Curiosamente la Svezia aveva già incrociato la Spagna già nel girone di qualificazione agli Europei, concluso al secondo posto dietro le "Furie Rosse", l’unica squadra a battere gli svedesi. La nazionale di Janne Andersson ha poi vinto tutte le partite, fatta eccezione per i due pareggi contro la Norvegia e quello al ritorno contro la Spagna.
Come gioca?
La Svezia gioca con un 4-4-2 dalle prerogative principalmente difensive. È una squadra diretta e poco propensa al rischio nelle prime fasi del palleggio, anche a causa di una carenza di riferimenti creativi nella fascia centrale del campo. L’assenza di Ibrahimovic per infortunio toglie sicuramente un leader tecnico fondamentale per le risalite dirette e pregiudica la variabilità delle verticalizzazioni, rendendo dunque plausibile lo scenario che vede la Svezia avvalersi soprattutto della gestione delle seconde palle. La squadra di Janne Andersson può però puntare anche sull’efficacia delle combinazioni laterali, dove gli esterni alti entrano dentro il campo e i terzini salgono. Si tratta comunque di una squadra abituata a gestire il pallone meno delle avversarie, e che punta più che altro al contenimento, ragion per cui le occasioni che crea sono poche e di difficile realizzazione.
Sicuramente dal punto di vista difensivo la Svezia è molto più attiva. Quando difende mantiene un blocco medio e rinuncia ad aggredire in avanti, concentrandosi sulla copertura delle linee di passaggio più che sulla ricerca dell’anticipo sugli appoggi. Il 4-4-2 degli svedesi è compatto centralmente e invita l’avversario a orientarsi verso l’esterno, momento in cui si attiva il trigger per lo scivolamento in avanti dell’esterno lato palla e l’abbassamento di una delle due punte sul possibile riferimento centrale (mediano o difensore che si alza) dell’avversario.
Una formazione prevalentemente difensiva, attenta a non concedere spazi tra le linee soprattutto alle avversarie più quotate. Qui sopra possiamo vedere come contro la Francia, Andersson abbia scelto di utilizzare Kulusevski come punta con compiti di copertura, una soluzione adottata anche da Andrea Pirlo in stagione.
Chi va tenuto d’occhio?
I due giocatori più creativi, Kulusevski e Forsberg, avranno il compito pesante di provare a creare occasioni da gol pulite all’interno di un contesto che certo non li aiuta. A complicare le cose è però arrivata la positività al coronavirus dello juventino (anche Svanberg del Bologna è risultato positivo), che toglie agli svedesi uno degli uomini più pericolosi. Un imprevisto che comunque Andersson sa come gestire, visto che negli ultimi mesi non aveva quasi mai fatto giocare Kulusevski e Forsberg insieme dal primo minuto come esterni opposti (di solito su una delle due fasce c’è Viktor Claesson del Krasnodar). Per quanto riguarda la conversione di queste occasioni, invece, Alexander Isak al fianco di Berg ha l’occasione di coronare il buon biennio trascorso alla Real Sociedad. Isak aveva fatto parlare di sé sin da giovanissimo, grazie proprio al record di esordio e marcatura in nazionale all’età di 17 anni e le belle prestazioni nel campionato svedese. Un nome a “sorpresa” invece può essere Robin Quaison, che difficilmente partirà titolare ma di sicuro è stato uno dei giocatori svedesi più produttivi in Europa nelle ultime stagioni al Mainz.
Ha dei punti deboli?
A causa della lunga distanza in verticale tra i suoi giocatori durante lo sviluppo delle azioni, la Svezia può concedere qualcosa in transizione difensiva, dove si trova tipicamente a dover gestire sia la mancanza di un mediano bloccato a protezione dei due centrali, sia la proiezione offensiva di entrambi i terzini. La stessa efficacia delle sue azioni offensive è nelle mani dei suoi giocatori più creativi, che tendenzialmente tendono a giocare più vicini possibile. La mancanza di Ibrahimovic toglie un riferimento importante e sposta un po' di responsabilità in più su Forsberg, che si porta anche lui in posizione molto stretta. Tutto ciò risulta in un’occupazione del campo non ideale per la gestione delle transizioni. La Svezia può però solo puntare sulla connessione dei suoi giocatori più talentuosi, e dunque dovrà necessariamente ottimizzare le poche occasioni che riuscirà a creare.
Dove può arrivare?
Non si tratta di un girone semplice da superare per la Svezia, che per tradizione può comunque vantare qualche risultato importante nelle competizioni internazionali (terzo posto a Euro 92, quarti di finale a Euro 2004 e Mondiale 2018). Il fantasma di una eliminazione ai gironi come nell’Europeo del 2016 è abbastanza concreto, ma la Svezia non sarà un avversario facile da affrontare neanche per le più quotate Spagna e Polonia. Qualsiasi risultato dai gironi in poi potrebbe essere accolto con gioia dagli svedesi, magari puntando al piazzamento come migliore terza.