghera fermerà un tiro sbilenco di Kent, Kolar è steso, il pallone è fermo poco davanti al dischetto. Morelos segnerà a porta praticamente vuota. Lo Slavia Praga, eliminato, metterà tutto in mano agli avvocati, contestando le condizioni del terreno di gioco dei Rangers.

Roma-Shakhtar Donetsk

La Roma vincerà agilmente la gara d’andata: due a zero con due calci di rigore battuti da Carles Perez (nel frattempo diventato leader tecnico della squadra). Al ritorno però due errori pazzeschi in costruzione bassa riportano subito il punteggio complessivo in parità (il Corriere dello Sport il giorno dopo titolerà, diplomaticamente, “C’avete rotto er c****”). All’ultimo minuto una Roma spaventata e sallucchiona si butterà in avanti alla ricerca del gol di qualificazione, ci sono più nervi che idee. Pellegrini però trova un gran tiro da fuori. Un tiro a giro bello teso sul palo lontano, su cui il portiere della primavera dello Shakhtar - quelli della prima squadra hanno tutti il covid da mesi, per cui è stato coniato il concetto di very-long-covid - non sembra poter arrivare. Non ci arriva infatti, ma per qualche ragione sulla traiettoria del tiro c’è Bruno Peres, che in pratica evita un gol sicuro come tre anni fa aveva evitato un gol sicuro dello Shakhtar in Champions League. La Roma perderà poi ai calci di rigore, decisivo l’errore di Dzeko che proverà un’improbabile cucchiaio: il portiere dello Shakhtar rimarrà in piedi e il 9 della Roma lo spingerà imbruttito, inscenando un’interessante citazione di Totti contro Sicignano. Dzeko finirà a giocare in Cina l’anno dopo e ogni tanto lancerà messaggi amari tipo “Mi dispiace essere diventato una bandiera della Roma non meritano niente”.

Dinamo Kiev - Villarreal

Questa sfida rispetterà l’adagio secondo cui non importa quello che accade in campo, una squadra di Europa League allenata da Unai Emery dovrà continuare a disputare questa competizione in eterno.

Olympiacos-Arsenal

Visto che nessun paese vorrà ospitare la sfida tra le due squadre (ma più per una questione di antipatia verso due squadre lontane dai fasti di un tempo che non per problemi legati alla pandemia), l’Europa League manderà in onda la registrazione della sfida dello scorso anno. All’andata vinceranno gli inglesi con un gol di Lacazette. L’attesissimo ritorno sarà una sfida spettacolare decisa dal gol di Youssef El-Arabi al 120 minuto.

Ajax-Young Boys

Questa sfida perderà d’interesse non appena la prima persona farà notare che è la sfida tra una squadra di giovani ragazzi di nome contro una squadra di giovani ragazzi di fatto.


Come è andata la difesa a 3 del Napoli

Dopo la tremenda sconfitta della partita d’andata, il Napoli aveva di fronte un’impresa complicata: segnare 3 gol al Granada senza subirne. Un’impresa di per sé non impossibile per un Napoli astratto, preso nei suoi valori assoluti, ma che appariva proibitiva in questo momento storico in cui la squadra fatica a vincere le partite normalmente, figuriamoci con uno scarto così ampio. La formazione era d’emergenza, con Politano e Insigne in attacco e un modulo fluido in generale. Ma l’aspetto più interessante è stato senz’altro un passaggio alla difesa a 3 storico, per la squadra che più di tutte negli ultimi anni ha fondato la propria identità sulla linea a 4 (in un campionato in cui è diventata persino rara). Maksimovic centrale, Koulibaly a sinistra e Rahmani a destra. Due di questi tre centrali ha giocato diversi anni in difese a tre: Maksimovic nel Torino di Ventura e Rahmani nel Verona di Juric. Lo scopo forse era, da una parte avere più copertura nel pressing - visto che all’andata il Granada è stato devastante in transizione - e dall’altra avere un uomo in più in costruzione bassa. Una situazione di gioco cruciale per l’identità tattica di Gattuso, ma che nelle ultime settimane non aveva funzionato («Non riusciamo ad allenarci sulla costruzione bassa» aveva detto il tecnico). Quindi, come è andata?

Il Napoli ha iniziato la partita in modo aggressivo e sfruttando bene lo spazio che il Granada lasciava tra le linee di difesa e centrocampo. Zielinski, in una lunga transizione, ha portato la squadra in vantaggio (e ci ha mostrato quanto si trova a suo agio a poter correre in verticale). Eppure già dimostrava grandi difficoltà in costruzione da dietro. Rahmani e Makisimovic si allargavano, e Koulibaly veniva usato con i piedi sulla riga laterale. Il Granada all’inizio è andato in difficoltà, ma ci ha messo poco e a ricalibrarsi. Quando ha trovato le rotazioni giuste in pressing il Napoli non riusciva più a uscire.

