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Marco D'Ottavi
Cristiano Ronaldo al Napoli, perché no?
30 ago 2022
30 ago 2022
Pro e contro dell'eventuale arrivo del fuoriclasse portoghese.
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Marco D'Ottavi
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PA Wire/PA Images / IPA
(foto) PA Wire/PA Images / IPA
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È difficile dare un senso alla notizia più assurda di questo mercato, così assurda da aver assunto piano piano i contorni di una verità. Cristiano Ronaldo al Napoli, perché no? Ci sarebbero tanti motivi perché no, ovviamente. Perché mettersi in squadra un calciatore di quasi 38 anni così ingombrante? Un attaccante che nelle ultime due stagioni ha sì segnato 60 gol, ma ha anche dato l’impressione di essersi ulteriormente isolato da un’idea di gioco collettiva per trasformare il calcio in una sfida personale contro la linea di porta avversaria. Per Spalletti inserire Cristiano Ronaldo nel suo Napoli, una squadra che gioca bene e in maniera molto associativa, porterebbe infiniti grattacapi tattici, probabilmente irrisolvibili senza mettere mano, in modo pesante, all’assetto della squadra. Storicamente il portoghese ama partire dalla zona sinistra dell’attacco, così da poter ricevere sui piedi e accentrarsi per tirare oppure tagliare dall’esterno verso l’area di rigore per diventare un centravanti. Quella però è la zona di campo dove il Napoli preferisce costruire il suo gioco - lo è da quando è arrivato Sarri, ormai una specie di imprinting storico - ed è anche la zona di competenza di Kvaratskhelia, che dopo appena tre partite è già uno dei calciatori più influenti della Serie A. https://youtu.be/ApdpH9aAhoM Spalletti dovrebbe rinunciare a tutto questo, spostando magari il peso creativo a destra dove Lozano non ha le stesse capacità col pallone? L’alternativa sarebbe virare verso un 4-4-2 - per avere Ronaldo accanto a un’altra punta, forse l’unico modo per bilanciare la sua presenza - ma non sembra la soluzione ideale per una rosa piena di giocatori abili a giocare tra le linee ed esterni più adatti a un modulo a 3 punte. L’allenatore dovrebbe quindi convincere Ronaldo - buona fortuna - di essere un centravanti a tutti gli effetti e che può giocare da solo al centro del suo 4-3-3. E, se anche ci riuscisse, i problemi non sarebbero di certo finiti. Stiamo parlando i un calciatore anarchico, che sceglie di partita in partita gli spazi in cui ricevere e i movimenti da fare. Soprattutto è un attaccante che vuole il pallone tra i piedi, che non ha più la freschezza per sbattersi in continue corse in profondità o laterali per muovere le difese avversarie o pressarne la costruzione (la scorsa stagione è stato l’attaccante con meno pressioni portate in Europa). Osimhen potrà lasciare alcuni dubbi sulle sue qualità tecniche e del suo gioco spalle alla porta, ma è un centravanti che fa un lavoro quasi unico, con cui riesce ad allungare le difese avversarie per creare spazio alle giocate dei centrocampisti e degli esterni sulla trequarti. L’acquisto di Simeone ha inoltre evidenziato la volontà di avere una riserva ancora più dinamica del nigeriano, anche più abile nel far risalire la squadra e generoso fin quasi all’eccesso, esattamente il contrario del gioco del portoghese, quindi. Poi ci sarebbe anche Raspadori, il cui ruolo non è ancora definito, ma che rimane uno dei giovani attaccanti italiani più interessanti e su cui il Napoli ha investito una somma considerevole e che, per forza, con l’arrivo di Ronaldo vedrebbe ridotti i suoi minuti in campo. A queste condizioni sarebbe accettabile prendersi Cristiano Ronaldo? Se la scorsa stagione alla squadra di Spalletti è sembrato mancare qualcosa per vincere lo Scudetto, la rosa di quest’anno, senza essere più forte di quelle delle scorse stagioni, sembra avere una profondità e un entusiasmo diverso, che se magari non pagherà subito potrà farlo nei prossimi anni. Privarsi di Osimhen negli ultimi giorni di mercato, senza il tempo per arrivare a un sostituto del suo livello, vorrebbe dire indebolire la squadra nell’immediato e quindi essere meno competitivi per questa stagione. In cambio, però, il Napoli otterrebbe moltissimi soldi, anche più di quelli che per ora ha dimostrato di valere Osimhen, soldi che permetterebbero di migliorare la squadra in futuro. Come ha detto Spalletti dopo la partita con la Fiorentina, «se arriva una società e ti offre 100 milioni per un calciatore è difficile rinunciare».In questo scenario l’aggiunta di Cristiano Ronaldo sembra più una punizione che non il sostituto ideale di Osmhen. Anche le modalità con cui avverrebbe il suo passaggio al Napoli lasciano intendere il suo essere una specie di “patata bollente”: il Manchester United oltre a pagare 100 milioni per Osimhen (o, si dice, 130, e allora perché non 150? Quanti soldi si possono sfilare a una squadra di Premier?) presterebbe per questa stagione il portoghese al Napoli pagandone una parte consistente (75/80%) dello stipendio da oltre 25 milioni di euro. Napoli sarebbe quindi una specie di costosissimo parcheggio per lo United. https://twitter.com/NitwikFootball/status/1453007767837585410 Se dal punto di vista razionale e prettamente tecnico-tattico, l'arrivo di Ronaldo rischia di essere un disastro, per trovare i possibili vantaggi di questa operazioni - esclusi i soldi - bisogna andare sull'intangibile. Se i discorsi sul marketing, le magliette, gli sponsor rischiano di essere un po’ posticci, Cristiano Ronaldo è uno dei più grandi calciatori di sempre. Vederlo al Diego Armando Maradona, con la maglia azzurra del Napoli, è una storia che non può non stuzzicare la nostra fantasia. Un calciatore che rappresenta l’aspetto più individualistico del calcio, una fredda macchina da soldi senza emozioni, calato in un contesto che ha sempre esaltato l’opposto. Può funzionare? Al Napoli troverebbe una squadra giovane, che sta cambiando pelle, a cui può servire qualcuno che convinca l’ambiente che lo Scudetto si può vincere. In qualche modo una figura simile a quella di Ibrahimovic al Milan, il cui ruolo spirituale, oltre che pratico, è stato riconosciuto da tutti. Se Ronaldo riuscisse ad abbracciare questo ruolo, più olistico diciamo, ne gioverebbero lui, Spalletti (con cui il rapporto rischia di essere altrimenti complicato) e il Napoli, a cui l’anno scorso è forse mancato qualcuno abituato a vincere per competere fino in fondo. Un Ronaldo meno rivolto verso sé stesso e più verso la squadra sembra un’utopia, e probabilmente lo è, tuttavia è proprio quello che gli servirebbe per chiudere con eleganza la propria straordinaria carriera e ritoccare ancora i suoi numeri senza però diventare ridicolo. Se accettasse di giocare meno, di entrare a partita in corso, essere flessibile sui compiti da svolgere in campo (potrebbe idealmente essere l’attaccante destro che chiude le giocate di Kvaratskhelia da sinistra). È difficile pensare non possa diventare una risorsa per Spalletti. Del resto è anche difficile immaginarlo, lasciare spazio a Kvaratskhelia, prendere umilmente il posto di Lozano come attaccante ombra. https://youtu.be/s70mqepzyQg?t=78

