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Il calciatore di B di ottobre 2020: Davide Diaw
05 nov 2020
05 nov 2020
A vincere il premio “Calciatore del mese AIC” questo mese è l’attaccante del Pordenone.
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A 24 anni Davide Diaw giocava ancora nei dilettanti e vestiva la maglia del Tamai, squadra di una frazione di Brugnera nella bassa classifica in Serie D. Essendo nato a Cividale del Friuli, da padre senegalese e madre friulana, il Tamai era relativamente vicino casa. Da giovane ha portato i capelli a mezzaluna come Ronaldo, o platinati come Djibril Cissè, uno dei suoi idoli. A un certo punto è finito a giocare in Eccellenza, al Virtus Corno, vicino Udine, a due passi dal confine sloveno. Faceva il magazziniere, oppure scaricava la merce nel negozio di un amico, poi si è rotto il ginocchio e per paradosso, secondo lui, è stata una salvezza: «Per assurdo, ho capito come avrei dovuto metterci tutto me stesso “grazie” alla rottura del ginocchio: lì ho realizzato quando mi mancasse davvero il campo. In quel momento sono diventato grande». Poi a 24 anni ha vissuto la stagione più importante della carriera: col Tamai ha segnato 13 gol in 27 partite e la Virtus Entella gli ha fatto un’offerta per giocare in Serie B. Dice di non averci dovuto neanche pensare.

Compiuto il salto, Diaw ha comunque faticato: non ha giocato sempre titolare e ha segnato poco per un attaccante: 3 gol il primo anno, 3 gol il secondo, quando l’Entella è retrocesso in Serie C. A gennaio del 2019 è stato acquistato dal Cittadella, che lo ha riportato in Serie B. Un movimento apparentemente controintuitivo: Diaw continuava a segnare poco per una prima punta, eppure continuava a scalare le categorie. Ma se lo avete visto giocare sapete che Diaw è una di quelle punte generose, che chiamano sempre la palla e sono sempre pronte ad aiutare la squadra a risalire il campo. Il suo “lavoro” non è solo segnare.

È alto un metro e 91 ma il baricentro basso lo fa sembrare poco slanciato. È veloce e potente, in progressione è difficile da fermare e sa prendere anche decisioni creative improvvise. Per queste sue caratteristiche, più che per i suoi gol, il Cittadella ha deciso di acquistarlo. Nei primi mesi ha fatto bene ma è nella stagione successiva, quella 2019/20, che è diventato uno dei migliori giocatori della categoria, a 27 anni. La scorsa stagione ha segnato 17 gol, che sono diventati la conseguenza della sua superiorità tecnica e fisica sulla B. Ha segnato in tutti i modi: calciando di prima e con violenza palloni che gli arrivavano incontro; colpendo di testa da calcio d’angolo, in scivolata attaccando il primo palo, e poi il suo genere di gol, scivolando in mezzo a difensori troppo lenti, di testa e di gambe, per stargli dietro. «È stata un’annata importantissima, dove sono cresciuto molto come uomo e come giocatore» ha detto.

Un esempio della sua bravura e della sua tecnica anche spalle alla porta.

Sulle sue spalle il Cittadella si è spinto fino ai playoff, prima di perdere col Frosinone in una partita decisa al 121’ minuto da un gol assurdo di Camillo Ciano. Poi è arrivato il Pordenone, uno dei progetti più interessanti del calcio italiano degli ultimi anni, che ha deciso di investire su di lui 2 milioni e mezzo di euro. L’acquisto più costoso della propria storia. Diaw dice di essersi sentito «molto responsabilizzato. Sapevo del grande investimento, ero onorato. Non vedevo l’ora di dimostrare che meritavo tutti quei soldi».

E lo ha fatto subito, segnando praticamente in ogni partita da quando è iniziato il campionato; già 4 gol in 6 presenze. Il Pordenone è ancora a metà classifica, ma con un calendario difficile, e Diaw ha dimostrato di voler proseguire con il livello di rendimento con cui aveva concluso la passata stagione. I suoi gol sono stati anche pesanti: nella partita contro la Reggina non ha toccato un pallone per tutto il primo tempo, poi ne ha ricevuto uno sull’angolo dell’area destra ed è rientrato a gran velocità, segnando con un tiro preciso sul secondo palo dopo un passaggio di Ciurria. Il suo atletismo è fuori scala per la Serie B, sia quando deve difendere il pallone che quando deve allungare le difese avversarie in conduzione, ma è un attaccante completo, dal repertorio vasto, e a vederlo da fuori fa strano pensare che sia arrivato così tardivamente in alto (e inizia ad essere strano anche che non sia ancora in Serie A).

Potrebbe giocare anche come unica punta, in un 4-3-3, o in un 3-4-2-1, ma è stato quasi sempre schierato in coppia con un altro attaccante nel 4-3-1-2 a rombo: il modulo-totem della maggior parte delle squadre di B. Accanto a lui si stanno alternando due centravanti molto fisici come Musiolik e Butic. Alle sue spalle il mancino Patrik Ciurria, uno dei calciatori più tecnici della categoria, con cui ha sviluppato un’intesa già interessante.

Con Diaw il Pordenone può segnare anche da una rimessa laterale sbagliata.

Diaw non si limita a restare in zona centrale ma ama spesso defilarsi sulla sinistra per regalare ampiezza alla squadra; da quella posizione il suo classico movimento a rientrare, in cui sembra caricare a testa bassa come un piccolo toro, è difficile da gestire per i difensori. Diaw è uno di quegli attaccanti che sa mettersi in proprio, costruendosi gol e situazioni pericolose anche da contesti all’apparenza compromessi. Contro il Vicenza, per esempio, è riuscito a riprendere una palla pericolosa addirittura su una rimessa laterale sbagliata. Vinto il duello col difensore, ha segnato con un tiro quasi dalla riga di fondo, in un gol che ricorda quello segnato da Ruud van Nistelrooy contro il Basilea in Champions League.

La storia di Diaw è la dimostrazione di quanto possano essere anche strani e accidentati i percorsi dei professionisti; ma oggi, e ormai da due anni, dobbiamo parlarne come di uno dei calciatori più dominanti del campionato di Serie B, che inizia a stargli persino stretto.

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