
Conosci la tua squadra Europa League: FC Oleksandriya

In Ucrania è tutto giovane: la democrazia, le città non socialiste, l’identità nazionale e le squadre di calcio ovviamente. L’ Oleksandriya è stata fondata nel 1990 col nome di Olseksandrija Polihraftekhnika, in onore all’industria poligrafica della città; «Una scelta giusta: nessuno si chiamava così in tutto il calcio ucraino e mondiale» ricorda con un gusto per i paradossi Yurij Koval, uno dei fondatori dell’Oleksandriya e suo primo tecnico, con cui la squadra arrivò in pochi anni alle porte del massimo campionato. «Avevamo uno stile di gioco che solo della Polygraphtehnika» e noi che purtroppo non abbiamo a disposizione i video delle serie minori del campionato ucraino di quegli anni rimpiangiamo di non poter vedere in cosa consistesse questo stile di gioco.
È strano comunque che sul logo attuale dell’Oleksandrya - uno dei più burocratici di una solita vivace Europa League - compaia come data di fondazione il 1948. Quella in realtà è la data di nascita della prima squadra della città, ma poi è tutta una storia di fusione e sigle che si allungano e stringono a fisarmonica.
La squadra alla fine è riuscita a spingersi fino alla prima divisione nel 2001, poi ha fatto un po’ d’altalena, ha cambiato nomi e presidenze, sfiorato e toccato la bancarotta alcune volte, ma dopo questa normale storia di difficoltà e fallimenti nell’est-europa calcistico, l’Oleksandriya è entrata nella propria età nell’oro. Che non significa quindi trofei, e neanche grandi piazzamenti. Ma un terzo posto più che dignitoso raggiunto lo scorso anno e che ha permesso la qualificazione in Europa League. La squadra non sta andando un granché ma ha 2 punti, 2 punti! I primi due punti della storia dell’Oleksandrya in Europa League. In fondo sono gli stessi di una squadra con ben altro blasone europeo come il Saint Etienne. Gli ucraini hanno ancora la possibilità di qualificarsi.
Se anche non ci riuscissero potrebbero consolarsi con la loro bella città, la capitale della regione del Kirovohrad.
Questa è la copertina su un articolo intitolato “Oleksandriya è la migliore città da visitare nel Kirovohrad”. È una foto che vi ispira o la rivista dovrebbe cambiare caporedattore?
Scommetto che non avete mai sentito nominare il Kirovohrad prima d’ora, ma è bene che aggiungiate questo tassello alla vostra conoscenza del mondo. Innanzitutto la geografia: siamo al centro dell’Ucraina. Poi la storia: Oleksandriya è stata una delle città della Nuova Serbia, una regione creata dall’impero russo nel ‘700 per accogliere gli emigranti serbi che fuggivano dall’Austria Ungheria. Una regione estremamente militarizzata in prima linea alla frontiera dell’impero russo. Oggi, in questo periodo dell’anno, che la tensione tra Russia e impero Austro Ungarico è inesistente potete fare un giro nei dintorni di Oleksandriya, dove c’è il famoso arboreto, e fotografare gli struggenti colori autunnali. Caldi come il fuoco per il gelo che avanza.
Una birra, una squadra: Superbock - Sporting Lisbona
A Lisbona esistono due birre: la Sagres e la Superbock. In due si spartiscono il 90% del mercato. Secondo questo articolo nel 2012 la Sagres si era portata in leggero vantaggio grazie a campagne di marketing particolarmente aggressive, come ad esempio permettere a chi aveva accumulato il maggior numero di tappi di Sagres in un anno di giocare una partita di calcio in una squadra capitanata da Luis Figo.
Noi però preferiamo la Superbock per diverse ragioni. Innanzitutto perché è un pochino più forte (5,6% contro 5%). Una sensazione confermata da uno dei nostri più fedeli lettori da Lisbona, Sebastiano Bucci, che ha usato una metafora calcistica: «Se vogliamo la Superbock è come il Porto, visto che la gamma di Ipa (dovrebbe essere la Coruja) almeno ha un progetto europeo mentre la Sagres è il Benfica».
