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Federico Principi
Come Cutrone si sta facendo largo
06 nov 2018
06 nov 2018
Il giovane centravanti italiani prosegue la tradizione del centravanti vecchio stampo, con una sensibilità nei movimenti non indifferente.
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Federico Principi
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È difficile credere che il modello a cui si ispira Patrick Cutrone non sia Filippo Inzaghi, il calciatore a cui viene più spesso accostato per la fame e per l'instancabile lavoro senza palla. Eppure in

 di qualche tempo fa a Tommaso Giagni il giovane centravanti milanista ha invece dichiarato che il suo idolo è Alvaro Morata: «Per come attacca l'area, per come sa cogliere le opportunità». In effetti sono le caratteristiche più naturali di Cutrone - oltre che, appunto, di Inzaghi - quelle archetipiche del centravanti, e che in questo momento gli stanno permettendo di ritagliarsi un posto neanche così marginale nell'attacco del Milan.

 

Il numero 63 rossonero è un profilo in controtendenza rispetto all'ideale del calcio avanguardistico, votato all'universalità e alla versatilità delle capacità sia tecniche che tattiche. Il suo stile di gioco, soprattutto quello degli inizi della scorsa stagione, richiama un'idea primordiale di centravanti, quello che attacca la profondità e che sostanzialmente ha la funzione di fare gol. Cutrone non è, e forse non sarà mai, un giocatore raffinato dal punto di vista tecnico, ma possiede un talento altrettanto fine: quello della sensibilità nei movimenti senza palla.

 

Comprensibilmente, Cutrone non soddisferà mai un certo tipo di gusto calcistico improntato sul dominio della palla come mezzo per comandare il gioco, ma il suo impatto tecnico e mentale è incontrovertibilmente efficace per tutto il Milan. La sua utilità tattica, in particolare, è cresciuta dopo la sconfitta nel derby con l'Inter e il primo tempo chiuso in svantaggio contro il Betis in Europa League: da quel momento in poi, Gattuso ha deciso di non rinunciare a lui e all'utilizzo delle due punte, approfittando della diversità di caratteristiche tra Cutrone e Higuaín e provando a correggere alcuni difetti del 4-3-3 di base, che ormai il Milan non poteva più sostenere. Cutrone ha ripagato la fiducia del tecnico con due gol e un assist nelle ultime tre partite e mezza.

 



Per capire l'abilità di Cutrone e la sua sensibilità nei movimenti senza palla può essere utile scomporre una sua azione tipica, quella avvenuta qualche minuto prima di segnare il gol decisivo

. Innanzitutto va notate come Cutrone scelga sempre con grande attenzione il tempo con cui muoversi in relazione alla giocata del proprio compagno: nel primo fotogramma qui sotto si vede come, quando il pallone entra nella disponibilità di Castillejo, l'attaccante italiano abbia ancora il busto rivolto verso il fantasista spagnolo, e aspetti a scattare in profondità perché non vuole essere seguito subito da Manolas - vuole evitare, cioè, di restringere lo spazio da attaccare successivamente alle spalle della linea difensiva della Roma, oppure di finire in fuorigioco qualora la linea non si muovesse da quell'altezza.

 

Quando Castillejo è finalmente in condizione di poter giocare il filtrante, Cutrone inizia la sua corsa in avanti e contemporaneamente suggerisce con le braccia il corridoio dove lo spagnolo dovrebbe giocare l'imbucata, tra il centrale (Manolas) e il terzino (Santon). La seconda immagine mostra che si trattava di un ultimo passaggio difficile ma non impossibile, ma Castillejo non se la sente di effettuarlo: il tentennamento di Castillejo permette a Santon di trovare il tempo di frapporsi tra lo spagnolo e Cutrone, chiudendo la linea di passaggio. L'attaccante italiano reagisce immediatamente, arrestando la sua corsa e muovendosi all'indietro per effettuare un velocissimo smarcamento esterno e offrire una nuova linea di passaggio.

 

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Alla fine Castillejo sceglierà il tiro, ma la palla carambolerà proprio su Cutrone che, in perfetta sintonia con il suo stile ipercinetico, calcerà a sua volta in porta di prima intenzione con il sinistro, un po' frettolosamente e senza successo.

 

In questa azione, per quanto banale, si rivelano le qualità di Cutrone senza palla: il suo gioco è fatto di brevi strappi, di tempi rubati agli avversari e di una velocità di pensiero che prima o poi nel corso della partita gli permette di trovare un'occasione buona, di forzare un errore anche a una difesa estremamente solida. Cutrone non dispone di un repertorio tecnico vario, capace di tenerlo a galla nelle situazioni e nei periodi in cui la sua intensità verrà fisiologicamente scemando, ma forse questa sua sensibilità negli smarcamenti è così elevata da non richiedergli nemmeno troppo sforzo: si fa fatica infatti a ricordare un suo calo di forma.

