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Flavio Fusi
Dove può arrivare Sandro Tonali
10 giu 2020
10 giu 2020
Punti di forza e limiti del centrocampista del Brescia.
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Flavio Fusi
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I dati e le grafiche di questa analisi sono stati gentilmente forniti da StatsBomb.


 

Sandro Tonali è stato al centro dell’attenzione fin dal suo esordio in Serie B con il Brescia a soli 17 anni, nel 2017. E da allora non sembra essere cambiato molto, dato che anche dopo un anno in Serie A si parla insistentemente di lui in ottica mercato. C'entra il fatto che è uno dei primi calciatori italiani nati nel nuovo secolo a giocare con continuità, anche se inizialmente in serie cadetta (è pur sempre un classe 2000), e anche quel paragone con Andrea Pirlo, espediente mediatico forse un po' superficiale ma di grande effetto, vista la somiglianza anche estetica. Praticamente tutte le sue interviste e gli articoli che lo riguardano e lo hanno riguardato continuano a girare intorno al paragone con Pirlo: inizialmente è stato Tonali stesso, fresco di convocazione in Nazionale, a sminuire il paragone definendosi un Gennaro Gattuso più tecnico, poi è intervenuto anche il suo ex-allenatore Eugenio Corini che invece lo ha paragonato a Daniele De Rossi. Alla fine è intervenuto anche Pirlo, che ha fatto schizzare l’hype dichiarando: «Tonali è persino più forte di me». 


 


Persino il canale ufficiale della Serie A gli ha dedicato un video confrontandolo con Pirlo.


 

Insomma, di questi paragoni si è parlato talmente tanto che alla fine si è perso il punto della questione, e cioè che tipo di giocatore fosse Tonali, che caratteristiche avesse, e a quali prospettive potesse ambire. Quel che è certo, innanzitutto, è che, nonostante il Brescia abbia profondamente deluso e sia attualmente ultimo in campionato con poche speranze di rimanere in Serie A, Tonali ha confermato con questa stagione di essere uno dei talenti italiani più interessanti in circolazione, guadagnando ulteriori estimatori in giro per l’Europa. In questi giorni, per dire, si parla di un forte interessamento dell’Inter, ammesso apertamente dal direttore sportivo Piero Ausilio.


 


Nel caos tecnico determinato dai continui avvicendamenti in panchina, Tonali ha rappresentato una delle poche certezze del Brescia, giocando 23 partite su 23 da titolare e saltando solo tre gare: una per squalifica e due per un problema muscolare. Nella valutazione di un giocatore destinato a una grande squadra, anche per il prezzo stabilito dal presidente Massimo Cellino, e soprattutto di un centrocampista che gioca davanti alla difesa, giocare in una squadra che è andata così male rappresenta di certo un ostacolo.


 

Il Brescia è ultimo per possesso palla (39%) e terzultimo per xG difference (cioè la differenza tra Expected Goals creati e subiti): non esattamente il contesto ideale per valutare quello che dovrebbe essere l’erede del regista italiano per eccellenza. In questo contesto difficile, Tonali gioca 32,7 passaggi su azione ogni 90 minuti, pochi persino per il Brescia, visto che tra i compagni di squadra con almeno 900 minuti giocatori in stagione è solo quarto.





 

Considerando che il Brescia si assesta complessivamente sui 320 passaggi completati, Tonali “contribuisce” a circa il 10% del totale. Per fare un paragone, Marcelo Brozovic gioca il 13% dei passaggi dell’Inter, Miralem Pjanić quasi il 12%. Oltre al volume, però, va ovviamente considerata anche la precisione e a questo proposito va detto che il mediano del Brescia completa appena il 70% dei suoi passaggi. Un dato bassissimo per un centrocampista, ancora di più per una regista, che lo colloca al 2° percentile nei cinque maggiori campionati europei. Detto in altre parole: il 98% dei centrocampisti ha una percentuale di successo nei passaggi superiore a quella di Tonali.


 


 

Anche per via del contesto tattico in cui è inserito, molto diretto e verticale come voluto soprattutto da Corini, l’allenatore che ha dato l’impronta più netta alle "Rondinelle", Tonali ha tutt’altro che i numeri ideali per un regista di una squadra di alto livello. Di norma, infatti, da un playmaker ci si aspetta che comandi e accentri il gioco su di sé, offrendosi ai centrali come valvola di sfogo e per scoraggiare il gioco lungo. Che esegua una grande quantità di passaggi in orizzontale per muovere il blocco avversario e trovare spazi per far progredire la manovra rasoterra. Oppure che sfrutti le opportunità di giocare in verticale tagliando le linee di pressione, invece che allargando il gioco sulla fascia per far correre i compagni.