Abbastanza accurato calcolando che la Superbock è fatta a Porto. È stata la prima birra portoghese a ricevere un certificato di qualità e rispetto alla Sagres ha un sapore più dolce grazie allo sciroppo di glucosio. Non so come vi ponete sulla questione ma per Sebastiano «La Sagres è praticamente acqua».
Il primo slogan della Superbock, di fine anni ‘60, recitava: «Una birra che va oltre le vostre aspettative» e chiunque è stato a Lisbona può confermarlo. Almeno tutti quelli - come me - che non hanno nessuna aspettativa da una bionda industriale se non il brividino di piacere irreplicabile della prima birra della giornata al tramonto di una giornata calda. Sul bordo del Tago, prima di mangiare una fritturina. L’unica cosa che ci sentiamo di suggerire è di evitare pubblicità che cavalchino l’eterno cliché che associa una birra a una donna da portarsi al letto.
Una frontiera della volgarità piuttosto spinta.
Gianluca Mancini a centrocampo?! Gianluca Mancini a centrocampo!
Come sapete i giocatori della Roma non stanno bene. Si fanno male di continuo a tutte le parti del corpo e non riescono ad avere l’integrità fisica necessaria per giocare a calcio ad alti livelli. Esistono tre teorie del complotto interessanti sulla questione:
La cappella
A Trigoria esiste una cappella consacrata da Franco Sensi e mai sconsacrata. A quanto pare attualmente viene usata come magazzino e l’uso sacrilego in qualche modo influenzerebbe la condizione fisica degli atleti.
L’umidità
Trigoria sorgerebbe vicino la confluenza di due fiumi, quindi l’umidità sarebbe molto alta e non dovrei essere certo io a dirvi la correlazione diretta tra infortuni e umidità.
I gas
Il suolo di Trigoria sarebbe anche ricco di gas in eccesso che aumenterebbero il rischio infortuni.
Forse non risolveremo mai questo segreto di Fatima ma intanto Fonseca sta ricorrendo a soluzioni anche particolarmente creative per tamponare l’emergenza. In attesa che magari qualche svincolato surreale si unisca alla squadra, si pensava che avrebbe potuto giocare Fazio davanti la difesa. Lo aveva già fatto ai tempi del Siviglia e le sue caratteristiche tecniche lo avrebbero anche permesso. Fazio ha ottimi piedi e usa bene il corpo per proteggere palla. Fonseca però ha sorpreso tutti schierando Gianluca Mancini in quella posizione. Una scelta controintuitiva non solo per la disabitudine del giocatore, ma anche per le sue caratteristiche: Mancini è sembrato un difensore aggressivo e istintivo, lontano dal poter interpretare un ruolo che richiede sensibilità tattica come il mediano.
Mancini ha però giocato sorprendentemente bene, anche grazie ad alcuni aggiustamenti di Fonseca. La Roma già normalmente differenzia i compiti dei due mediani, tenendone uno più bloccato dietro durante la pressione e più basso con la palla per aiutare l’uscita palla. Con Mancini in campo il meccanismo è stato esasperato, con Veretout più mobile e più votato all’aggressione e Mancini più concentrato nella difesa posizionale.
Mancini ha giocato in maniera semplice, cercando sempre l’uomo vicino, tenendo un confortante 90% di passaggi riusciti in una partita ricca di errori tecnici, anche a causa del campo pesante. Durante l’uscita palla dietro si abbassava per formare una linea a tre con i centrali difensivi mentre in fase difensiva rimaneva in posizione centrale a protezione.
La prestazione di Mancini non rende così assurda la possibilità che Fonseca possa usarlo di nuovo in quella posizione, ma la dice anche lunga sulla capacità dell’allenatore portoghese di convincere i giocatori della bontà delle sue idee anche in un momento complicato.
Young Boys x Young Boys
https://gph.is/g/4MWrGWw
Spesso la ridondanza è fastidiosa ed evitabile, ma cosa c’è di meglio di una gif di uno young boys (parecchio young) che esulta per un gol dello Young Boys in un venerdì pieno di pioggia e scioperi?