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Il lato di Koulibaly è stato messo sotto pressione, sia col pallone che senza. Alla metà del primo tempo, più o meno in corrispondenza col gol del pareggio, il Granada ha guadagnato campo. Quando attaccava sul lato destro, con la catena di maggiore qualità tra Foulquier e Kenedy. Koulibaly era in confusione totale nei tempi di uscita. Qui per esempio esce in ritardo e lascia un buco nella sua zona.

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Anche in occasione del gol il Granada ha manipolato il lato sinistro della difesa del Napoli - con Koulibaly che esce ancora con i tempi sbagliati - per poi approfittare delle cattive marcature in area. Insomma, la difesa a tre non ha funzionato nei due aspetti che doveva migliorare: i difensori non hanno annullato in maniera aggressiva i due esterni del Granada, e non sono riusciti a dare vantaggi nella costruzione dal basso. Il risultato è che a inizio secondo tempo Gattuso ha fatto tornare la difesa a quattro, col Napoli che ha via via recuperato il predominio territoriale. Troppo tardi forse.


Hoffenheim-Molde è stata un’altra partita senza senso

L’eterno topos sportivo di Davide e Golia prende in Europa League le sembianze strane e inattese di Hoffenheim e Molde. Se l’Hoffenheim non ha proprio l’aspetto della corazzata, rispetto al Molde a tratti è sembrata la squadra migliore del mondo. Eppure non ha vinto, né all’andata né al ritorno, e alla fine non ha passato il turno. Della gara d’andata vi avevamo già raccontato nell’ultima puntata. Un 3-3 dallo sviluppo drammatico e imprevedibile. Oggi vi possiamo dare anche una misura di Expected Goals su quanto i tedeschi sono andati vicini a vincere e su quanto era difficile non riuscissero.

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Ma quante probabilità ci sono che una partita dall’esito così contrario a quanto visto in campo? Non lo so ma al ritorno è successa più o meno la stessa cosa: l’Hoffenheim ha attaccato tutto il tempo, e il Molde ha trovato un modo ninja per vincere la partita. L’Hoffenheim ha tirato 27 volte verso la porta, 9 dentro allo specchio. Ha tenuto la palla il 74% del tempo, che pur essendo d’accordo che il possesso palla ha un’importanza relativa, quando arriva a queste percentuali significa soprattutto che una squadra in campo quasi non ha giocato. I tedeschi hanno battuto anche 13 calci d’angolo. Il Molde da parte sua ne ha battuto uno. Ha tirato in porta due volte, e gli sono bastate per segnare due gol. Li ha segnati entrambi Eirik Ulland Andersen, 28 anni, faccia squadrata, capelli sparati, sguardo vacuo. Complessivamente un giocatore anonimo su cui abbiamo poco da dire, se non che ieri ogni volta ne aveva la possibilità si metteva a correre dritto nella sua personale reinterpretazione NFL del calcio. Questa era la strategia del Molde e ha funzionato. Eccovi la mappa degli xG della partita di ieri, che porta il computo complessivo a un desolante 7,2 vs 2,7.

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Tra andata e ritorno il Molde ha segnato con 5 dei suoi 6 tiri in porta (ed è difficile individuare delle colpe per il portiere). I modi e le vie per perdere una partita di calcio, o anche di un doppio confronto - in cui la casualità dovrebbe disperdersi nei 180 minuti - sono davvero infinite.


Peggio il rigore di Pellegrini o quello di Orzyabal?

Oyarzabal ha sbagliato il suo primo rigore in carriera, sui 18 calciati, quindi l’errore più inatteso è stato senz’altro il suo, ma siamo sicuri abbia battuto il rigore peggiore di serata. Siamo sicuri, cioè, che abbia calciato il rigore peggio di Pellegrini?

Mikel Oyarzabal

Di quanti metri è uscita: 4

Quanto è sembrato farlo apposta: 8

Bruttezza complessiva: 7

https://twitter.com/taiseeerrr/status/1365098890270281728?s=20

Oyarzabal ha la tecnica del rigorista infallibile. Quella che accelera e rallenta frazionando il suo movimento fino a fotogrammi microscopici prima di calciare. Oyarzabal tiene il busto eretto e lo sguardo fisso davanti a sé mentre calcia, guarda il portiere fino all’ultimo, poi forse il fatto che Henderson resti fermo lo confonde e tira in un angolo dove non c’è la porta. Un rigore brutto soprattutto perché non si capisce come abbia fatto a tirare così forte e in un punto così remoto pure con un movimento così minimale.

Lorenzo Pellegrini

Di quanti metri è uscita: 2

Quanto è sembrato farlo apposta: 9

Bruttezza complessiva: 9

Trovate più brutti i rigori, tipo quello di Stam a Euro 2000, in cui la palla viene sparata in un’altra galassia, oppure questi rigori stitici tirati piano piano lontani dalla porta? Tirare un rigore fuori è sempre brutto. Quando la palla rimbalza sui cartelloni è sempre straniante. Figuriamoci quando un rigore è tirato così piano, quanto è strano.


La partita svogliata di Rebic

Il Milan ha passato il turno, ma non si può dire abbia giocato un buon doppio confronto. Ieri soprattutto, quando si poteva pensare che in casa avrebbe regolato agevolmente la Stella Rossa, la squadra di Pioli è apparsa svagata e stanca. Dopo un primo tempo in cui faceva fatica a risalire il campo, l’allenatore ha inserito Ibrahimovic e Rebic al posto di Leao e Krunic per avere una maggiore consistenza in avanti. Se lo svedese, con pochi rifornimenti, non ha potuto incidere come al suo solito, è stato Rebic a steccare. L’esterno è apparso svogliato, con l’atteggiamento di chi avrebbe voluto trovarsi altrove. Dopo pochi minuti ha lisciato una torre di Ibra da solo al centro dell’area di rigore. Subito dopo ha sbagliato la misura di tre passaggi di seguito (alla fine la sua precisione passaggi sarà del 53%, abbastanza misera) e uno stop abbastanza semplice.

Il Milan faticava a tenere il pallone nella metà campo avversaria, anche dopo la superiorità numerica. Forse il singolo momento che più ha innervosito i tifosi è stato quando a 10 minuti dalla fine su una promettente ripartenza Rebic, invece di servire Calhanoglu al limite dell’area di rigore, ha provato un pretenzioso colpo di tacco per Ibrahimovic passando il pallone al difensore.

Nel recupero poi, lanciato solo in porta, si è fatto recuperare dal difensore per aver cincischiato troppo, come se fare gol non fosse una priorità in una partita in cui subirne uno avrebbe voluto dire essere eliminati. Per chiudere la sua partita ha sbagliato un facile appoggio verso Saelemaekers dando un’ultima occasione alla Stella Rossa.

In generale non è un buon momento per il Milan, che da qualche settimana sembra aver perso quello smalto che gli aveva permesso di avere un 2020 semplicemente incredibile. Rebic, se non sempre pulito tecnicamente, spesso è stato uno dei giocatori più intensi del Milan, ieri invece è sembrato più un fantasma. Non un buon segnale per Pioli che nei prossimi due mesi si gioca quasi tutto.


Tomas Soucek è ancora tra noi e non dimentica l’Europa League

Oggi Tomas Soucek è uno dei principi della Premier League. È al comando del centrocampo del West Ham ed è diventato un’influencer del food grazie alla sua leggendaria insalata di patate. Pochi ricordano, forse, che tutto è partito da una campagna d’Europa League con il leggendario Slavia Praga 2018/19, fermatosi solo ai quarti di finale contro il Chelsea. Un doppio confronto spettacolare, con una partita di ritorno che i londinesi avevano vinto 4-3 e dopo che lo Slavia aveva creduto fino in fondo all'impresa. Quell’anno Soucek era arrivato a segnare 18 gol stagionali, e a gennaio dell’anno successivo si era trasferito al West Ham. Oggi ha ancora un po’ di nostalgia per lo Slavia Praga e per l’Europa League, così ieri si è messo in collegamento con i compagni per festeggiare l’inattesa qualificazione contro il Leicester.

https://twitter.com/GianluBagnu/status/1365059300545208323?s=20


Chi sa solo di Europa League non sa niente di Europa League

Dice il proverbio cinese: “Ci vuole un decennio per coltivare gli alberi, ma un secolo per coltivare gli esseri umani”. Quindi bastano dieci anni per avere una Champions League nel giardino, ma ben cento per capire l’Europa League. È un processo difficile, ma è nelle difficoltà che l’uomo scopre se stesso e oggi potete scoprire voi stessi. È per questo che nei prossimi due minuti parteciperete all’unico test sulla personalità che non finirà per farvi sembrare un assassino. Oggi, insomma, giocherete a Siete Marlos o Morelos? l’unico test della personalità che non vi farà sembrare dei fan di Marco Montemagno.