 

Esaminando il grafico “sonar” dei suoi passaggi su azione, si vede invece come Tonali tenda a giocare più lungo rispetto alla media e tendenzialmente più in diagonale. Dal grafico emerge anche come queste scelte di passaggio possano anche compromettere la sua precisione, soprattutto a cavallo della linea di centrocampo, dove ci si aspetterebbe una prevalenza del rosso.


 


La lunghezza del tratto indica la lunghezza media dei passaggi in quella direzione, mentre il colore indica la percentuale media di riuscita (più il colore è vicino al rosso acceso più la percentuale di riuscita è alta).


 

Questo non esclude che Tonali abbia visione di gioco e un’ottima tecnica, con cui è capace anche di giocare passaggi diversi, compreso quelli più lunghi (anche se ancora si affida poco al sinistro, considerato che gioca il 91% dei passaggi col destro). Su questo tipo di giocate, però, è ancora troppo impreciso: Tonali completa 5,1 passaggi lunghi a partita, ma con un percentuale del 54% (32° su 35 centrocampisti difensivi di Serie A con almeno 600 minuti giocati) indice anche della difficoltà dei passaggi che gioca. È infatti terzo nello stesso gruppo per lunghezza media dei passaggi (23,62 yard). Il 30% dei passaggi di Tonali non arrivano a destinazione perché è incoraggiato a cercare sistematicamente la giocata diretta, indirizzando il pallone sulla fascia dove si concentra gran parte del gioco del Brescia (non a caso Stefano Sabelli e Ales Mateju sono rispettivamente primo e terzo per passaggi e solo il 24% dei tocchi di squadra avvengono nel terzo centrale di campo).


 

Quando il Brescia attacca, uno dei due attaccanti del 4-3-1-2 tende ad allargarsi per favorire la giocata larga e lasciare spazio centralmente per far inserire il trequartista o la mezzala. Spesso avviene anche il contrario, con le mezzali che cercano spazio per ricevere sulla fascia, nel tentativo di portare via un uomo e favorire la ricezione centrale di uno dei tre giocatori più avanzati. In questo meccanismo, il ruolo di Tonali diventa quello di assecondare questo tipo di giocate senza rallentare il gioco, ma anzi prendendosi dei rischi. Questo suo ruolo da acceleratore del gioco fa sì che sia poco coinvolto nel terzo finale di campo (anche se c'è da dire che le sue 5,74 “deep progressions” – ovvero la somma di passaggi, dribbling e conduzioni nell’ultimo terzo di campo - non sono un dato poi così basso).


 



L’aspetto del gioco in cui Tonali eccelle sono in realtà le transizioni: il suo compito una volta recuperata la palla è quello di innescare un compagno il più rapidamente possibile al fine di cogliere gli avversari impreparati. In queste situazioni dimostra un decision-making notevole, sempre con l’obiettivo di massimizzare i frutti di queste occasioni così preziose per una squadra come il Brescia che tende ad avere pochi momenti in cui riesce rendersi davvero pericolosa. 



 

Tra i centrocampisti difensivi della Serie A, Tonali è quello che porta in media palla per più metri (5,70 yard: solo Jordan Veretout, e Sofyan Amrabat conducono mediamente di più, ma entrambi giocano a fianco di un compagno) un fatto che denota sia la sua capacità di identificare correttamente lo spazio in cui condurre, sia la sua resistenza al pressing. Il centrocampista del Brescia infatti subisce tanti falli per il ruolo in cui gioca (2,31 p90, 90° percentile) e pur non completando in assoluto un numero di dribbling particolarmente elevato (1,36 p90, 79° percentile) è comunque 8° tra i centrocampisti difensivi della Serie A e ha una percentuale di riuscita molto alta (80%).


 

Questo tratto del suo gioco è importante, perché denota abilità interessanti che potrebbero essere ulteriormente sviluppate in una squadra di maggior calibro, in cui la resistenza al pressing e l’identificazione degli spazi in cui muoversi hanno sempre più rilevanza. Cioè quel tipo di registi, sempre più preziosi nel calcio contemporaneo, che sono in grado di difendere il possesso e condurre palla anche in prima persona o di smarcarsi con un dribbling senza perdere il pallone in zone critiche.

 

Un altro aspetto molto interessante è la sua capacità nei calci piazzati: Tonali, infatti, genera 0.16 xG assisted p90 che è un dato molto alto per un centrocampista che gioca davanti alla difesa (90° percentile), soprattutto per via della sua grande qualità sulle palle da fermo. 