Giocatore più Europa League: Ron Vlaar
Quanto ci abbiamo creduto: 6
Quanto è stato realmente forte: 4
Quanto è caduto in disgrazia: 3
Quanto sembra depresso: 3
A meno che voi non siate fan dei Vlaar, gruppo crust punk francese, il momento più importante che lega la vostra vita a quella di Ron Vlaar è la lotteria dei rigori della semifinale mondiale tra Olanda e Argentina. Un momento che probabilmente non ricordate. Van Gaal racconta che nel momento di scegliere i rigoristi ha ricevuto diversi no e si è quindi rivolto a Vlaar, che ha accettato di calciare. Per il difensore dell'Aston Villa quel Mondiale era sembrata una tardiva consacrazione, dopo una carriera sembrata sempre sul punto di decollare ma poi rimasta stagnante. Insieme a De Vrij e Martins Indi aveva composto un trio difensivo reso granitico dalle intuizioni tattiche dell’allenatore e - in quel preciso momento - Vlaar poteva sembrarvi anche forte. Poi è arrivato il rigore sbagliato che ha affossato i sogni mondiali dell’Olanda e che - ad una più attenta analisi - si è scoperto non fosse poi davvero così sbagliato.
Come sarebbe cambiata la vita di Vlaar se l’arbitro si fosse accorto che la respinta di Romero era poi finita, molto tardivamente, in porta? Sarebbe finito al Manchester United come voleva Van Gaal? E se fosse finito allo United sarebbe stato uguale il giocatore più Europa League di questo turno? Probabilmente sì, visto che anche lo United fa parte della competizione.
La carriera di Vlaar invece ha preso un piano inclinato verso il basso: oggi a 34 anni indossa la maglia dell’AZ Alkmaar, fa video in cui una skippyball, ha il fisico e la barba di tutti quegli attori di action-movie che provano a chiosare senza riuscirci Bruce Willis e spesso la notte si sogna quel rigore.
Dove è caduto il tifoso del Celtic, cercando su Atlas Obscura
- Nell’area delle radici degli alberi preistorici vicino Glasgow.
- In fondo all’impressionante scala a chiocciola della Lighthouse.
- Al Wallace well.
Organizza la tua trasferta: Nicosia, dal 7 al 9 novembre
Costo: 360 euro viaggio e soggiorno.
A Nicosia la temperatura media massima a ottobre è di 29 gradi, e questo la rende uno dei migliori posti d’Europa in cui andare in trasferta e fare ancora un ultimo bagno prima di dedicarsi alle faccende invernali.
Vi consigliamo di fare un giro nella spiaggia di Afrodite, a Paphos, dedicata alla dea della bellezza che si dice fosse nata proprio su queste sponde. Particolarmente indicata per lo snorkeling visti i banchi di pesci colorati che girano tranquilli per i fondali. Potete fare questa gita al mare il giorno dopo il vostro arrivo, il giovedì con un volo Pegasus. Fatevi un giro nella seicentesca cattedrale di San Giovanni e poi andate dritti allo stadio. Gioca l’APOEL contro i pazzi del Qarabaq, lo farà nello stadio GSP, dove alloggerete per comodità al costo di circa 80 euro a notte.
Is this a dream?
Trasferta consigliata per i più irriducibili del mare, che non vogliono arrendersi alla fine dell’estate, che sono contenti del climate change perché non possono permettersi un biglietto per le Maldive a dicembre.
Come sta Sadiq
Certe volte mi chiedo cosa pensi Savo Milosevic, allenatore del Partizan Belgrado ed ex attaccante dai piedi raffinatissimi, del suo centravanti Umar Sadiq, che una volta Daniele Manusia ha definito “Una persona fatta di fiammiferi”.
Sadiq comunque è arrivato ai suoi 8 gol e 3 assist stagionali in Serbia. Un campionato che forse ne asseconda il calcio rapsodico fatto di controlli sbagliati, inciampi e bombe sotto la traversa alternate a bombe sotto la tribuna.
Nella seconda giornata contro l’Astana segnato una doppietta in cui in entrambi i gol stava per cadere per terra prima di tirare fortissimo e battere il portiere. Contro il Manchester United anche ha giocato molto bene, nei limiti di un giocatore stortissimo e incomprensibile.