 

In accordo con il suo fiuto per il tempismo negli smarcamenti e negli scatti in profondità, Cutrone si è affermato in Serie A anche come specialista dell'area di rigore. «Su un cross, il vero

schizza spontaneamente sul primo palo», ha detto Mauro Icardi in

, e Cutrone proprio in questo modo ha segnato sia alla prima che all'ultima giornata dello scorso campionato, contro Crotone e Fiorentina. Ed è soprattutto in area che Cutrone necessita della sua folgorante rapidità decisionale, la caratteristica che più di ogni altra lo ha fatto emergere nei duelli contro i difensori del nostro campionato.

 

Nelle immagini qui sotto, in un'azione dal derby di andata contro l'Inter della scorsa stagione, si vede Cutrone bruciare Skriniar proprio sul primo palo, ma è interessante soffermarsi sulla sua traiettoria di corsa: non taglia in diagonale davanti al difensore, come aveva fatto a Crotone, ma leggendo la postura del corpo di Rodríguez in qualche modo capisce che il cross non sarà diretto verso la porta, e di conseguenza il suo taglio è orizzontale per intercettare il cross leggermente arretrato.

 

Forse, guardando ancora più approfonditamente, potrebbe aver percepito che Rodríguez ha il corpo molto sopra la palla, che non è sufficientemente davanti al piede di appoggio al momento dell'impatto per poter far partire un cross alto. Cutrone arriva così ad anticipare la traiettoria del traversone basso del terzino svizzero, letteralmente fiutando la direzione della palla come un cane da caccia e per poco non realizza quello che sarebbe stato un gol frutto del tipico istinto del centravanti classico.

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Nella partita vinta 3-2 contro la Sampdoria, pochi giorni fa, invece Cutrone ha segnato col movimento opposto, sul secondo palo, un gesto che esegue con minore frequenza. Questa volta Cutrone legge il cross di Suso e capisce che deve staccarsi verso il secondo palo: così brucia Bereszynski, che istintivamente aveva invece fatto un passo in anticipo verso la palla per proteggere la porta, sbagliando completamente la valutazione della traiettoria del cross.

 

https://youtu.be/rz6rCqP2Apg?t=28

 

Pochi giocatori riescono a essere efficaci come Cutrone quando il gioco diventa questione di attimi fugaci da cogliere con prontezza. Alcuni giocatori accorciano i tempi di gioco grazie alle loro qualità tecniche, alla pulizia dei loro controlli orientati e in generale alla velocità nel muovere il pallone. Cutrone usa invece tutta la sua sensibilità nei movimenti per ottenere lo stesso effetto, con mezzi opposti: disordinare rapidamente le difese avversarie, ma molto spesso senza usare il pallone.

 



Come detto, Cutrone non dispone di un talento altrettanto raffinato con la palla tra i piedi, soprattutto nel dribbling, nonostante ogni tanto venga schierato come esterno offensivo a sinistra. Soffre la stessa mancanza di naturalezza nelle sponde e nell'uso del corpo, per difendere il pallone spalle alla porta, ma sugli appoggi sta profondamente lavorando soprattutto nelle giocate di prima con qualsiasi parte del piede destro.

 

Quando viene incontro in zona centrale, un movimento che fa sempre più spesso, Cutrone tende a non proteggere il pallone con il corpo, ma se ne libera il prima possibile con delle sponde di prima intenzione, e in questo senso somiglia davvero

del suo idolo Morata. Riesce in questo modo ad assecondare la sua indole frenetica, la stessa che impernia tutto il suo gioco senza palla, giocando rapide sponde di prima a volta efficaci, ma certamente non all'altezza delle sue abilità di attacco alla profondità e di finalizzazione.

 

Il modo più facile per Cutrone per difendere il pallone spalle alla porta è quello di tagliare verso sinistra e controllare con il piatto destro. Spesso lo fa fin quasi ad arrivare a ridosso della linea laterale, mentre nell’occasione mostrata nel video qui sotto (il gol del 2-0 al Verona nella scorsa stagione) Cutrone esegue questo movimento in area di rigore. Anche qui si nota come inizi a effettuare il taglio non appena Bonaventura ha completato la torsione e si apre la zona di luce per la rifinitura. Con le spalle al difensore e il piatto destro sul pallone: è l'unica postura con la quale Cutrone si trova a proprio agio nel proteggere il pallone, in questo caso gli permette di controllare e coordinarsi al tiro senza che Heurtaux possa fare nulla.

