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Mertens ha segnato la prima tripletta da fuori area in Serie A?
06 nov 2018
Segnare tre gol da fuori area, su azione, nella stessa partita non è un'impresa semplice.
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Sabato mattina l'account Twitter ufficiale del Napoli - già in passato distintosi per un uso quantomeno spericolato del mezzo – ha lanciato il quizzone a tutti gli appassionati di calcio e statistiche borderline: quale altro giocatore è mai riuscito nell'impresa centrata da Dries Mertens contro l'Empoli, segnare tre gol su azione da fuori area nella stessa partita?

Al netto delle fisiologiche risposte gravide di “ironia del Web”, la maggior parte dei commenti in calce al tweet cita la famosa tripletta di Sinisa Mihajlovic in Lazio-Sampdoria 5-2 del 13 dicembre 1998, segnata interamente su punizione diretta – un unicum nella novantennale storia della Serie A, eguagliato nella storia del calcio a quanto pare solo da pochi e oscuri eletti: lo scozzese Ray McKinnon (Dundee-Kilmarnock 1996), il greco Kostas Frantzeskos (PAOK Salonicco-Kastoria 1997), il brasiliano Cristiano Da Silva (Kashiwa Reysol-Vegalta Sendai, 2015).

Volendo possiamo aggiungere al club anche Beppe Signori, che contro l'Atalanta nel 1994 segnò una volta su punizione diretta e due volte su punizione di seconda. Quel Lazio-Sampdoria del 1998 ricorderà uno dei rivali più stretti del Napoli attuale, quel Luciano Spalletti che da allenatore della Sampdoria fu esonerato proprio dopo quella sconfitta, salvo venire poi richiamato in tutta fretta entro cinquanta giorni, dopo il fallimentare interregno di David Platt (pessima idea dell'allora presidente doriano Mantovani junior, non la prima, non l'ultima).

Ma si sa che la gente che commenta su Internet raramente legge con attenzione i post originali. D'altra parte il social media manager del Napoli è stato chiaro, “tiri da fuori area su azione”. E la serie A diventa dunque troppo piccola per offrire circostanze simili. Si arriva al massimo alla doppietta, anche scivolando indietro fino alla notte dei tempi, come quella in cui – il 18 marzo 1979 – l'avvocato Walter De Vecchi raggiunse l'Inter in un derby cruciale per lo Scudetto della Stella del Milan di Liedholm. Fino al recente “due su tre” di Josip Ilicic, che due settimane fa si è accanito sul derelitto Chievo con due sinistri chirurgici dai 25 metri, limitandosi a un facile tap-in da pochi passi per portarsi a casa il pallone.

Tre su tre, su azione, in effetti no. Non in Italia, almeno. In Spagna la notte più gloriosa della carriera barcelonista di Vitor Borba Ferreira, per brevità chiamato Rivaldo, ruota intorno a un tris d'assi del genere. È il 17 giugno 2001, ultima giornata di campionato, e il Barcellona deve battere al Camp Nou il Valencia per strappargli il quarto posto e la qualificazione in Champions. Il primo gol arriva su punizione al quinto minuto, un colpo quasi di ordinaria amministrazione. Il secondo allo scadere del primo tempo, traccheggiando a lungo sulla linea dei trenta metri prima di sferrare un sinistro che sorprende Canizares. Ma in entrambi i casi il Valencia di Hector Cuper, già promesso sposo interista, pareggia con Ruben Baraja, e a tre minuti dalla fine il Barça sembra relegato alla coppa UEFA, con possibili preoccupanti ripercussioni sul valore economico della rosa. Così Frank De Boer butta avanti un pallone dell'avemaria che Rivaldo si alza di petto e scaraventa in rete con un'inconcepibile bicicletta a pochi passi dal limite dell'area, segnando uno dei gol più belli della storia del Camp Nou. Neanche il più celestiale degli spettacoli guardiolisti ha provocato le scene di isteria che si videro quella sera sugli spalti, e che potete ammirare nel video qui sotto.

Ma segnando tre gol su tre a palla in movimento Mertens ha comunque fatto meglio di Rivaldo – ammesso e non concesso che segnare solo su azione sia “meglio”, ma non divaghiamo. Meglio anche di Wayne Rooney, che si esibì nella tripletta da lontano il 28 settembre 2004 in Champions League. Vittima fu il Fenerbahce, castigato tre volte dalla distanza: ma anche qui il terzo gol arrivò su calcio di punizione. Wazza” comunque detiene il record della tripletta all'esordio in Champions, primato che condivide con Faustino Asprilla, Vincenzo Iaquinta e pochi altri intellettuali.

A chi possiamo rivolgerci, allora? Il Guardian restituisce l'eco di una bizzarra tripletta di Lee Johnson, in un dimenticato Yeovil-Plymouth di Coppa di Lega 2004. Memorabile soprattutto il primo gol, segnato per sbaglio: il Plymouth aveva messo volontariamente palla in fallo laterale e l'intento di Johnson era quello di restituirla al portiere avversario McCormick, che però mancò clamorosamente il controllo buttandosela in porta da solo – gli altri due gol, ad ogni modo, arrivarono su punizione.

E allora abbiamo la soluzione: David Farrell, misconosciuto numero 7 del Peterborough che il 17 maggio 2000, in una semifinale play-off contro il Barnet, piazzò tre volte il pallone dalla grande distanza alle spalle del portiere Lee Harrison, ripetutamente buggerato, alla fine persino con un proto-cucchiaio che servì a fissare il punteggio sul 3-0. Oggi la stampa locale lo descrive come “a modest, unassuming man”.

Ma il veleno è nella coda e forse questa storia ci riserva un indesiderato colpo di scena. Abbiamo tutti guardato bene il secondo gol di Mertens, segnato con un destro improvviso “alla Mertens” che sorprende un impreparato Provedel? Se anche per i gol da fuori area vigono le stesse norme che regolano la goal-line technology, questo fermo immagine catturato da YouTube fa sorgere più di un dubbio sul punto esatto in cui è stato scoccato il tiro. Gli analisti Opta, in ogni caso, lo hanno catalogato come gol da fuori area. Tocca allora congedarsi con una punta d'amaro in bocca: e se la prima tripletta su azione da fuori area nella storia della serie A, semplicemente, non fosse mai esistita?

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