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(di)
Emanuele Atturo
Difese da paura
31 ott 2023
31 ott 2023
Uno spettrale buuuu difensivo.
(di)
Emanuele Atturo
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La bruma si alza dall’erba, rumori sinistri nell’aria, la sagoma di una vecchia magione compare, poche finestre illuminate e la sensazione, netta, che il paranormale si stia infiltrando nella realtà. I morti tornano in vita, o le loro anime continuano a infestare dimore maledetti. Le scuri si chiudono e aprono da sole, un vento satanico spira tutto intorno, mentre dal seminterrato salgono fumi diabolici di anime dannate che escono dalle pareti. Le regole del cosmo si invertono perché quello di Satana è il pensiero del contrario, del ribaltamento del conoscibile.La stessa sensazione che abbiamo guardando all’opera certe difese della Serie A. I difensori distratti o maldestri, forse posseduti, infilano un errore dietro l’altro. Difese che ci fanno spavento, che sono il contrario dell’arte difensiva che ci raccontiamo per le difese italiane. Siamo un campionato “tattico”, ci dicono i giocatori che vengono da fuori, come per dire che siamo un campionato difensivo. Negli ultimi anni però la tendenza sembra essersi invertita e un anno dopo l’altro le squadre hanno battuto il record di gol subiti in una singola stagione, che per tanti anni è appartenuto al Casale negli anni ‘30.È halloween e cosa c’è di più spaventoso in Italia di una difesa che non sa difendere, di un difensore sbadato, di un terzino che non fa una diagonale? Abbiamo raccolto alcuni dei gol peggiori subiti dalle difese peggiori della nostra storia. Si consiglia la visione solo a bambini accompagnati. Contiene palle perse in costruzione bassa, attacchi 3 contro 0, portieri senza mani e difensori senza testa.

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La maledetta difesa del Crotone 2020/21: la peggiore di sempreNel VI secolo A.C. Pitagora fonda la sua scuola filosofica a Crotone portando la magia e l’esoterismo sulla costa calabra. Il maestro parlava nascosto dietro una tenda, mentre gli scolari ascoltavano le parole come fossero calate dall’alto e diffuse nell’aria. Quella dei pitagorici era una comunità libera, tranne per una cosa: il consumo di fave. Secondo Pitagora le fave assomigliano alle porte dell’ade. Pare che Pitagora sia morto, mentre era in fuga verso il Metaponto, proprio per evitare di calpestare un campo di fave. Fece una deviazione nel percorso che lo fece raggiungere dai suoi nemici. «Meglio morire che calpestare un campo di fave!» pare abbia esclamato.Secondo i pitagorici esisterebbe un legame tra esseri umani e fave; le due entità sarebbero comparse insieme sulla terra ed esponendo questi semi a lungo alla luce del sole si sentirebbe odoro di seme umano. Disgustoso. Le fave dirottano sulla strada del malvagio, le fave provocano visioni.

Nella stagione 2020/21 i difensori del Crotone ingeriscono incautamente delle fave e il loro rendimento diventa allucinato. La squadra subisce 92 gol in una singola stagione, stabilendo il record di tutti i tempi di gol subiti in Serie A - sebbene in un campionato a 20 squadre. Quanti sono 92 gol? Sono 2 gol e mezzo a partita, più di un gol subito per tempo. Chi sono i difensori favisti di quell’anno? Giuseppe Cuomo, Luca Marrone, Andrea Rispoli, Vladimir Golemic, Sebastiano Luperto, Arkadiusz Reca, Lisandro Magallan. Quanto era facile segnare al Crotone quell’anno? Bastava lanciare una rimessa laterale in area di rigore e non bisognava nemmeno affrettarsi più di tanto.

La difesa del Crotone poteva sparire in improvvisi due contro uno e Cordaz da solo a fronteggiare queste situazioni terrificanti.

I difensori potevano persino svenire, in area, presi da una maledizione, come capita in questo caso a Golemic. Sembra in vantaggio, in controllo, poi scivola su una buccia di fave maledetta e permette a Muriel di calciare a un metro dalla porta.

