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Dario Pergolizzi
Perché la Juventus vuole prendere Demiral
29 mag 2019
29 mag 2019
In poche partite il difensore del Sassuolo si è imposto come una delle più sorprendenti rivelazioni della Serie A.
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Dario Pergolizzi
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La prima volta che il nome di Merih Demiral è arrivato all’attenzione popolare è stato quando un

 attribuito a Fabio Paratici è stato rinvenuto sul tavolo di un ristorante nel quale lo stesso avrebbe pranzato con alcuni dirigenti del Genoa. Non sappiamo se quel pezzo di carta sia in qualche modo legato al suo arrivo al Sassuolo (in prestito dall’Alanyaspor per 5 milioni con obbligo di riscatto a 7 a fine stagione), ma senza dubbio ha gettato un po’ di curiosità in più sulle prime prestazioni del giovane centrale classe ’98, proveniente da un campionato sconosciuto al pubblico italiano e poco battuto in sede di

dalle società di Serie A.

 



Il Sassuolo di De Zerbi, nel corso della stagione, ha mostrato qualche difficoltà di troppo dal punto di vista dell’aggressività difensiva. Nonostante la cura dello scaglionamento in fase di possesso, i neroverdi hanno spesso sofferto nelle transizioni negative, faticando a stroncare sul nascere la ripartenza avversaria e ritrovandosi con i difensori, non particolarmente dominanti negli uno contro uno, un po’ troppo esposti nella gestione di spazi ampi. Queste situazioni, insieme ai calci piazzati, si sono rivelate l’arma più efficace per far male alla squadra di De Zerbi. Fatta salva la necessità di non snaturare l’identità complessiva, per ovviare a questo problema l’unica soluzione era dunque intervenire sul mercato e assicurarsi un difensore intraprendente, fisico e aggressivo.

 

L’identikit di Demiral soddisfa pienamente questi requisiti, e infatti dal momento dell’esordio (nell’1-1 casalingo contro la SPAL) non ha lasciato più il campo nemmeno per un minuto, diventando un imprescindibile per la linea difensiva di De Zerbi. Il tecnico del Sassuolo ha infatti variato diverse volte la struttura di partenza del suo undici, alternando la difesa a 3 con quella a 4, a seconda delle caratteristiche dell’avversario, senza però rinunciare al difensore turco.

 

La difesa del Sassuolo, prima dell'arrivo di Demiral, era composta dai due centrali considerati inizialmente titolari, cioè Marlon e Ferrari, a cui si aggiungevano delle riserve dalle caratteristiche diverse: uno più propenso al duello individuale come Magnani; uno più riflessivo come Peluso, che ha iniziato a trovare spazio solo da metà stagione; e infine Lemos, in realtà mai realmente considerato parte del progetto. In altre parole, nessuno nella rosa del Sassuolo possedeva le caratteristiche di Demiral.

 

Il difensore turco, innanzitutto, porta con sé la capacità di dominare gli avversari fisicamente. Questa superiorità è poi perfettamente incanalata nell’interpretazione aggressiva del ruolo. La stazza, la postura e la lentezza sui primi passi possono suggerire l’idea di un difensore calcolatore, un centrale più da copertura che da uscita aggressiva. Niente di più sbagliato. Demiral è uno di quei difensori che sembrano proliferare nelle situazioni di puro istinto, liberando tutta la propria fisicità con scelte aggressive, anche ad alto margine di rischio.

 

Il vantaggio più immediato di un giocatore del genere è la possibilità di vincere molti duelli aerei, e quindi di poter difendere efficacemente l'area dai cross avversari. Gli avversari del Sassuolo, ingolositi dall’atteggiamento verticale assunto dagli emiliani in fase di transizione, hanno spesso la tentazione di bypassare il pressing lanciando in profondità. Con Demiral, il Sassuolo si è assicurato un profilo dominante sui duelli aerei (3.6 per 90 minuti, con il 75% di successo), ma in generale è l’attitudine del turco a infondere qualche sicurezza in più a tutta la squadra.

 


La bravura nel gioco aereo di Demiral può tornare utile anche nei piazzati difensivi (in cui De Zerbi utilizza prevalentemente una marcatura a uomo), quest’anno parecchio sofferti dal Sassuolo.


 

 

La fisicità di Demiral si esplicita anche in un'ottima rapidità sulla media distanza. Se nei primi passi può tradire una lentezza eccessiva, infatti, Demiral può recuperare la distanza una volta preso il ritmo. In questo modo, il Sassuolo ha potuto lasciare più spazio tra la difesa e il portiere, senza troppi patemi d'animo, sapendo che il difensore turco avrebbe potuto riparare i danni.

 

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Due duelli in velocità su lunga distanza contro Chiesa, non esattamente una lumaca. Nelle prime due immagini recupera uno svantaggio iniziale di diversi metri, prendendo posizione di fisico prima di arrivare al cuore dell’area; nella terza, in un’altra azione, sembra più in affanno, ma riesce a disturbare la progressione di Chiesa aiutandosi con le braccia. Anche qui imporrà il fisico senza fare fallo, rinconquistando il possesso.


