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Ma quindi, chi era più Joga Bonito: Ibrahimovic o Cristiano Ronaldo?
10 lug 2025
Un interrogativo rimasto inevaso da 19 anni.
(articolo)
10 min
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Da poco più di un annetto, ho trovato il coraggio di iscrivermi in palestra. Non sono mai stato un tipo troppo sportivo e ho sempre pensato che qualunque attività motoria che non comprendesse un pallone fosse una rottura di scatole, ma alla fine ho provato a fare questa pazzia. E devo dire che mi sono anche appassionato: prima si trattava di andarci per dimostrare a me stesso che non ero un pezzo di merda, poi perché effettivamente mi stava piacendo. A facilitare le cose, anche le scelte in ambito musicale. La playlist della sala di solito è abbastanza hip hop, con tanta G-Unit e persino qualcosa dei Mobb Deep, che sono i miei preferiti. Ovviamente, non possono mancare canzoni più random. Ogni tanto partono i Nirvana, ogni tanto i Linkin Park, ogni tanto Eminem. Qualche sera fa, però, dal nulla è partito un motivetto che mi ha riportato indietro nel tempo.

Cliccate il video sotto: se avete almeno 26 anni e condividete più o meno il mio stesso background culturale – cosa molto probabile se avete aperto questo articolo – vi basterà la prima nota per capire di quale canzone stessi parlando.

E dopo il primo secondo e mezzo di innesco del ricordo, avrete di certo un’illuminazione. La canzone si chiama Return of the tres. Non mi sono mai preso la briga di capire cosa stesse dicendo, ma è un pezzo che, con quelle trombe, ti si infila subito in testa. A rapparla sono i Delinquent Habits, esponenti dell’Hip Hop di matrice latina di Los Angeles, nel solco dei Cypress Hill, ma avrete capito che il vero motivo per cui questa canzone, in realtà, è famosa, sono Zlatan Ibrahimović e Cristiano Ronaldo.

Come a questo punto vi sarete ricordati, Return of the tres era il sottofondo di un vecchio spot della campagna Joga Bonito, andata in onda qualche mese prima dei Mondiali del 2006 in Germania, in cui Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimović, gli asset su cui Nike aveva puntato in vista del futuro – mentre Adidas aveva dalla sua Messi e Kakà – si sfidavano a colpi di trick per stabilire chi tra i due fosse il più virtuoso. Arbitro della sfida Eric Cantona, in quel periodo portavoce di Nike e protagonista assoluto dei suoi spot, in cui era solito convocare i giocatori migliori al mondo intorno a sé con lo stesso spirito con cui il Dottor Xavier aveva riunito gli X-Men.

Cantona è una persona che di certo non ha paura di prendere posizione. Non teme di farlo sulle più stringenti questioni di attualità, figurarsi su una sfida su chi fosse il giocatore più circense tra Cristiano Ronaldo e Ibrahimović. Però, appunto, si trattava solo di una pubblicità, e quindi Nike aveva previsto di chiudere le riprese senza un vero vincitore: «Chi vince? Non lo so», dichiara Cantona dimostrandosi democristiano probabilmente per la prima e unica volta nella sua vita. Ma io non ho un contratto con Nike e posso prendermi questa responsabilità alla leggera. Ecco perché ho deciso, dopo uno studio riflessivo e profondo, di porre fine per sempre alla questione. Chi ha vinto nella famosa sfida organizzata da Nike nel 2006 tra Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo?

Prima di addentrarci nell’analisi, una premessa per capire il contesto.

Mentre per quel Mondiale Adidas aveva deciso di puntare sulla nostalgia per l’infanzia con i due ragazzini sudamericani che nel campetto sotto casa convocavano alcuni dei migliori giocatori di quell’epoca e del passato, Nike intorno al proprio brand aveva voluto costruire quasi un senso di esclusività: Cantona si faceva garante del Joga Bonito, del calcio spettacolo, dove il virtuosismo veniva prima di qualsiasi cosa, e per questo a fare da capofila a quella serie di spot c’erano Ronaldinho, Ronaldo e i loro compagni del Brasile, intenti a palleggiare nello spogliatoio sulle note di Mas Que Nada dei Black Eyed Peas.

