Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Guida alla Germania
04 giu 2021
04 giu 2021
La squadra di Löw si presenta agli Europei con moltissime incognite.
(di)
(foto)
Illustrazione di Andrea Chronopoulos
(foto) Illustrazione di Andrea Chronopoulos
Dark mode
(ON)

A guardare i numeri, la qualificazione della Germania agli Europei è stata la solita passeggiata. Primo posto nel girone davanti all’Olanda, con sette vittorie e una sconfitta in otto partite, 30 gol fatti e 7 subiti. La Germania ha in effetti distrutto le avversarie più deboli, e cioè Irlanda del Nord, Estonia e Bielorussia, subendo un solo gol e segnandone 25. Le partite contro l’Olanda sono invece andate in modo molto diverso: una vittoria nella partita di andata, per 3-2 con un gol di Schulz al novantesimo, e una sconfitta per 4-2 nella sfida di ritorno in Germania, con i quattro gol subiti nell’ultima mezz’ora. Una disfatta che ha anticipato di un anno un’umiliazione storica, il 6-0 subito dalla Spagna in Nations League, la peggior sconfitta dagli anni Trenta, a cui è seguita un’altra sconfitta clamorosa a fine marzo, per 2-1 contro la Macedonia del Nord. Insomma, agli Europei arriva una Germania indecifrabile e piena di problemi, che per una volta non sembra al livello delle altre favorite.

Come gioca?

Una delle poche certezze è che Joachim Löw lascerà l’incarico di commissario tecnico dopo gli Europei, mettendo fine a un ciclo durato 15 anni. A parte questo, ci sono incognite su tutto: sul sistema, sulla scelta dei titolari, e anche sull’idea di gioco, visto che la Germania si è allontanata dallo stile che l’ha definita per anni, fondato sul possesso palla e il pressing, e sembra orientata verso un calcio più diretto, che ruota attorno alla velocità e alla pericolosità in spazi ampi della sua linea offensiva.

In porta almeno non ci sono dubbi: il titolare è Neuer, visto che ter Stegen è infortunato ed è rimasto fuori dai convocati. Dalla difesa in su le combinazioni possibili sono moltissime, nessuna però sembra aver convinto Löw, che nei mesi scorsi ha ruotato sistemi e giocatori senza mai dare una forma stabile alla squadra. Non è chiaro ad esempio chi sono i terzini più affidabili per Löw, un problema così sentito che il commissario tecnico ha ripescato a sorpresa Christian Günter, 28enne terzino sinistro del Friburgo la cui unica presenza in nazionale risale a un’amichevole contro la Polonia di sette anni fa. Da quella parte c’è anche Gosens che però, come sappiamo bene, dà il suo meglio da esterno a tutta fascia.

A destra non ci sono maggiori certezze. Löw potrebbe adattare un difensore centrale, ad esempio Rüdiger o Ginter, per poi tenerlo bloccato in fase di possesso e costruire con una linea a tre, o ancora potrebbe allargare Emre Can, che però nelle ultime partite ha giocato sia da terzino sinistro sia da difensore centrale in una linea a quattro. Tra tutti alla fine potrebbe spuntarla Klostermann, che a sua volta nel RB Lipsia gioca anche da centrale destro della difesa a tre. È un’altra possibilità da non scartare, visto che è stata la soluzione scelta da Löw in amichevole contro la Danimarca. Klostermann e Gosens erano gli esterni e al centro della difesa hanno giocato Ginter, Süle e Hummels, rientrato nei convocati con un’altra scelta sorprendente fatta nel tentativo di dare un po’ di esperienza e solidità in più alla linea difensiva.

Forse il terzino più affidabile a destra resta Kimmich, che però è anche l’unico in grado di giocare stabilmente da mediano. Le combinazioni in mezzo al campo sono un altro dilemma: di talento ce n’è molto - Kimmich, Kroos, Gündogan e Goretzka - ma non è chiaro se l’idea di Löw sia di giocare con due mediani o invece con un vertice basso e due mezzali. Il centrocampo è forse il reparto più forte, e sarebbe strano vederlo penalizzato per la ricerca di un gioco più diretto, che cerca di arrivare presto agli attaccanti.

