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→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
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Redazione
È stata una bella avventura
02 nov 2015
02 nov 2015
Commemoriamo la chiusura di Grantland scegliendo i nostri articoli preferiti.
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Redazione
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: Non sto nemmeno a dirvi che se non ci fosse stato Grantland, non ci sarebbe l'Ultimo Uomo. Questo è l'articolo che più mi ha fatto pensare a quanto si può fare se si guarda la cultura pop in maniera critica e conscia e approfondita.

 

: Cos'è un "atleta pazzo"? (aka Brian Phillips è uno scrittore fantastico).

 

: La miglior analisi del finale di

che abbia letto.

 

: Il miglior articolo che abbia mai letto sul futuro dell'industria cinematografica.

 

Comunque: tutte le analisi di Zach Lowe, e tutti i pezzi di Mark Harris, e tutti i pezzi di Brian Phillips, e le NBA Season Preview di Bill & Jalen, tutta Molly Lambert, gli articoli di TV di Andy Greenwald (a volte), e i pezzi di cinema di Wesley Morris erano tutti, tutti fantastici.

 


Wesley Morris, premio Pulitzer 2011.


 



 

: La crescita di Anthony Davis raccontata a partire da un movimento quasi banale. L'amore per lo sport sta nei dettagli,

mi ha insegnato un modo meno sciatto di seguire lo sport, che ha a che fare con la passione, ma anche la conoscenza. E questo è valido anche per il calcio.

 

: Brian Phillips quando scrive di calcio non è uno dei più competenti, ma la descrizione del gol di Le Tissier all'inizio di questo pezzo è l'esempio di come si può scrivere bene di calcio senza essere ipertecnici, dando una visione personale a un argomento conosciuto.

 

: Un pezzo davvero personale che collega la comparsata in tv di Eminem durante una partita di football al ricordo del padre morente dell'autore. Commovente, parlando di Eminem.

 



 

-

: Di

mi faceva impazzire quel bias narrativo applicato allo sport capace di destare, almeno in me, un'invidia ammirata. Non ce lo siamo dimenticato questo Snowfall mo-nu-men-ta-le, vero? C'è Hemingway e c'è il giornalismo sportivo, c'è il drama e l'intreccio, c'è quel quid che al di là dell'aggettivo che gli si può apporre di lato,

 in questo caso, fa di un pezzo 

.

 


Kirk Goldsberry, professore universitario e scrittore su Grantland.


 



 

: Tra i pezzi che preferivo di

c’erano quelli che si mangiavano tutto. Tipo i bracket di fine anno. C’era un’incoscienza quasi arrogante nella costruzione di questi pezzi-mondo, ma l’impressione è che lanciando così in avanti l’ambizione si veniva ripagati nel risultato finale. La capacità di questi pezzi di cambiare registro, dall’estremamente analitico all’estremamente ironico, nel giro di poche righe ha messo una bandierina sulle possibilità della scrittura online. E anche sulle possibilità di “mappatura” della cultura contemporanea.

 

Spesso si diceva che

incarnava un modello cerebrale di scrittura, mentre pezzi simili dimostravano soprattutto, riga dopo riga, una passione ossessiva e sconfinata verso la cultura pop.

 



 

: Cito testualmente dalle parole di Jason Concepcion: «My idea was for Grantland to send me, a Filipino American guy who can’t speak Tagalog and hasn’t visited the country in 20 years, and Rafe Bartholomew, a white guy who speaks the language fluently, goes back once a year, and 

, to cover the game and its cultural impact.» Il fatto che gli abbiano risposto «sì» laddove chiunque altro avrebbe risposto «ma sei scemo» per me rende meglio di ogni altra cosa quello che era il modo di pensare di

. E che il pezzo sia strepitoso è solo di secondaria importanza—anche se lo è, eccome.

 

Avrei potuto scegliere qualsiasi "profilone" di

e sarei comunque cascato in piedi. Il lavoro di ricerca, aneddotica, scrittura e precisione che ha fatto nei suoi anni a

è stato spaventoso. Ogni volta che leggevo certe frasi dei protagonisti dei suoi pezzi mi chiedevo: «Ma come diavolo ha fatto a farsi dire una cosa del genere?». Non è un caso che su Twitter, ogni volta che usciva un suo pezzo, venisse lanciato l'#ABRAMSALERT. Scelgo questa Oral History dei Magic perché, oltre a essere meravigliosa, è quella impaginata meglio—per dire: se non vi viene voglia di leggerla aprendo il link, non sono sicuro di volervi conoscere.

 

-

: Poi c'è la parte "multimediale" di

. Per quanto i "pezzoni" siano stati il suo 

, l'essersi aperto in maniera così robusta e massiccia all'uso dei 

 è stato a suo modo rivoluzionario. Prendo l'esempio del Lowe Post perché è quello che conosco meglio: le conversazioni di Lowe con i suoi ospiti non erano dei surrogati scialbi dei suoi pezzi, ma dei veri e propri arricchimenti di tutto quello che aveva già scritto—anzi, forse erano pure meglio. E se non si aveva voglia di immergersi nelle sue nerdaggini, ci si poteva godere un'ora di minchiate con Jalen & Jacoby (GOT TO GIVE THE PEOPLE WHAT THEY WANT!) oppure l'irresistibile, imprescindibile e meravigliosamente anarchico "NBA After Dark" con Andrew Sharp, Chris Ryan e Juliet Litman. E sono certo che lo stesso si può dire degli altri podcast, o dei mini documentari "30 for 30 Short". Io non ho avuto il tempo materiale per ascoltarli e vederli, ma vorrei poter rinascere quelle tre o quattro volte per poterlo fare.

 



 

: E le successive altre quattro parti di questo diario di Brian Phillips. Ho cominciato a scrivere di tennis per amore di questi cinque pezzi da Wimbledon.

