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Flavio Fusi
Élite tedesca
30 ago 2016
30 ago 2016
Gladbach e Leverkusen competeranno nuovamente per i primi posti in Bundesliga, il primo scontro lo vince la squadra di Schubert.
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Flavio Fusi
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Lo scorso maggio, Borussia Mönchengladbach-Bayer Leverkusen (finita 2-1) garantì ai padroni di casa il quarto posto in campionato e la conseguente partecipazione alla Champions League, appena legittimata con il passaggio del turno preliminare ai danni dello Young Boys. La sconfitta fu indolore per le “aspirine”, che dopo la rimonta della seconda parte di stagione erano già sicure del terzo posto matematico e dell’accesso diretto ai gironi della massima competizione europea.

 

In questa stagione, le due squadre punteranno nuovamente ai primi quattro posti della classifica e seppur una sfida alla prima giornata possa dire ben poco sulla classifica finale, la partita si preannunciava interessante anche per i due allenatori coinvolti: André Schubert e Roger Schmidt. Dopo la partenza shock dello scorso anno e l’esonero di Lucien Favre, Schubert era stato nominato allenatore ad interim del Borussia Mönchengladbach, ma si era guadagnato la riconferma grazie alla sterzata inferta in termini di risultati, e la proposta di un calcio ben più aggressivo rispetto al suo predecessore. Invece, l’ex allenatore del Salisburgo è alla sua terza stagione alla guida del Leverkusen ed è da tempo uno dei più quotati tecnici europei.

 

Schubert ha scelto di schierare i suoi in un 3-4-2-1. Elvedi, Christensen e Jantschke hanno costituito la linea a tre che ha protetto la porta di Sommer. A centrocampo hanno giocato Strobl e Kramer, appena riacquistato proprio dal Leverkusen, costringendo il talentuoso Dahoud a sedere in panchina. A destra, Ibrahima Traoré è stato adattato al ruolo di fluidificante, mentre la fascia sinistra è stata di competenza di Wendt. In attacco, Lars Stindl ha agito davanti a Hanh e Raffael.

 

Schimdt ha optato per il suo tipico 4-2-2-2: con Leno in porta e la linea a quattro con, da destra a sinistra, Jedvaj, Tah, Toprak e Wendell. A centrocampo, il nuovo arrivato Baumgartlinger ha fatto coppia con Aránguiz, che aveva saltato praticamente tutta la passata stagione per un infortunio al ginocchio. Kevin Kampl, che nello scorso campionato aveva preso il posto del cileno in mezzo al campo, è stato schierato a sinistra con Bellarabi a destra (i due si sono poi scambiati). Nel ruolo di attaccanti Calhanoglu e l’altro volto nuovo Volland, complici i guai fisici di Kiessling e Chicharito.

 

Ancora una volta è stato il Gladbach di Schubert a prevalere sul Leverkusen (tra l’altro con lo stesso risultato dell’ultima partita: 2-1), con un piano tattico riassumibile in tre mosse.

 

 



 

L’aggressività della sua squadra ha contribuito in maniera determinante alla fama di Roger Schmidt: il Bayer Leverkusen solitamente pressa in un 4-2-2-2, con gli esterni che non si mantengono larghi, ma piuttosto in una posizione intermedia tra il centro e la fascia. I due attaccanti si posizionano particolarmente vicini, cercando di impedire che il pallone giunga ai centrocampisti avversari. Il posizionamento ibrido dei due laterali fa sì che possano contribuire a schermare ulteriormente il centro, consentendogli comunque di poter pressare all’occorrenza i terzini avversari. Oltre alla prima linea di pressione, sia i due centrocampisti centrali che i due terzini mantengono posizioni particolarmente aggressive in modo da poter velocemente supportare i compagni.

 

L’obiettivo di questo schieramento è costringere gli avversari a giocare il pallone verso la fascia, per poi scivolare rapidamente e in maniera compatta verso il lato forte della formazione avversaria ed intrappolare il portatore di palla lungo la linea laterale, obbligandolo a regalare palla o calciare lungo.

 


Il 4-2-2-2 del Leverkusen in pressing.



 

Contro il Borussia Mönchengladbach non di rado sia Kampl che Bellarabi si mantenevano alti, mentre di solito quello sul lato debole rimane più basso. Il posizionamento aggressivo di entrambi gli esterni voleva essere, probabilmente, una contromisura per complicare la circolazione orizzontale degli avversari, che con tre difensori potevano cambiare il lato di sviluppo dell’azione in maniera relativamente veloce. Come evidenziato nell’immagine qui sopra, la posizione di Kampl può consentirgli sia di supportare Calhanoglu nello schermare Strobl che di aggredire il passaggio verso Traoré.

 

Al Borussia-Park, l’attuazione di questa strategia tesa a intrappolare sulla linea laterale il portatore è risultata più complicata del solito. Teoricamente, il Leverkusen era in inferiorità numerica contro i cinque giocatori che la squadra di Schubert impiegava in fase di costruzione (i tre difensori più i due fluidificanti); inoltre, l’uso dell’estremo difensore Sommer, fortemente integrato nella fase di uscita della squadra sin dai tempi di Favre, forniva ulteriore margine di manovra ed un’opzione in più ai difensori del Gladbach.