 


Tutti i calci piazzati calciati in questa stagione da Tonali e terminati con successo nell’ultimo terzo di campo. Si nota il gruppo sul lato destro poco sopra la metà campo, che dimostra la sua precisione nel lungo e quanto riesca a trovare i compagni in area anche da quella distanza.


 

I palloni tesi che gioca sono molto complessi per i portieri e questo gli consente di essere pericoloso anche quando calcia i piazzati molto lontano dalla porta. Questo tipo di calcio potrebbe tornargli molto utile anche in situazioni completamente diverse su azione in una squadra che controlla il gioco con il pallone, perché gli permetterebbe sia di far muovere il blocco avversario che di pescare i compagni posizionati tra le linee avversarie sul lato debole senza dare troppo tempo all’altra squadra di scivolare lateralmente.


 


Un altro aspetto su cui Tonali potrebbe migliorare è il suo contributo alla fase difensiva. Il centrocampista del Brescia intercetta il pallone 1,20 volte e vince 1,57 contrasti ogni 90 minuti, dati non così brillanti per un mediano di una squadra che passa la maggior parte del tempo senza la palla. L’aspetto sicuramente positivo è che si fa dribblare rarissimamente (0.87 p90) anche se c'è da dire che nel 4-3-1-2 del Brescia è relativamente protetto, anche perché difficilmente deve difendere in campo aperto o in transizione con la squadra quasi costantemente schiacciata nella propria metà campo. Certo, c'è anche da dire che non è molto rapido, sebbene abbia una discreta forza oltre al già citato equilibrio, fondamentale nei contrasti, e questo potrebbe renderlo vulnerabile in situazioni in cui dovesse coprire più metri di campo all’indietro.


 

Deve inoltre sicuramente migliorare nella lettura delle situazioni senza palla, perché non sempre è puntuale nel seguire i movimenti della squadra e dei compagni in fase difensiva e si fa trovare fuori posizione un po’ troppo spesso. Non è sempre attento in marcatura e a volte si fa scappare gli avversari alle spalle con troppa facilità.

 


Tonali guarda solo la palla e si fa sfuggire alle spalle Elif Elmas. Per assorbire l’inserimento del macedone la difesa scappa all’indietro, il Brescia perde diversi metri di campo.


 

E in questo senso, non bisogna sottovalutare l'impatto che i limiti del giovane mediano ha avuto sui problemi tattici del Brescia. Il mediano è infatti fondamentale nell’orientare l’altezza della pressione e se il Brescia ha avuto difficoltà a difendere più alto è anche perché Tonali non è sempre stato capace di tenere vicine le linee.

 


Viene da chiedersi se per coprire i suoi limiti ed esaltare le sue qualità non possa compiere un percorso tatticamente inverso nella sua evoluzione, tornando a vestire i panni della mezzala, dove aveva iniziato la sua carriera. Tuttavia, anche se è ovviamente difficile da dire oggi, Tonali non sembra avere le caratteristiche fisico-atletiche dei centrocampisti più moderni, seppur vista l’età possa ancora migliorare sotto questo punto di vista.


 

Nella sua prima stagione in Serie A, Tonali si è dimostrato un mediano tecnico e diretto, formidabile nel far cominciare le transizioni, ma questo non giustifica automaticamente la consegna delle chiavi del centrocampo di una squadra top. Siamo di fronte ad un diamante grezzo, il cui rendimento sul campo è stato nettamente condizionato dalle caratteristiche tattiche della propria squadra.

 

In un certo senso, è un po’ come se avessimo visto il vero Tonali attraverso una lente ancora opaca. Sulle sue prospettive, inevitabilmente, rimangono dunque diverse incognite, soprattutto sulla sua reale capacità di compiere un ulteriore salto ad un livello superiore. Si tratta di un progetto di regista di alto livello che non abbiamo mai visto giocare realmente come tale, per lo meno in una squadra che ha almeno l'ambizione di controllare il possesso. Tra l’altro, il fatto che lui stesso si sia paragonato a “un Gattuso più tecnico”, una definizione vaga e dai contorni incerti, potrebbe suggerire l’idea che nemmeno lui abbia ben chiaro che tipo di giocatore sia e soprattutto possa diventare.


 

Quel che è certo è che ad oggi sembra difficile che vesta ancora la maglia del Brescia, che sembra ormai destinato in Serie B. Rimane quindi da riflettere sulla sua valutazione di mercato: nell’attuale incerta situazione di calciomercato, Tonali vale il rischio di spendere ben 50 milioni, come si legge sui giornali? Fino ad oggi, nessuna squadra di Serie A (ma nemmeno di Bundesliga o di Ligue 1) ha mai spesso così tanto per un centrocampista.


 

 

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