"Aprile è il più crudele dei mesi", scriveva Eliot. Crudele perché non è come l’inverno – il mese della dimenticanza, che tiene al caldo – e ci costringe a uscire fuori, verso la vita e la rinascita, ma anche verso la possibilità del fallimento. In Serie B, aprile è il mese delle sentenze, quello in cui si separano le distanze alla testa e alla coda del campionato. Anche stavolta aprile è stato un mese fatale, teatro di grandi crolli e grandi risalite.
È stato, ancora una volta, il mese di Massimo Coda, già nostro calciatore del mese a febbraio e protagonista con cinque gol nella risalita del Benevento; è stato il mese di Agazzi, tra i segreti del grande momento della Cremonese; è stato il mese di La Mantia e Tabanelli, cardini del Lecce issatosi al secondo posto in classifica. È stato però soprattutto il mese di Torregrossa, che nel momento chiave ha trascinato il Brescia nell’ultimo slancio per la promozione.
Il lavoro delle due punte del Brescia
L’attaccante classe ‘92 ha messo lo zampino in tutte le partite delle rondinelle, Lecce a parte, ma la firma più grande resta quella contro la Salernitana. Un gol eccezionale, sia per la conclusione – precisa come un colpo da biliardo – che per la sua costruzione complessiva. Quando Torregrossa riceve il pallone è largo sulla fascia, all’altezza della metà campo. Corre una ventina di metri, accarezzando la palla con l’esterno sinistro, incurante dei tre avversari che lo circondano. Bisoli corre tutto il tempo al suo fianco, e una volta arrivato sulla trequarti gli porta via uno degli avversari, Mantovani; l’attaccante sente che è il momento giusto: rallenta, fa una finta di corpo e poi una veronica, scrollandosi di dosso sia Lopez che Di Tacchio.
A questo punto alza la testa, e sa già dove guardare: a sinistra sta arrivando Donnarumma, che dopo aver seguito tutta l’azione ha deciso di tagliare verso il centro per offrire un’opzione di passaggio. Uno-due, e palla in buca d’angolo.
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Nel gol di Torregrossa troviamo un concentrato di tecnica di alto livello, ma tutta l’azione si muove su binari tattici che il Brescia conosce molto bene: la ricezione dell’attaccante in fascia, dove sia Donnarumma che Torregrossa si allargano spesso; la corsa in verticale della mezzala (Bisoli), che spinge la difesa a temporeggiare; il lungo taglio di Donnarumma, che va ad occupare i pressi dell’area di rigore solo quando sa di poter scambiare in velocità. Senza queste condizioni, la grande giocata di Torregrossa non sarebbe stata possibile.
Queste considerazioni non sminuiscono la grande azione di Torregrossa, ma aiutano a contestualizzarla, dimostrando quanto poco ci sia di casuale nel Brescia di quest’anno.
Nel 4-3-1-2 di Corini i due attaccanti hanno compiti delicati: quando la squadra recupera palla devono essere già “aperti” sulle due fasce, pronti a raccogliere la prima verticalizzazione, difendere il possesso e permettere la risalita della squadra; in fase di costruzione, invece, devono muoversi sulla trequarti, per alimentare le catene di gioco con i terzini e la mezzala. L’area viene attaccata solo in un secondo momento, quando la squadra è ben posizionata e può attaccare la porta in velocità.
Questo contesto ha esaltato al meglio le caratteristiche di Donnarumma – che dopo la promozione con l’Empoli si sta confermando con una stagione monstre (25 gol, 7 assist, e i premi di giocatore del mese a dicembre e gennaio – e ha fatto crescere tantissimo Torregrossa, che ha gradualmente allargato il suo raggio d’azione, trasformandosi in un giocatore sempre più completo.
Partendo lontano dalla porta l’attaccante siciliano ha la possibilità di sfruttare la sua buona struttura fisica (184 cm, 80 kg), grazie alla quale riesce a tenere la palla incollata addosso, girarsi e cambiare il gioco verso la fascia opposta, o servire gli inserimenti di Sabelli e Bisoli. Una funzione cardine per il gioco del Brescia, che non a caso si appoggia molto ai suoi attaccanti.
Il gioco rapido e aggressivo della squadra di Corini – che chiede alla squadra di attaccare la porta con tanti giocatori, possibilmente palla a terra – ha spinto Torregrossa a migliorare gradualmente il livello delle proprie giocate, specie negli scambi stretti dentro l’area di rigore. Nel corso dell’anno Torregrossa ha sviluppato un’intesa quasi cinetica con Donnarumma, con cui si è scambiato 8 assist, ma in generale ha migliorato la qualità delle sue scelte di gioco, soprattutto quando si trova sull’esterno o spalle alla porta.
Le qualità di Torregrossa
Ad aprile Torregrossa ha mostrato una serie giocate di gran gusto, che avrebbero meritato più fortuna: i colpi di esterno e di tacco con cui ha liberato Bisoli e Dessena contro la Salernitana; il tocco sotto con cui ha mandato in porta Donnarumma contro il Verona; l’assist sempre per Donnarumma dopo lo scambio con Dall’Olio contro il Venezia. Tante belle intuizioni, che sarebbero state molto bene con l’assist per Romagnoli, questo sì vincente, che ha regalato una vittoria all’ultimo respiro contro il Livorno.
Il mese appena passato, tuttavia, ha messo in mostra anche il Torregrossa centravanti, un calciatore che nel gioco aereo (specie quando ha l’opportunità di arrivare da dietro) è spesso immarcabile nel contesto della Serie B. Un paio di settimane fa, in un’intervista, Torregrossa ha raccontato che prima delle partite ama guardare su YouTube i video di attaccanti come Bierhoff, Crespo, Vieri, Batistuta e Alan Shearer. Giocatori di un’altra epoca, ma indicativi di un’idea archetipica di centravanti.
Prima del capolavoro con la Salernitana Torregrossa aveva segnato due gol di testa, contro Verona e Venezia, e colpito un palo contro il Livorno, sfoggiando un terzo tempo da centravanti anni ‘90. La rete col Venezia, in particolare, è un vero e proprio sfoggio di strapotere fisico: Torregrossa riceve largo sulla fascia, torna verso il centro e allarga per Martella; poi taglia verso l’area di rigore, giusto in tempo per schiacciare in porta dal limite dell’area piccola.
A questi tre gol si aggiungono il già citato assist contro il Livorno, il tocco per il 2 a 2 su punizione di Martella e il rigore guadagnato contro la Salernitana. Praticamente, Torregrossa ha messo lo zampino su 6 degli 8 gol segnati dal Brescia ad aprile. In totale fanno 12 gol in campionato (record personale dai tempi del Lumezzane, stagione 2013-14, in Serie C), conditi da 11 assist. Ad aprile il Brescia ha fatto “solo” 10 punti in cinque partite, e ha perso lo scontro diretto col Lecce, ma tanto è bastato ad apparecchiare la tavola per la promozione in Serie A, guadagnata il primo maggio contro l’Ascoli, dopo otto anni di attesa. Aprile è il mese più crudele, ma può essere il mese della rinascita.