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Venerdì, ore 18:30. Sei a casa, finito di studiare/lavorare/bighellonare. Ti apri una birra, qual è la colonna sonora?

a) Alessandro Barbero sulla battaglia di Waterloo

b) Regatta de Blanc dei Police

Nell’azione che definisce la tua vita vorresti:

a) fare l’assist geniale

b) riceverlo e fare gol

Il vostro look preferito prevede

a) Camicia bianca, pantaloni neri, Adidas Stan Smith ai piedi

b) t-shirt firmata, skinny jeans e Jordan 1 low

Per i tuoi 30 anni:

a) Palloncini giganti con il 3 e lo 0 argentati

b) Torta gigante a forma di pallone con il tuo nome al centro

Uno ti imbruttisce in strada, che fai?

a) Cerco il dialogo

b) parto per primo

Scegli tra:

a) Ermellino

b) Montone

Quale di queste due frasi ti definisce meglio?

a) Cervello caldo, cuore freddo

b) Cervello freddo, cuore caldo

Le ciabatte per uscire

a) no

b) sì

Maggioranza di risposte a: Sei Marlos

Elegante e glaciale, sai sempre come comportarti in qualunque situazione. Qualcuno può definirti freddo e anaffettivo e non avrebbe torto. Ma tu conservi il tuo amore per la tua famiglia e gli amici più cari.

Maggioranza di risposte d: Sei Morelos

Attaccabrighe di prima categoria, ma anche capace di grandi gesti. Ci siete sempre per gli amici, ma non sempre siete una persona semplice con cui avere a che fare. Amate la bella vita, ballare e fare tardi.


Forse non tutti sanno che... Europa League edition

Axel Tuanzebe, difensore del Manchester United che ieri sera si è visto annullare quello che sarebbe stato il primo gol della carriera, è nel Guinness dei primati come autore della partita più veloce nella storia del gioco Hungry Hippo. Tuanzebe è riuscito a completare la sfida in 17.36 secondi, meglio di chiunque altro su questo pazzo mondo. Magari potete dedicare il vostro fine settimana a provare a batterlo.


Scegli il tuo Katai

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Giocatore più Europa League: Lucas Piazon

Quanto ci abbiamo creduto: 10

Quanto è stato realmente forte: 4

Quanto è caduto in disgrazia: 6

Quanto sembra depresso: 9

Nel dicembre 2010 Lucas Piazon sbarca a Torino. Deve ancora compiere 17 anni, ma è già il nuovo Kaká. La Juve lo coccola: gli mostra le strutture, lo porta allo stadio, gli offre un contratto. Sembra tutto pronto, bisogna solo aspettare il compimento dei 18 anni per vederlo spaccare il mondo in bianconero, ma le cose si complicano. Piazon chiede un milione l’anno, Marotta tentenna, si infila il Chelsea che mette sotto contratto il brasiliano. Il DS della Juventus si butta la storia alle spalle buttandola sulla morale: «Non è etico dare un milione di euro all’anno a un ragazzo ancora minorenne».

Tutti però sono certi che la Juventus ha perso un'occasione ghiottissima: “Marotta, guarda che gol ha fatto Piazon” si scriveva nel marzo del 2011. Dopo lo sbarco a Londra, Piazon incanta per alcuni mesi nelle giovanili del Chelsea in attesa del passaggio con i grandi. È la classica storia di predestinazione dove tutto non può che filare liscio, ma proprio sul più bello Piazon si ferma. Come Zenone con la tartaruga, l’avvento di Piazon sembra sempre sul punto di esplodere, ma questo non avviene mai. Il Chelsea prova a costruirne il futuro infilandolo in un sistema di prestiti che presto gli rompe l’anima. Piazon va al Malaga in Spagna, poi al Vitesse in Olanda, dove ha una buona stagione e allora finisce al Francoforte in Germania, qui non brilla e allora torna indietro: Reading in Championship, poi Fulham sempre in Championship. Ormai è sicuro che Piazon non è Kaká, ma è il successivo prestito quello che lo porta nella nebbia dei giocatori che non ce l’hanno fatta. A gennaio 2019 Piazon va al Chievo Verona, squadra ormai retrocessa. Qui non gioca, diventa quasi una macchietta, si schermisce per aver rifiutato la Juventus.

