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È il Real Madrid di Vinicius Junior
17 mag 2023
17 mag 2023
Il brasiliano è diventato il giocatore più influente della squadra di Ancelotti.
(copertina)
IMAGO / Pressinphoto
(copertina) IMAGO / Pressinphoto
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Il Real Madrid gioca in casa l’andata della semifinale di Champions League e Vinicius Jr è il giocatore più atteso della "Casa Blanca". Se l’anno scorso era il Real Madrid di Benzema, quest'anno il Real Madrid è suo.

Nelle copertine è il brasiliano a comparire accanto a Haaland e in campo deve giustificare tutte le attenzioni ricevute. Guardiola gli ha messo addosso Kyle Walker, il difensore più veloce e abile nelle coperture, quello più feroce nel duello individuale. Le prime due azioni di Vinicius allora non vanno a buon fine: Walker ha la meglio. La terza, però, no.

È passata da poco la mezz’ora e vedendo la conduzione di Camavinga lungo la fascia sinistra, Vinicius intuisce che è l’occasione buona per staccarsi dalla marcatura di Walker che dovrà andare a chiudere sul francese prima o poi. Mentre tutti scappano verso l’area del City lui si ferma sulla trequarti. Sono una manciata di secondi, ma tanto basta per dare al compagno una linea di passaggio. Col pallone tra i piedi Vinicius può alzare la testa senza essere pressato e vedere che succede, mentre tutto il Bernabeu gli grida di tirare. La sua conclusione è secca e potente, di collo pieno, e supera Ederson.

«Ho lavorato molto con gli specialisti sulla parte di resistenza, sulla preparazione fisica più dettagliata per il mio stile di gioco. Tutto questo è molto importante. Ho studiato molto sul riposo e sull'alimentazione. Anche questo è allenamento. Per quanto riguarda la parte tecnica, la definizione è uno dei miei doveri, su cui ho lavorato molto anche quest'estate». Questo discorso Vinicius lo ha fatto lo scorso anno per spiegare i miglioramenti che l’hanno portato a essere un giocatore decisivo in Champions League a 22 anni.

Non è tanto il primo passo, o il dribbling, la “finta y lo sprint” come diceva Joaquín meravigliosa ala dribblomane, è che allo sprint Vinicius aggiunge due marce in più da poter scalare in conduzione. Ha la possibilità palla al piede di cambiare direzione e velocità a seconda dell’ostacolo che si trova davanti. In area di rigore, poi, ha quasi sempre una freddezza glaciale. Impressionante, a ricordare il giocatore fumoso di inizio carriera. Oggi è difficile immaginarlo sbagliare un gol, o anche solo che si faccia prendere dalla foga.

È la seconda stagione consecutiva che supera i 20 gol totali, quando ne aveva segnati 14 in tutto nelle prime tre stagioni a Madrid: «Questo è il risultato del duro lavoro, di molte ore di allenamento a Valdebebas e di sforzi per migliorare la mia finalizzazione. Da quando sono arrivato a Madrid ho sempre detto che sarebbe arrivato il momento in cui avrei segnato molti gol di fila» ha detto recentemente ad AS.

È di gran lunga il giocatore che ha tentato di saltare l’uomo più volte in questa stagione tra i 5 campionati maggiori: per Opta sono 285 tentativi, sopra i 189 di Mbappé secondo, i 180 di Nico Williams terzo, i 172 di Kvaratskhelia quarto e i 171 di Leo Messi quinto. Se vi è sembrato quindi che Kvaratskhelia abbia provato ogni partita a dribblare l’avversario in Serie A, be', Vinicius ci ha provato oltre 100 volte di più. Portandolo sui 90 minuti Vinicius è l’unico che si avvicina ai 10 tentativi per 90 minuti (9.96 per la precisione). Di questo gruppo solo Messi ha una percentuale di riuscita sopra il 50% (55% per la precisione) ed è quindi anche l’unico ad avvicinarsi al numero di tentativi riusciti di Vinicius con 95 rispetto ai 105 del brasiliano.

Vinicius è l’unico giocatore dei 5 maggiori campionati europei ad aver superato l’avversario diretto con un dribbling più di 100 volte questa stagione, che per 90 minuti significa aver superato l’avversario con successo 3.57 volte. Volendo entrare ancora di più nel dettaglio del rapporto diretto che c’è tra i dribbling di Vinicius e le azioni offensive del Real Madrid possiamo aggiungere che con 26 dribbling prima di un tiro, è quello che ne ha compiuti di più (curiosamente secondo è il suo compagno di squadra Rodrygo con 23) e sta sopra specialisti come Chukwueze e Mitoma. Per capirci: nella top 10 europea ci sono anche Leao a quota 21 e Kvaratskhelia a 19.