Comunque la pensiate Sadiq rimane una delle esperienze più bizzarre del calcio europeo e ogni partita è un piacere vederlo in campo, anche solo nello sforzo utopico del riuscire a mettere una gamba davanti all’altra senza andare in mille pezzi.
Chi sa solo di Europa League non sa niente di Europa League
Si dice “ogni uomo è re nel suo castello” (in realtà ho controllato e non si dice, non lo trovo da nessuna parte eppure io sono sicuro di averlo sentito, quindi facciamo che è ok), un modo di dire sicuramente maschilista, ma che effettivamente funziona bene con l’Europa League, una competizione che coinvolge città piene di castelli e tutti amano i castelli.
Conoscere l’Europa League vuol dire quindi conoscere anche i castelli, e voi li conoscete i castelli?
Scopriamolo (di seguito un castello e tre affermazioni a riguardo, due sono vere, una falsa, sta a voi scoprire quale).
Linzer Schloss (Castello di Linz)
a) La prima costruzione in muratura del castello è iniziata nel 699.
b) Durante le guerre napoleoniche, il castello servì da ospedale militare.
c) Secondo la leggenda durante la notte si può sentire il fantasma di un giovane principe austriaco suonare la Linzer Sinfonie di Mozart che fu composta in questo castello.
2. Castello di Pidhirtsi (Leopoli, dove l’Olexandriya gioca le sue partite)
a) Ha respinto gli assedi di numerosi re, tra cui Casimiro il Grande (1349), Jogaila (1431) e Sigismund Kęstutaitis (1436). Fu qui che ebbe luogo la Conferenza di Lutsk del 1429, cui parteciparono l'imperatore Sigismondo, Vasilia II di Mosca, Jogaila, Vytautas il Grande e il voivode di Valacchia.
b) Secondo la leggenda il duca Zhevuski immerse il corpo della moglie Maria in un muro di pietra con le proprie mani. Oggi il fantasma di questa “donna in bianco” vaga per i corridoi del castello.
c) È stato costruito da Guillaume Le Vasseur de Beauplan tra il 1635-1640 per ordine del vicecomandante militare della Confederazione Polacco-Lituana Stanislaw Koniecpolsk.
3. Castello di Magyarózd (vicino Cluj)
a) Durante il comunismo questo castello fu usato come asilo, scuola e centro culturale.
b) Un primo castello venne eretto in questo luogo nel XIV secolo dai Vlaicu, che vi costruirono la loro residenza fortificata. Presentava delle mura poligonali che seguivano il dorso collinare.
c) Qui Kata Szidónia Petrőczy scrisse versi di poesia per tutta la vita, senza che nessuno lo sapesse. Furono scoperti solo alla sua morte e oggi è considerata la prima poetessa ungherese.
4. Castello di Sant’Ilario (Nicosia)
a) Nel 1974, durante l'invasione di Cipro da parte delle truppe turche dopo un colpo di stato a guida greca, il castello fu teatro di una battaglia vicino al passaggio tra Kyrenia e Nicosia.
b) Fu costruito dai Bizantini.
c) Gran parte del castello fu ampliata dai veneziani nel XV secolo per mostrare la loro magnificenza.
5. Castello Vajdahunyad (Budapest)
a) Si tratta di una copia parziale di un castello in Transilvania, in Romania, che è anche chiamato Vajdahunyad.
b) In origine era di cartone e legno per la mostra millenaria nel 1896 ma divenne così popolare che fu ricostruito in pietra e mattoni.
c) Fuori al castello c’è la statua dell’Anonymous, cronista e autore dell’opera Gesta Hungarorum. Secondo la leggenda, chi la tocca diventa un grande scrittore.
Risposte:
1- c; 2- a; 3 - b; 4 - c; 5 - tutte giuste
Adotta un numero 10: Dani Quintana
Prima puntata di una nuova rubrica, che forse si esaurirà oggi oppure durerà in eterno: davvero non lo sappiamo. Nel calcio il numero 10 è il numero del talento, del giocatore che accende l’attacco, che i tifosi amano. Eppure esistono dei numeri 10 la cui carriera è fatta di difficoltà, di partenze dal centro e finali in periferia, numeri 10 che pochi conoscono fuori dal culto privato di zone di frontiera. Numeri 10 che grazie all’Europa League hanno la possibilità di farsi conoscere, magari svoltare un contratto in un Europa che conta. Il primo di cui parleremo è Daniel “Dani” Quintana, numero 10 del Qarabag.
