Nelle orme di Arvydas
Di Davide Bortoluzzi
Il 3 maggio 1996 a Portland si era in pieno clima playoff: i Blazers avevano pareggiato due sere prima la serie con gli Utah Jazz di Stockton e Malone e si stavano preparando alla decisiva Gara-5 da giocarsi a Salt Lake City. Arvydas Sabonis, alla sua stagione da rookie in NBA, aveva sciorinato l’ennesima prestazione di livello della sua carriera, chiudendo con 25 punti, 13 rimbalzi e 4 assist. Nella vita del campionissimo lituano, però, questo giorno assunse un valore molto più significativo, coincidendo proprio con la nascita del terzogenito Domantas.
Dopo la chiusura della sua prima esperienza a Portland, Arvydas e Ingrida decisero di spostare la famiglia in Spagna, a Malaga, per far crescere i figli in un contesto internazionale e in un certo senso per proteggerli dal circo mediatico che li avrebbe inevitabilmente condizionati nel caso fossero ritornati a Kaunas. Così Žygimantas, Tautvydas, Domantas e la piccola Aušrinė si trasferirono in Andalusia nell’estate del 2001, frequentando scuole internazionali e di fatto sviluppando una mentalità cosmopolita sia dal punto di vista linguistico che culturale. A riprova di ciò il fatto che Domantas parli un lituano piuttosto zoppicante rispetto ai connazionali, e che possa essere considerato di fatto un madrelingua inglese con un’eccellente conoscenza dello spagnolo.
Una famiglia tradizionale ed unita, con mamma Ingrida – Miss Lituania nel 1990 – a fungere da presenza protettiva e amorevole pur con discrezione e tatto, lontana anni luce dal concetto di genitore ultras di alcuni prospetti a 5 stelle da questa e da quella parte dell’oceano. Dei 4 rampolli del principe del Baltico, solo Tautvydas e Domantas seguono le orme paterne, entrambi calcando i parquet andalusi con la maglia dell’Unicaja. L’istrionico ed estroverso Tautvydas fa parte di quella generazione d’oro lituana del 1992 che guidata da Jonas Valanciunas ha conquistato l’oro in tutte le competizioni giovanili europee e mondiali dall’under 16 all’under 19. Dopo un’onesta carriera giovanile nell’ombra del lungo dei Raptors, ora gioca in LEB spagnola con il Maiorca.
Domantas — molto più timido ed introverso, come il padre — parte più in sordina, ma già con l’under 16 della Lituania inizia ad essere visto come un prospetto di primo livello tra quelli della sua classe, seguito da diversi college di Division I tra cui Texas A&M, Oregon, Arizona e… Gonzaga. L’Unicaja Malaga è una realtà giovanile di primo livello in Spagna, che ha permesso a Domantas di crescere in un contesto competitivo di alto livello e di prendere parte ai più importanti tornei juniores del continente. Nella stagione 2013-2014 Domantas è parte integrante del roster della prima squadra, che cerca di convincerlo a firmare il suo primo contratto professionistico garantendogli molto spazio nelle rotazioni considerata l’età e le ambizioni del team, ma il lavoro certosino di Tommy Lloyd — assistant coach di Gonzaga — aveva dato i suoi frutti e già nella primavera del 2014 Sabonis annuncia che il suo futuro sarà in maglia Zags.
La scelta di Gonzaga è figlia di vari aspetti, in primis appunto il lavoro di Lloyd che già nel 2012 aveva allacciato i primi contatti con Domantas e la famiglia, passando ovviamente per la connotazione internazionale dell’ateneo, che vedeva a roster anche il polacco Karnowski e il canadese Pangos. Nella visita al campus avvenuta nel 2013 Sabonis ha apprezzato l’ambiente famigliare che si respira a Spokane, molto più incline alla sua semplicità rispetto ai classici contesti di alto livello NCAA, dove l’adattamento sarebbe stato molto più complesso.
Il biennio di Gonzaga è sotto gli occhi di tutti gli appassionati dal punto di vista dei risultati e del gioco, con un’apparizione alle Elite Eight ed una alle Sweet Sixteen, che l’ha portato ad elevare il suo status a prospetto da Lottery nel prossimo Draft. Una crescita silenziosa, sottotraccia, in linea con lo stile di questo ragazzo timido e modesto, poco amante dei riflettori e dei social, tanto che mamma Ingrida si lamentava dell’esiguo numero di foto postate su Instagram dal figliolo oltreoceano.
Domas — come lo chiamano gli amici — è sicuramente un ragazzo semplice, ma animato da un fenomenale spirito competitivo e dalla voglia di crescere e migliorarsi. Spirito competitivo a cui si associa una cura maniacale di ogni singolo dettaglio utile, tanto che a Gonzaga si iscrisse ad un corso di yoga per migliorare la postura e l’equilibrio per reggere meglio i contatti sotto canestro. Anche il rendimento scolastico è stato per lui eccellente, tanto da essere inserito nella Dean’s List nella sua seconda stagione, privilegio riservato ai detentori di un GPA superiore a 3.5. Ma nonostante tanta abnegazione, Domantas è un ragazzo socievole, che a Spokane ha trovato facilmente la sua confort zone, integrandosi perfettamente nel contesto del campus, come può confermare la signorina Addi Johnson, un posto nella squadra di cross – country di Gonzaga e un potenziale da futura signora Sabonis.
Sabonis è un cognome estremamente impegnativo da portare, carico di pressioni ed aspettative, specie se sei lituano e giochi a basket. In questo Arvydas ha aiutato molto il figlio, supportandolo e consigliandolo pur mantenendo un basso profilo – restando quasi nell’ombra, tanto da farsi vedere alle partite solo in un paio di occasioni quest’anno (al Battle 4 Atlantis alle Bahamas e al torneo della WCC a Las Vegas). Domantas sente comunque il peso di questo cognome, ma trasforma in questa pressione in voglia di lavorare per emergere e non deludere la sua famiglia e una nazione che vive di pallacanestro – oltre che per confermare le parole di papà Arvydas: “Domantas è il futuro della famiglia Sabonis nella pallacanestro” .