Cosa sarebbe successo qui con Ronaldo al posto di Lozano?

Ronaldo, da parte sua, avrebbe dei vantaggi che non è chiaro quante altre squadre potrebbero garantirgli. Il Napoli, per esempio, è una squadra offensiva, che segna tanto, e che potrebbe permettergli di ritoccare i suoi numeri. In più, potrebbe giocare in Champions League ed evitare l'inno dell'Europa League. A quanto pare non farsi riprendere con quell'inno in sottofondo è una grande preoccupazione per Ronaldo. Il Napoli in Champions non ha una grande tradizione, e Spalletti potrebbe renderlo il suo centravanti di notte, permettergli di ritoccare ulteriormente il record di gol nella competizione che sembra stargli così a cuore (un record che Messi difficilmente potrà superare, ma forse Ronaldo sta già pensando ad Haaland e Mbappé).Insomma, Cristiano Ronaldo al Napoli, perché no? Un'idea che sta già tramontando, forse troppo difficile da realizzare. Un'idea che però dovrebbe incuriosire non solo noi, osservatori o tifosi, ma lo stesso Ronaldo. Cosa può avere di meglio a questo punto della carriera? Per tutta l'estate ha visto sbattersi in faccia le porte delle migliori squadre d'Europa, ignorando in maniera cocciuta piazze meno vincenti ma più trascinanti. Si era parlato di un suo possibile passaggio allo Sporting Clube, la squadra da dove è iniziata la sua carriera, ma anche questo aspetto più romantico non sembra muoverlo davvero e sembra che Amorim, l'allenatore del club portoghese, abbia minacciato di dimettersi in caso di arrivo di Ronaldo. Nel frattempo i giorni passano e sembra sempre più difficile vederlo altrove, prigioniero di un contratto troppo pesante o forse di un'idea del proprio presente troppo distorta. Nel mercato, però, tutto può succedere e possiamo continuare fino all'ultimo a sperare di vedere il suo profilo asciutto sbucare all'improvviso dalla pancia di un Diego Armando Maradona in fermento, la maglia numero 7 azzurra sulle spalle pronto a far esplodere il suo SIUUU. Sullo sfondo il Vesuvio, a vegliare sull’unione mistica tra due forze che sembravano inconciliabili: l’algida perfezione dell’impero Cristiano Ronaldo e la bollente passione di Napoli verso la sua squadra.

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