Las Palmas sorge nella parte nord-orientale dell’Isola di Gran Canaria e dai suoi palazzi è spesso possibile vedere le coste del Marocco, che distano solo 150 chilometri. Jese e Sandro Ramirez vengono da qui, ma soprattutto Juan Carlos Valeron, che seppur diventato famoso con la maglia numero 21 è l’epitome del numero dieci spagnolo. E a lui deve aver guardato il suo concittadino Dani Quintana mentre attraversava senza successo le serie minori spagnole come fossero fermate di un treno lentissimo: Ontinyent CF, UD Alzira, Racing de Ferrol, CD Olímpic de Xàtiva e Gimnàstic de Tarragona. Poi, all’improvviso, il treno diventa un volo Ryanair per Białystok, città polacca sede dello Jagiellonia.
È il primo vero contratto da professionista e Quintana lo onora segnando 15 gol nel campionato 2013-14, guadagnandosi un passaggio in Arabia Saudita prima di finire - chissà come - a oltre 7000 chilometri da Las Palmas, in Azerbaijan. Il suo viaggio trafigge l’Europa come l’Europa League si immagina, un continente che abbraccia tutto dall’Africa fino all’Asia, dove tutti possono essere numeri 10 (anche se ogni tanto lo si vede indossare il 99).
Nei video dal campionato azero lo si vede dominare in campi brulli e sperduti, col suo baricentro basso e il sinistro vellutato. Le cose si fanno più difficili nelle notti di Europa League, anche se Quintana rimane il faro del Qarabag: in questa stagione già 2 gol e 2 assist e il sogno, per la prima volta, di arrivare fino agli scontri diretti di Europa League, lì dove i numeri 10 dei posso sognare di finire a giocare in qualche squadra medio-bassa di campionati meno periferici.
Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito

Al minuto 63 di Slovan Bratislava - Wolverhampton, Raul Jimenez si presenta sul dischetto con l’idea di portare finalmente in vantaggio la squadra inglese. Jimenez è un attaccante fisicamente potente e - a doverlo immaginare - te lo immagineresti tirare rigori come se il suo obiettivo fosse quello di spaccare la porta. Se invece aveste seguito la sua carriera, soprattutto con la maglia messicana dell’America, sapreste che quando tira un rigore finge solo di voler spaccare tutto, per poi concludere spesso di piatto centrale, dopo aver visto il movimento del portiere.
Ovviamente fino ad oggi io non sapevo di questa sua peculiarità, ma non dovevano conoscerla neanche Ljubicic e Abena che simultaneamente indicano al portiere Greif di buttarsi a destra e a sinistra. Cioè, quante opportunità c’erano di sbagliare tutti e due? Quanti rigori vengono tirati centrali rispetto al totale? C’era davvero bisogno di confondere il povero portiere senza essere davvero informati?
L’oroscopo di Niang - 25 ottobre / 6 novembre
Torna l’oroscopo tenuto dal famoso attaccante e astrologo Mbayé Niang. Se vi siete persi le prime puntate vi rispieghiamo brevemente di cosa si tratta: i venerdì post-Europa League Niang interpreterà le congiunture astrali a proposito di 5 segni legati a 5 giocatori di Europa League passati e presenti (l’oroscopo, esatto). Niang è qui per dirvi cosa vi aspetta nelle prossime due settimane, quelle che ci separano dal prossimo turno di Europa League.
Pesci - Teun Koopmeiners
Conoscerete una ragazza su Tinder. È carina e interessante. Entrambi andate pazzi per la frutta secca e i film di Kaurismaki. A cena però sarete infastiditi da lei quando mastica. Non un problema insuperabile. O no?
Capricorno - Joris Gnagnon
Settimane imbranate: il cellulare vi cadrà rompendo lo schermo (poco male, va di moda), vi brucerete superficialmente il mignolo scolando la pasta (poco male, non serve a niente) e in un locale rovescerete il cocktail a un tipo piuttosto grosso. Vi scuserete in tutti i modi ma non basterà: vi prendete un bello schiaffo tirato col dorso della mano che vi farà riconsiderare due o tre cose della vostra vita.
