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Dan Ndoye: un altro soldato per Antonio Conte
19 giu 2025
Un attaccante disciplinato e che migliorerebbe il Napoli.
(articolo)
5 min
(copertina)
IMAGO / Sports Press Photo
(copertina) IMAGO / Sports Press Photo
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Dan Ndoye è una delle ultime grandi intuizioni di Giovanni Sartori: ne ha tutte le caratteristiche. È stato comprato giovane ma non giovanissimo, sottovalutato; è stato comprato da un campionato periferico d’Europa, ha doti atletiche clamorose, dopo due anni ha già almeno triplicato il suo valore.

Ndoye è arrivato al Bologna nel 2023 dal Basilea come un’ala corritrice che non segna molto. Nel primo anno ha confermato queste caratteristiche, ma ha iniziato ad aggiungere nel suo gioco dimensioni che si sono viste più compiutamente al secondo anno, quando con Vincenzo Italiano Ndoye si è preso responsabilità e riflettori.

Ha segnato un gol storico per il Bologna, con un’azione che forse un anno prima non sarebbe riuscito a fare. Ritrovatosi sui piedi una palla in area di rigore, non ha avuto fretta. Tomori gli è andato a chiudere il tiro, lui lo ha fintato. Si è spostato la palla meglio sul destro e ha calciato in porta il suo nono gol stagionale. Il suo più importante.

Prima della partita aveva ascoltato il discorso di Vincenzo Italiano al Quirinale con le lacrime agli occhi, che dopo la partita, con la coppa in mano, erano fuoriuscite. Non aveva mai segnato 9 gol in una singola stagione, col Basilea si era fermato a 8. Al primo anno in Serie A ne aveva segnati appena 2, rivelando dei limiti che parevano difficili da superare.

CHE GIOCATORE È DAN NDOYE
Motta lo apprezzava ma non lo faceva giocare sempre. Per lui le ali devono soprattutto assicurare controllo e palleggio, come faceva Alexis Saelemaekers mentre Ndoye ha un istinto più verticale. Interrogato dalla Gazzetta sulle differenze tra Motta e Italiano ha tracciato una spiegazione semplice: «Con Motta dovevamo stare larghi sulla linea laterale per creare spazi. Ora, invece, posso attaccare di più l’area». Ha anche detto di aver lavorato molto in allenamento su tiri e finalizzazioni. I suoi tiri sono raddoppiati in un anno. Tra febbraio e aprile ha segnato cinque gol in quattro partite consecutive in casa. Nel girone di ritorno il suo rendimento è salito in modo chiaro e deciso, insieme ovviamente a quello collettivo del Bologna.

Non è solo una questione di gol. Ndoye ha iniziato a portare di più palla in zone pericolose, a puntare in modo più deciso verso la porta, anche in spazi più stretti, con giocate tecnicamente più difficili che fino all’anno prima non sembravano proprio nel suo repertorio. Il passaggio verticale in area dopo aver portato palla in diagonale è diventata una sua giocata classica, su cui soprattutto Orsolini e Castro hanno automatizzato dei tagli difficili per le difese. Quattro assist non sono eccezionali, ma con un po’ di precisione in più delle punte avrebbero potuto essere di più.

Il volume della sua produzione offensiva non è ancora al livello degli esterni offensivi d’élite, questo è giusto dirlo. Ndoye prova 4 dribbling per novanta minuti e gliene riescono 1,5. È solo nel 67° percentile. Serve un passaggio chiave per novanta minuti, e anche per tiri e tocchi in area non è ancora su numeri eccezionali.

Radar Hudl Statsbomb.

Bisogna però guardare una statistica: quella dei falli vinti, dove Ndoye è tra i migliori in assoluto in Europa. Un dato che segnala ovviamente l’ossessione per i falli tattici nel calcio italiano, dove le marcature a uomo si mescolano con l’ansia del rischio. Un dato, però, che segnala soprattutto la bravura di Ndoye nel vincere duelli palla al piede, magari spalle alla porta, sulla riga laterale, con l’uomo addosso. Protegge bene palla, è difficile da portare fuori equilibrio, ed è potente sui primi passi.

Nonostante tecnicamente sembri sempre più a proprio agio, è la dimensione atletica che rende Ndoye un giocatore eccezionale, soprattutto nel pesante e compassato contesto italiano. Pur non essendo ancora un’ala d’élite a livello europeo, lo è già nel contesto italiano. Uno dei pochi in grado di creare pericoli in modo autosufficiente, soprattutto grazie al suo spunto in velocità e alla forza con cui riesce a puntare l’uomo o a resistere nei duelli corpo a corpo. Ma anche con un primo controllo che non ruba l’occhio ma che è sempre efficace.

AL NAPOLI SERVE NDOYE?
La cessione di Kvaratskhelia non ha compromesso le possibilità del Napoli di vincere lo Scudetto ma ha comunque lasciato un buco piuttosto evidente nella rosa. David Neres da solo non poteva coprire il vuoto di creatività, dribbling e conduzioni lasciato da Kvara. Il Napoli quindi sta cercando un’ala sinistra in modo piuttosto chiaro. I nomi per ora sono abbastanza diversi far loro: Lookman, Lang, Sancho e, appunto, Ndoye, che forse è la soluzione più realista, e che forse permetterebbe di aggiungere un altro dei nomi citati (o non citati).

Il Napoli di Conte è sembrato a tratti troppo rigido e prevedibile, e ha dunque bisogno di un giocatore che porti palla e disordini le difese - sia quando queste sono schierate che in transizione, dove il Napoli sa attaccare in modo organizzato ma senza grandi spunti individuali.

Ndoye è un profilo ideale per Antonio Conte. È innanzitutto un grande atleta, veloce e resistente. È disciplinato, lavora in fase difensiva, sia in avanti che all’indietro. Sa dribblare e andare in uno contro uno, ma senza esagerare e senza far perdere stabilità ai sistemi in cui gioca. Del resto è già passato attraverso il fuoco dei maniaci tattici Vincenzo Italiano e Thiago Motta, entrambi ossessionati dalla fase difensiva, anche se in modo diverso. Un’ala che è un buon compromesso tra ciò che cerchiamo nel calcio italiano e ciò che servirebbe al calcio italiano. Un esterno che dribbla e crea gioco, ma con in testa sempre l’equilibrio e il sacrificio, fisicamente eccezionale. Il suo decision making talvolta è un po' conservativo, ma può essere un bene. Quelli che oggi sono limiti, per Ndoye, possono essere accettati e nascosti da un sistema molto organizzato, e far brillare ancora di più i propri pregi.

L’altro aspetto da considerare è che al Basilea Ndoye giocava soprattutto a destra, dove anche Thiago Motta lo ha schierato spesso. Una zona di campo dove forse può sfruttare ancora con più libertà la sua accelerazione lungolinea.

Rispetto a Lang, Ndoye è meno tecnico in spazi stretti e meno creativo anche nell’ultimo passaggio. Segna molto meno di Lookman e ha meno repertorio. Dribbla meno di Sancho e ha meno controllo sul gioco. Eppure è un ottimo compromesso fra tutti questi giocatori. Un’ala completa e affidabile, che permetterebbe al Napoli anche di portare avanti altre trattative con più serenità.

Il Bologna chiede 40 milioni, una cifra che sembra alta e che è condizionata anche dal fatto che i rossoblù devono il 15% della rivendita al Basilea. Il Napoli ne offre 25-30. L'arrivo sembra collegato ad altre operazioni ma sarebbe un'altra dichiarazione piuttosto decisa della squadra di Conte per la prossima stagione.

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