 

https://youtu.be/6-rQoBvgJ2o?t=95

 

Il modo in cui Cutrone sente la porta e si gira, battendo a rete in un lampo con il piede debole, praticamente a occhi chiusi, ci costringe a chiederci se il calcio stia veramente cambiando così profondamente o se siamo noi a complicarlo eccessivamente. La necessità di un attaccante di fare gol, la  più atavica del ruolo, costringe ogni centravanti a sviluppare un proprio gioco nel corso del tempo, adattandosi alle proprie caratteristiche tecniche, fisiche e mentali. In questo senso, pur mancando in molte altre funzioni che oggi si richiedono a chi gioca davanti, Cutrone è un ottimo rappresentante della gloriosa tradizione del centravanti classico.

 



Come detto, a partire dal secondo tempo della partita di Europa League contro il Betis, Gattuso sta insistendo sull'utilizzo delle due punte, anche schierando un 3-5-2 piuttosto atipico, contro il Genoa, con Kessié esterno di centrocampo a destra e Suso mezzala. La scelta di non rinunciare a Cutrone, oltre che per le sue grandi qualità individuali in finalizzazione, risponde all'esigenza tattica di attaccare la profondità alle spalle di Higuaín, che troppo spesso si trova a raccordare il gioco in zone troppo basse del campo.

 


La mappa dei passaggi del Milan nel derby. Higuaín riceve il pallone mediamente in zone più basse rispetto a Suso, Çalhanoglu e Bonaventura e sulla stessa linea di Kessié.


 

In queste prime fasi di stagione, il Milan ha spesso risposto all'esigenza di avere un uomo alle spalle del centrocampo avversario col movimento incontro di Higuaín. L’anno scorso erano invece i due esterni a farsi trovare tra le linee - a sinistra Çalhanoglu si accentrava approfittando dello smarcamento esterno di Bonaventura, sul lato opposto Suso si smarcava nel mezzo spazio per rispettare i dettami del gioco di posizione di Montella. Con Gattuso, il Milan è diventato più fluido, ma la mancanza di un uomo tra le linee e l'eccessivo utilizzo di Higuaín come giocatore di raccordo stavano diventando ormai insostenibili. Cutrone ha così rappresentato la soluzione per aggiungere profondità alla manovra.

 

Nell'immagine sotto il Milan, seppur schierato con il 3-5-2, non rinuncia a una delle combinazioni più utilizzate in questo inizio di stagione: la verticalizzazione di Rodríguez sul movimento incontro di Higuaín, nonostante lo svizzero fosse schierato come terzo centrale di difesa, e non da terzino come al solito. In questo caso, per sviluppare correttamente la manovra c'è bisogno del taglio in profondità di Çalhanoglu, mentre Cutrone, come da sua indole, aveva aspettato ad attaccare la profondità perché aveva notato che il corpo di Higuaín era rivolto dalla parte opposta. Si capisce bene come Cutrone diventi fondamentale nella teoria dell'azione successiva, quando Çalhanoglu può arrivare al cross e serve un uomo a riempire l'area. Cutrone, cioè, permette a Higuain, salvo casi eccezionali, di non dover svolgere contemporaneamente la funzione di rifinitore e quella di finalizzatore.

 



 

Il modulo a due punte e la disposizione inizialmente in orizzontale di Cutrone e Higuaín, però, fanno sì che in alcuni casi sia Cutrone a effettuare il movimento incontro al pallone. La sua interpretazione della funzione di raccordo, tuttavia, è decisamente più meccanica di quella dell'attaccante argentino: in questo senso a Cutrone, per uscire fuori da situazioni spesso anguste, stanno tornando utili tutti quei piccoli miglioramenti che lentamente sta effettuando nel gioco di sponda per scaricare il pallone il prima possibile.

 

Forse l'acquisizione dell'abitudine a giocare di prima sta affinando anche la sua visione di gioco ed è alla base del bellissimo assist a Higuaín nel

contro la Sampdoria. In quell'ultimo passaggio ci sono due lati peculiari di Cutrone: da una parte la naturale goffaggine quando si trova con il pallone tra i piedi - che si traduce anche nella fretta con cui spesso si libera della palla - dall'altra una rinnovata capacità di offrirsi come rifinitore, visti i suoi miglioramenti nella precisione negli appoggi corti in spazi stretti.

 

È proprio quello degli appoggi e delle sponde, probabilmente, il prossimo scoglio da superare per rendere Cutrone uno degli attaccanti più solidi (e non solo più promettenti) della Serie A. Nonostante non sarà mai l'alfiere della modernità nel suo ruolo, Cutrone rappresenta comunque la continuità di un certo tipo di idea di attaccante, semplice quanto si vuole ma sempre affascinante e utile, l'ideale del centravanti goleador di vecchio stampo. Cutrone non ha il talento in grado di rinnovare la tradizione del ruolo, ma in un certo senso, a suo modo, può rafforzarla nei contenuti.

 

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