Ariete - Daniel Sinani
Vi siete ricordati di chiamare vostra zia? Vi sta tornando in mente che vi aveva chiesto di chiamarla? Beh, troppo tardi, l’eredità che vi spettava è andata a vostra cugina.
Toro - Luka Simunovic
Tutto tranquillo, tutto regolare. Vi morirà giusto una pianta ma ve l’aveva regalata la vostra ex. Lo considererete un buon segno.
Vergine - Jo Inge Berget
Il giorno dei morti andrete a fare una battuta di caccia in Sabina ma accidentalmente sparerete al vostro migliore amico. Non morirà ma rimarrà paralizzato. Benvenuti nella vostra nuova vita, riuscirete a conviverci?
Cronistoria dei legni
In un effetto che è sembrato particolarmente straniante, durante le partite di ieri sembrava che ad ogni azione qualcuno dovesse finire per colpire un palo o una traversa. Forse è stata suggestione o forse - più semplicemente - il fatto che su 24 partite, statisticamente qualche tiro deve finire la sua corsa sul legno. Abbiamo provato a metterli tutti insieme come a creare una storia cronologicamente precisa della sfortuna. Ne è uscito fuori che i calciatori più coinvolti sono stati Ljajic e Schwaab, mentre il minuto più sollecitato è il quarantesimo.
8’: Ramy Bensabaini - traversa
10’: Shapi Suleymanov - traversa
14’: Daniel Schwaab - traversa
17’: Bruno Fernandes - traversa
23’: Ilzat Akhmetov - traversa
25’: Sergio Escudero - palo
32’: Alexander Soderlund - palo
33’: Ze Luis - traversa
37’: Davidson: traversa
38’: Jesse Lingard: palo
40’: Umar Sadiq: palo
40’: Alfredo Morelos - incrocio dei pali
44’ Adem Ljajic - traversa
48’: Wenderson Galeano - traversa
54’: Eloge Yao - palo
61’: Daniel Schwaab - traversa
65’: Joaquin Correa - palo
78’ Adem Ljajic - palo
La brutta serata di Pépé Bonet
Con un nome più da investigatore privato in una serie noir francese, Pépé Bonet si è trovato a dover esordire tra i professionisti al 5’ minuto di Rennes-Cluj, per sostituire il portiere titolare Mendy espulso. Il Rennes ha una politica che guarda molto ai giovani, tanto che tra i titolari a centrocampo c’è Camavinga, un classe 2002 che tra pochi giorni compirà 17 anni. Anche per questo non è sembrato assurdo veder andare tra i pali Bonet, che di anni ne ha 16 anni e del Rennes è il terzo portiere (il secondo era infortunato).
Con quell’esordio Bonet è diventato il più giovane portiere di sempre nella storia dell’Europa League, diventando però subito anche il più giovane ad aver preso gol al primo tiro subito e - ci dispiace dirlo - anche il più giovane ad aver preso gol al primo tiro subito per colpa di una mezza quaglia: sulla punizione di Deac si muove verso troppo presto verso sinistra, lasciando il proprio palo sguarnito dove finisce per entrare il pallone decisivo. Ma, come sanno tutti i sedicenni, una serata storta non può far altro che peggiorare. Quando pochi minuto dopo il Rennes deve tirare un rigore, Bonet - forse sentendosi colpevole - non ha il coraggio di guardare e si gira verso la tribuna.
Purtroppo per lui anche in questo caso parte troppo presto (altra cosa che i sedicenni tendono a fare) e al primo boato esulta: peccato che il rigore sia finito fuori. Per finire un suo passaggio sbagliato innesca l’azione del Cluj che Camavinga si trova costretto a fermare con un fallo, venendo anche lui espulso.
A rinfrancare un po’ lo spirito ci ha pensato il preparatore dei portieri del Rennes, che sulla successiva punizione si è messo dietro la porta a dare indicazioni a Bonet per mettere la barriera, un comportamento inconsueto, forse anche un po’ imbarazzante per il giovane portiere, ma che può anche essere letto in chiave positiva, perché non si finisce mai di imparare, anche se sei un portiere da Europa League.
