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Diario Italia: vs Germania
01 lug 2016
01 lug 2016
L'appetito vien mangiando, e allora prepariamoci anche per Italia - Germania.
(articolo)
14 min
(copertina)
Illustrazione di Andrea Chronopoulos
(copertina) Illustrazione di Andrea Chronopoulos
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Daniele

Avevamo cominciato con presupposti diversi, parlando di una squadra poco affascinante figlia di una crisi di sistema decennale ma forse sottovalutata, che se le cose si fossero messe “per il verso giusto” avrebbe potuto dire la sua contro il Belgio, ma ci credevamo fino a un certo punto. Ci siamo battuti il petto (non in segno di virilità come Chiellini ma di disperazione) di fronte all’ingiustizia di un tabellone ridicolo che ci aveva assegnato agli ottavi l’avversario peggiore possibile: pronti ad uscire contro la Spagna e a goderci il resto dell’Europeo da semplici spettatori. Avevamo cominciato a scrivere questo diario pensando ogni volta che la fine sarebbe stata vicina e, adesso che la fine è vicina per forza di cose, iniziamo a volerne di più. Non voglio che questo Europeo finisca, non voglio che Conte vada ad allenare una squadra per cui non provo niente tornando a sembrarmi un personaggio buffo, genuinamente ossessivo, metà geniale metà ridicolo.

Voglio godermelo il più a lungo possibile sulla linea dell’area tecnica, teso dai talloni ai nervi del collo, a disagio prima, durante e dopo le partite. Voglio godermi la sua Italia composta di giocatori senza faccia né storia, senza ricordi del Grande Calcio Italiano Degli Anni ‘70, o del Grande Calcio Italiano Degli Anni ‘80, o del Grande Calcio Italiano Degli Anni ‘90, o del Catenaccio e di tutte le sue implicazioni morali. Calciatori ridotti alle loro qualità primarie: capacità di memorizzare le giocate, tempi di inserimento, concentrazione, determinazione, tecnica sufficiente a portare avanti la costruzione di quel castello di carte che è il gioco offensivo dell’Italia. Così devoti al gioco di squadra che se si potesse fermare un’azione e chiedere a uno qualsiasi di loro come si chiama, secondo me non saprebbe rispondere. Voglio continuare a credere che tatticamente ci sia sempre una soluzione, anche quando il divario sembra troppo grande. Datemi altre partite contro Spagna o Germania o Belgio da aspettare con la curiosità di chi davvero non ha idea di che piega possa prendere la partita, con la pace interiore di chi sa di non sapere.

Questo dobbiamo a Conte: ha convertito un pubblico scettico e consapevole dei limiti dell’Italia in un pubblico pronto a credere ai miracoli. Solo che Conte non ha fatto nessun miracolo: la sua Italia è un monumento al lavoro quotidiano meticoloso e ossessivo, all’organizzazione e alla strategia, al calcio professionistico contemporaneo. Non basterà, magari, stavolta, per superare i propri limiti, ma spero che questo Europeo e la partita con la Spagna abbiano spinto qualcuno dei detrattori iniziali a rispettare maggiormente i professionisti così che la prossima che sentono il desiderio di chiamare un giocatore pippa o di dire che un allenatore non capisce un cazzo ci pensino due volte.

Simone

Santo cielo, Manusia is on fire! Mi piace quando sei il Will Grigg de l’Ultimo Uomo e ti scaldi così, ed è giusto, e sarebbe anche bello, se, indipendentemente da come andrà a finire questo Europeo per l’Italia, questa restasse come la competizione in cui hanno perso il patentino tanti tra i cinquantaseimilionidicittì. Perché diciamolo, ognuno coi suoi mezzi, i suoi gusti, le sue sensibilità, praticamente tutti di questa Nazionale avevano capito poco, o quantomeno non erano stato in grado di capirla per intero. Poi c’è modo e modo di esprimere la propria perplessità, ma lì si va come si è nella vita, non per come si guarda il calcio. Se sei uno stronzo non vedi l’ora di piegare i fatti alle tue tesi e fai il fenomeno sarcastico brillantone. Se sei una persona normale dici: mi sembrano scarsini. Se sei un giornalista hai sempre ragione tu, basta cavalacare l’onda e dimenticare quello che hai scritto quando l’onda aveva una forma diversa da quella di oggi.

