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La delusione dell'anno: Charles De Ketelaere
15 giu 2023
15 giu 2023
Il fragile fantasista del Milan è stato la delusione dell'anno e il giocatore più fumoso.
(copertina)
Nicolò Campo / Imago
(copertina) Nicolò Campo / Imago
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Dei 180 minuti più importanti della stagione del Milan, nel derby in semifinale di Champions, Charles De Ketelaere ne ha giocati zero. Non solo. Nella partita contro la Lazio, quella che precedeva il derby d’andata, Pioli non si è fidato di lui, neanche per un minuto. I titolari sono scesi in campo e Leao si è infortunato poco dopo il fischio d’inizio e sarà poi costretto a saltare il derby. Nemmeno a quel punto CDK è entrato in campo, Pioli gli ha preferito un giocatore come Saelemakers, uno che finisce a giocare sempre di più di quanto potrebbe.

L’acquisto più oneroso e più ambizioso del calciomercato estivo del Milan, insomma, non ha aiutato la squadra nel momento più delicato della stagione. Questo basta, forse, per vincere il premio di delusione dell’anno in Serie A. Un premio che, come sappiamo, premia negativamente il giocatore che più clamorosamente ha mancato le aspettative che lo circondavano. Non si tratta, insomma, solo di chi ha giocato peggio, ma di chi ha giocato molto peggio di quanto ci si aspettasse.

E comunque, anche nella classifica di chi ha giocato peggio in assoluto, De Ketelaere se la sarebbe giocata. Forse persino nella classifica di chi ha giocato peggio della storia in Serie A; forse persino dei peggiori giocatori in assoluto, dei principi dei bidoni. Nel 2023 De Ketelaere è partito titolare 5 volte, e in nessuna di queste 5 volte il Milan ha vinto la partita.

Colpa sua? No di certo, ma anche sua che in campo si muove svagato e talmente inconsistente da sfiorare lo stato gassoso. Come se da un momento all’altro De Ketelaere dovesse evaporare in campo, ascendere al cielo sotto forma di goccioline d’umidità che corrono al contrario. Alto, impacciato, goffo, sembra uno struzzo a cui hanno somministrato qualche allucinogeno, e che si muove su queste gambe rigide e imprevedibili come stampelle. Alla prima spallata vola via. Contro la Roma Mancini lo ha steso a terra entrando solo vagamente in collisione, e la Roma ha fatto gol. È una sola azione ma che ne raconta tante.

Racconta tutte le volte che De Ketelaere è sembrato fisicamente inadeguato al nostro campionato, e anche mentalmente scollegato. Giocatore senza testa e senza gambe. A cosa pensa De Ketelaere mentre gioca a calcio?

De Ketelaere ha vinto anche il premio di "Calciatore più fumoso" ed è la prima volta che un giocatore vince insieme due premi così negativi. Questo fa capire però la portata della delusione, rara nel calcio di oggi e più frequente forse nell'epoca dei bidoni degli anni '90, quando arrivavano giocatori esotici circondati da un hype clamorosi, e poi rivelatisi così inadeguati da sembrare semplicemente delle truffe. Quando lo ordini su Wish, quando ti arriva il pacco, etc. Il premio di giocatore più fumoso inquadra il modo in cui De Ketelaere ha deluso, che è il modo dell'evanescenza, dell'inconcludenza massima, della leggerezza che arriva fino all'immaterialità. De Ketelaere come Perelà, il personaggio di Palazzeschi così leggero da essere fatto, appunto, di fumo. Tutti ne sono affascinati ma quello, appunto, è solo fatto di fumo.

Ci aspettavamo grandi cose. Non solo in termini di prestazioni, di efficienza capitalistica. Di “produzione offensiva”, per usare un’espressione da industria novecentesca - gli attaccanti come grandi forni di gol e assist da accumulare sulle colonnine di Whoscored. Ci aspettavamo grandi cose dal punto di vista estetico: giochi di suola, conduzioni a testa alta, assist eseguiti con parti del piede sconosciute agli esseri umani. Gol a pallonetto, rulete, protezioni palla riquelmesche, magnificenti. Tutto questo prometteva di essere De Ketelaere: non solo un giocatore forte, soprattutto un giocatore bello. Non è stato né l’uno né l’altro. È stato uno dei pochi giocatori offensivi - insieme al paradossale Belotti - della Serie A a non aver segnato in Serie A. Questo gol, come una maledizione pendente, ha progressivamente asciugato la sua fiducia. Lo ha detto anche Pioli, in uno dei pochi momenti in cui il belga sembrava potersi riprendere: «Gli manca solo i gol. È giovane, sperava di fare molto di più, segnare significherebbe molto per lui. Arriverà, ne sono sicuro. Sta avendo molte occasioni. E le qualità ci sono».

