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Dario Pergolizzi
Guida alla Polonia
09 giu 2021
09 giu 2021
Una squadra ancora indecifrabile, visto che Paulo Sousa non ha avuto molto tempo per allenarla.
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Dario Pergolizzi
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Il dominio del girone con Austria, Macedonia del Nord, Slovenia, Israele e Lettonia non è mai stato in discussione: un pareggio contro l’Austria e una sconfitta contro la Slovenia sono le uniche partite che la nazionale dell’ex CT Jerzy Brzęczek non ha vinto. Il pessimo ruolino nella Nations League durante il 2020, però, gli è costato l’esonero in favore di Paulo Sousa. L’ex allenatore del Bordeaux è alla sua prima esperienza alla guida di una nazionale maggiore e, nonostante la parabola apparentemente discendente che la sua carriera sembra aver imboccato dopo l’esperienza alla Fiorentina, rimane comunque un nome che desta sempre una certa curiosità, soprattutto adesso che si ritrova tra le mani una delle Nazionali il cui scarto tra talento a disposizione e rendimento è stato abbastanza deludente negli ultimi anni. Le uniche tre partite ufficiali di Paulo Sousa, finora, sono state il 3-3 contro l’Ungheria, il 3-0 contro Andorra e la sconfitta per 2-1 contro l’Inghilterra, tutte nel girone di qualificazione per i prossimi Mondiali.

 



È difficile dare una forma definitiva alla struttura della Polonia, dato che Paulo Sousa ha usato diverse soluzioni tra le partite e all’interno delle stesse. Conoscendo anche la storia dell’allenatore (considerato un pioniere nel concetto di cambiamento di sistema a seconda della fase di gioco) è plausibile che la squadra rimarrà abbastanza fluida anche durante l’

, a seconda delle avversarie e degli uomini a disposizione. Possiamo però identificare alcune peculiarità specifiche: la Polonia è una squadra abbastanza verticale e diretta che cerca immediatamente di trovare le punte.

 

Una tendenza comune sia ai possessi più manovrati che alle transizioni. Per questo motivo, Sousa potrebbe optare per l’utilizzo di un altro attaccante “di peso” oltre a Lewandowski. Milik era l’indiziato principale, ma ha dovuto abbandonare per infortunio, e allora alla fine potrebbe spuntarla Kownacki. In mezzo, gli equilibri si reggono sul trio Zielinski, Krychowiak (oggi al Lokomotiv Mosca) e Moder (Brighton), ma la disposizione, come abbiamo detto, è mutevole. Zielinski, per esempio, può agire da finto esterno, da trequartista o da mezzala, così come Krychowiak e Moder possono formare una coppia più stretta o scaglionarsi in diagonale.

 

Sostanzialmente però sono loro tre i giocatori che è più lecito aspettarsi di vedere in campo alle spalle delle due punte, con Klich del Leeds come alternativa credibile. Krychowiak e Moder sono dei giocatori più difensivi rispetto a Zielinski, per cui in ogni caso avranno funzioni più di copertura. Dietro, all’esperienza di Glik si affiancheranno Bednarek, proveniente da una buona stagione al Southampton di Hasenhüttl, e Bereszynski sulla fascia destra.

 

Altre soluzioni che Sousa ha utilizzato nelle sue tre partite ufficiali sono state Jozwiak (centrocampista/esterno) del Derby County ma cresciuto al Lech Poznan, oppure l’uso simultaneo di Milik, Lewandowski, Zielinski e Jozwiak contro una squadra più debole (Andorra). Contro l’Inghilterra, invece, è stato scelto un approccio più conservativo, un 5-3-2 con Helik al fianco destro di Glik e solo due punte, con Zielinski abbassato a centrocampo. Nel girone, la Polonia presumibilmente non farà la parte del leone e anzi dovrà guardarsi soprattutto dalla Spagna, ma potremmo aspettarci qualche soluzione più spregiudicata nelle partite contro Slovacchia e Svezia.

 

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Il cantiere aperto di Paulo Sousa non è stato ancora fotografabile in un’unica forma. Qui vediamo una formazione più difensiva, quasi speculare contro l’Inghilterra, e una molto più spregiudicata contro Andorra.


 



Lewandowski non è solo il giocatore più importante della Polonia, ma probabilmente uno dei più attesi e quotati di tutto il torneo, soprattutto dopo la stagione in cui ha battuto il record di gol appartenente a Gerd Müller. Sulla sua capacità realizzativa si poggiano la maggior parte delle speranze di ben figurare della Polonia, ma il suo lavoro di riciclo dei palloni e di movimento anche lontano dall’area dovrà essere ben sfruttato per ottimizzare ogni azione offensiva. Da qui l’importanza di Piotr Zielinski, anche lui proveniente da una delle migliori stagioni in carriera, che è forse il giocatore più vario e imprevedibile della rosa, grazie alla sua capacità di incunearsi come un fulmine attraverso le linee avversarie, e di accompagnare l’azione anche senza palla andando a rimorchio fino in area.

 



La Polonia viene da un periodo poco convincente che unisce sia una difficoltà generale nella creazione di occasioni pulite, sia una mancanza di efficacia difensiva a discapito di un atteggiamento molto aggressivo. È una squadra abbastanza individualista nel suo modo di difendere, e questa può essere un’arma a doppio taglio. D’altro canto, abbiamo visto veramente poco della guida di Paulo Sousa per capire quanto siano strutturali questi difetti.

 



Il passaggio del turno è obbligatorio, possibilmente da seconda ed evitando scherzi dalla Svezia. Anche mettendo in conto una sconfitta contro la Spagna, sarà proprio contro gli scandinavi che la Polonia si giocherà buona parte del suo destino europeo. Le caratteristiche della squadra di Andersson sono abbastanza insidiose per lo stile offensivo della Polonia, che potrebbe allungarsi spesso e non essere in grado di assorbire le ripartenze di Kulusevski e compagni, ma con buone possibilità si tratterà di una partita delicatissima che ci dirà molto anche sul possibile piazzamento finale della squadra.

 

 

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