 

All’altezza del baricentro collettivo è legato anche un secondo, evidente, vantaggio portato da Demiral: l’efficacia nelle marcature preventive, anche profondissime, a cui è chiamato per anticipare le ricezioni delle punte avversarie, quando queste ultime vanno incontro al pallone. Poter contare su un difensore aggressivo ed efficace sulle marcature preventive è assolutamente vitale per il gioco del Sassuolo. Demiral è abilissimo a difendere in avanti, e spesso riesce a disturbare gli avversari aiutandosi con il corpo anche quando non trova immediatamente il pallone.

 

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Due esempi di marcatura preventiva molto aggressiva, contro Muriel e Pinamonti. In entrambi i casi ha stroncato sul nascere le ripartenze di Fiorentina e Frosinone portandosi fino alla trequarti avversaria.


 

In questo contesto, però, un difensore non può vivere di solo istinto e voracità sulle palle vaganti. È anche necessaria una corretta lettura delle situazioni che richiedono di temporeggiare, e data la frequenza con cui i difensori del Sassuolo sono esposti in situazioni di parità numerica diventa decisivo, per attendere il ripiegamento dei compagni, capire quando e come togliere un tempo di gioco all’avversario mentre si scappa verso la propria porta.

 

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Nell’azione qui sopra, il Sassuolo cerca di assorbire scappando verso la porta il 2 contro 2 con Meité e Belotti. Demiral si trova a fronteggiare Meité in possesso palla, isolato di fatto con il proprio avversario in un duello individuale. Inizialmente la sua andatura all’indietro è verticale, diretta, per non perdere il vantaggio di corsa verso la porta. Man mano che l’attacco si avvicina all’area, inizia a spostare il passo di lato, assumendo una postura molto “verticale”, concedendo a Meité (un destro naturale) lo spazio per rientrare sul sinistro. A questo punto il centrocampista del Torino accenna una brevissima finta verso destra per poi cambiare direzione, attaccando lo spazio alle spalle di Demiral. Il difensore si gira rapidamente e, invertendo la direzione della propria corsa, interviene con un unico movimento, fluido, sul pallone, evitando persino il tiro in porta.

 

Al netto dell'imprecisione di Meité, che si è allungato troppo il pallone, in questa breve azione possiamo trovare buona parte delle caratteristiche di Demiral: il temporeggiamento iniziale, l'abilità nell'utilizzare il corpo per indirizzare le scelte dell'avversario (esponendo molto il proprio lato debole, quello alla sinistra di Meité), e infine il modo rapido e fluido con cui si gira, grazie alla leggerezza degli appoggi, per intervenire sul pallone.

 



Certo, c'è da dire che lo stile di gioco di Demiral è rischio e nel corso del tempo potrebbe esporlo a qualche conseguenza negativa di troppo. L'ambizione delle sue scelte però può tornargli utile nel processo di crescita, in cui dovrà soprattutto migliorare la sua abilità in più nella lettura delle traiettorie e delle intenzioni dell’avversario. Il primo impatto di Demiral sulla Serie A è stato esplosivo: il difensore turco ha messo in mostra le sue qualità migliori dimostrandosi un giocatore esuberante, straripante, anche grezzo ma tutto sommato efficace. E non è un caso, in questo senso, che proprio la Juventus abbia concretizzato il suo interesse nei confronti del giocatore.

 

Il vantaggio più evidente di avere Demiral nella propria squadra è che un compagno così affidabile e dominante genera una fiducia nel resto della squadra a credere con più sicurezza nelle scalate aggressive in avanti, in una sorta di effetto domino. Inoltre, ci sono ancora alcuni aspetti del gioco di Demiral che ancora sono rimasti inespressi, anche per il campione di partite decisamente limitato che abbiamo avuto per osservarlo. Per esempio, in Turchia Demiral aveva mostrato buone doti di conduzione fin dentro le linee di pressing avversarie. Sia se dovesse rimanere al Sassuolo di De Zerbi o se dovesse passare in una grande squadra, questa dote potrebbe giocare sul lungo periodo un ruolo determinante nella resistenza al pressing avversario, diventando un riferimento credibile in più per far avanzare il pallone. Pallone con cui, comunque, dimostra sicurezza già negli attuali compiti di circolazione bassa.

 

Sarà interessante misurarne, da qui in avanti, anche la sua duttilità, e con questa parola non voglio riferirmi solo alla possibilità che venga schierato altrove: già contro il Bologna, a fine marzo, De Zerbi lo ha adattato in un ruolo che era qualcosa a metà tra il terzino destro e il centrale di una difesa a tre, con risultati tutto sommato sufficienti.

 

Per consacrarsi come difensore completo e perfettamente a suo agio nel campionato italiano, dovrà dimostrare di essere abile anche nelle coperture sui compagni in uscita e nelle inevitabili difese “a blocco basso”, dentro l’area di rigore, in cui anche un attimo di esitazione nel controllare lo smarcamento o la traiettoria del pallone possono essere fatali, anche ai migliori difensori. Insomma, Demiral sembra avere un futuro luminoso davanti a sé ma non bisogna dimenticarsi che il suo percorso di crescita nel calcio europeo è appena iniziato, e per questo motivo potrebbe andare incontro anche a periodi difficili di apprendimento. In ogni caso, questi mesi gli sono sicuramente serviti per far segnare il suo nome sui taccuini di alcune grandi squadre europee.

 

 

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