Stiamo parlando solo dei campionati, senza considerare invece la Champions League, un torneo con molte meno partite ma di un livello superiore di intensità dove un dribbling riuscito non è solo più difficile ma anche più importante. Anche qui Vinicius è il primo: è l’unico ad aver superato i 100 tentativi di dribbling (106 fino all’andata delle semifinali) e con 47 riusciti è l’unico che verosimilmente può superare i 50 (il secondo è Leao con 37, il terzo è Kvaratskhelia con 35). Tra tutti Vinicius è l’unico che si avvicina a toccare quasi i 5 dribbling riusciti ogni 90 minuti ed è l’unico ad aver toccato i 10 tiri creati dopo aver saltato l’uomo. Senza mettersi a fare paragoni storici con i vari Messi, Cristiano e Neymar, restando al presente, non è solo una sensazione istintiva: anche guardando le statistiche Vinicius è tra i giocatori più pericolosi e incisivi della Champions League.

Insomma, raramente viene considerato, ma oggi Vinicius è accanto a Mbappé e Haaland, che fino a poco tempo fa sembravano doversi spartire a metà i destini del calcio contemporaneo.

Agli ottavi contro il Liverpool sono arrivati due gol e un assist nella vittoria per 5-2 ad Anfield e poi l’assist per il gol di Benzema in casa al ritorno. Contro il Chelsea ai quarti un assist all’andata e uno al ritorno; contro il City in semifinale il gol all’andata. In totale, contando anche i gironi, Vinicius è a 7 gol e 5 assist in 11 partite giocate. Anche prendendo le altre partite importanti giocate in stagione dal Real Madrid è quasi impossibile trovare una prestazione sotto la sufficienza. Persino quando non segna o non fa un assist riesce a creare pericoli costanti. L’unica squadra che è sembrata in grado di rendergli la vita realmente difficile, il Barcellona, con lo spostamento del centrale Araujo sulla fascia destra solo per marcarlo, ha comunque subito le sue sfuriate. In Copa del Rey, quando il Real ha vinto 4-0, Vinicius ha aperto le marcature nella prima occasione in cui è potuto partire in conduzione centralmente lontano da Araujo.

Il Real Madrid ha vinto due trofei in stagione (finora) e Vinicius è stato incisivo in entrambi: in finale di Copa del Rey ha avviato l’azione del gol di Rodrygo dopo solo due minuti di partita; nella finale di Coppa del Mondo per club giocata a febbraio ha aperto e chiuso le marcature nel 5-2 contro l’Al-Hilal.

Tutta la vigilia della finale di Copa era girata attorno alla domanda su come l’Osasuna avrebbe provato a fermare Vinicius, quale piano specifico l’allenatore Arrasate avrebbe pensato. La scelta è stata quella di un doppio terzino destro sulla fascia di Vinicius, con Moncayola in marcatura diretta e Rubén Peña più alto per provare a coprirgli le ricezioni. Il risultato è stato che alla prima palla giocata, partendo da fermo, Vinicius si è portato a spasso tutta la catena di destra dei navarri, prima saltando Moncayola e poi facendo lo stesso in area con Rubén Peña, corso in copertura. Ha poi chiuso con un assist perfetto per Rodrygo un attimo prima dell’intervento dei centrali a chiuderlo.

Come si affronta Vinicius? È uno dei temi dell’attuale stagione di calcio spagnolo ed europeo.

Creare tanto significa anche sbagliare tanto per Vinicius, perché non si gioca sempre vicino al limite del possibile pensando di uscirne vincitori. Lui, in realtà, ci crede, e questa probabilmente è la sua forza. Ha detto al sito della Champions League: «Il mio stile di gioco ha molto carattere. Non ho paura di commettere errori e, se li commetto, continuo a provarci». Più passa il tempo, e più le cose giuste sono superiori agli errori. Più passa il tempo e più Vinicius sembra in grado di piegare la realtà ai suoi desideri. Il suo calcio non ha perso nulla della sua spontaneità iniziale, ma ha guadagnato la concretezza del giocatore risolutore.

La sua creatività, allora, fluisce senza freni, sostenuta dai compagni, dall’allenatore, dall’ambiente. Di Ancelotti ha detto: «Credo che l'allenatore lo abbia già spiegato molto bene ogni volta che gli viene chiesto di me. Mi dà molti consigli e quello sulla calma quando si tratta di scegliere l'opzione migliore è stato uno dei più importanti. Non pensavo che fosse possibile combinare la mia velocità e il mio gioco al limite con la calma, ma l'allenatore mi sta dimostrando che è possibile».

A bordo campo Ancelotti non lo frena: chiede che gli sia data palla, e chiede a lui di stare tranquillo, di provare e riprovare. Nessuna idea di Vinicius in campo è considerata sbagliata in partenza, ci sono al massimo idee non eseguite alla perfezione, e che lo saranno la prossima volta: «Qui cerco di giocare come se fossi a casa, quando giocavo in Brasile. Mi sento come quando giocavo per strada, con gioia. Quando sento il sostegno del pubblico, è come se fossi ancora lì. Giochiamo per divertirci con loro».