 

I difensori dei padroni di casa hanno costruito l’azione da dietro con pazienza, giocando il pallone in orizzontale tra di loro, al fine di far muovere la linea di pressione del Leverkusen costringendola a sfilacciarsi. Schubert aveva messo a punto diverse strategie per giocare attraverso il pressing del Leverkusen e guadagnare campo. Ad esempio, i padroni di casa creavano situazioni di superiorità numerica lungo una delle due fasce impiegando il centrale, uno dei due mediani e il fluidificante, in modo da stabilizzare la circolazione lungo la corsia; oppure, i tre centrali di difesa si passavano il pallone tra di loro includendo anche Sommer nella circolazione, per disorientare e ampliare la distanza tra Aránguiz e Baumgartlinger, aprendo così una linea di passaggio centrale verso uno dei due centrocampisti (solitamente Strobl, visto che Kramer si manteneva occasionalmente più alto).

 


Christensen trova uno spiraglio per servire Strobl, facendo passare il pallone tra Calhanoglu e Volland, mentre Baumgartlinger marca Kramer.



 

Oppure, ancora, uno dei due centrali laterali giocava un pallone in verticale verso uno degli attaccanti che veniva incontro, mentre il fluidificante si spingeva in avanti e veniva servito da un ulteriore passaggio da parte della punta alle spalle del terzino avversario, che come sottolineato si manteneva sempre alto in modo da poter accorciare sui giocatori in fascia.

 

 



 

Oltre all’ottima preparazione dei padroni di casa, c’è da dire che non sempre il Leverkusen è stato aggressivo tanto quanto avrebbe potuto. Probabilmente Schmidt temeva i contropiedi del Borussia Mönchengladbach, che poteva contare sulla velocità di Traoré e dei due attaccanti Raffael e Hanh per attaccare la difesa alta del Leverkusen.
Nonostante la relativa cautela con cui le “aspirine” hanno approcciato gli avversari, non sono riuscite ad impedirgli di trovare lo spazio per contrattaccare, soprattutto in seguito a situazioni in cui il gegenpressing non portava i frutti sperati e la squadra si faceva trovare sbilanciata sulle fasce, specie la sinistra, dove Wendell era particolarmente aggressivo in termini di posizionamento. Forse proprio questo suo maggior coinvolgimento in zone avanzate del campo rispetto a Jedvaj, spiega perché Schubert abbia scelto di schierare Traoré largo a destra.

 

Il gol dell’1-0 non è arrivato su un vero e proprio contropiede, ma la dinamica dell’azione è stata molto simile. Kramer ha battuto velocemente un calcio di punizione nella sua metà-campo, calciando un pallone diagonale in direzione di Hahn. Tah ha valutato male la traiettoria della palla, che è riuscito solamente a spizzare di testa, contribuendo a trarre in inganno anche il compagno Toprak. L’attaccante tedesco si è trovato quindi da solo alle spalle della difesa avversaria e ha infilato Leno alla sua sinistra.

 



 

La rete del definitivo 2-1 ha avuto nuovamente origine da una giocata dietro la linea difensiva di Schmidt. Thorgan Hazard, subentrato a Raffael, ha raccolto il pallone in seguito ad un rimpallo e ha servito un filtrante per Stindl, bravo ad inserirsi tra Tah e Jedvaj e a firmare il gol valso 3 punti per la sua squadra.

 

 



 

Ultimo ma non meno importante, per vincere la partita Schubert ha dovuto limitare anche le folate offensive del Leverkusen e ha scelto di farlo alla sua maniera, pressando alto ogniqualvolta Leno ricominciava l’azione da dietro.

 

Come accade di solito, i due attaccanti, e cioè Raffael e Hanh, pressavano compiendo movimenti leggermente arcuati, in modo da chiudere la linea di passaggio e pressare il portatore di palla allo stesso tempo. Il resto dei compagni proseguiva l’opera orientandosi uomo a uomo sui calciatori di Schmidt: Stindl prendeva in consegna il centrocampista che si abbassava per costruire gioco (Baumgartlinger), i due fluidificanti i due terzini, e così via.

 


Le marcature individuali del Borussia Mönchengladbach durante il pressing.



 

L’idea era di complicare le cose al Bayer, in modo da avere sempre un giocatore in grado di pressare immediatamente il ricevitore di un passaggio verticale, oppure, ancora meglio, di forzare un pallone lungo, facile preda dei tre difensori, che nel gioco aereo avevano un vantaggio evidente su Volland e Calhanoglu, a maggior ragione dopo l’ingresso di Vestergaard per Jantschke nel secondo tempo. Quando il pressing non riusciva, la squadra si ricompattava davanti alla propria area di rigore, lasciando al Leverkusen poche possibilità di creare occasioni da gol.

 




 

Come si può vedere dalla mappa di expected goals della partita, il Leverkusen ha probabilmente avuto qualche chance in più, ma i contropiedi dei “Fohlen” (puledri) sono stati ben più pericolosi: le due squadre hanno confermato di essere pronte a una stagione di livello. Sarà interessante capire se l’atteggiamento leggermente meno aggressivo tenuto dalla squadra di Schmidt in questa partita sia frutto di un adattamento al contesto specifico o verrà mantenuto anche nel resto della stagione. Quel che è certo è che, di nuovo, il Gladbach si è dimostrato un avversario particolarmente ostico per le “aspirine”. E, un’altra cosa certa, l’inizio di stagione in Bundesliga promette bene dal punto di vista tattico.

 

 

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