Io non sono un giornalista e quindi posso dire “ho sbagliato” senza che questo comporti l’autocombustione interna dei miei organi: avevo fatto sarcasmo sulla convocazione prima, e sull’utilizzo da titolare poi di Eder. Dopo quattro partite, è evidente anche a mia nonna (che comunque non aveva mai fatto sarcasmo su Eder) per quale motivo Conte ci abbia puntato così forte: perché è funzionale al gioco della squadra come nessun altro attaccante di questi 23. Sbaglia delle occasioni da gol? Ok, ma evidentemente l’allenatore ha fatto una valutazione che poi se ci pensi è anche semplice: se stai sotto di due reti diventa irrilevante chi segna o non segna. Eder porta un equlibrio così visibile a occhio nudo che ormai i metti a Insigne li diciamo più per tradizione e cosplaying tifoso che per reale convinzione. Perché pure se Conte non ci starà mai mai mai simpatico, ci siamo rassegnati al fatto che lui lo sa, quando deve mette a Insigne.

Un castello di carte.

Daniele

Esatto, e dopo aver chiarito che Conte magari comunicherà male con il pubblico, che forse ha sbagliato a non chiamare uno per uno tutti i tifosi italiani per convincerli dell’esattezza delle sue scelte, ma che d’altra parte quello non è il suo lavoro, possiamo occuparci della Germania. La prima cosa da dire è che difficilmente Joachim Löw si farà trovare impreparato come Del Bosque. Il gioco di Conte si basa su alcuni principi chiari (impostazione con i difensori e ricerca della superiorità, ampiezza e inserimenti in fase offensiva, marcature a uomo e creazione di duelli individuali in fase difensiva) e alcune giocate mandate a memoria e ripetute più volte nel corso della/e partita/e (ad. esempio il velo di una punta per l’altra). Forse a Del Bosque non funzionava l’internet in Francia, ma sembrava che la Spagna non avesse la minima idea di come gioca l’Italia.

Non solo la Spagna ci ha messo un tempo a orientare i terzini con un’aggressività di qualsiasi tipo sui nostri esterni (De Sciglio non deve essersi sentito libero come è stato nel primo tempo di quella partita da almeno un paio d’anni) ma non ha mai davvero preso le misure alle giocate a memoria tipiche di Conte: le palle dall’esterno verso le due punte, e le combinazioni tra di esse. Come ha sottolineato Fabio Barcellona nell’analisi del giorno dopo, Del Bosque (oltre ad aver spostato Morata sull’esterno sinistro eliminando così la possibilità che creasse spazio al centro con i suoi tagli) non ha neanche provato a trovare una soluzione al meccanismo di pressione italiano, anche se sarebbe bastato coinvolgere De Gea nell’impostazione bassa quanto meno per provare a cercare l’uomo libero.

Questa è la prima grande differenza che sicuramente ci sarà nella partita con la Germania, che non avrà una nessun problema a far giocare Neuer con i piedi. Probabilmente basterà questo a cambiare l’atteggiamento dell’Italia nel pressing, anche se non posso esserne sicuro credo che vedremo un’Italia più bassa rispetto a quella con la Spagna. La seconda grande differenza, invece, sarà nell’atteggiamento tedesco senza palla. Se la Spagna ha pressato male, quando ha pressato, la Germania già con la Slovacchia ha mostrato un’aggressività medio-alta che potrebbe metterci molto in difficoltà pareggiando il numero dei nostri giocatori in impostazione. Se Löw volesse trollare Conte replicando il suo sistema di marcature a uomo potrebbe pressare con i 3 trequartisti + la punta in zona centrale, sul nostro rombo di impostazione, con Kross e Khedira a seguire le mezzali italiane (non ce li vedo) per evitare che sovraccarichino le fasce, lasciando la difesa sempre uno contro uno. Ma forse è una scelta troppo rischiosa, meglio spingerci all’errore pressando in inferiorità.

Ricordi che prima dell’ottavo di finale la nostra principale preoccupazione era quella di assistere a 90’ in difesa? Con la Germania ho una paura diversa: quella di vedere un’Italia aggredita dal gegenpressing tedesco e incapace di uscire. Va detto che la qualità del gioco italiano è migliorata sotto l’effetto del pressing spagnolo, e se è un’idea di gioco offensivo comunque reattiva (perché ha bisogno di rispondere al movimento avversario per trovare lo spazio), quando applicata con efficacia è bella come la schivata di un torero, che gira intorno al toro e lo infilza dall’alto. Ma se c’è una cosa di cui sono sicuro di cui dobbiamo essere insicuri è la nostra precisione.

L’occasione del secondo tempo di Eder è un esempio di come l’Italia abbia sfruttato il pressing disorganizzato spagnolo per superare una linea dopo l’altra rapidamente.

Simone

Sul non riuscire a prendere contromisure in corsa da parte di Del Bosque, mi viene in mente un tweet letto durante la partita, scritto da Jose Machin, che quest’anno ha giocato nella primavera della Roma.