Durante la stagione si avvicendano Giovanni Stroppa e Serse Cosmi, che in nessun modo riescono a tamponare il dissanguamento horror di gol della difesa del Crotone. È l’anno del Covid, si gioca in stadi chiusi al pubblico, vuoti, spettrali, dove si sente l’ululare di attaccanti mannari che saltano alla gola dei difensori del Crotone. Senza pubblico forse è più facile lasciarsi andare, non avere più freni a quanti gol si possono subire.Cosmi, con l’abito e gli occhiali scuri, sembra anzi il becchino arrivato a dieci giornate dalla fine a trasportare il Crotone nel regno dei morti (la Serie B, ma comunque coi milioni del paracadute).Gli spaventosi 84 gol presi dal Pescara 2012/13La paura può avere a che fare col terrore archetipico, con le strutture sociali o con i nostri traumi più intimi. Poche cose sono però più spaventose di una difesa che si ferma a chiamare un fuorigioco che non c’è. Il fantasma di Icardi passa fra i difensori stregati del Pescara.

Giovanni Stroppa grande allenatore e maestro del brivido, sulla panchina di alcune delle difese più tremebonde della storia della Serie A. In quel Sampdoria-Pescara la difesa non riesce a marcare Icardi, forse invisibile per qualche magia, e quello li seppellisce con 4 gol. Il reparto difensivo del Pescara quel giorno: Perin, Bocchetti, Capuano, Terlizzi, Balzano. Durante l’anno gli abruzzesi prendono 84 gol, e sarebbero potuti essere molti di più se non ci fosse stato Perin, all’epoca coi capelli lunghi alla Ed Warner, che vive il classico stato di trance dei portieri che subiscono troppi tiri ed entrano in un ritmo di parate assurdo. In casa contro la Juventus perde 6 a 1. Nel primo gol i difensori vengono ipnotizzati tutti insieme lasciando libero Vidal.

Una partita in cui Asamoah segna in rovesciata, Quagliarella fa tripletta, e segna pure lui in rovesciata. La palla buca letteralmente la rete, suggerendo in effetti l’intervento del paranormale.

L’armata delle tenebre dell’Ancona 2003/04Mettete insieme Frankenstein col conte Dracula, l’uomo lupo con i gremlins, formerete una specie di superteam di mostri spaventosi molto simile all’Ancona 2003/04, la regina delle squadre horror, per molti la peggiore squadra della storia del calcio italiano. Per provare a salvarsi l’Ancona ha rievocato attraverso l’antica arte della necromanzia gli spiriti di alcuni grandi giocatori, arrivati sotto forma di spaventose statue di cera del Madame Tussauds. Solo nel mercato di gennaio sono stati evocati gli spiriti di Degano, Di Francesco, Hubner, Poggi, Potenza, Perovic, Russo e ovviamente del bomber sovrappeso Mario Jardel, arrivato così stordito da aver salutato i tifosi del Perugia scambiandoli per quelli dell’Ancona.Ai disastri della difesa dell’Ancora ha partecipato un numero non ricostruibile di demoni. Uno di questi è Daniele Daino, che contro l’Udinese ha un’amnesia e regala il pallone a Dino Fava per il gol dell’1-0.

Durante quella partita dei tifosi irrompono nella tribuna centrale per contestare il presidente Pieroni, a fine anno arrestato per truffa, con l’Ancona ormai fallito. La difesa titolare da iscrivere negli annali della Serie A è Viali, Bilica, Bolic, un trittico classico di paura tipo Lucio Fulci, Dario Argento, Mario Bava. Si dice che Bilica giochi ancora, infestando le partite di qualche serie minore brasiliana. Leggenda narra che la sua anima non sarà redenta fino a che l’Ancona non tornerà in Serie A.La scomparsa di Blanchard e altre storie dal Frosinone 2015/16Il Frosinone è per la prima volta in Serie A, il Palermo ha appena richiamato Ballardini per sostituire Iachini in panchina. Il 12 dicembre al Barbera va in scena il più classico degli scontri salvezza, visto che le due squadre sono rispettivamente terzultima e quartultima, divise da un solo punto. Stellone in difesa si affida a Rosi, Diakite, Blanchard, Pavlovic; in porta Leali. Onestamente in confronto il Palermo sembra il Real Madrid: Hiljemark, Jajalo, Vazquez, Trajkovski, Djurdjevic (forse non proprio il Real Madrid). Lo scarto tra le due squadre, se non evidenziato dalla classifica, lo è in campo. Al primo minuto Blanchard liscia un cross di Struna, Diakite dorme e Djurdjevic in girata colpisce il palo interno. Al secondo minuto Hiljemark colpisce il palo con un tiro da lontano, al quinto minuto il Palermo segna l’uno a zero con Goldaniga che su una punizione dalla trequarti può controllare con la coscia e segnare al volo. Ma è il secondo gol del Palermo che fa paura, paura come quei video in cui la gente scompare senza lasciare tracce mentre è ripresa da una telecamera.