Tra i convocati di Löw, poi, non c’è un vero centravanti, e l’idea sembra quella di avere una linea offensiva veloce e dinamica. I più utilizzati nei mesi scorsi sono stati Sané e Gnabry, il primo soprattutto a destra e il secondo da punta centrale. Le posizioni comunque non sono fisse e possono cambiare facilmente a partita in corso. Werner può completare l’attacco partendo da sinistra, ma può anche andare al centro scambiando la posizione con Gnabry. Sané può giocare anche a sinistra, facendo posto sulla destra ad Havertz, che può anche scivolare al centro.

Gnabry ha una media gol impressionante in nazionale: 15 gol in 21 presenze, tra cui questa perla contro l’Olanda.

Nei mesi scorsi però non c’era Thomas Müller, rientrato anche lui tra i convocati per gli Europei. Contro la Danimarca è stato schierato sulla linea avanzata del 3-4-3, ma la sua presenza può forse indirizzare la Germania a giocare con il 4-2-3-1. In questo caso, Müller si farebbe carico delle responsabilità sul piano creativo, come ha fatto in modo splendido nelle ultime stagioni con il Bayern Monaco.

Chi va tenuto d'occhio?

Il centrocampo della Germania è tra i più forti del torneo, ma almeno uno tra Kroos, Kimmich e Gündogan rischia di essere escluso per far spazio a un difensore in più, se il sistema prevede la difesa a tre, oppure a un giocatore più offensivo o a Goretzka, che può giocare sia a centrocampo che sulla trequarti. Il centrocampista del Bayern Monaco in una squadra più diretta può funzionare anche senza toccare troppo il pallone, occupandosi soprattutto di andare sulle contese e sulle seconde palle.

Le scelte più forti però Löw le ha fatte con Hummels e Müller, tornati tra i convocati dopo essere stati esclusi per due anni. E visto il momento difficile, rientrano anche da salvatori della patria in una squadra piena di problemi. Hummels può dare solidità a una difesa che non ha più trovato un assetto stabile, Müller può far giocare meglio i talenti offensivi con il solito contributo poco visibile ma molto prezioso, fatto di appoggi semplici che fanno risalire la palla e movimenti che aprono spazi per i compagni. Non è nemmeno detto che Löw li consideri dei titolari, ma il loro ritorno è comunque una notizia confortante in una squadra con così poche certezze.

Ha dei punti deboli?

Raramente la Germania si è presentata a un grande torneo con così tante incognite. Dopo i deludenti Mondiali di tre anni fa, Löw non ha saputo gestire il necessario rinnovamento. Non solo è dovuto tornare sui suoi passi richiamando Hummels e Müller, una scelta fatta anche per rendere meno ostile il clima attorno a lui, ma non sembra nemmeno essere entrato in sintonia con i più giovani. Era chiaro da tempo che il suo ciclo stava per concludersi, ma averne annunciato la fine prima degli Europei (al suo posto subentrerà Flick) può togliere motivazioni al gruppo.

Di talento ce n’è abbastanza per non avere sorprese nelle partite più semplici (anche se la sconfitta contro la Macedonia del Nord è comunque un campanello d’allarme), ma contro le rivali più attrezzate rischia di farsi sentire tanto la mancanza di riferimenti stabili, di organizzazione. Forse è ingiusto prendere riferimenti dal 6-0 subito dalla Spagna, una serata troppo storta e particolare, però ha fatto comunque impressione vedere quanto fosse sconnessa la Germania, incapace sia di attaccare che di difendere con un minimo di coerenza. Il sorteggio poi non ha aiutato Löw che, dovendo sfidare subito Francia e Portogallo, non potrà sperimentare e dovrà trovare subito un modo per smentire le impressioni negative e tirare fuori il meglio dalla sua squadra.

Dove può arrivare?

Francia e Portogallo sembrano squadre più solide, e sulla carta quindi la Germania parte da terza forza del gruppo. Il regolamento del torneo dà ampie possibilità di qualificarsi agli ottavi, rientrando anche tra le migliori terze dei gironi, da lì in poi il cammino dei tedeschi è indecifrabile. Possono finire schiacciati sotto il peso dei loro problemi, oppure trovare magicamente un modo per risolverli e andare avanti. Alla fine è quello che hanno quasi sempre fatto nei grandi tornei.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura