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Le potenzialità di Eljif Elmas
17 lug 2019
17 lug 2019
Che giocatore è il probabile nuovo acquisto del Napoli.
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In una Serie A in cui la maggior parte delle squadre ha ormai consolidato una strategia fondata sul player trading, il Napoli è una delle poche dall’approccio conservativo. L’ossatura dell’undici titolare è rimasta sostanzialmente invariata dall’arrivo di Rafael Benitez: Insigne è tornato in pianta stabile nel 2012, Koulibaly e Ghoulam sono arrivati nel 2014, Mertens e Callejon nel 2013. Affermarsi nel Napoli si è rivelato complicato per diversi giovani, anche per la scarsa di fiducia di un allenatore come Sarri, che ha sempre preferito affidarsi a 12-13 giocatori che considerava i più affidabili.

 

Con Ancelotti la situazione è cambiata, le rotazioni sono più ampie e il rinnovamento è cominciato con l’inserimento di Fabian Ruiz e Meret, ma sta continuando anche in questa sessione di calciomercato. Il probabile arrivo di Eljif Elmas (manca solo l'annuncio ufficiale, sembra), che il Napoli dovrebbe pagare una cifra intorno ai 18 milioni al Fenerbahce (cessione record della storia del club), sembra andare proprio in questa direzione.

 

Elmas ha 19 anni e il curriculum del predestinato. A 16  ha giocato la sua prima partita da professionista col Rabotnicki, una delle squadre di Skopje, la sua città natale; nel 2017, quando aveva ancora 17 anni, è diventato il più giovane esordiente della Nazionale macedone. Date le sue origine turche, la federazione, su suggerimento di Fatih Terim, ha fatto pressione perché accettasse la convocazione per la Nazionale turca, Elmas però ha rifiutato. Qualche mese fa era stato vicino all’Inter: in Turchia

che l’affare fosse praticamente chiuso, poi non se ne è fatto più niente. Pandev, che Elmas indica come suo idolo,

da Marotta per avere qualche referenza.

 

Per descrivere la precocità di Elmas basterebbe dire che a neanche 20 anni ha già quasi 100 presenze tra i professionisti e 13 gol. Dei talenti precoci Elmas ha una qualità tecnica evidente, naturale e impossibile da ignorare. Soprattutto quando ha la possibilità di ricevere fronte alla porta e di partire in conduzione nei corridoi centrali: è in queste situazioni che Elmas mostra una notevole sensibilità nel tocco di palla e una certa facilità di calcio, soprattutto col destro, ma anche con il piede debole.

 


Un gol segnato con la nazionale: un paio di tocchi che appartengono a pochi giocatori.


 

Il Fenerbahce lo ha fatto ruotare in diverse posizioni: esterno d’attacco, mezzala di un centrocampo a 3, mediano di un centrocampo a due, ma la posizione in cui ha reso di più è stata quella di trequartista centrale. Una zona di campo dove forse paga il primo controllo non sempre eccezionale, ma dove può essere pericoloso con le sue corse e la possibilità di minacciare il tiro.

 

A volte porta fin troppo il pallone, perdendo il tempo di una giocata più utile, lasciandosi circondare da avversari. Come la maggior parte dei centrocampisti offensivi talentuosi, il primo pensiero di Elmas una volta ricevuto il pallone è quello di prendere la strada più breve verso la porta. È alto più di un metro e 80 ma il baricentro lo fa sembrare più basso, anche per l’esplosività che riesce a esprimere nei primi passi.

 

La sua tensione verticale non si esprime solo nelle corse palla al piede ma anche nella ricerca dell’ultimo passaggio, anche quando è ancora distante dall’area avversaria. Una tendenza al rischio che in zone di campo meno avanzate può essere deleteria. Abbassato sulla linea dei centrocampisti Elmas può assecondare il suo istinto a voler ricevere molti palloni, avvicinandosi sempre in zona palla ma, almeno per ora, non ha i tempi per giocare a centrocampo.

 

Come detto, tiene troppo palla e la sua tendenza al rischio mette spesso in difficoltà la squadra, sbilanciandola. Elmas ha perso più di 2 palloni per 90’ nel campionato turco, mostrandosi più in difficoltà quando doveva fare le cose semplici rispetto a quando poteva pensare giocate complesse.

 


Un pallone banale perso quando doveva aiutare la squadra ad uscire dalla pressione. Negli appoggi corti Elmas non sembra sempre concentratissimo.


 

Anche in fase difensiva ha un’attitudine più da attaccante che da centrocampista, cercando subito la pressione sul portatore di palla vicino senza preoccuparsi troppo di sbilanciare la squadra. In compenso ha un’ottima intensità nei recuperi: un aspetto del suo gioco con ampi margini su cui poter lavorare.

 


Anche perché ora è ancora molto acerbo: qui si fa usare facilmente come perno cui girare attorno.


 

Tutti difetti normali a neanche vent’anni, ma per cui rimane difficile ipotizzare un utilizzo di Elmas nel Napoli in zone centrali del campo, almeno nei primi tempi. Dovesse però rimanere il 4-4-2 il modulo privilegiato nella prossima stagione, potrebbe essere interessante immaginare Elmas come esterno a sinistra.

 

In quel ruolo ha già giocato anche con la maglia del Fenerbahce, ad esempio in Europa League nella sconfitta contro lo Zenit San Pietroburgo. In una posizione meno centrale del campo, Elmas può limare i difetti in fase difensiva - la sua irruenza, i difetti nelle letture - ma riesce a mantenere i pregi della verticalità, della qualità tecnica in conduzione.

 

Il 4-4-2 del Napoli è un modulo fluido ed Elmas, partendo da sinistra, potrebbe accentrarsi per ricevere nei mezzi spazi e avere più campo davanti a sé. Sulla trequarti Elmas deve migliorare la produttività offensiva: pur avendo un grande talento tecnico non ha grandi statistiche. Nell’ultimo anno ha messo insieme zero assist, meno di un passaggio chiave e un dribbling riuscito ogni 90 minuti. Numeri troppo bassi per le sue potenzialità.

 

Oggi Elmas è un giocatore capace di fare la differenza soprattutto per i suoi strappi palla al piede, per la bravura a ribaltare velocemente il campo verso la porta avversaria. Non è detto che questo talento non possa essere costruito per farlo giocare in futuro al centro del campo, dove può essere sfruttato per resistere alla pressione avversaria.

 



 

Stiamo parlando, quindi, di un giocatore grezzo e da modellare nella forma che Ancelotti vedrà come più adatta a lui. Sarà interessante capire se lo spessore del suo talento sarà sufficiente a sopravvivere in una squadra che negli ultimi anni ha rigettato giovani come Zapata, Chalobah, Rog, Grassi, Diawara o Ounas (almeno finora).

 

Al di là di tutti i calcoli, però, Elmas è il tipo di giocatore per cui vale la pena entusiasmarsi senza scervellarsi troppo sulla sua utilità, passando l’estate a guardare le sue compilation su YouTube, i suoi dribbling di suola, le sue rulete, nella speranza che non si riducano a un sogno di mezza estate.

 

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