 



 

: Per la sua apologia—con voce di Oliver Twist—della veronica+tacco di Balotelli in amichevole. 

aveva uno svantaggio: quello di ospitare gli scritti di Brian Phillips, il miglior raccontatore di calcio che c'è (un americano!). Quindi se devo pensare alle cose migliori di

, penso a quelle di Phillips, anche se ce ne sarebbero tante altre. Gli articoli che ci piace leggere rientrano in tante categorie, quelli arguti, quelli divertenti, quelli interessanti o stimolanti. Quelli di Phillips rientrano in un'altra, ben specifica, categoria: «Ma perché non l'ho scritto io?».

 

: Per il suo racconto del Napoli e di Napoli quando la squadra era ancora un'inedita novità della nuova Champions League.

 

: Perché far gareggiare gli inni nazionali in un'Olimpiade è già bellissimo, includere i quozienti di difficoltà in "Transcendence of Historical Suffering" e "Inculcation of Hard-Won Optimism" è strepitoso.

 


Brian Phillips.


 



 

: Depongo il mio fiore sulla tomba virtuale di "G" con questa storia che racconta l'epopea "imprenditoriale", tra droga, qualche proiettile e musica punk, dei "Suckers", un gruppo di ragazzi di Boston inventori nei primi anni 2000 delle magliette "Yankees Suck", vendute, nonostante le confische della polizia, di fronte ai cancelli di Fenway Park.

 



 

: Metto il pezzo sull'ultimo disco di Kurt Vile: rilassato, non agitato, allegro e completo, per parlare di una cosa superata come il rock. Veramente un esempio della grande qualità media del sito.

 



 

Più che singoli pezzi vorrei linkare l'

 di tre autori in particolare:

 

Il primo, e Giovanni mi ha anticipato, è

. Non solo per il modo in cui scrive di calcio, ma perché scrive di tutto straordinariamente bene—che parli di 

, di 

 o di 

—in questo senso incarnava perfettamente lo spirito del sito: occuparsi di cose diversissime tenendole insieme grazie alla purezza di chi ne scriveva.

 

Il secondo è 

, perché nei suoi momenti migliori—ovvero quasi tutti—più che recensioni cinematografiche le sue erano poesie.

 

Il terzo è 

, che sono buoni tutti a fare bella figura scrivendo di 

; ma come la mettiamo con il recap settimanale di

?

 

Che tristezza, davvero. Non pensavo si potesse essere così tristi per la chiusura di un sito o la fine di un'esperienza culturale.

 


Andy Greenwald.


 



 

ha ospitato il miglior analista NBA al mondo: Zach Lowe.

 

: Qualsiasi suo pezzo riesce a essere divulgativo senza perdere di autorità tecnica. Può essere preso sia come divulgativo che, al contempo, strizzare l'occhio a chi vuole andare veramente a fondo.

 

: L'analisi semiseria della partita di basket di

, un vero gioiello.

 

: Il padre dell'esplosione delle shotchart per valutare i giocatori. Nessuno poteva parlare del miglior tiratore della storia meglio di lui quando scrive di Steph Curry e di quell'opera d'arte contemporanea che è il suo tiro.

 

: Un pezzo che prova a fare chiarezza sulla difesa degli esterni, da sempre punto debole delle analisi sul basket. Per farlo utilizza delle rivoluzionarie shotchart difensive e ci fa entrare quindi nel mondo della Sloan Conference del MIT. Praticamente un guru.

 


Zach Lowe.


 



 

: Sono tanti i motivi per cui essere grati a

, ma mai smetterò di ringraziarli per aver dato uno spazio fisso alla genialità di Mark Titus.

 

Ex-giocatore dallo scarsissimo minutaggio a Ohio State, Titus è salito alla ribalta dopo il divertentissimo libro

in cui raccontava i suoi 4 anni passati ai margini della panchina dei Buckeyes, e Simmons non ci ha pensato due volte a inserirlo nella squadra affidandogli il pezzo settimanale "colorato" sul College Basketball. Una gioia per gli occhi e lo spirito—

. I suoi migliori lavori sono però legati alla NBA: il primo nell'intervista

, ma questo diario sulla sua prima visione della NBA Draft Combine mette in risalto tutto il suo talento.

 



 

-

: Premessa: sono di parte, ho scritto perfino la tesi di laurea su Nick Young. Tra i vostri link ci sono articoli migliori, ma questo è il mio preferito. Un po' come Nick, non è il miglior giocatore della lega (e non ci va neppure vicino), ma è quello che mi emoziona di più, e il motivo lo spiega benissimo Sharp nel pezzo. Ricordo di averlo letto la prima volta sull'iPhone mentre andavo al lavoro, ero in metropolitana e mi ero completamente isolato dal resto del mondo. Amo questo pezzo perché parla di due giocatori non di primo piano, lo fa in maniera onesta e intelligente e l'articolo si legge con il sorriso sulle labbra, oltre a essere alla portata di tutti (anche Nick non ha capito bene il pick and roll e le rotazioni, eppure è lì a farci divertire). Si può parlare in modo leggero di sport senza cadere nel ridicolo o nell'infantile.

 



 

Comincio a leggere una quantità enorme di articoli senza arrivare a leggerne la fine. O, altre volte, leggendo solo quella e saltando qua e là. Ma credo non mi sia mai successo con le classifiche di

. Così ho voglia di citarne tre, a memoria, che valgano per tutte:

 

-

: I dieci migliori mentori di ogni tempo nella storia del cinema.

 

-

: Un'enciclopedia incompleta dei movimenti più caratteristici delle superstar della NBA.

 

-

: Chi è il miglior giocatore di basket "inventato" di sempre?

 

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