
Jean-Marie Loret era un ferroviere francese, nato nel 1918 a Seboncourt, nel nord della Francia. Quando compì 30 anni la madre lo prese da parte e gli disse una frase non facilissima da digerire, tipo: «Tuo padre era Adolf Hitler». Come? Cosa? Tra il 1916 e il 1917 il Führer combatteva la Grande Guerra proprio nelle zone in cui viveva la giovanissima Charlotte e i due, secondo questo pettegolezzo estremo, avrebbero avuto una breve relazione. Nei registri del Comune il padre di Jean-Marie risulta annotato come “soldato tedesco non identificato” ma di prove schiaccianti non ce ne sono.
Questa storia diventerà popolare solo negli anni ‘70, per poi essere rilanciata negli anni ‘80 dalle memorie di Heinz Linge, membro delle SS e cameriere personale di Hitler. Nel diario sostiene che il Führer raccontava di avere un legame speciale da qualche parte in un piccolo villaggio francese e scrisse anche che una volta origliò una conversazione al telefono tra Hitler e Himmler in cui si faceva riferimento a una donna e a suo figlio. Questo affascinante e inquietante complotto continua con molti altri dettagli e contraddizioni e falle, ma io non sono qui per scrivere di questo. Quello che voglio dire è che con il sufficiente distacco, una teoria del complotto può essere giudicata proprio come un’opera letteraria, soprattutto quando è incredibilmente assurda e spiazzante.
Sempre riguardo a teorie notevoli su fantomatici padri e figli, in Italia conosciamo quella che legherebbe Bruno Vespa a Benito Mussolini. Nonostante i protagonisti abbiano ovviamente smentito più volte tutto (quando dico protagonisti alludo al giornalista e ad Alessandra Mussolini), ogni tanto la storia riemerge e serpeggia tra internet e chiacchiere da bar. Io ho personalmente conosciuto una ragazza dell’Aquila che mi ha assicurato che lì è una storia accertata e che nell’hotel in cui lavorava la madre di Vespa soggiornava spesso il Duce. Mi dispiace, mi sono dilungato molto. Volevo solo ribadire il fatto che più un complotto è bizzarro e più mi piace addentrarmici, anche se non ci credo neanche per scherzo. Quindi passiamo alla teoria che è girata in Argentina poco prima della finale del Mondiale che l’ha vista vittoriosa: Paulo Dybala è il figlio di Lionel Scaloni. Cosa?!
Prima di approfondire il tema devo avvertirvi subito che questa non è una vera teoria del complotto (purtroppo), è più che altro un meme virale, un tweet ironico che si è trasformato in chiacchiera giornalistica semi-seria e in video per ragazzi su Instagram.
Le dimensioni della storia però sono grosse e hanno coinvolto anche i protagonisti. Tutto è cominciato da un post e da una foto, caricati su X dall’utente Nicolás Darfe il 12 dicembre 2022, 6 giorni prima della finale di Coppa del Mondo. Nell’immagine si vede l’attuale allenatore dell’Albiceleste con il figlio maggiore Ian commosso per la vittoria contro l’Olanda e accanto una foto de la Joya. I due sono praticamente identici. Nel testo ha scritto: “Per me, Dybala è il figlio di Scaloni venuto dal futuro. Nella sua linea temporale, la Francia è diventata campione e Messi si è infortunato al primo turno. È qui per guidare Scaloni e fare in modo che Leo non si rompa. Perché non gioca? Perché genererebbe una frattura nella nostra linea temporale e scompariremmo”.
Secondo Darfe, che chiaramente sta cazzeggiando in preda all’ansia crescente per un traguardo epocale che si avvicina, Dybala è tornato nel passato per correggere alcuni errori cruciali della sua squadra. Viene chiamato infatti “Eternauta del fútbol”. Sempre secondo l’utente uno dei dettagli più impressionanti dei pochi scampoli giocati dal romanista si può vedere in una giocata contro Kylian Mbappé.
In un tweet successivo carica il video in cui Paulo appare dal nulla nella propria area e fa una giocata difensiva per lui inedita, come se sapesse in anticipo le mosse dell’avversario. Nel post scrive: “Le prove sono sotto gli occhi di tutti. Dybala è un difensore? No. Quante volte, in nazionale, è entrato nell’area del Dibu? Mai. Quante volte avrebbe potuto togliere la palla a Mbappé? Nessuna. Un giocatore del suo talento, è uno che spazza via il pallone o che imposta l’azione? Non la spazza mai. AL MINUTO 121 FA QUESTO. SAPEVA TUTTO!”.
L’altro colpo messo sotto la lente d’ingrandimento è ovviamente il rigore battuto e segnato in Finale. Anche qui si chiede come mai fosse così tranquillo e come gli sia venuto in mente di tirare piano e centrale, come se fosse a conoscenza del balzo nell’angolo di destra che avrebbe compiuto Hugo Lloris. Insomma tutto torna e anche i tatuaggi di Dybala, a posteriori, sembrano essere rivelatori. Secondo la teoria sarebbero “cicatrici di altri viaggi nel tempo falliti che hanno portato a questo”. Una scritta in arabo, una corona e la doppia striscia che appare alla base della Coppa. Non è finita. Proprio come in una micro opera letteraria e postmoderna esiste un doppio livello di lettura. I più nerd si saranno accorti che questa storia, in un certo senso, suona familiare.
Uno dei personaggi oggettivamente più fichi di Dragonball è Trunks, anzi la sua versione venuta dal futuro per cambiare la storia di Goku e compagni. Se vi andate a vedere la bio dell’utente Nicolas Darfe (ma perché dovreste? Ve la sintetizzo io) scoprite che oltre a essere un tifoso dell’Argentina e un docente universitario è anche un mega fan dell’opera di Akira Toriyama. Quindi ricapitolando: Vegeta è Lionel Scaloni (si assomigliano? Sì), Ian Scaloni è Trunks piccolo (Si assomigliano? Sì) e Paulo Dybala è Trunks dal futuro (Si assomigliano? Sì).

Non so che altro dirvi. Purtroppo (o per fortuna) la struttura assurda, surreale e ironica non ha permesso a questa teoria del complotto di penetrare davvero nella realtà, eppure il sito argentino Infobae.com l'ha sottoposta direttamente a Paulo Dybala durante una video intervista e lui ha risposto un po’ imbarazzato e un po’ divertito: «Ne abbiamo parlato un sacco di volte, l’ho visto anche sui social e in effetti sono abbastanza simile a uno dei figli di Scaloni. Ci siamo fatti un sacco di risate. Non so quanto di tutto questo possa essere vero». L’unica verità è che quando la tua nazione sta per vincere il mondiale, sei disposto a inventarti qualsiasi cosa pur di non farti mangiare dallo stress e a quanto pare ha funzionato.