È ora di mettere fuori i panni sporchi: a gennaio ho scritto un articolo in cui invitavo ad avere pazienza con Charles De Ketelaere. Scrivevo: «In campo vediamo, semplicemente, la sua versione incubo: la sua leggerezza sembra fragilità, la sua calma lentezza, il suo minimalismo inutilità, le leve lunghe che erano uno dei marchi della sua eleganza diventano l’origine della sua goffaggine». Però invitavo alla calma perché è un giocatore peculiare e fragile. Le cui qualità sono tanto eccezionali quanto difficili da mettere a frutto nel calcio contemporaneo. “Quali sono queste qualità?” vi starete chiedendo sarcastici. Vi invito a riguardare qualche partita di Charles De Ketelaere al Bruges. Vi invito ad andare oltre le semplici compilation di YouTube, o almeno prendete le compilation individuali. Guardate per esempio questo raffinatissimo numero 10 che danza tra la difesa della Lazio, in Champions League. Guardate questo nuovo Sindelar, quelle sterzate d’esterno, quelle pause in cui sembra non poter fare niente finché non inventa un passaggio geniale, o semplicemente giusto. Guardatelo e chiedevi pure dov’è finito.

È strano oggi che i tifosi del Milan sono così disperati che quando riesce a portare palla per più di tre metri postano l’azione su YouTube. Un evento raro e magico come uno che ha perso le parole e dopo diversi mesi riesce a dirti ciao. Oggi che i tifosi del Milan non sanno che fare con questo giocatore che nel 2023 è stato così inaffidabile da essere praticamente nullo. Come non averlo. Come avere un giocatore in meno su cui contare, e che però avrebbe dovuto essere uno dei tuoi migliori giocatori.

De Ketelaere può persino bastare per rappresentare da solo i mancati miglioramenti del Milan, che quest’anno ha dovuto aggrapparsi di nuovo ai punti di forza di sempre - Leao, Theo, Giroud, Maignan quando c’è stato - cavando il più possibile da giocatori che avrebbero dovuto fare solo da supporting cast - Krunic, Brahim, Saelemakers. Ci sono gli effetti negativi diretti di CDK, quindi, e poi quelli indiretti. Aver pesato strutturalmente sulla competitività del Milan.

Ma c’è anche un altro modo di vederla, quello di chi fa notare che anche Leao ha avuto bisogno di un anno di ambientamento. La voce razionale di tutti noi: i giocatori vanno aspettati, specie se sono giovani e vengono da un calcio diverso. Tutto vero, ma la peculiarità dello stile di gioco di De Ketelaere - anche rispetto a Leao che ha potuto anche solo usare il suo atletismo per imporsi - fa immaginare che possa comunque avere più difficoltà. Insomma, è chiaro che il problema sia psicologico, ma per giocatori lenti e sofisticati come De Ketelaere è un po’ più difficile che per gli altri per uscirne. Si può certamente discutere anche sulla gestione di Pioli, perché se si è arrivati a una situazione tanto compromessa le colpe non possono stare soltanto da un solo lato. Ma sono sempre discorsi astratti, speculativi: vediamo la fragilità di De Ketelaere, le sue cattive prestazioni, ma mai quello che le precede, e niente di tutto quello che c’è intorno.

Di certo oggi sembra molto difficile per lui venirne fuori, tanto che si parla già di una sua cessione, per lo meno in prestito. E in effetti potrebbe fargli bene: non è detto che il suo talento non possa rifiorire altrove. Ai microfoni Pioli ha chiuso i discorsi su di lui con un minaccioso: “Non so, valuteremo a fine campionato”. Intanto il primo acquisto del Milan pare essere quello di Daichi Kamada, che in un modo o nell’altro dovrebbe giocare nel suo ruolo.

Continuo a pensare che bisogna avere pazienza con De Ketelaere, o che quanto meno bisognerebbe tifare per lui. Perché è un giocatore raro, che col suo stile di gioco aumenta la diversità dell’ecosistema tecnico del calcio, e soprattutto della Serie A - un campionato clamorosamente arido di tecnica e fantasia. Bisognerebbe sperare che un giocatore come lui non fallisca nel calcio, e a nemmeno 23 anni possiamo ancora sperare che ce la faccia. Al momento però è molto difficile immaginare che possa farcela nel Milan.

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