Ecco, se lo capisce da casa un ragazzo del 1996, fa abbastanza impressione che non lo veda un allenatore dell’esperienza e della bravura di Del Bosque. Però l’ottima partita giocata dall’Italia contro la Spagna lascia intatta la mia principale preoccupazione, o quantomeno una delle due. Se una, come ricordi tu, era legata al rischio di abbassarsi troppo e farsi schiacciare per novanta minuti al punto da non riuscire neanche a costruire, l’altra verteva, e verte, sulla nostra difficoltà nel far fruttare quelle circostanze nelle quali ci riusciamo eccome a costruire. Se una parte di questo capitale è andato perso è stato anche grazie al fatto che De Gea ha confermato di essere un grande portiere, ma al di là delle occasioni sotto porta, ci sono state diverse occasioni nelle quali avremmo potuto generare un’azione pericolosa che invece è rimasta solo in potenza per imprecisioni tecniche.

Ecco, più ancora che contro la Spagna, contro la Germania non puoi permettertelo di sbagliare un’apertura, una ripartenza, e meno che mai un’occasione uno contro uno col portiere avversario, anche perché avrai di fronte il portiere più forte del mondo, e se non lo infili quando sei solo contro di lui, diventa tosta. Se devo avere un rimpianto legato al tabellone è quello di non incontrare mai fino all’ipotetica finale squadre contro le quali puoi permetterti anche di metterne dentro una su cinque. Questo lo dicevamo anche della Spagna, è vero, ma Löw non è Del Bosque, e se perderà questa partita non sarà perché non sarà stato in grado di preparare la partita, ma perché anche i suoi sbaglieranno più di qualcosa. Ma torniamo a noi, secondo te domani vedremo lo stesso sistema di gioco Conte si inventa qualcosa di nuovo per ovviare alle assenze?

Daniele

Da parte di Conte non mi aspetto un cambio di formazione, anche perché la Germania fa giocare molti uomini nella zona centrale del campo proprio come la Spagna, con una sola vera punta e molti trequartisti. Il vantaggio tedesco da questo punto di vista è che quando Muller entra in area diventa un vero e proprio secondo attaccante e a quel punto potrebbe diventare difficile pareggiare il gioco tra le linee di Ozil e Draxler e, al tempo stesso, schermare il doble pivote Khedira-Kroos.

I nostri esterni si orienteranno su Hector e Kimmich (che di fatto gioca da centrocampista) sperando che non finiranno troppo schiacciati, alle loro spalle in ogni caso si allargheranno le mezzali per farci risalire il campo quando non arriveremo direttamente alle punte. Se la Germania ha mostrato un punto debole è proprio quello delle transizioni difensive, ma aggiungo che anche le distanze in mezzo al campo della Germania non mi sembrano sempre perfette, con Kroos che si muove nello spazio del terzino sinistro e Khedira che si allunga molto, e che in ogni caso nessuno dei due difende bene il centro. Il che potrebbe favorire la ricerca delle punte, fermo restando che Boateng e Hummels sono una bella assicurazione sia per gli anticipi che in copertura.

Qui finisce la parte prevedibile della partita, perché poi ci saranno gli aggiustamenti piccoli o grandi di Joachim Löw, che difficilmente sottovaluterà Conte (ricordiamoci che quando Conte sembrava aver trovato l’assetto tattico giusto con il 3-4-3 Löw schierò la Germania a specchio, nell’amichevole finita 4-1). L’Italia e la Germania sono le uniche due Nazionali di questo Europeo organizzate al livello delle squadre di club, e Conte e Löw sono i due allenatori che più ragionano come allenatori da club.

A proposito di Muller che fa la punta.

Simone

Questa tua ultima affermazione non solo è vera, ma se si dovesse confermare domani, andremo a casa: a parità di organizzazione non abbiamo le risorse per battere la Germania. Il punto è che questa parità non è scontata, e lo abbiamo visto in questo stesso Europeo. Nella partita del girone contro la Polonia, la Germania non è riuscita a trovare la chiave per entrare nella difesa biancorossa. Con le dovute proporzioni e ovvie differenze, credo che ci saranno alcuni punti di contatto tra quella partita e quella contro l’Italia. La Polonia si è chiusa benissimo, rinunciando ad attaccare fin troppo e in un modo che non è tra le attitudini della nostra Nazionale, e finché ha deciso di giocare una partita esclusivamente di contenimento, ha sterilizzato una manovra tedesca prevedibile.