Per la stessa ragione Nike aveva costruito la sua narrazione sull’inspiegabile gol da dietro la porta di Henry, che scendeva per strada a giocare sull’asfalto dei campetti di Londra in mezzo agli sconosciuti, o sul confronto tra due talenti come Cristiano Ronaldo e Ibrahimović, all’epoca ritenuti ancora dei funamboli più che delle macchine da gol e da trofei: il portoghese nella sua versione più pura, quella di ala destra tutta finte e provocazioni ai terzini, lo svedese nel suo modo unico di intendere il calcio, tra elastici, colpi di tacco, controlli volanti e un senso del gioco da numero dieci più che da attaccante.

Se volevi dimostrare di avere i piedi buoni, come diceva Cantona in uno di quegli spot, se volevi dimostrare di poter giocare come Ibrahimović, Cristiano, Henry o Ronaldinho, allora avevi bisogno delle Joga Bonito.

Insomma, un ottimo modo di imbellettare il capitalismo, proprio come il claim con cui Cantona apriva lo spot: «Amici miei, il calcio è come la scherma, è un’arte nobile». Poi si avvicinava al ventunenne Cristiano Ronaldo con una sorta di laptop: «Questo è Zlatan, sai fare di meglio?», gli chiedeva mostrandogli una clip di Ibrahimović che si esibiva in un orologio, per poi guardare in camera con sguardo truce. Cristiano aveva risposto con una smorfia a metà tra il truzzo che avremmo imparato a conoscere e Natale di Mery per sempre.

Francesco Benigno o Cristiano Ronaldo? Due grandissimi modelli dell'uomo euromediterraneo comunque.

Doveva ancora diventare un’icona, il portoghese, ai tempi di questa clip, in cui indossava dei pinocchietti a tre quarti di gamba di quelli che di solito si infilano nei calzettoni quando ci si allena in inverno, e che invece Cristiano aveva deciso di lasciare di fuori, con un effetto che definire antiestetico è un eufemismo.

Zlatan, invece, è in tenuta da gioco. La particolarità è che in quel periodo, prima di un Juventus-Werder Brema ottavi di finale di Champions League, aveva deciso di raparsi a zero, il che dava ancora più risalto al suo naso.

Fatti gli onori di casa con qualche altro palleggio e un altro paio d’occhiate di sfida, con Cristiano Ronaldo che entra in campo superando con una lambreta molto poco brasiliana e un sombrero un gruppo di persone intente a chiacchierare, va in scena la sfida vera e propria, suddivisa in quattro prove.

Per dare valenza scientifica a questo articolo, assegneremo un vincitore ad ogni prova. Alla fine, il computo totale delle sfide vinte determinerà chi fosse, in realtà, il giocatore più Joga Bonito tra Cristiano Ronaldo e Ibrahimović.

PRIMA PROVA: STOP VOLANTE

Entrambi si trovano a dover ricevere un cambio gioco e a controllarlo al volo nel modo più spettacolare possibile, o comunque più coerente con il proprio stile.

Parte Zlatan, che alla fine adotta una soluzione piuttosto semplice: stop di petto dopo il quale addormenta la palla di collo. La particolarità è che, da buon praticante di arti marziali, rimane in equilibrio su una gamba sola, mentre l’altra continua a rimanere sospesa col pallone incollato.

Cristiano Ronaldo, invece, fa qualcosa di meno convenzionale. Aspetta a gambe aperte e poi fa incastrare il pallone in mezzo alle cosce. Ora, il valore di questi spot, come detto, era quello di ispirare il pubblico a provare a riprodurre le gesta dei suoi protagonisti. Ancora oggi ogni tanto provo a bloccare la palla tra le gambe in questo modo e, ancora oggi, puntualmente, mi scivola oppure sbaglio completamente la misura dello stop. Credo che in molti siano stati spinti da Cristiano Ronaldo a provare a esibirsi in questo trick.

Il vincitore della prima sfida, quindi, è Cristiano Ronaldo.

SECONDA PROVA: DRIBBLING AL LIMITE DELL’AREA

Sgombriamo il campo da ogni dubbio: i difensori chiamati ad affrontare Cristiano Ronaldo e Ibrahimović in questa sfida sembrano presi dalla strada. Pertanto, anche qua va premiata non tanto l’esecuzione in sé quanto la fantasia che c’è dietro.

Cristiano Ronaldo si mantiene fedele a se stesso: salta il primo uomo con la sua classica sterzata di tacco (che avremmo imparato a conoscere come Ronaldo Chop) e salta il portiere con un doppio passo. Niente, comunque, che non potreste ripetere anche voi nel vostro calcetto contro dei difensori particolarmente scarsi.