Cosa è successo qui? Avete mai visto una persona arrivare più facilmente davanti al portiere in Serie A? «Tutto troppo facile» dice il telecronista, difficile però è ricostruire cosa stava facendo Blanchard. Quello del Palermo non è un contropiede, eppure il difensore centrale del Frosinone non è al suo posto, non è da nessuna parte: è come fosse scomparso all’improvviso, puff. Una sparizione così misteriosa da spaventare anche i suoi compagni che rimangono immobili mentre Struna serve Chocev con un passaggio in diagonale e poi Chocev Vazquez, con Diakite che piuttosto che provare a coprire il suo compagno fa il vago. La partita poi finirà 4-1, in gol anche Gilardino. A fine stagione il Frosinone arriverà penultimo, 76 gol subiti in 38 giornate, peggior difesa con 11 gol in più subiti rispetto al Verona. Altri difensori che si alterneranno in quella stagione: Arlind Ajeti, Adriano Russo, Vasyl Pryima, Davide Bertoncini, Roberto Crivello. Se ve lo state chiedendo: Diakite e Blanchard giocano ancora. Il primo da questa estate in Eccellenza con la LUISS, la squadra di una famosa università privata di Roma, il secondo in Prima Categoria, nel Belvedere Grosseto (quest’anno: una presenza e un gol). Profondo DelfinoMetti Zdenek Zeman e Francesco Oddo ad alternarsi sulla stessa panchina in una stagione e avrai un’annata da brivido. Il picco arriva prima dell’esonero di Oddo, con 11 gol subiti in due partite da Lazio e Torino. Nella partita contro i biancocelesti arriva addirittura un poker di gol di Parolo ancora memorabile in alcune leghe di Fantacalcio.

Il dettaglio horror della partita è lo zombie Gyomber che con una scivolata manda involontariamente Immobile in porta, disperandosi con le mani fra i capelli ancor prima che l’attaccante faccia qualcosa. I mostri di quell’annata difensiva sono Crescenzi, Biraghi, Stendardo, Fornasier, Bovo, Zuparic, Zampano.La squadra chiuderà il campionato con 15 punti, 6 in meno del Treviso, fino a quel momento peggiore squadra della storia del campionato italiano. Questo nonostante una vittoria col Sassuolo a tavolino. 79 gol subiti.Il malocchio del Benevento 2017/18Unguento, unguento Portami al Noce di Benevento Supra acqua et supra vento Et supre ad omne malo tempo si dice recitassero le streghe prima di spiccare il volo e recarsi al Sabba, quel rituale dove si danza in maniera frenetica alla presenza di Lucifero, incarnato sotto le sembianze di un caprone. Secondo la leggenda è proprio vicino Benevento che le streghe si incontravano, sotto a un noce lungo il fiume Sabato. Questa credenza è ancora radicata nelle credenze popolari, ma anche in questioni più secolari come il calcio: i calciatori del Benevento, per dire, vengono chiamati Stregoni.

Nella stagione 2017/18, però, più che fare magie il Benevento sembra subirle. Un malocchio infestante che si abbatte sulla difesa e che non ha contro malocchio che tenga. Nelle prime 14 giornate arrivano 14 sconfitte. Alcune fanno pensare davvero a una maledizione esterna, altre però raccontano di una difesa maledetta nella sua anima. Lo Zio Lucioni, Lorenzo Venuti, Antei, Letizia, Di Chiara, Costa, nomi da amici nostri non da difensori di Serie A. Contro il Napoli prende 6 gol, il terzo arriva con un cross di Insigne dove Lucioni, Antei e Belec sembrano trasformarsi in statue di sale. Per Mertens infilarsi e spizzare in rete è uno scherzetto.