Gol più Europa League: Yukinari Sugawara
Virilità: 0
Assurdità: 7
Anti-epicità: 8
Paura della morte: 7
Yukinari Sugawara è un giovanissimo terzino destro giapponese, classe 2000. Si è messo in mostra nel Mondiale U20 tanto da meritare una chiamata dall’AZ, dove è arrivato in estate, in prestito dal Nagoya Grampus. Soprannominato Yukki, dice di ispirarsi a Dani Alves e Marcelo, due terzini dalla tecnica limpida come il mare in alcuni punti della Sardegna.
Ieri sera Sugawara è entrato a 19 minuti dalla fine in una partita già chiusa. Contro un avversario già al tappeto, Sugawara sembrava voler spaccare il mondo, anche in maniera un po’ eccessiva. Prima ha esultato come un pazzo per essersi guadagnato il rigore del 4-0, contravvenendo al bon ton del calcio europeo, poi si è messo in proprio per segnare il quinto gol, il suo primo in Europa.
Un gol anche di discreta fattura, con il primo passaggio del triangolo fatto con il tacco, ma che diventa il più Europa League per un’altra caratteristica, che non è la bellezza: i rimbalzi. Sugawara infatti sull’inzuppato campo sintetico di Den Haag, controlla male il passaggio di ritorno del compagno e il pallone si alza, gli sbatte sullo stinco e inizia a rimbalzare davanti a lui per 4-5 volte fino a quando non lo calcia, ma a questo punto il pallone è così abituato ai rimbalzi che rimbalza altre due volte prima di finire in rete alle spalle del povero Mokin. Ed è quindi una questione tecnica a renderlo il gol più vicino alla nostra idea di Europa League della giornata: se il campo fosse stato in erba naturale sarebbe andata allo stesso modo? Quanto il primo gol di un terzino giapponese nato a Toyokawa nel 2000 è influenzato dall’artificialità del campo? E quanto solo farsi questa domanda lo rende un gol così Europa League da non poter essere contenuto in queste poche righe?
Tifosi Lazio vs tifosi Celtic
Nel pomeriggio di ieri è stata ripresa una passeggiata degli ultras della Lazio per le vie di Glasgow mentre intonavano la canzone “Avanti ragazzi di Buda” con il braccio teso del saluto fascista.
Se tutti conosciamo il significato di quel saluto e quanto svilisce la nostra storia, meno conosciuta è la storia della canzone, scritta nel 1956 di Leo Valeriano e che racconta la rivolta anticomunista di Budapest. I tifosi della Lazio hanno reso questa canzone un loro coro da stadio, abbinandoci le braccia tese fasciste, anche se quella rivolta fu storicamente di stampo socialista e in nessun modo legata alla Lazio o al fascismo. Qualche giorno fa è stata usata da Fratelli d’Italia in parlamento, per dire, ancora una volta in maniera distorta.
Una parata di stampo fascista che ha indignato molti e a cui i tifosi del Celtic hanno risposto all’interno del Celtic Park tramite due striscioni. In uno si vede Benito Mussolini impiccato con la scritta Follow your leader invitando i tifosi fascisti della Lazio a seguire il loro dittatore nel finale di Piazzale Loreto.
Nell’altro, forse più ambiguo, hanno riproposto il simbolo e la grafica delle Brigate Rosse (organizzazione terroristica di estrema sinistra), trasformando però tutto in verde, sia il colore di sfondo, sia il nome, che diventa Brigate Verde in riferimento ad una delle firm del Celtic dal nome Green Brigade.
Una coreografia che ha fatto infuriare i tifosi della Lazio e anche altri spettatori neutrali per la violenza che richiama, ma che per i tifosi del Celtic non è riferita alle Brigate Rosse, ma bensì alle Brigate Fiamme Verdi, una formazione partigiana di orientamento cattolico attiva in Italia durante la Resistenza. I tifosi del Celtic sono infatti di stretta osservanza cattolica e in quel modo volevano omaggiare le gesta eroiche di quella brigata con cui condividono il credo religioso.