Vinicius si pensa come una freccia perennemente pronta ad essere scoccata: tocca il pallone ad un compagno e scatta velocissimo in attesa di riaverlo indietro. Non importa se a restituirla è subito il compagno o un altro che verticalizza poco dopo. Non importa nemmeno se il pallone arriva alle spalle del difensore: l’importante è riceverlo in velocità, perché lì diventa davvero imprendibile. Il Real Madrid è un arco e Vinicius la freccia: è così da due anni e sembrano lontani i tempi in cui Benzema chiedeva ai compagni di non passargli la palla perché giocava in modo troppo egoista e tendeva a perdere troppi palloni. Ma sono lontani anche i tempi, più recenti, in cui il Real Madrid sfruttava Vinicius come arma tattica proprio per la sua velocità nel taglio da sinistra al centro.

Ora Vinicius è molto di più: è l’argomento tattico principale del Real Madrid, il primo pensiero dei compagni quando alzano la testa sotto pressione o quando vogliono semplicemente cambiare gioco. Vinicius ha assunto un volume di gioco che esula dal ruolo di ala dribblomane, ha raccolto parte dei tocchi che Benzema non è più in grado di fare nell’arco dei 90 minuti e l’ha fatto mostrando la sua versione più associativa.

Il Real Madrid in campo ha una manovra asimmetrica, tutta sbilanciata a sinistra, dove gioca Vinicius. Rodrygo è a destra perché può venire verso il centro e sovraccaricare il lato forte, creare quella rete di passaggi corti con cui il Real Madrid si sente più a proprio agio. Ma quella rete funziona perché ha una valvola di sfogo, non il semplice terzino sul lato opposto su cui ricominciare l’azione, ma Vinicius, che può decidere quando cambiare marcia e bucare totalmente la pressione avversaria palla al piede. Trasformare un ritmo di gioco basso in un improvviso assolo ad alta velocità. La manovra del Real Madrid allora diventa totalmente imprevedibile, non solo perché i giocatori sanno associarsi senza troppe codificazioni, ma perché la creatività di Vinicius esplode a una velocità ingestibile per gli avversari.

Quando gli hanno chiesto se si sente un giocatore più formato dalla strada o dagli allenamenti non si sbilancia: «Beh, non lo so. La strada ti dà alcune cose e i campi te ne danno altre. Ci sono grandissimi giocatori che non sono cresciuti per strada, ma che hanno imparato il calcio sui campi, anche su quelli buoni, fin da piccoli. La strada ti insegna delle cose, ma anche il campo». Vinicius conosce benissimo l’importanza psicologica dei dribbling, la sua natura ancestrale: la capacità d’insinuare paura nell’avversario anche lontani dall’area di rigore, di minarne le sicurezze e la lucidità. Non importa il sistema di gioco, la filosofia della squadra, fin da quando è nato il calcio il dribbling è il modo più diretto per imporre la propria volontà sul campo. Se dare il calcio al pallone è il motivo per cui è nato questo gioco, c’è chi dice che storicamente sia nato prima il concetto di dribbling che quello di passaggio, che insomma il gesto di saltare l’avversario palla al piede è legato al calcio ancora di più che quello di cedere il pallone a un compagno di squadra.

La partita di Vinicius è sempre su più piani, non è mai avulsa dal contesto: c’è quella con i compagni, quella contro l’avversario diretto, quella di diplomazia con l’arbitro, quella con i tifosi suoi e quella contro i tifosi avversari. L’aspetto psicologico, coperto dalla sua maschera da sbruffone, lo rende ancora più ricettivo alle provocazioni. Queste, però, non lo feriscono e anzi lui le usa per caricarsi fino al momento della rivalsa. Può essere un contatto accentuato per far arrivare il cartellino, un suo fallo o una spinta magari tornando negli spogliatoi quando l’arbitro non vede. Poi può arrivare una sua fiammata a cambiare il punteggio della partita e a ristabilire il suo senso di giustizia. Allora può festeggiare prima chiamando il tifo a suo favore, indicando o baciando lo stemma del Real Madrid, poi ballando una coreografia chiaramente pensata, con un sorriso a 32 denti stampato in faccia. Un ciclo che nasce e muore ogni 90 minuti, che gira come un circo itinerante negli stadi di Spagna.

Il fatto che ad avere l’atteggiamento da sbruffone contro l’avversario e perennemente polemico con l’arbitro sia un giocatore afrobrasiliano, sui campi di Spagna ha purtroppo fatto emergere i razzisti. Vinicius è in questo momento la valvola di sfogo del peggior tifo avversario. La scusa è sempre la stessa: è colpa sua che simula, loro vogliono solo distrarlo dalla partita. «Si dice che la felicità sia scomoda. La felicità di un brasiliano di colore che trionfa in Europa dà più fastidio di quella di un altro» ha detto Vinicius, che già dal periodo delle proteste del Black Lives Matter si è espresso pubblicamente contro il razzismo sistemico nello sport. «Di solito non rispondo a nessun tipo di critica, ma bisogna essere pronti a rispondere a razzisti e xenofobi».

Stasera Vinicius Junior scenderà in campo a Manchester e sarà la principale ossessione del City di Guardiola. Come fermarlo, o almeno come limitarlo, sarà il problema di una delle migliori squadre al mondo, e di uno dei migliori allenatori al mondo. Niente più di questo ci restituisce il potere, il valore, di Vinicius Junior che nel 2023 incarna una delle forze ancestrali del calcio: quella di un uomo che quando corre col pallone non può essere fermato.

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