Alla decima giornata De Zerbi sostituisce Baroni in panchina e dopo dieci minuti il Benevento prende questo gol.

Avete mai visto un gol più maledetto di questo? Il pallone dopo giri immensi scivola sotto le gambe di Brignoli che esce dai pali come spaventato da qualcuno o qualcosa. Qualche settimana dopo sarà lui l’eroe di Benevento, segnando di testa all’ultimo il gol del pareggio contro il Milan, il primo storico punto. A gennaio il Benevento fa un mercato che sembra uscito da una pozione magica: in difesa arrivano Bacary Sagna, Jean-Claude Billong, Alin Toșca. Le cose migliorano, ma non così tanto. Contro la Lazio il Benevento prenderà 11 gol in 2 partite. Al ritorno perde 6 a 2, ma più che i gol è questa azione dopo appena sette minuti a lasciare una scia di paura e perplessità.

Dov’è la difesa? È una domanda che ha aleggiato su tutta la stagione del Benevento, che finirà da peggior difesa con 84 gol subiti. Il futuro però è stato clemente con alcuni dei protagonisti: oggi De Zerbi è uno dei tecnici più stimati in Europa, Lucioni è un mammasantissima in Serie B, Djimsiti è - bene o male - titolare nell’Atalanta, Billong gioca nel Muangthong United FC, il Manchester United di Thailandia (credo, per assonanza almeno), mentre di Bacary Sagna si sono perse le tracce. La tragedia del Chievo Verona 2018/19Nella tragedia di Romeo e Giulietta, il veleno svolge un ruolo fondamentale. Nella stagione del Chievo Verona 2018/19 non c’è la penna del Bardo o l'istrionico Mercuzio, i potenti Capuleti, ma ci sono il tragico Nenad Tomović, il lento Boštjan Cesar, il vecchio Ezequiel Schelotto, Federico Barba. Il suo veleno è un calciomercato spaventoso, fatto da prestiti oscuri, che sfocerà due anni dopo in un fallimento definitivo: «E così con una plusvalenza io muoio» dice Campedelli alla fine dell’opera.

La tragedia si inizia a intuire alla seconda giornata, quando il Chievo di D’Anna prende 6 gol da una Fiorentina che non se la passa tanto meglio (arriverà 16esima). Gerson e Benassi vivono la notte della loro vita, Simeone e Chiesa banchettano sulla difesa Depaoli, Rossettini, Tomovic, Jaroszynski. C’è del paranormale in un’azione che parte con una giocata in cui Gerson aggira il proprio avversario come se fosse un velocista prima di servire Chiesa facendo un tunnel a Tomovic.

Non è però neanche il peggiore dei gol presi dal Chievo quella sera. Prendete questo nato da una combinazione tra Eysseric e Simeone. Passare in mezzo a una difesa schierata non è mai stato così facilmente spaventoso.

Il Chievo di quegli anni era storicamente una squadra che si salvava con la solidità dei suoi veterani: il 2018 è però l’anno in cui questo piano collassa. 14 giocatori della rosa hanno oltre 30 anni. D’Anna in panchina dovrebbe essere l’allenatore amico, ma viene mandato via dopo 8 giornate e una classifica in negativo, visto che c’è anche una penalizzazione da 3 punti. Al suo posto arriva Gian Piero Ventura e lui sì che è spaventoso. Il nostro Freddy Kruger, l’uomo che ci ha fatto mancare il Mondiale 2018 quando ancora non era un abitudine. Ventura dura appena tre giornate, ma fa in tempo ad assistere a questo autogol di Giaccherini che rimarrà per sempre l'immortale atto con cui il Chievo seppellisce la sua favola.