Zlatan, invece, se ne va con una lambreta davvero ben eseguita, poi fa un tunnel con un elastico (che comunque, per quanto il difensore sia un paletto umano, vai a fargli passare la palla in mezzo alle gambe contorcendo la caviglia in quel modo) e poi segna con un pallonetto.

Nessun dubbio, la seconda prova è di Ibrahimović.

TERZA PROVA: PALLEGGI

L’inquadratura parte con Cristiano che espira, come al suo solito, e poi stacca la palla dalla caviglia destra e la alza quasi con il tacco; si prosegue con un orologio di Ibrahimović.

Cristiano se la alza accompagnandola col collo e fa per portarsela sul petto. Anche Zlatan fa lo stesso, ma scende quasi a terra con una torsione del busto degna di Hermes di Futurama nella puntata in cui si mette a ballare il limbo. Questa elasticità, probabilmente, è frutto del suo passato nel tae-kwon-do.

Ora, sappiamo quanto il freestyle c’entri poco col calcio vero, ma ingloba comunque delle qualità motorie che probabilmente derivano dalla pratica di altre discipline. Peraltro, alla realizzazione dello spot aveva contribuito il freestyler Billy Wingrove, la cui presenza è testimoniata da alcuni reperti su YouTube che riprendono il backstage (nel ciclo di Joga Bonito, Wingrove ha partecipato anche ai video di Ronaldinho).

Per eccellere nel freestyle occorre un controllo del corpo, in termini di equilibrio e coordinazione, davvero fuori dal comune. Da un punto di vista tecnico, e anche spirituale, Ibrahimović si avvicina molto di più a quell'ideale rispetto a Cristiano Ronaldo.

Pertanto, lo svedese si aggiudica anche la terza prova.

QUARTA PROVA: TIRO DAL LIMITE

Cristiano Ronaldo praticamente batte la sua classica punizione dal limite, solo che in questo caso manca tutta la liturgia preparatoria con cui fa i passi all’indietro, allarga le gambe, respira, eccetera, eccetera. È interessante notare come nel video del backstage il portoghese provi a spiegare la sua tecnica a Wingrove, mostrandogli proprio l’angolatura e la parte del piede con cui colpire. Quando il freestyler prova ad imitarlo, ne esce una scamorza che a malapena arriva in porta. Tant’è vero che alla telecamera Wingrove dice che per lui quel tipo di tecnica risulta «innaturale», mentre per Cristiano è perfetta. In ogni caso, l’obiettivo della sfida non era tanto fare gol, quanto far finire la palla in mezzo alle braccia alzate del portiere, quasi come se si dovesse fare una sorta di canestro al contrario. Cristiano ci riesce, zittisce pure il cameraman, ma ha scelto una soluzione troppo scolastica per uno come lui.

Ibra, invece, prima indica col dito esattamente dove tirerà. Poi, con la palla ancora a terra, la incastra tra la punta del destro e il piede d’appoggio, il sinistro, così da scavarla leggermente e farla alzare. Senza darle il tempo di toccare terra, lo svedese la colpisce di collo pieno e centra il conetto posto sulla testa del portiere. Ora, nel video del backstage non si capisce se riesca davvero nell’obiettivo, quindi potrebbe trattarsi di un montaggio: del resto, parliamo dello stesso ciclo di pubblicità delle quattro traverse di Ronaldinho. Tuttavia, come sopra, l’importante è la tecnica che si decide di utilizzare, quanto questa vada fuori dagli schemi e quanto possa spingere gli spettatori a imitarla. Da questo punto di vista, un altro grande rimorso della mia vita è non essere mai riuscito del tutto a riprodurre questo tiro di Zlatan. Per cui, anche in questa prova il vincitore, per una semplice questione di potenza ispiratrice, non può che essere lui.

Il punteggio finale dice 3-1.

Quel Mondiale avrebbe avuto esiti diversi per Ibrahimović e Cristiano Ronaldo. Per il portoghese, sarebbe stata la conferma del suo valore anche in una competizione così importante, supportato da una delle Nazionali portoghesi migliori di sempre. Ibrahimović, invece, sarebbe uscito agli ottavi di finale contro la Germania senza lasciare granché. Sul campo, insomma, avrebbe vinto Ronaldo.

Dietro le telecamere di Joga TV, però, la storia dice altro.

Dopo esserci presi l’onere di svolgere un lavoro per il quale Eric Cantona era pure pagato, possiamo dirlo con certezza: il vincitore del duello era Zlatan Ibrahimović.

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