Ma proprio quando le cose stavano precipitando, Piazon trova il suo posto: il Portogallo. Prima al Rio Ave, oggi al Braga, che finalmente a gennaio di quest’anno ha accolto in forma definitiva il brasiliano, togliendolo dalla girandola infernale del Chelsea. Contro la Roma Piazon ha fatto le prime due presenze in Europa League della sua vita a 27 anni. Altre arriveranno nei prossimi anni, mentre ai lati del suo sorriso inizieranno a spuntare piccole rughe e lo sguardo oggi vispo si farà saggio. Non è forse questo essere un giocatore Europa League?


Gol più Europa League: Eirik Ulland Andersen

Virilità: 10

Assurdità: 9

Anti-epicità: 9

Paura della morte: 8

Se pensavate di averle viste tutte, dovreste rivedervi la doppia sfida tra Molde e Hoffenheim. Vi sparate l’andata il sabato e il ritorno domenica per darvi la carica per la settimana. Capire come il Molde sia passato è impossibile. Il computo dei tiri nei 180 minuti è fuori di testa, tipo 52 a 11, roba che manderebbe ai pazzi gli statistici di tutto il mondo. A sigillare il passaggio del turno è arrivato in pieno recupero il gol di Ulland Andersen, un gol che grida virilità, segnato da un giocatore a metà tra un modello di Abercrombie e un attivista del Mot Dag.

L’azione sembra semplice: rilancio disperato del portiere, colpo di testa del difensore, palla al centrocampista che ragiona, taglio della punta, filtrante, gol. Eppure qui e là ci sono spruzzate di disperazione: lo scaglionamento dell'Hoffenheim, più simile a quello di soldati in fuga sul fronte orientale, l’uscita scomposta del portiere, Ulland Andersen che si toglie la maglia ancor prima che il pallone entri, ma soprattutto e più di tutto Dabbur che dall’attacco è l’unico a provare a rincorrere l’avversario. Per il Cristiano Ronaldo dell’Europa League questa eliminazione è un brutto inciampo al sogno di diventare il più grande marcatore di sempre della competizione.


Chi è lo Zé più forte dell’Europa League?

Se siamo tutti d’accordo che lo Zé più forte ad aver giocato a calcio è Zé Roberto, chi è lo Zé più forte di questa edizione dell’Europa League? Ecco i candidati: Didier Lamkel Zé dell’Anversa e Zé Carlos del Braga.

- Secondo Wikipedia esistono dieci calciatori nominati Zé Carlos. Tra questi ben tre hanno giocato nel Braga, che a questo punto diventa per distacco la squadra ad aver avuto più Zé Carlos (ma forse anche solo Zé) nella propria storia.

- A dicembre del 2020 Didier Lamkel Zé si è presentato all’allenamento indossando la maglia dell’Anderlecht, acerrimi nemici dell’Anversa. La sua volontà era quella di convincere la dirigenza a cederlo al Panathinaikos. Non lo hanno fatto entrare.

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- Zé Carlos del Braga (l’ultimo dei tanti) ha una pagina Wikipedia in italiano, ma non in portoghese.

- Didier Lamkel Zé ha segnato il gol del mese nell’ultimo mese.

- Su Instagram Zé Carlos si chiama Zecarlos2 per distinguersi da Ze_Carlos_art, un fumettista, ma anche da Ze Carlos (ze93) una specie di predicatore, Ze Carlos (zecarlosceabeb) e Ze Carlos Oficial, un cantante.

- Didier Lamkel Zé ha fatto un video di scuse per i tifosi dopo l’episodio della maglia dell’Anderlecht. Saper chiedere scusa è una importante, per cui è lui il miglior Zé dell’Europa League, almeno per quest’anno.


Cose che accadono solo in Europa League

Torna la rubrica delle rubriche, su cose che possono accadere solo nella competizione più bella tra quelle che prevedono un Milan contro Manchester United. Questa volta torniamo alle emozioni primitive, cibo e lacrime, tutto quello che può offrire questa vita.

Le lacrime di Carlos Neva

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Nei minuti di recupero del primo tempo Neva si è accasciato al suolo e ha iniziato a piangere. Sarà stato per l’infortunio o giocando in Europa League si è reso conto dell’insensatezza della vita?

Cosa mangiava Harvey Barnes?

Beccato dalle telecamere mentre si metteva in bocca qualcosa, Barnes quando è entrato non è riuscito a incidere nella sconfitta per 2-0 del Leicester contro lo Slavia Praga, nonostante abbia già segnato 13 gol in questa stagione.

E Pellegrini invece?

Anche Pellegrini è stato ripreso mentre masticava qualcosa in panchina qualcosa dopo il gol di Dzeko. Entrato nel secondo tempo, sbaglierà un rigore.




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