Che dire quando uno dei calciatori più affidabili e benvoluti della Serie A combina una cosa così? È un momento straziante di quelli che vorremmo dimenticare, un incubo per Giaccherini ma anche per noi amanti di Giaccherini. Pochi giorni dopo Ventura si dimetterà, il motivo è un mistero. Pellissier su Instagram scrive “non fate come Ventura, si vince e si perde insieme come deve essere in una squadra”. Il Chievo è praticamente un retrocesso che cammina. Le spaventose montagne russe del Lecce 2019/20L’utopia di Fabio Liverani va di scena a Lecce. Una squadra meravigliosamente paurosa, di quella paura da montagna russa, che lo sai eppure la vuoi provare. Quel Lecce si poteva salvare, meritava di salvarsi, ma 85 gol subiti sono troppi. La Serie A ha poche regole e una di queste è che non puoi prendere un gol ogni 40 minuti. C’è da dire che forse non è tutta colpa di Liverani: il materiale umano era un po’ così nelle retrovie. Fabio Lucioni - di nuovo lui - giocherà praticamente tutti i minuti, accanto a lui Biagio Meccariello, Marco Calderoni, Nehuén Paz, Luca Rossettini, Andrea Rispoli, una comparsata la fa anche Romario Benzar, arrivato come una specie di Roberto Carlos rumeno e scomparso subito dai radar. La partita più indicativa è Lecce-Atalanta 2 a 7. È il primo marzo 2020 e il mondo non ha ancora capito a cosa sta andando incontro. La squadra di Gasperini in quel momento è semplicemente la più forte al mondo. I gol piovono in un Via del Mare sinistramente mezzo vuoto come a predire un futuro vicinissimo. Donati si fa autogol con un colpo di testa ridicolo, cinque minuti dopo tocca a Zapata, sempre di testa. Il Lecce recupera i due gol di scarto ma nel secondo tempo è vittima di un incantesimo o, meglio, di Ilicic, Zapata e il Papu Gomez e Malinovskyj, i cavalieri dell'Apocalisse quel pomeriggio vestono la maglia dell'Atalanta.

Il calcio si ferma per qualche mese e quando torna lo fa in spettrali stadi vuoti. Il Lecce che fin lì non era andato malissimo crolla. Anni dopo Liverani parlerà come di una maledizione che ha colpito i suoi, qualcosa di molto strano: «Nel periodo della ripartenza abbiamo perso troppi giocatori. Rossettini addirittura per l'infezione da puntura di zanzara. Farias perchè era morto a livello mentale. Babacar morto tra mentale e ramadan. Barak e Saponara avevano avuto dei problemi. Deiola si operò al ginocchio e tornò zoppo». Contro il Sassuolo il Lecce perde 4 a 2, nel primo gol Lucioni cerca di mettere in fuorigioco Caputo forse dimenticandosi come funziona la regola del fuorigioco.

Contro il Milan, con il risultato in bilico, il Lecce prende un gol in contropiede con Saponara come ultimo uomo. Rebic riceve nella sua metà campo eppure è avanti a tutti di almeno 10 metri e può correre indisturbato verso la porta, con un commovente Saponara a rincorrerlo. Qui la difesa del Lecce è oltre la paura, siamo al rifiuto della fase difensiva come realtà costituita.

Il Lecce, comunque, potrebbe lo stesso salvarsi. Certe volte basta veramente poco. Contro il Genoa è scontro salvezza puro, chi vince resta. Il Lecce perde 2 a 1. Il gol vittoria nasce da un controllo cancicato da Saponara, il giocatore più tecnico in campo, e si concretizza con un tiro a caso di Jagiello che prende il palo, sbatte sul braccio di Gabriel ed entra in porta.

All’ultima giornata potrebbe pure succedere un miracolo ma il Lecce perde 4 a 3 col Parma. Una vittoria non sarebbe bastata, ma come perde il Lecce è una bella sintesi di tutte le difese da paura raccontate in questa lista. Il primo gol è un autogol, ancora, di Lucioni, ancora dopo un pallone sbattuto sul palo. Poi arriva il gol di Caprari, preso in una situazione di 5 contro 3. Davvero si può pensare di difendere così al ventiquattresimo del primo tempo? Il Lecce recupera anche questa ma nel secondo tempo subisce altri due gol in un area di rigore sguarnita.

Questo Lecce rimarrà nella storia come una squadra feticcio, piena di giocatori fichi come Petriccione, Falco, Saponara, Barak, ma anche e soprattutto come un incubo per tutti gli allenatori difensivisti della Serie A, come bene o male tutte le squadre citate in questa lista. Ma un incubo anche per tutti noi, italiani. Possiamo negarlo, ma nella nostra genetica c'è la conservazione, la difesa come orgoglio. È anche per questo che queste squadre ci fanno così paura: è normale.

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