
Sarà per abitudine, sarà per l’affezione verso i numeri tondi, ma in Italia l’espressione “40 punti” è diventata sinonimo di “salvezza”. La usano tutti. Dagli allenatori scaramantici come Allegri, che la riportano per scherzare con i giornalisti, ai dirigenti di squadre neopromosse che cercano di darsi un orizzonte qualsiasi.
Se seguite il calcio, sapete però che questa formula si è staccata dalla realtà da un po’ di tempo. Guardando le classifiche della Serie A, sono passati ben 13 anni dalla stagione 2011/12, quando il Genoa arrivò diciassettesimo con ben 42 punti. Dopo quella stagione, nessuna squadra ha più avuto davvero bisogno di arrivare a 40 per potersi salvare.
Emblematici i casi di Salernitana e Verona, rispettivamente tre e due anni fa, che hanno centrato la permanenza addirittura con 31 punti, mentre quest’anno al Lecce ne sono bastati 34 per finire a +3 dall’Empoli.
Ma quindi è vero che la quota salvezza si sta abbassando? Come stanno variando le classifiche negli ultimi anni?
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