Quello che cambierà in attacco rispetto a quella partita è l’inserimento di un vero numero 9 come Mario Gomez, ma le sue caratteristiche e quelle della nostra difesa non me lo fanno considerare uno spauracchio. Se sarà un pericolo lui sarà già troppo tardi, nel senso che vorrà dire che la manovra che precede l’ultimo tocco, presumibilmente figlia del talento di Muller, Draxler e Ozil, avrà già generato una situazione molto favorevole per Gomez (e poi a quel punto il suo lavoro lo sa fare e pure bene), ma non mi sembra nelle condizioni di creare dal nulla una difficoltà concreta alla nostra difesa. Per una squadra organizzata come quella di Conte, non è una differenza banale avere contro un ottimo finalizzatore o un attaccante che tira fuori il coniglio dal cilindro. Come se non bastasse questo motivo di ottimismo, tornando al match contro la Polonia, quando poi le squadre si sono allungate, la Germania ha anche concesso alcune occasioni, e se a livello individuale Hummels e Boateng sono oggettivamente due mostri, è anche vero che una fase difensiva, a questi livelli, si fa in 8-9 e non in due, e sul progressivo sfilacciarsi dei meccanismi degli altri 6-7 si può lavorare.

Come? Come dici tu: sfruttando le imprecisioni di posizionamento in mezzo al campo, le lentezze di Khedira e le transizioni veloci dei nostri esterni dopo l’uscita dalla difesa in appoggio su Pellè, che non è niente di nuovo, ma come si dice, old but gold, no? Però ancora non mi hai detto chi gioca al posto di De Rossi, me lo dici per favore?

Daniele

Guarda evitavo l’argomento perché secondo me è inutile, Conte ha dimostrato di saper scegliere gli uomini che meglio possono mettere in atto il suo piano e noi possiamo solo guardare e aspettare di capire (come nel caso da te citato di Eder). Parolo ha giocato spesso al centro del centrocampo e il suo dinamismo può essere utile se Conte sceglierà un sistema di marcature fluido come contro la Spagna; Sturaro poi sarebbe una buona scelta se volesse provare qualche transizione centrale. Dai pochi minuti visti contro la Spagna azzardo anche la possibilità, magari a partita in corso, di vedere Insigne come riferimento per il possesso offensivo, capace di portare fuori posizione uno tra Hummels e Boateng e di muoversi negli spazi intorno a Khedira e Kross. Ma Conte ha altre frecce al proprio arco che ancora non sappiamo se e quando vorrà usare (tipo El Sharaawy, Immobile, Zaza e persino Bernardeschi che potrebbe impegnare Kroos rientrando da destra).

Non vedo l’ora che la partita cominci e non sono affatto dispiaciuto di aver trovato prima la Spagna e poi la Germania sul cammino dell’Italia. D’altra parte chi vuole altre partite come quella con la Svezia e con l’Irlanda?

Il gol di Marek Hamsik in amichevole. Difesa a 3 ma distanze e lentezza nelle uscite.

Simone

Io purtroppo su queste pagine mi sono già giocato il bonus diffidenza con Eder quindi con l’ipotesi Sturaro mi tocca stare zitto. Nonostante tutto, dove il tutto è rappresentato da prestazioni evidentemente condizionate da una forma che non è riuscito a recuperare in tempo utile, avrei preferito che Thiago Motta non avesse preso quel giallo. Contro la Germania preferisco sempre e comunque uno di ruolo nel suo ruolo e soprattutto uno che ha vinto una ventina di trofei tra campionati, coppe nazionali, o Champions League. Sono poche le partite nelle quali reputo importante il curriculum: un quarto di finale contro la Germania è tra queste.

I miei timori sono principalmente legati all’impatto psicologico, se Conte riuscirà a calare Sturaro nella sua bolla di concentrazione, entusiasmo e voglia di mangiare l’erba del campo, ne avrò molti di meno. Se poi stanotte succede la magia nella gamba di Daniele De Rossi, ne avrò moooolti di meno. Comunque, se così non dovesse essere, credo che sarà Parolo a prendere il suo posto, e sono d’accordo con te sul fatto che possa garantire fluidità, e infatti il problema non è tanto nella costruzione, quanto nell’interdizione, quella non può garantirla ai livelli di De Rossi in questo Europeo. Ti dico per assurdo che è quasi un peccato che i tre lì dietro si siano dimostrati un meccanismo così perfetto, perché se non fosse una bestemmia smontare quel trio, la soluzione più bella e soprendente per gli avversari, sarebbe quella di mettere dentro Ogbonna e spostare Bonucci davanti alla difesa, che ha i piedi per impostare e, diciamo, non è timido in interdizione.

Ovunque ricadano le scelte di Conte, speriamo che bastino a ricucire il gap che ci troviamo ad affrontare senza due titolari del peso di Candreva e De Rossi, perché altrimenti sarebbe l’ultima partita per un bel po’ di tempo nella quale potrei accantonare un fattore umano che per me rimane insuperabile e riuscire, per entusiasmo e senso di comunità, ad apprezzare uno dei migliori allenatori che l’Italia abbia partorito negli ultimi vent’anni.

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